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La chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta

 

 

La Facciata è opera dell’architetto Melchioni (1826) Il portico si articola in sette campate ed unisce la chiesa parrocchiale all’oratorio del Gonfalone. Subito sotto il tetto corre un semplice fregio di gusto classicheggiante. Sul lato sinistro è possibile osservare l’antica torre campanaria. Il portale centrale e i due laterali sono opera del valsesiano Giuseppe Antonio Foli (1712).

 

 

 Interno

 

L’attuale aspetto della chiesa è frutto delle grandi trasformazioni compiute durante i lavori eseguiti nel 1870 dagli architetti Melchioni e Rivolta (innalzamento della volta centrale) e nel 1899-1901 dal Parrocchetti (presbiterio e coro, tamburo della cupola, transetto).Della struttura originaria rimane solo il pilastro cilindrico, scoperto durante i lavori di restauro eseguiti nel 1972, e che richiama quelli dell’abbazia cistercense di Morimondo; su questo pilastro è possibile osservare un affresco trecentesco raffigurante Santa Caterina d’Alessandria che regge la ruota del martirio.

La decorazione ad affresco è opera di Giovanni Stura che operò con la sua bottega tra il 1912 e il 1913.

 

 

                                                          

 

Lungo il perimetro della chiesa, tra una cappella e l’altra sono collocati i busti dei parroci trecatesi divenuti vescovi.

I quattro confessionali in noce e radica sono settecenteschi.

In controfacciata, sulla cantoria è visibile l’organo di Luigi Lingiardi (1830)

Cappella I a sinistra, del battistero: dietro l’antico fonte battesimale in marmi policromi è raffigurato ad affresco il battesimo di Gesù Cristo.

Cappella II a sinistra, della Madonna Addolorata, Sull’altare barocco (1776), opera di Giovanni de Meldironi, è posta la statua della Madonna Addolorata (1742) in legno scolpito e dipinto.

Cappella III a sinistra, di San Carlo Borromeo, La pala ottocentesca raffigura San Carlo Borromeo penitente in adorazione della croce. La cappella è stata arretrata rispetto alla posizione originaria, come testimoniano gli antichi affreschi posti nel sottarco antistante la cappella: essi raffigurano due miracoli di San Carlo.

Cappella IV a sinistra, di Santa Rita da Cascia, Nel secolo scorso la cappella era dedicata a San Cassiano, com’è testimoniato da un’iscrizione del 1877 posta a ricordo della dedicazione e visibile a destra dell’altare. Sotto la statua di recente fattura è posta una teca ottocentesca con le reliquie dei santi Celestino e Albino martire. Ai lati due statue in terracotta dipinta in bianco raffiguranti le Virtù teologali con i caratteristici attributi: a sinistra la Fede con il calice e a destra la Speranza con l’ancora.

Cappella V a sinistra, di San Cassiano, Sull’altare barocco è posta un’edicola di marmo (1952) sotto la quale è collocata un’urna contenente una reliquia del capo di San Cassiano da Imola. Dietro la grande grata si apre lo scurolo di San Clemente. In alto un affresco di Lorenzo Peracino (1769) raffigurante Gesù Cristo, la Madonna, San Giovanni Battista ed Evangelista.

Cappella VI a sinistra, di San Giuseppe, Sull’altare settecentesco è posta una pala raffigurante la Sacra famiglia. Ai lati dell’altare, le due vetrate di Mario Albertella (1942) raffiguranti una, la gloria di San Giuseppe con un angelo che presenta il modello della chiesa parrocchiale l'altra, la morte del Santo.

 Presbiterio, la balaustrata fu eseguita nel 1701 su progetto di Pietro Francesco Prina; il disegno dell’altare maggiore di Cesare Fiore fu realizzato nel 1692-1694, dai lapicidi milanesi Carlo Gerolamo Calderari e Francesco Maria Giudice attivi nella fabbrica del Duomo di Milano. I due angioletti del timpano sono opera di G.B. Dominione (1694), la Madonna e gli angeli (1707) posti sull’altare sono attibuiti allo stesso scultore.

Sulla volta è raffigurata l’incoronazione di Maria Vergine, mentre nel catino le Virtù teologali: Speranza, Fede, Carità.

Partendo da sinistra, lungo il cornicione corre una scritta in lettere dorate su fondo blu che prosegue lungo il transetto e la navata centrale: sono le parole del “Magnificat”.

Cappella VI a destra, del Corpus Domini Sull’altare settecentesco (1756) è posta una pala dell’Ottocento raffigurante l’Apocalisse; nella nicchia sottostante è posta la statua di legno dipinto del Cristo morto che è usata nella processione del Venerdì Santo. Le vetrate di Mario Albertella raffigurano Santa Maria Margherita Alacoque e un soldato in preghiera con la sua famiglia.

Cappella V a destra, della Madonna del Rosario, intorno alla statua della Madonna sono appesi dei tondi raffiguranti i misteri del rosario dipinti da G.B.Bossi nel 1844.

Cappella IV a destra, del Sacro Cuore di Gesù, L’altare fu completamente trasformato nell’Ottocento e dedicato successivamente al 1871, anno in cui tutte le diocesi italiane furono consacrate dai vescovi al Sacro Cuore di Gesù.

Cappella III a destra, Dei Morti, Sull’altare settecentesco è posta, entro una cornice di gusto neoclassico, una pala della prima metà dell’Ottocento, raffigurante la Resurrezione di Lazzaro.

Cappella II a destra, di San Luigi Gonzaga, La statua del santo realizzata in legno è della metà del secolo scorso.

Cappella I, Del Crocifisso, L’altare barocco proviene dal soppresso oratorio di San Giovanni Battista e San Gaudenzio; il crocifisso cinquecentesco fu trasferito qui nel 1908 dalla cappella dei morti, un tempo adiacente la chiesa parrocchiale.

 

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Testo: Marina Locatelli

Bibliografia: G. Garzoli, Trecate, storia delle chiese, Trecate, 1990.

 

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