CHIESE    E    CONVENTI

 

 

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Per quanto possa sembrare strano, Gioiosa, oltre ad una Chiesetta Evangelica e tre Confraternite, dispone di ben 10 edifici di culto, alcuni, forse, tra i più belli della Locride.
Unitamente alle 22 chiese ormai scomparse per sempre dalla scena cultuale, Gioiosa ha vantato l'esistenza di ben 32 edifici sacri (senza contare le due chiesette di legno erette da Giuseppe Maria Pellicano agli albori dell'Ottocento, la prima nelle immediate vicinanze del Naniglio e l'altra nell'attuale Piazza Plebiscito).

 

 

A CHIESA DI SAN ROCCO

Fondata nel XVI secolo (1593) e più volte restaurata, la chiesa sorge in fondo alla Via Belcastro, quasi prospiciente al palazzo dei nobili Amaduri. Elevata a Parrocchia il 24 dicembre 1829, con Bolla del Vescovo Mons. Giuseppe Maria Pellicano, venne consacrata il 24 maggio 1840 ad opera del Vescovo Mons. Luigi Maria Perrone.
Con un decreto vescovile del 31 maggio 1960, alla chiesa parrocchiale di San Rocco venne riconosciuto il prestigioso titolo di Santuario. Il sacro edificio, di architettura ottocentesca è dedicato a San Rocco da Montpellier, proclamato patrono del paese con Bolla Pontificia del 28 marzo 1775, in sostituzione di Santa Caterina, Protettrice di Motta Gioiosa.
  

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LA CHIESA MATRICE

Abbarbicata alla rupe, sorge imponente la Chiesa Matrice o di San Giovanni Battista. L'edificio, a cinque navate, di epoca cinquecentesca, è stato sottoposto, nel corso dei secoli, a ripetuti restauri e ampliamenti.

Oltre ad una particella del capo di San Giovanni Battista e un'ampolla contenente il suo sangue, per parecchi anni in questa chiesa sono state conservate anche le reliquie della Croce di Cristo e dei SS. Martiri Vito, Modesto, Pio, Crescenzio e Felice.
Bellissimi e pregevoli sono: -  il quadro del patrono S. Giovanni Battista, acquistato nel 1675  -  la statua di San Vito, scolpita da Rocco Murizzi  -  l'ostensorio di argento e oro, dono dell'arciprete Pellicano.

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LA CHIESA DI S. CATERINA

Sulla sinistra di Piazza Plebiscito si erge la chiesa di Santa Caterina d'Alessandria, anticamente patrona della Motta Gioiosa. La chiesa, risalente all'epoca neoclassica, fu eletta parrocchia nel 1613, crollò in seguito al terremoto del 5 febbraio 1783 e fu ricostruita per interessamento del parroco Giuseppe Maria Pellicano, nel 1799,   Danneggiata dal sisma del 1908 e dai nubifragi del 1951, venne riparata e riaperta definitivamente al culto nel 1955.
Grande interesse artistico riveste una tela pregiata e la statua di Santa Caterina di Alessandria (gruppo ligneo a tutto tondo di scuola partenopea e a completa figura, opera dello scultore napoletano Giovanni Bonavita del 1727).

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LA CHIESA DEL ROSARIO

 

Affidata, nel 1953, ai padri Francescani Minori, e attualmente sede del veneficio parrocchiale di S. Nicola di Bari, si presenta a noi con due versioni:

- la prima, relativa alla seicentesca Chiesa del Rosario (in stile barocco), sorgeva nell'attuale Piazza Senatore Agostino ed era officiata dai frati Minori Osservanti. Il sisma del 7 marzo 1928 la rendeva pericolante e quindi veniva chiusa definitivamente al culto;

- la seconda - quella ricostruita dal 1929 al 1932 - sorge sulla via Lazio.

 

Di notevole interesse artistico è la statua lignea, spagnoleggiante, della Madonna del Rosario, vestita con abiti di seta trapuntati d'oro, su cui scendono a cascata i lunghissimi boccoli che le incorniciano il bellissimo volto di bambola.

