Il parco del monte Limbara e' vasto 19.833 ettari compresa nei territori di Tempio, Calangianus, Monti, Berchidda, Oschiri, questo è il cuore della Gallura, amato territorio di caccia di Giuseppe Garibaldi, vero simbolo geologico e paesaggistico della Sardegna intera con le sue montagne e le sue foreste, le sue dolci vallate e gli aspri roccioni dl granito.L'animale più frequente qui e' la ghiandaia, ma non mancano picchi, colombacci, cinghiali, lepri, pernici, piccioni, martore, donnole e gatti selvatici.
Qui l'opera distruttrice dell'uomo ha creato grandi danni. Intere foreste sono state distrutte dai boscaioli e trasformate in carbone; cervi e daini e mufloni sono stati via via sterminati dalla caccia indiscriminata. Persino gli splendidi monumenti naturali di granito sono stati trasformati in cave. Per questo motivo si fa pressante il desiderio dell'amministrazione regionale di far diventare parco almeno il cuore pulsante della Gallura, il monte Limbara, che raggiunge a Punta Sa Berritta i 1362 metri di altezza. La cima è raggiungibile grazie a una strada asfaltata che, dalla provinciale per Oschiri, si inerpica sul versante tratti boscoso, fino ad arrivare allo spettacolare disteso roccioso da cui si ammira mezza Sardegna, la piana del Logudoro e le Cime innevate della Corsica.
La prima parte del parco è già stata, di fatto, realizzata grazie all'istituzione dell'azienda foreste demaniali di Berchidda visitabile previo permesso dei guardiani. Un consiglio per il visitatore: si provi ad attraversare la stradina che dal Coghinas conduce, attraverso gli stazzi galluresi di Oschiri, sino alla cima. Si tratta di un percorso magnifico, senza confronti.
L'imponente mole del Limbara si manifesta principalmente nel versante di Oschiri e Berchidda piuttosto che in quello di Tempio e Calangianus. A partire dal demanio forestale di Berchidda, con i suoi oltre cinquemila ettari (che comprendono tutte le cime al di sopra dei 700 metri) si vede con lo sguardo un mare di rocciai, ciascuno dei quali sembra raccontare una storia. La vegetazione è qui fortemente degradata dagli incendi, ma conserva comunque tracce imponenti e preziose di sughera, lentischio, roverella, leccio, cisto, mirto, corbezzolo, alaterno, fillirea e ginepro. Molto importante, inoltre, è l'erica arborea, mista a erica scoparia.
Non è difficile trovare anche il tasso e l'agrifoglio, non diffuso come in Barbagia e nel Montiferru ma comunque abbastanza interessante. Assolutamente unici, invece, alcuni relitti presenti sul Limbara, come l'Armeno sardo, la Romulea Limbarae, il Thesium italicum, il Ribes Sandaliotum. Senza contare il timo erba barona, elicrisio, la santoreggia montana. Un tempo la fauna era ricchissima. Oggi è scomparso tutto: aquile, gheppi, grifoni, daini, cervi. Restano solo il cinghiale e la donnola, specie ben resistenti.
Fortunatamente, da qualche anno a questa parte l'azienda foreste demaniali di Berchidda è riuscita ad inserire con successo mufloni e daini che vivono in zone recintate prima di poter essere reinseriti nella natura libera e selvaggia. Più che le ricchezze archeologiche, ciò che incanta del Limbara e' proprio il gioco di luci e di colori che si perdono nelle rocce granitiche, nelle immense distese dell'altopiano che si erge sul massiccio della Gallura, dove lo spazio vaga quasi senza confine d'orizzonte. Il Limbara è una meraviglia geologica, un fossile visibile a tutti, Oggi questa grande montagna è praticamente disabitata: il bestiame che la pascola è sempre meno, i pastori preferiscono tenere le loro greggi nelle fertili pianure del Logudoro e difficilmente le portano qui in montagna. Ora si è trovata la soluzione; riportare il rispetto delle leggi di natura in un'oasi florofaunistica aggredita e seviziata
per secoli dagli uomini. Dov'era il leccio, dovrà ricrescere il leccio; dov'era la sughera, crescerà di nuovo la sughera; dov'erano i mufloni pascoleranno i mufloni.
E tutto questo a beneficio esclusivo dell'uomo in modo che, anche da un punto di vista turistico, questa regione diventi meta privilegiata. Il terzo massiccio montuoso più importante dell'isola diventerà ora un importante centro turistico e ambientale. E questo è ciò che conta. Al Limbara si può accedere da Tempio- Calangianus e da Berchidda-Oschiri. Dal porto e dall'aeroporto più vicini (Olbia) dista poco più di mezz'ora. Quaranta minuti appena dalla Costa Smeralda. Si può facilmente comprendere il grandissimo potenziale turistico di questo parco.
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