AREE
FORESTALI - Si tratta di superfici caratterizzate dalla presenza di
vegetazione arborea ed arbustiva spontanea o di origine artificiale in
grado di produrre legno o altri prodotti classificati usualmente come
forestali e di esercitare un'influenza sul clima, sul regime idrico, sulla
flora e sulla fauna. Sono inclusi nelle "aree forestali",
tra gli altri, i soprassuoli boschivi o boschi (1), macchie e arbusteti
(2), i castagneti da frutto (3), i giovani rimboschimenti (4), le cenosi
di ripa (5). Le "aree forestali" si differenziano dalle
aree a vegetazione erbacea spontanea per la presenza diffusa ed uniforme
di alberi ed arbusti che esercitano una copertura del suolo maggiore
rispettivamente al 10% e al 40% dell'area di riferimento. Non sono
"area forestale" i prati e i pascoli arborati il cui grado di
copertura arborea non superi il 10% della loro superficie, l'arboricoltura
specializzata da legno, i filari di piante, i giardini e i parchi urbani.
(1)
Sono "soprassuoli boschivi", o più comunemente boschi,
tutte le aree con vegetazione arborea diffusa le cui chiome coprono per
almeno il 10% la superficie di riferimento e che abbiano un'estensione
minima di 5.000 mq, un'altezza media superiore a 5 m ed una larghezza
minima non inferiore a 20 m.
(2)
Per "arbusteti,
cespuglieti, formazioni a
macchia" si intendono le formazioni vegetali naturali, raramente
d'impianto antropico, a prevalenza di specie tendenzialmente policormiche
decidue, semidecidue o sempreverdi aventi un'altezza media inferiore a 5
m, esercitanti una copertura del suolo superiore al 40%. La componente
arborea, rappresentata da specie forestali tendenzialmente monocormiche di
altezza superiore a 5 m, copre il suolo per una percentuale inferiore al
10%.Le formazioni arbustive esercitanti una copertura del suolo inferiore
al 40% rientrano nelle praterie-pascoli.
(3)
I "castagneti da frutto" sono caratterizzati
dalla presenza esclusiva o decisamente preponderante di piante di castagno
ad alto fusto in genere di notevoli dimensioni e sviluppo, destinate,
attualmente o in passato, principalmente alla produzione di frutti.
(4)
Rientrano nei "giovani rimboschimenti" gli
impianti artificiali di specie legnose destinate a fornire prodotti
classificati come forestali o ad esercitare particolari funzioni di
protezione ambientale o di carattere sociale, estetico e/o ricreativo (polifunzionalità).
Essi hanno un'altezza media inferiore a 5 m e gli individui appaiono
distribuiti in modo geometrico.
(5)
Deve intendersi "cenosi di ripa" qualsiasi
formazione arbustiva o arborea di origine naturale o antropica avente
larghezza media inferiore a 20 m e lunghezza pari ad almeno 3 volte la
dimensione media della larghezza, adiacente ad un corso d'acqua o
sovrastante una linea di displuvio. La componente arborea (formazioni di
ripa o di forra) è normalmente prevalente (altezza media superiore a 5 m)
e caratterizzata da salici, pioppi, ontani.
L'INDICE
DI BOSCOSITA' è dato in questa analisi dal rapporto percentuale tra
l'estensione delle aree forestali e la superficie complessiva del
territorio. Rappresenta il grado di diffusione delle aree forestali in una
certa area.
COLTIVI
Si tratta di zone utilizzate preminentemente per la produzione di
piante da fibra e nutrimento e per la trasformazione di prodotti
provenienti da allevamento e da coltivazione. Carattere distintivo di
queste aree è soprattutto la presenza di un'organizzazione dei terreni
finalizzata all'esercizio dell'agricoltura o della zootecnia (disposizione
regolare geometrica dei campi, tracce prodotte da macchinari, tessitura
colturale uniforme, tale da dimostrare frequenti lavorazioni del terreno e
continuo controllo della coltura in atto).
PRATERIE
PASCOLI INCOLTI Aree ricoperte in prevalenza da vegetazione erbacea
perenne, spontanea, destinata in prevalenza alla nutrizione di bestiame e
di erbivori selvatici. Rientrano in questa categoria le praterie naturali
(non sottoposte a lavorazioni, non concimate, soggette solo al pascolo), i
pascoli e i terreni invasi prevalentemente da vegetazione erbacea per
abbandono dell'attività agricola (incolti). Non vengono inclusi i prati
regolarmente concimati e falciati, la cui stabilità è condizionata dalla
presenza dell'uomo e dall'esecuzione di pratiche agricole costanti.