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LA CHIESA DELL'ADDOLORATA

Sulla via Cavour, strada che conduce al centro storico di Gioiosa, troviamo la chiesa della S.S. Addolorata: uno dei più belli e ricchi edifici sacri di tutta la Diocesi di Locri.
Con un superbo esterno, in stile prettamente neoclassico, la chiesa si presenta a noi ricca di pregiatissime opere d'arte, tra cui:
- lo splendido interno, ad unica navata e ricco di stucchi policromi, opera dell'artista Francesco Gangemi da Cittanova, coadiuvato dai nostri compaesani Sig. Luigi Condelli e dal figlio Vincenzo;- il monumentale organo a 22 registri e 1400 canne, costruito nella seconda metà dell'800 dalla ditta veronese Gaetano Zanfretta (l'organo, portato a compimento il 26 maggio 1904, venne collaudato il 30 maggio dello stesso anno. Per la grande occasione Don Nicola Rodinò regalò alla chiesa un bellissimo San Francesco uscito dalle mani dello scultore Rocco Murizzi);
- l'inestimabile Ostensorio in oro e argento costruito dall'artista Francesco Ieraci da Polistena (nel 1933) e benedetto da Pio XI. Il capolavoro che pesa ben 13 chili e 400 grammi è stato interamente costruito con l'oro, l'argento e i fondi offerti dai fedeli del tempo (specie dall'orefice Teodoro Maiolo, che regalò circa 7 chili d'argento).
- la statua della Pietà: gruppo ligneo di scuola napoletana uscito dalle abili mani di Giuseppe Cavaleri da Grotteria (indescrivibile è la commovente dolcezza che si sprigiona dalla volto della Madonna);
- la statua di S. Lucia, scolpita da Rocco Murizzi nel 1894;
- la statua lignea del Sacro Cuore, opera di un artista di Serra S. Bruno (1883);
Posata la prima pietra, il 14 settembre del 1881, dal vecchio parroco Napoli, l'edificio fu aperto al culto il 31 dicembre del 1889, con la celebrazione della messa di mezzanotte.
La chiesa, oggi sussidiaria della parrocchia di Santa Caterina, conserva:
- le Reliquie della Croce, di S. Francesco di Paola e di S. Domenico;
- le statue di Santa Lucia, San Cosimo e Damiano, San Francesco da Paola: tutte e tre opera di Rocco Murizzi;
- i due superbi angeli che, creati pure da Rocco Murizzi per adornare la capanna di un presepe, vista la loro bellezza, sono stati sistemati in prossimità dell'ingresso, e da lì sembra vogliano spiccare il volo verso la volta della chiesa.

CURIOSITA'

1) Nella Chiesa dell'Addolorata, verso le ore 15 del 29 ottobre 1897, il sacerdote Don Francesco Bruzzese, pregava assieme ai fedeli, davanti alla statua dell' Addolorata, per la guarigione della moribonda moglie del Sig. Francesco Murdocca.
Con meraviglia indicibile di tutti i presenti, ci si accorse che la Madonna muoveva gli occhi.
Il fatto si ripetè per più di un'ora, sotto lo sguardo del popolo che affluiva velocemente in chiesa. E' quindi da escludersi l'ipotesi di allucinazione collettiva.
Tra i tanti testimoni del prodigioso evento furono i Sigg. Giuseppe Sabatino, Roberto Aniello, Pasquale Panetta, Giovanni Linares, Crescenzio Citarelli, il farmacista Antonio Malgeri, Raffaele Gallo, il cancelliere Pietro Foti.
Dell'evento prodigioso si occupò la stampa e, nel N° 302 dell'Italia Reale di Torino, del 5 e 6 novembre 1897, venne riportato un articolo a riguardo. L'evento è stato immortalato da una lapide con epigrafe (murata in chiesa), dettata dal poeta Giuseppe Pellicano.

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LA CHIESA DI S. NICOLA DI BARI

Edificio, eretto nel 1826, presenta la caratteristica di crescere sui ruderi della vecchia chiesa di S. Maria delle Grazie, crollata in seguito al sisma del 1783.

La chiesa, di struttura rotondeggiante, che si erge sull'omonima piazzetta, è stata elevata a parrocchia con Bolla del 24 dicembre 1829 da Mons. Giuseppe Maria Pellicano, contemporaneamente alla Parrocchia di San Rocco.

