Viaggia a lungo in Norvegia, Svezia, Olanda, Germania e Svizzera.
Fa conoscenza di
giovani artisti, apprende della loro lingua il vocabolario più
urgente organizza con loro
escursioni "in loco", raggiunge luoghi storici, vive bellezze incomparabili,
tuffa l'anima
in un oblio delle difficoltà contingenti, delle cose imbrattate
dall'egoismo e dall'arrivismo,
discute d'arte, storia, geografia, sottolinea propositi e speranze
sogni, decisioni, poi
torna in Italia e nei suoi occhi brilla sempre la gioia per ciò
che ha visto e vissuto, per
le buone amicizie contratte che gli hanno dato modo di correggere
fantasie e sfatare
leggende su di noi, di completare frammentarie cognizioni, di chiarire
dubbi, di cancellare
brutture spirituali sulla vita italiana.
Da ogni suo viaggio ritorna con molti disegni, fotografie, giornali,
libri, omaggi di amici
che non lo abbandonano mai, come dimostra la simpatica corrispondenza
che ancora oggi
riceve a San Lucido. E a ogni suo viaggio la sua produzione resta
a testimoniare il suo
passaggio: si veda l'università di Tokio, di Abo in Finlandia,
a Sinlufjodur in Islanda, a
Kaanas in Lituania, in Francia, Germania, Inghilterra, Russia. E
che dire delle case
editrici e delle loro contese per attribuirsi un suo disegno, siano
esse italiane come la
Garanzini, Vetta, l' Opera Cardinal Ferrari, le cartiere dell'Alto
Adige o estere come
la Geza, Weiss ed altre; e poi delle riviste e dei giornali come
la Domenica del corriere
dove fin dal 1935 da giovane illustra con scenette umoristiche quelle
pagine, così come
una delle prime edizioni della guida breve d'Italia del Touring
Club e le collaborazioni
a quotidiani come Il Mattino , Il Giornale, Roma, La voce di Salerno,
Il Risveglio
Cittadino e tanti altri; e poi i successi di pubblico nelle personali
a hjèrz (Vor) in
Francia a Pavia, a Catanzaro e nelle collettive a Milano, Cosenza
e in tante altre
città d'Italia.
In contemporanea lavora nelle dirigenze delle FF.SS. ad Agropoli
prima e a Reggio C. poi.
Un nutrito numero di disegni che ritraggono diverse città
d'Italia e le sue piccole località
fanno riflettere su quanto sia stato grande il suo sentimento per
la Patria, per la Calabria ed in special modo per San Lucido. E quando poi ripensa alla Sila si avverte sempre vivo il desiderio
di andare, di salire, di
volare coi suoi sci, sui campi bianchi di neve, per distaccarsi
non solo materialmente ma
anche spiritualmente da questo nostro "basso" mondo di intrighi
e di scandali, d'invidie
e di ipocrisie, che tentano di cancellare dalle anime ancora oneste
l'infinita bellezza di
certi sentimenti, le note armoniose di coscienze ancora intatte.
Chi ha il piacere di incontrarlo e conoscerlo s'avvede subito di
un carattere dalla
spontaneità quasi d'adolescente che impone serietà
al cospetto di ciò che ha fatto
vibrare la sua anima d'artista, e non è difficile ancora
oggi vederlo crucciato con chi non
sa vedere e sentire ciò che lui vede e sente di fronte ad
una espressione di bellezza.
Da qui l'appellativo di "strano" che qualcuno gli regala, ma la
stranezza del Borsani la si
vede poi, ammirando e plaudendo, nei suoi grandi album che raccolgono
stampe fotografiche delle sue opere originali, che per troppa bontà
non possiede più con
didascalie in diverse lingue, nei quadretti a penna olandesi e acquerelli,
che sembrano usciti da macchine speciali per tricromie, nella denunzia
della scarsa sensibilità della nostra anima.
La sua arte non è nel grovigli futurista dei tratti di inchiostro
nel quale le ombre sono
come macchie di pensiero dubbie ma nella nitidezza, nel distacco
preciso delle linee senza
incertezze; non è nell'occultamento affrettato del vero,
ma nella paziente cesellatura di ciò
che la luce presenta alla passione dell'artista. Le sue opere sono
linde e perfette come
puri cristalli e trovano posto in cornici leggere, semplici e lucide,
come nelle pagine dei volumi in cui il testo richiede illustrazioni chiare,
espressive e pulite.
La cittadinanza di San Lucido entusiasta di quanto dal niente sia
riuscito a fare in passato
il carissimo Osvaldo Borsani con sacrifici personali e con passione
estremamente
lodevole per questo paese del Tirreno Cosentino, formula e augura
ogni lusinghiero
successo per un avvenire sempre più degno delle sue esemplari
capacità di uomo
e di artista.
Domenico Presta
IL MISTERO DELL'ESISTENZA
A che serve nascere, se poi l'uomo deve morire? La riflessione mi viene da ciò che succede a noi umani
fin dal momento della nascita giacché scoppiamo in pianto non appena veniamo alla luce, spaventati da
ciò che ci aspetta. E allora, visto ciò che succede sulla terra a che pro condannare i figli al dolore e alle
mille difficoltà della vita? si moltiplicano le piante e gli animali perché non hanno una ragione.
Ma l'uomo può ragionare e può osservare e trarre da tutto ciò le debite conseguenze.
GENTILEZZA E AMORE
Il 12 marzo ho compiuto 85 anni ma non mi sento ancora vecchio. Spesso però mi chiedo perché sono nato e per farmi coraggio
mi dico che sono venuto al mondo per portare gentilezza e amore, di cui c'é sempre bisogno.
Ho fatto la guerra, ho voluto conoscere quasi tutta l'Europa, ho imparato un pochino di tante lingue e mi sono dedicato
alla mia passione, il disegno. Sarei lieto di veder pubblicata una mia vecchia cartolina a penna.
Chi volesse scrivermi, riceverà una risposta. Tutti mi chiamano " Zio Osvaldo" in paese.
Osvaldo Borsani
San Lucido "CS"