<%@ Language=JavaScript %> Cultura e Istruzione

 

 

 

                    Una Panoramica di Ardauli...               Posizione di Ardauli...   

 

L E     F E S T I V I T A '

L'ultima prova della religiosità dei popolo di Ardatili è fornita dalle devozioni collettive manifestate nelle molte feste che si celebrano ogni anno, oltre quelle di precetto, con concorso veramente notevole. La festa della Vergine d'Itria, della quale esiste una vecchia statua fatta in sostituzione di quella della Vergine della guardia nel 1543, ha luogo, sin da quell'anno, nella Iº settimana di giugno. La festa di Gesù risorto, dei quale si ha una statua in buone condizioni fatta nel 1559 in cui ebbe origine, dalla scultrice Ardauli. La festa si celebra da quell'anno nel giorno di Pasqua. La festa della Vergine di Buon Cammino, Patrona della Parrocchia Fin dal 1680. La statua della Vergine è di quello stesso anno. Nel 1839 furono applicati alla statua della Vergine e dei Bambino che ha con se gli occhi di vetro dallo scultore L. Imeroni. La festa si celebra da quella data la terza domenica d'Ottobre. La festa della Vetgine del Rosario, cominciò nel 1646, da quando cioè fu fondata la confraternita omonima. La statua che attualmente si venera, in sostituzione della vecchia già logora, fu acquistata dai confratelli dei SS. Rosario nei 1838. La festa ha luogo nella domenica di Maggio e di Ottobre. La festa della Vergine del Carmine, ebbe inizio verso il 1600. L'ultima statua fu acquistata da Carta Grazia nel 1920. La solennità si celebra la  terza domenica di Maggio ed il 16 di Luglio. La festa di Santa Crocee del Crocefisso ebbe origine nel 1500. Ha una confraternita e si celebra nel 3 Maggio e dei 14 Settembre. La festa di San Cosimo e Damiano ebbe origine nel 1155. Le ultime statue furono fatte nel 1908. Si celebra nel 2' lunedì di Settembre e nel 27 dello stesso mese. La festa di Nostra Signora di Lourdes ebbe origine nel 1897. In quell'anno furono acquistate le statue dell'Immacolata Concezione e di Santa Bernardetta. La festa si celebra l'undici di Febbraio e l'ultimo giovedì di Settembre. La festa di Santa Lucia ebbe origine nel 1850. Si celebra la solennità nel 13 Dicembre. La statua fu acquistata in quello stesso anno. La festa di San Giuseppe si celebra il 19 Marzo. L'ultima statua dei santo fu acquistata nel 1843. La festa di San Sebastiano ebbe origine nel 1912 e si celebra il 20 Gennaio. La statua fu acquistata in quello stesso anno. La festa dei Sacro Cuore di Gesù ebbe origine nel 1886, da quando fu istituita la confraternita omonima, e si celebra nella prima domenica dopo l'ottava di Corpus Domini. La statua fu acquistata nel 1904. La festa di Santa Teresa di Gesù si celebra nella domenica precedente quella di Santa Lucia, che ha luogo il 13 Dicembre. Ebbe origine nel 1915 anno in cui fu acquistata la statua. La festa di San Quirico ebbe origine nel 1155, anno in cui probabilmente fu acquistata la statua antica che tutt'ora esiste, mentre quella nuova fu fatta nel 1906. Si celebra il lunedì che segue la Pasqua di Resurrezione, il 15 Luglio ed il 16 Agosto cominciano le novene che finiscono il 24. La festa della Madonna di Pompei si suoi celebrare nella I° o 2° domenica di Maggio. Ebbe origine nel 1910. La statua è del 1943. La festa di Santa Teresina ebbe origine nel 1944. La statua fu donata in quell'anno da Giulietta Rosas. La festa di Sant'Isidoro ebbe origine nel 1922 e si celebra il lunedì seguente la terza domenica di Maggio: la statua fu acquistata in quello stesso anno. La festa dell'Arcangelo Raffaele ebbe origine nel 1928 ed nel medesimo anno fu acquistata la statua. Si celebra il 24 Ottobre. La festa di San Francesco d'Assisi si celebra il 4 Ottobre. Ebbe origine nel 1925, nel quale anno fu acquistata la statua. La festa di Sant'Antonio di Padova ebbe origine nel 1920, nel quale anno fu acquistata la statua. Si celebra il 13 Giugno. La festa dell'Assunta, d'origine immemorabile perchè festa di precetto, si celebra il 15 Agosto. La statua fu acquistata nel 1849. La festa delle Anirne purgantisi celebra il 2 Novembre da tempo immemorabile. Il quadro esistente nella cappella omonima, nella quale si celebra in loro suffraggio una volta al mese, è del 164 1. Nel 1704 l'Arcivescovo Giuseppe de Accorrà de Figo, ordinò che il quadro fosse spostato dalla cappella di S. Quirico, dove si trovava, a quella attuale, poichè in quest'ultima erano stati scolpiti i simboli della morte. La festa di Sant'Antonio Abate si celebra da tempo immemorabile, il 17 Gennaio. L'ultima statua fu acquistata nel 1916. 