Ancora danneggiata dal sisma del 7 maggio 1928, è stata subito restaurata nel 1930 e nel 1934.

 





LA CHIESA-SANTUARIO DI S. MARIA DELLE GRAZIE

La chiesetta, di origine bizantina, chiamata anche Chiesa di S. Maria dei Giardini o S. Maria dei Grani o S. Maria del Ponte, sorge nella omonima località, cuore della zona archeologica di Gioiosa, sulla sponda sinistra del Torbido.
Il nome ha tratto le sue origini dai ringraziamenti che gli abitanti della vecchia Mystia rivolgevano alla Vergine per l'abbondanza dei prodotti offerti dai giardini e dagli orti.Il grazioso tempio, le cui forme si richiamano alla fine del Settecento e inizi dell'Ottocento, ha subito, nel corso dei secoli continui rifacimenti.
Allo stato attuale sorge sulle rovine del vecchio edificio andato in fiamme nel 1973 ed è di proprietà della famiglia dei Pellicano-Castagna.
Qualcosa fa presumere che il santuario, anticamente soggetto ai Domenicani di Grotteria, sia stato eretto nel X secolo, dai profughi della piccola Mystia, a memoria del paese natio distrutto selvaggiamente dalle orde saracene.
La prima testimonianza che si ha circa il piccolo santuario riguarda l'atto di donazione del 1023, conservato nell'archivio del collegio greco di Roma. Secondo tale documento il laico greco Nicodemo Kondus, dona a San Nicodemo Abate, per la remissione dei propri peccati, la chiesa della Madonna dei Giardini.
Tra le poche cose che la chiesetta ha in dotazione, veramente pregiato risulta il bassorilievo litico romanico raffigurante la Madonna delle Grazie, opera di autore ignoto.
E' ormai consuetudine che, nella chiesetta rurale, in occasione della festa di Maria SS. della Grazie, ogni sabato, sullo sfondo coreografico di una caratteristica "fiera", un corteo di fanciulle vestite di bianco (virginèj), partendo dalle campagne e dai paesi limitrofi, inneggiando un sacro canto dialettale, si reca al santuario della Madonna per renderle un omaggio di fiori.

 

 

LA CHIESETTA DELLA TRINITA'

 Situato nel largo che si apre alle spalle della chiesa di San Nicola, proprio di fronte all'ex Palazzo degli Ajossa, il piccolissimo oratorio si erge su un piano sopraelevato di circa un metro e mezzo rispetto al livello stradale.

Per molti anni è stata sede di un'associazione giovanile e poi sede della Caritas.

La chiesetta, priva di qualunque dotazione sacra, stando a quanto scrive l'Oppedisano nella sua "Cronistoria", "...fu fondata e dotata dal nobile Fabio Ajossa nel 1600, aveva il beneficio con l'onere di 105 messe annue...".






LA CHIESETTA DELL'ANNUNZIATA


Il piccolo edificio di culto, che sorge nella località omonima, è stato fondato nel 1594, dai monaci Basiliani che abitavano il monastero, non molto distante dalla chiesetta.

La chiesetta risale ad epoca fine-Medioevo, ma lascia benissimo intravedere impronte e ritocchi di età barocca.
L'edificio sacro, appartenente dapprima ai Marchesi Caracciolo, passò poi di proprietà dei nobili Pellicano-Spina e, infine, della Famiglia Laganà.
Attualmente è soggetta alla giurisdizione dell'Arcipretura di Gioiosa.

 

 

 



LA CHIESA EVANGELICA

 

Di moderna fondazione, la chiesa, di rito Pentecostale, sorge sul Viale delle Rimembranze ed è dedicata alle Assemblee di Dio in Italia.

Si tratta di un edificio di culto la cui struttura risulta scarna, ma semplice e caratteristica.

 





 

LE  CHIESE  SCOMPARSE





CHIESA DELLA PIETA'

La chiesetta, che era stata costruita durante il '500, sorgeva dove adesso è ubicata la Fontana di Ferdinando I di Borbone, nell'attuale Piazza Plebiscito.
Lì era nata anche la Confraternita dell'Addolorata, trasferita, poi, nella chiesa omonima.
Col trascorrere degli anni la chiesa della Pietà perdeva il beneficio di cui era dotata e veniva mantenuta dai fedeli gioiosani.
Venne demolita, nel 1822, per ordine del Vescovo Giuseppe Maria Pellicano e al suo posto nasceva la monumentale fontana che tuttora adorna la piazza.
Demolito l'edificio di culto, la campana fu data alla chiesa di Gioiosa Marina.





