Parco archeologico naturalistico

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La Lapide ritrovata a Mentana

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Il lato sinistro della via Nomentana, in direzione Mentana, dal Km.20 in poi, è occupato da una grande area ricoperta da una fitta boscaglia, denominata "Parco Trentani", caratterizzata da un paesaggio articolato in colline e profondi valloni alla cui base scorrono piccoli corsi d'acqua.
Il bosco è particolarmente ricco di presenze archeologiche, a volte inedite, spesso danneggiate dall'attività di scavatori clandestini.
Si tratta quasi sempre di resti murari riferibili a grandi ville rustiche di età romana, servite da strade che si distaccavano dalla via Nomentana.

Presso la valle in cui scorre il Fosso Trentani, il principale corso d'acqua che attraversa l'area, furono rinvenuti in passato frammenti architettonici e scultorei rotolati là sia dal versante NO dell'antica città di Nomentum, sia dal versante SE della collina in cui si trova la villa romana delle Pianelle.

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A Nord del Fosso Trentani affiorano, lungo la stessa direttrice NE - SO, alcuni basoli appartenenti ad un asse stradale che congiungeva Nomentum alla via Salaria, parallelamente al fosso, attraverso la Vallericca. Altri basoli furono ritrovati più a monte, a Nord: questi si riferivano ad un diverticolo della via Nomentana che serviva una serie di ville romane in direzione Ovest. Una di queste è la cosiddetta "Villa delle Pianelle", scavata negli anni settanta dalla soprintendenza archeologica, costituita da una serie di ambienti conservati a livello di fondazione, tra cui spicca un piccolo complesso termale. L'intero edificio, posto a Sud della strada delle Pianelle, è oggi totalmente interrato: resta visibile, anche se ricoperta dalla vegetazione, una grande cisterna, a Nord della strada moderna.
Nelle vicinanze di questa si rinvennero frammenti di tegole e resti ossei attribuibili a tombe a cappuccina.

Poco più avanti, proseguendo lungo la strada sterrata e a Sud di questa, si incontrano i ruderi riferibili ad una grande villa terrazzata, denominata Trentani-Cimate

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Lungo il lato sinistro della via Nomentana, proseguendo verso Mentana, furono effettuati una serie di rinvenimenti durante la costruzione degli edifici dell'odierna frazione di Casali di Mentana.
Resti di basolato, all'interno del Bosco Trentani, dimostrano che il tracciato antico della Nomentana, nel tratto di ingresso all'antica Nomentum, deviava leggermente verso sinistra rispetto all'attuale direttrice.
In corrispondenza dell'abitato di Casali, vennero alla luce una serie di cunicoli pertinenti ad impianti idraulici romani, a volte in connessione con cisterne.
Nella stessa zona, si rinvennero resti di tombe a cappuccina e tratti di mura in opera quadrata di blocchi di tufo, forse riferibili all'antica cinta muraria urbana di Nomentum.

Presso l'attuale ingresso principale del Parco Trentani si trovano due edifici di età moderna: una casa e l'ex mattatoio cittadino. Quest'ultimo, in realtà, potrebbe celare i resti di un importante complesso sacro (probabilmente una basilica) sorto sopra il luogo di sepoltura dei martiri Primo e Feliciano (Passigli 1985).
Primo e Feliciano furono martirizzati durante le persecuzioni di Diocleziano e Massimiano nel 303. I due martiri furono deportati, incarcerati per diversi giorni, quindi giudicati da Promoto, preside di Nomentum, nel Foro della città. Dal Foro vennero portati nel teatro dove affrontarono orsi e leoni, rimanendo illesi, infine furono decapitati e quindi sepolti nei pressi della città, al XIV miglio della via Nomentana.
Alcuni anni dopo la loro morte, sul luogo della sepoltura fu edificata una basilica. Successivamente i corpi dei martiri vennero traslati a Roma, in Santo Stefano Rotondo, e alla loro memoria fu dedicata una chiesa di modeste dimensioni, S. Maria in via, che sorgeva sempre lungo la via Nomentana, ma più vicina all'odierna frazione di Casali.
Sulla base di un calcolo delle miglia a partire dal Foro romano e della carta redatta dal Peperelli nel 1618, Passigli (1985) suppone che la basilica si trovi sotto alle strutture dell'ex mattatoio; purtroppo, però, non si dispone di dati archeologici più espliciti.