Abiti per ricordare,
per raccontare e valorizzare la storia di una Terra e dei suoi abitanti. Così Solarussa
e la Pro Loco aderiscono all'impegno di divulgare il sapere locale, proponendo un viaggio
nella memoria collettiva attraverso abiti tradizionali ricostruiti ed indumenti autentici
che appartengono ai ricordi di pochi.
A tutela della memoria e dell'autenticità come
continuità tra passato e ricerca nel presente, si è voluto affiancare la mostra all'ambiente
sartoriale, inteso come luogo a vocazione naturale
per la ricerca e la ricostruzione del costume autentico.
Questa manifestazione vuole dare luogo ad un
confronto positivo tra coloro che confezionano i costumi e quanti
reclamano l
'ortodossia nella ricostruzione.
L'iniziativa si configura come un' importante opportunità per le comunità
che non intendono relegare l'abito al solo momento di folklore turistico,
ma vogliono considerarlo come un prezioso elemento di cultura e civiltà,
espressione d'arte strettamente legata alla
storia di chi lo indossava.
Tessuti, modelli, taglio, colore, abbinamento dei capi
danno vita allo stile generale della mostra che ha trovato la sua sede in
"Casa Celeste Sanna" che ben si presta ad accoglierla per struttura architettonica e soprattutto perchè in grado di trasmettere ai visitatori
l'emozione di uno stile di vita passato, emozione amplificata da una scelta illumino tecnica non artefatta ma originaria della casa.
Il percorso della mostra che segue un ccriterio espositivo geografico, si presenta come
un insieme compositivo aperto che permette l' osservazione degli indumenti, descritti con
l'ausilio di didascalie e legende.
I capi di vestiario autentici, ospitati nelle altre sale, vogliono essere una rappresentazione (per quanto arbitraria)
dello
stile generale che si dovrebber seguire nel rifacimento dei costumi e dell'
abbigliamento tradizionale.
L'itinerario prosegue in un ambiente domestico, dove la realizzazione
dell'abbigliamento in passato era strettamente legata all'attività produttiva all'interno
del nucleo familiare e la confezione del vestiario giornaliero (fase conclusiva di filatura e tessitura)
veniva eseguita dalle donne.
Il percorso si chiude e prende idealmente un nuovo avvio nella
bottega di un sarto, corredata
dagli strumenti e dagli oggetti della sua attività.
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