CHIESA DI S. MARIA DEL PERPETUO SOCCORSO

La chiesetta, fondata nel '500 dai Padri Agostiniani, sorgeva in località Rubina, a due passi dal romitorio omonimo, dove dimorava un eremita.
A partire dal 1832 sia la chiesa che il romitorio vennero adibiti a "fossa comune" del vecchio cimitero comunale (che allora sorgeva nella zona attualmente conosciuta col nome di Collinetta dei Pini).
Il pregevole quadro dipinto ad olio, raffigurante la Madonna del Soccorso, venne trasferito dalla chiesetta al nuovo cimitero che oggi sorge in località Feudo.
Nel 1912, chiesa e convento vennero adattati ad uso carcere Mandamentale.





CHIESA DELL'IMMACOLATA

Con molta probabilità sorgeva dove adesso sorge la chiesa di San Rocco ed apparteneva alla famiglia dei nobili Paganica.
Era dotata di un beneficio che, in seguito alla scomparsa della chiesa, passò, appunto, alla parrocchia di San Rocco.





CHIESE DELLE ANIME DEL PURGATORIO

Con determinata certezza si può affermare che essa sorgeva dove adesso è ubicata la Chiesa di S. Caterina.
Ce lo fa pensare il fatto che, anticamente, sempre nella Chiesa di S. Caterina, veniva celebrato il culto delle "Anime del Purgatorio".
La chiesetta, che apparteneva alla famiglia dei nobili Angilletta di Grotteria, era stata eretta sulle sponde del Gallizzi.
Ubicazione che le fu fatale: con l'alluvione del 1795, infatti, il piccolo edificio di culto veniva completamente distrutto dall'impeto del torrente in piena.





LA CHIESA DI S. TECLA

Piccola chiesa rurale che sorgeva, appunto, in località S. Tecla, sulle ceneri di un oratorio del '500 che portava lo stesso nome e che era stato edificato in mezzo ad un ricchissimo vigneto, nel podere della nobile famiglia dei Deodino o Teotino.
Non distante, situato quasi sul cucuzzolo della collinetta prospiciente, sorgeva un piccolo convento di frati.
La chiesetta, non più grande di 20 mq, presentava un piccolo altare in muratura e aveva come posti a sedere alcune file di muretti di pietra su cui i fedeli prendevano posto per assistere e pregare durante le celebrazioni domenicali.





CHIESA DI S. MARIA DELLA SANITA'

Sorto nel 1585, l'oratorio appartenne alla famiglia dei Marchesi Caracciolo, in quanto da essa era stato dotato dopo la sua fondazione.
Il patronato passò, in seguito, alla famiglia dei Castronovo e infine alla famiglia Scaglione.
Nulla si sa circa la precisa località dove sorgeva la chiesa.





CHIESA DEL NOME DI GESU'

Si trattava di un minuscolo oratorio del '700, fondato dalla famiglia Hyeraci.
Completamente trascurata, è crollata alla fine del secolo scorso e, nel 1824, il terreno su cui essa sorgeva veniva in seguito ceduto al Comune.





CHIESA DI S. MARIA DEL CARMINE

Oratorio del '600, sorgeva vicino alla chiesa del Nome di Gesù; precisamente, nell'alveo del Gallizzi, di fronte alla piccola fontana a due canne su cui la rupe precipita a strapiombo.
Nulla si sa di preciso circa il suo patronato.
Ad ogni modo pare che l'edificio sia crollato verso la fine del secolo XVIII.