 

Chiesa di SS. Cosma e Damiano...

 

Ardauli, ogni estate, nella suggestiva cornice dei piazzale panoramico dei Belvedere, offre la possibilità di assistere alla rassegna teatrale "Palcoscenico di Sardegna" nella quale si fanno rivivere antiche e nuove usanze attraverso rappresentazioni teatrali sia comiche che drammatiche, rigorosamente di autori sardi, in lingua o in italiano, e portate sulla scena da compagnie non professioniste.

 

L A   G A S T R O N O M I A

 

Sopori e profumi antichi, tipici della cucino sordo del paesi del centro Sardegna, s'incontrano anche nel Barigadu, con antiche ricette che hanno saputo diffondere vecchie usanze gastronomiche note in un contesto agro-pastorale, uno cucina povera quindi, ma non per questo meno buona; anzi, nell'essenzialità dei piatti si riscopre il gusto degli ingredienti più semplici. Si parte dall'arte della panificazione fino ci primi e ai secondi piatti, per terminare con i dolci. Fare il pone è sempre stato quasi un rito per le donne sarde che sanno creare innumerevoli fogge dalla lavorazione dello posta, a partire da quelle più elementari del pane utilizzato tutti i giorni per accompagnare i piatti più semplici; tra questi il pane crivazu o crivaggiu, una focaccia di grosso pezzatura, ben lievitato e molto nutriente, e il pane ammoddigau o farrigongiada, un tipo di pone più soff ice. Ma la fantasia e l'abilità delle massaie si manifesta nel pone di semola, sapientemente lavorato con piccoli e curiosi strumenti, "sos pintapanes", con cui vengono riprodotte figure di animali o fiori: è su pane pintau, il "pane dipinto", eseguito in occasione di feste tradizionali o di avvenimenti speciali (matrimoni, battesimi, fidanzonnenti). So coccoi rappresenta il pezzo più significativo: una forma estremamente decorata, eseguito per Pasqua, e impreziosito da un uovo posto al centro. Gustosissimo è su pane cun (g)erdas che amalgano i sopori dei pane con i ciccioli di maiale ricavati dallo scioglimento dei grosso, unitamente ad altri ingredienti come patate e erbette selvatiche.

 

P r i m i

S e c o n d i

D o l c i

Per i primi piatti segnaliamo sos malloreddos, piccoli pezzi di posta schiacciati e arrotolati con il pollice su una tavoletta scanalata; sa fregula, formata da minute palline di posta lavorate con la rotazione della mano; sos culurzones o culurgiones, i ravioli ripieni di formaggio fresco, ricotta o carne macinata; sos anzolottos, su succu (la semola), su mazzimurru, pane affittau. Primi piatti esclusivi ed originali del Barigadu sono: sos culurzones de patata di Ardauli, dall'inconfondibile sapore ottenuto grazie ai suoi ingredienti: patate, olio di oliva, pecorino grattugiato e soprattutto nebidedda, una sorta di maggiorana selvatica; sos limbas de carne di Ula Tirso, delle sfoglie di pasta lavorata a mano, sminuzzate con le mani e condite con sugo di pomodoro, e su succu di Busachi, piatto antichissimo a base di pasta preparata in casa, cotto nel brodo di carne e stufato con formaggio acidulo e zafferano.

Per i secondi piatti prevalgono gli arrosti di maialetti da latte, di capretti, e agnelli di pochi chili. La cottura può avvenire nel caratteristico forno a legna o all'aperto,dove, una volta preparato il fuoco, si procede alla cottura della carne infilzata su un lungo spiedo. Altri piatti caratteristici sono le pietanze a base d'interiora come sa corda, un intreccio d'intestini cucinato arrosto o in tegame, oppure sas tratalias, cioé teneri intestini di agnello e capretto; sa cassola, una sorta di spezzatino di carne di pecora molto saporito. Da non dimenticare, la caratteristica pecora bollita insieme con patate e cipolle. Prettamente tipici di Ardauli ci sono: il caulazzu cun cardampone (cavolo con prosciutto), frigatellu (misto di cuore e polmone), ortau (budello di maiale con pomodori secchi), goi-gai (sangue di maiale e varie spezie), pudda reprena, tramatas prenas ( pomodoriripieni).

Le specialità dolciarie dei Barigadu sono numerose, molte esclusivamente a base di pasta di mandorle, grazie alla presenza di numerosi mandorleti fiorenti nelle colline dei territorio: amoretti ottenuti con un giusto equilibrio di mandorle dolci e amore, guefos, gattò, germini. L'elenco dei dolci è lunghissimo e potrebbe continuare con sos bioncheddos, sos pistoccos, sos pessighes ecc.; per le feste posquali si confezionano sas pardulas (formagelle), per carnevale si preparano sas zippulas e in diverse altre occasioni su pan 'e saba e sos pabassinos. Veramente singolari ed unici sono sos santigheddos di Allai, dolcetti di posta fredda ricoperti di glassa. Per Ardauli in particolare: tumbulla de orrosu (riso,uova,latte), urrubiolos (silimi alle pardule ma con forma rotonda), marigosos (mandorle grattugiate dolci con limone e chiara d'uovo).

