Il parco del Sinis Montiferru è vasto 42.664 ettari e ricade interamente nel territorio della provincia di Oristano e nella giurisdizione dei comuni di Cabras, Cuglieri, Scano Montiferro, Santulussurgiu, Narbolia, Seneghe, Bonarcado, Milis, Nurachi, Riola Sardo, S. Vero Milis. Il Monte Ferru, insieme al Monte Arci, e' l'unica vera montagna dell'Oristanese e degrada verso la penisola del Sinis, un'oasi florofaunistica di straordinaria importanza. Il Montiferru e' il gruppo di cime vulcaniche più vaste dell'isola L'ambiente naturale ha determinato nei secoli un'economia pastorale estremamente forte e ricca; i paesi che circondano il massiccio (Seneghe, Bonarcado e Santulussurgiu ad est, Scano Montiferro a nord e Cuglieri ad ovest) sono dei centri abitati che conservano intatto un patrimonio Sorry, your browser doesn't support Java(tm). di tradizioni. che ha pochi eguali nell'isola. Nonostante la presenza attiva dell'uomo, il patrimonio forestale si è conservato anche dopo le distruzioni perpetuate nell'Ottocento dai boscaioli continentali. I boschi sono ancora numerosi, ad esempio presso Cuglieri, che può vantare anche un importante sbocco al mare; il suo tratto costiero è piuttosto ampio ed importante, e si sviluppa per oltre 20 km da Punta de Foglia alle foci del Rio Piscinappiu. La fauna del Sinis-Montiferru è la più ricca e la più varia tra quelle presenti nei parchi naturali della Sardegna. Giù, negli stagni, tra Sal'e Porcus e San Giovanni, vivono fenicotteri rosa, avocete, germani reali, garzete, pantane, pettegole, mestoloni, folaghe, cavalieri d'italia, polli sultani e falchi di palude.
Su, tra i boschi, poiane, volpi, donnole, cinghiali, martore ma anche avvoltoi, falchi e qualche aquila. Ma non è solo la fauna a la flora straordinaria che qui incantano. Se nel Sinis affascinano gli impareggiabili tramonti, nel Montiferru entusiasma il panorama di orizzonti lontani. Se qui sorprende la brezza del mare chearriva sulle splendide spiagge assolate, sui monti meraviglia la frescura dei boschi e l'inganno delle fresche sorgenti. Nel Sinis non si possono non ricordare Sale porcus, is benas, Pauli Murtas, nel Montiferru è impossibile scordare il bosco immenso di Malancone Pabassiu, la vallata del rio Bia Iosso, la Punta Bausinari e la foresta di Badde Crobe.
Allo stesso modo non vi sono parole per descrivere l'incanto che si prova ad ammirare il panorama di Monte Entu e di Sa Chidonza, una solitaria distesa di groppe rocciose che fanno gridare di meraviglia. Non si può certo dire che in questo parco non ci siano cose da vedere. A iniziare da Tarros, la grande città. fenicia di capo San Marco, sino al parco di Torre s'evo, dalla chiesa ipogeica di San Salvatore di Cabras (dove si festeggia la celebre festa degli scalzi), sino a Putzu Idu. Sul Montiferru meritano invece una visita tutti i paesi sfiorati anche fisicamente dal confine del parco: a iniziare soprattutto da Santu Lussurgiu (da non perdere il lusso della civiltà contadina e le aziende artigiane che producono lavori in cuoio e coltelli) sino a Seneghe con le sue belle case, dalla chiesa di Nostra Signora di Bonacattu a Bonarcado sino allo splendido abitato di Cuglieri, con le sue strade romaniche e i resti di trenta frantoi d'olio del paese.
Senza contare poi dei nuraghi, delle domus de Ianas e di quell'altro gioiello punico-romano che è la città di Cornus, accanto alla qual pare sia stato sterminato l'esercito condotto dal figlio di Amsicora, il condottiero che capeggiò l'opposizione dei sardi agli invasori romani. Il Wwf e l'assessorato regionale alla Difesa dell'ambiente hanno però fatto già i loro passi. Che rappresentano i nuclei del futuro parco: la riserva del di Torre S'evo sul Sinis e la foresta demaniale di Pabarile sul Montiferru.
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