LA CHIESA DI S. MARIA DI LOURDES

Più che una chiesa od oratorio rurale, si trattava di un fienile, che, in epoca novecentesca, è stato adibito ad edificio di culto su iniziativa del sacerdote Don Pasquale Sansotta, nella sua tenuta in contrada "Zòmini".
Una statuetta di cartapesta (si dice modellata da Letizia Rodinò), raffigurante la Madonna di Lourdes, posta sopra un mobile di legno che fungeva da altare, una tela raffigurante la "Madonna dell'ulivo", un'altra raffigurante l'<Angelo Custode>, due bellissimi candelabri di rame, un vaso in ceramica a forma di fiore (ceduto, poi, al Santuario della Madonna delle Grazie) ed una campana che annunciava ai fedeli delle vicine contrade l'ora del culto, costituivano gli arredi della singolare chiesetta.





CHIESA DI S. MARIA DI GESU'

Pochissime notizie si hanno attorno a questa chiesetta.
Sappiamo soltanto che si trattava di un piccolo oratorio rurale che apparteneva al nobile casato Zarzaca e che vantava un beneficio con l'onere di due messe settimanali.





CHIESA DI S. ILARIO

Fondata nel 1694 dal nobile Don Giovanni Battista Paganica, marito di Donna Vittoria Curiale, la chiesetta aveva il beneficio di patronato della famiglia Englen di Roccella, con l'onere di tre messe settimanali.
Nel 1751, assieme con il fondatore del piccolo edificio di culto, compaiono altri titolari: il nobile Marchese Don Antonio Ajossa, il Barone Fonte di Castelvetere e il nobile Don Giovan Battista da Martone.





CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO

A circa un chilometro di distanza dalla chiesetta di S. Maria del Carmine sorgeva il piccolissimo oratorio di "San Michele Arcangelo".
Del minuscolo edificio sacro non si hanno molte notizie; sappiamo solo che ogni anno veniva celebrata una messa e venivano organizzati dei piccoli festeggiamenti che diventavano meta e motivo di buone passeggiate per gioiosani dell'epoca.
Il grazioso oratorio, che per anni sorse solitario e beato sul muro-argine del Gallizzi, non ebbe vita felice: era riuscito a scamparla alla tragica alluvione del 1795 che lo aveva duramente messo alla prova sommergendolo e danneggiandolo, ma non era riuscito a sopravvivere alla frana impietosa che da lì a qualche giorno si staccava dai fianchi della collina adiacente per abbattersi sulla fragile chiesetta, atterrandola, senza lasciarne traccia, e nascondendola definitivamente alla vista dei poveri fedeli.





CHIESA DEL ROSARIO

Sorgeva nella piazzetta antistante al Palazzo Comunale (Piazza Senatore Agostino) ed era officiata dai Frati Minori Osservanti.
Nel 1726 veniva annessa l'Arciconfraternita del SS. Rosario.
Tra le opere in dotazione della vecchia chiesa, oltre al bellissimo quadro di S. Francesco d'Assisi, spiccavano le figure del Domenicano S. Tommaso d'Aquino e del Francescano S. Bonaventura, ambedue erette sopra gli stalli del coro della chiesa.
Lacerata dal sisma del 7 marzo 1928, la chiesetta veniva definitivamente demolita.





CHIESA DI S. BASILIO

Piccolo oratorio rurale, fondato dai Padri Basiliani, sorgeva nella contrada omonima. Nulla si sa del suo patronato. Sappiamo solo che è crollata in seguito al terremoto del 1783.





CHIESA DI S. GIOVANNI DECOLLATO

Non si hanno notizie né sulle sue origini né sulla sua ubicazione.
Possiamo solo dire che il pregiatissimo quadro ad olio, raffigurante S. Giovanni Battista mentre viene decapitato, è stato trasferito alla Chiesa Matrice ma, dello stesso, adesso non si hanno più tracce.
Dal 1683, la Cappella di S. Giovanni Battista Decollato, nella chiesa omonima (Matrice), è di patronato della famiglia De Ripulo.





CHIESA DI SAN NICOLA DI TOLENTINO

Di fondazione, forse cinquecentesca, non si ha alcuna notizia della sua fondazione, del suo patronato e della sua scomparsa.





CHIESA DI SANTA ELISABETTA

Sorgeva nella contrada omonima ed era un oratorio ubicato sulla sponda sinistra del Torbido, accanto alla Torre di Guardia, nota come Torre dei Giardini o Torre Elisabetta.
Nulla si sa del suo patronato, delle sue origini e della sua fine. Di certo sta il fatto che si trattava di due chiese (e non di una), una grande e una piccola, caratteristiche per il loro intonaco rosso.