 

Il Pane...     Alle Sagre...        Dolci...

 

L'ALLEVAMENTO DEL BESTIAME

 

Primo pensiero dei primi abitanti della regione fu di ridurre in parte il terreno boschivo per iniziare l'allevamento dei bestiame, che potesse essere di maggiore utilità all'uomo nei pascoli ubertosi derivati dal disboscamento, e ciò avvenne in modo particolare nelle zone vicine alle sorgenti di acqua. Dedicarono certe zone all'allevamento di determinate specie di animali, dando nello stesso tempo a quei luoghi nomi dialettali appropriati. Se ne indicano alcuni: pardu (prato), Pardu intro (prato interno), Corte(ovile o recinto per bestiame), Cort'ezza (corte vecchia), Cort'e locura (corte di locazione), Bau arbeghes (da badu, guado di pecore), Suprochile'epardu (il porcile del prato), pardu caddu (prato del cavallo), Se'ulu (sea- ulun sede di bovini), Boele (bovile), Corongius de crabas (roccia o balza delle capre), Putzu 'e minda (pozzo dei prato), Iscala sugheres (scala delle mucche), Giuitza (lugi itio= l'andata = la via del giogo, o juiguissa, o giudicessa= giudicessa, la g. Eleonora d'Arborea, forse perchè presso su ighinau de Juitza era la sede del rappresentante della Giudicessa).

SVILUPPO   DELL '  AGRICOLTURA

Quando fu conosciuta la fertilità della regione, gli abitanti delle quattro ville si dedicarono alla piantagione degli alberi da frutto in sostituzione di quelli selvatici abbattuti, dando al luogo così coltivato il nome della pianta preferibilmente sostituita. Se ne nominano alcune: Siscala 'e sa mela (la scala del melo), Sututu 'e sa cressia (la gola del ciliegio), Fighedu (ficaie), Su muru 'e safigu (il muro del fico), Funtana 'efigu (fontana dei fico), Iscale 'epira (la scala dei pero), Oliedu (oliveto), S'iscala 'esupessighe(la scala del pesco), Palmas (palme), Binzale (vignale o vigneto), Binargiu (vinarius, vigneto), Rinza 'e iosso (vigna de giu), Binza 'e susu (vigna di su), Binza 'efuntana (vigna della fontana), Binza 'e mraghine(vigna del marghine o dei monti o del margine), Bingias maiores (vigne maggiori), Paniga (pas= tutto, parola greca, aniga= uva, tutta iva), Lacos (vasche di pietra per la pigiatura), Sos binajolos (i vignaiofi, posti da vigna). Come si vede da questi nomi, la passione degli abitanti di Ardauli perla cultura della vite risale a tempi remoti e il vino dev'essere stato, anche molti secoli fa, una delle più importanti risorse dei paese. Parecchi nomi traggono la loro origine dafia coltivazione dei cereali nelle zone favorevoli ed afia preparazione delle aie per la sgranatura dei medesimi, come si rileva dai seguenti nomi dati a certe località delle regione: Iscala linu (scala del lino), Argiolas (aie, dal latino areolas), Arzola 'e s'ardia (aia della guardia), Argiola 'efiancu aia a fianco dei campo), Arzolas perdinas (aie pietrose), Argiola 'ejaca (aia del cancello).

 

              Belvedere sul Lago Omodeo...           Vista del Ponte sul Lago Omodeo...

 

I L     C O M M E R C I O

Non passò molto tempo perchè la regione, per la sua fertilità e per l'attività degli abitatori delle 4 ville, si elevasse a condizioni abbastanza floride da poter offrire anch'essa a Roma, ed in seguito ad Arborea, capitale del Giudicato omonimo, largo contributo di cereali, di lana, di lino, di formaggio, di pelli e di bestiame vivo o macellato. Perciò non ci deve sorprendere il nome di Petzarzu (màcello) dato ad una località non tanto lontana dalla villa Corte perchè forse ivi era un pubblico mattatoio, vicino alla fonte di Tulei da dove gli agnelli macellati trasportavansi alla villa Terra Idda e da li al punto più vicino al fiume Tirso, da dove, in zattere o con altri mezzi dell'epoca, la spedizione continuava fino al golfo di Oristano. L'aumento dei prodotti, in relazione all'aumento dei produttori, indusse i capi delle quattro ville a provvedere, di comune accordo oltre alle esigenze dei privati per il benessere materiale anche a quelle d'indole sociale, eleggendo per la sovrintendenza della cosa pubblica tre capi: dei quali, quello che presiedeva alle cose del paese fu detto Majore Idda, quello che si doveva occupare dei pascoli fu detto Majore 'epardu e quello che aveva cura delle coltivazioni cerealicole fu detto majore ' e campu.

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