Nuraghe "Genna Maria"

Tutta la Sardegna è disseminata di nuraghi, più o meno complessi, più o meno in buono stato di conservazione. Sono in circa 7000.
"Genna Maria" è una località di grande interesse per importanti testimonianze di epoca nuragica.
Sino al 1969 la collina di Genna Maria (424 m.s.l.) era una delle tante alture della Marmilla coltivata a grano, da cui  lo sguardo spaziava fino ai golfi di Cagliari ed Oristano, al monte Arci, alle Giare, al di là del Campidano, ai monti del Sulcis-Iglesiente.
Oggi, dopo circa un trentennio di scavi, un imponente complesso archeologico, compreso in un parco fitto di alberi è fruibile dai visitatori.
Il nuraghe di "Genna Maria" è definito un "complesso nuragico"  formato da un mastio a cui venne aggiunto un bastione a tre torri con cortile centrale e pozzo, e ancora, in epoca successiva, una cinta di mura esterna con sei torri angolari sporgenti. A chiudere il tutto venne innalzato un rifascio murario. Intorno si estende il villaggio di capanne nuragiche.
Il nome "Genna Maria" significa "porta dei mari", molto probabilmente perché dal colle omonimo, nelle chiare giornate, si riesce a vedere sia il mare di Oristano che quello di Cagliari.
Il complesso nuragico ha un nuraghe centrale, risalente all'età del Bronzo antico-medio, attorno al quale sorgono le torri e l'antemurale di difesa, che venne, in seguito, demolito per edificare il villaggio, nella prima età del Ferro. Fuori della città fortificata vi sono i resti delle capanne adibite ad abitazione, dei luoghi di riunione, e dei laboratori artigiani per la ceramica e la metallurgia, abbandonati intorno all'IX-VIII secolo a.C.. Gli oggetti ritrovati negli scavi, tra cui anche lucerne, bruciaprofumi e resti di animali sacrificati, fanno pensare ad un uso successivo (III secolo a.C.) dei ruderi del nuraghe che avrebbe accolto una favissa (una sorta di cella sotterranea ad uso di ripostiglio) che conteneva oggetti di culto dedicati a Demetra e Kore. Tutti i reperti sono conservati nel Museo, situato al centro del paese.
Area archeologica di "Pinn'è Maiolu"
Località all'interno dell'abitato di Villanovaforru, conserva tracce consistenti di un insediamento nuragico, costituito dai resti di un edificio megalitico e di un villaggio contiguo. Distante un chilometro dal villaggio di Genna Maria, evidenzia come le sedi delle comunità nuragiche fossero di modeste dimensioni e molto ravvicinate.
I primi scavi condotti recentemente hanno confermato che i due villaggi furono in vita contemporaneamente, ancorché il villaggio di Genna Maria sembri di più antica fondazione. In periodo punico-romano le strutture abitative nuragiche furono riutilizzate parzialmente.

Reperti ritrovati nel complesso nuragico di "Genna Maria"