CHIESA DEI SS. PIETRO E PAOLO

Era stata fondata nel 1577, durante il Vescovado di Mons. Ottaviano Pasqua, ma non si conoscono molte notizie in merito. Sappiamo solo che sorgeva accanto al sontuoso palazzo degli Amaduri e che il  beneficio, prima di patronato di Vespasiano Condercuri, è poi passato alla famiglia Sergio di Galatro.





CHIESA SANTA DOMENICA

Si trattava di un oratorio rurale di vecchissima fondazione (detto anche Chiesa di Santa Venera) e sorgeva nella contrada omonima.
Del minuscolo edificio di culto è rimasto soltanto un grazioso tabernacolo in muratura, raffigurante l'icona della Madonna del Carmine, che si erge sulle rovine di una grande vasca (anch'essa in muratura) usata per raccogliere l'acqua che sgorgava da una fontanella sita proprio ai piedi del tabernacolo.
Nulla sappiamo del suo patronato, delle sue origini e della sua scomparsa.





CHIESA DI S. MARIA DELLE GRAZIE

Chiesetta fondata nel '600, costruita dai Marchesi Ajossa e poi crollata col sisma del 1783.
Sulle sue macerie venne eretta la Chiesa di San Nicola di Bari.
La chiesetta possedeva un bellissimo Altare Maggiore, di marmo, nel cui rivestimento anteriore era visibile lo stemma dei Marchesi Ajossa.
L'altare venne ricostruito e attualmente si trova nella chiesa attuale di San Nicola di Bari.





CHIESA DETTA "LA CATTOLICA"

Non si sa proprio nulla riguardo la nascita e la scomparsa di questa chiesa.
Supponiamo soltanto sia stata fondata in epoca veramente remota e, si pensa, sorgesse nei pressi di Gioiosa Marina.
Il fatto che era detta "La Cattolica" lascia pensare che la chiesetta fosse nata certamente in contrapposizione all'esistenza di qualche altro edificio di culto non cattolico.











I  TRE  CONVENTI





LA BADIA DELL'ANNUNZIATA

Il convento, fondato in età medievale dai Padri Basiliani, sorgeva a un miglio di distanza dalla chiesetta della Santissima Annunziata, nella proprietà dei Caracciolo (passata poi ai Marchesi Pellicano).
Della badia ci rimane il ricordo di una bellissima tela, dipinta ad olio, raffigurante San Michele Arcangelo con la palma in mano e ai suoi piedi il serpente.
In seguito alla distruzione del convento, il quadro è stato donato dai Pellicano alla Chiesa dell'Addolorata, dove attualmente è custodito gelosamente.





CONVENTO  DEI  FRATI  EREMITI  DI  S. AGOSTINO

Il convento, situato in località Rubina, era stato fondato nel 1569, assieme alla Chiesa di S. Maria del Soccorso dal Sac. Giovanni Lorenzo Aly, su disposizione della nobildonna Diana Hermogida, moglie di Consalvo Linares,  che vantava un beneficio, in seguito soppresso (nel 1652) da Papa Innocenzo X.
Nel secolo scorso l'edificio venne adattato ad uso cimitero comunale (per le fosse comuni) e la chiesetta servì, invece, da oratorio del cimitero.
In virtù del Decreto della Bolla di Innocenzo X, il cenobio fu soppresso nel 1912. Chiesa e convento vennero riciclati per essere adibiti quale carcere Mandamentale e, in seguito, quale sede di enti pubblici.



CONVENTO  DEI  FRATI  MINORI  OSSERVANTI

Il cenobio, fondato nel 1514 dai Frati Minori di San Francesco dell'Osservanza, detti anche Padri Zoccolanti, sorgeva nel pieno centro cittadino, nei pressi della Chiesa di S. Caterina d'Alessandria.
E' stato solo in seguito all'editto bonapartiano sulla soppressione degli Ordini Religiosi, del 1814, che il convento venne soppresso. I frati dovettero abbandonare il convento e i beni del cenobio furono assegnati alla Comuneria Civica.
Dal sacro edificio venne ricavato l'attuale Palazzo Municipale e l'ex Pretura Mandamentale.

 

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