Praterie, pascoli ed incolti presentano sulle foto aeree una tessitura più
o meno irregolare, dovuta all'assenza di lavorazioni del terreno e del
cotico.
SOPRASSUOLI
BOSCHIVI - TIPI VEGETAZIONALI. Le definizioni sono state assegnate su
base fisionomico-strutturale in riferimento alla(e) specie prevalente(i),
con approfondimenti di tipo fitosociologico e microclimatico per le cenosi
miste, secondo le seguenti specifiche:
Querceti
xerofili - formazioni dominate dalle roverella (Quercus pubescens),
presente con grado di copertura superiore al 50%, o da specie
xerotermofile (orniello, sorbo domestico) in stazioni xeriche.
Querceti
misti (Querceti
submesofili) - formazioni caratterizzate da mescolanza
di specie tipiche dei querceti collinari e submontani in stazioni mesiche
(con aceri, nocciolo, corniolo e flora erbacea differenziata, di tipo
mesofilo).
Carpinete
(Laburno-ostrieti) - formazioni dominate dal carpino nero (Ostrya
carpinifolia), presente con grado di copertura superiore al 70%, o da
specie rustiche (orniello, maggiociondolo) in stazioni biologicamente
povere, monotone, degradate (con flora erbacea di tipo rustico e banale).
Cerrete
- formazioni dominate dal cerro (Quercus cerris) presente con
grado di copertura superiore al 50%.
Boschi
di castagno - formazioni dominate dal castagno (Castanea sativa)
presente con grado di copertura superiore al 50%.
Boschi
ripariali - formazioni caratterizzate da specie igrofile (salici,
pioppi, ontani) in stazioni a umidità persistente o ristagno idrico.
Faggete
- formazioni dominate dal faggio (Fagus sylvatica) presente con
grado di copertura superiore al 50%.
Pinete
- formazioni dominate da pini montani (Pinus nigra, Pinus
sylvestris o conifere mesoterme) con grado di copertura superiore al
50%, con flora di tipo submontano.
Abetine
- formazioni dominate da abeti (Abies alba, Picea excelsa,
Pseudotsuga douglasii o conifere microterme) con grado di copertura
superiore al 50%, con flora di tipo montano.
SOPRASSUOLI BOSCHIVI -
TIPI DI GOVERNO E TRATTAMENTO, STADIO DI SVILUPPO.
CEDUI
- boschi che si rinnovano agamicamente attraverso l'emissione di
polloni in seguito a tagli periodici, con numerosi fusti per ceppaia
tipicamente raggruppati "a mazzetti".
Cedui
giovani - boschi cedui caratterizzati da stadio di sviluppo compreso
tra il momento del ricaccio e quello che corrisponde alla copertura
completa del terreno.
Cedui
adulti - boschi cedui caratterizzati da stadio di sviluppo compreso
tra la copertura completa del terreno ed il culmine dello sviluppo
longitudinale dei polloni.
Cedui
maturi e invecchiati - boschi cedui caratterizzati da stadio di
sviluppo successivo alla culminazione dello sviluppo longitudinale dei
polloni, durante il quale si realizzano fenomeni di elevata concorrenza
tra gli individui, e nel tempo, diffuso decadimento della produzione degli
assortimenti da ardere, forte selezione e mortalità.
Cedui
composti - boschi cedui caratterizzati da elevata matricinatura di più
turni o dalla coesistenza con una fustaia di età diversa dal ceduo. La
struttura è biplana o stratificata in più piani.
Cedui
a sterzo - boschi cedui caratterizzati da polloni di età diverse
(normalmente fino a tre classi di età) anche (più spesso) sulla stessa
ceppaia.
FUSTAIE
- boschi che si rinnovano prevalentemente per seme, costituiti da
fusti unici che edificano tipiche strutture "colonnari".
Fustaie
transitorie - popolamenti di origine agamica sottoposti ad interventi
di conversione, o evoluti per autodiradamento, che presentino l'aspetto e
la struttura di una fustaia.
Fustaie
giovani (definitive) - popolamenti da seme (naturali o di impianto)
caratterizzati da stadio di sviluppo giovanile, con forti accrescimenti
longitudinali e diametri non ancora elevati (fino a 20-30 cm).
Fustaie
adulte (definitive) - popolamenti da seme (naturali o di impianto)
caratterizzati da stadio di sviluppo elevato, con accrescimenti
longitudinali non molto sostenuti e diametri abbastanza elevati (30-50
cm).
Fustaie
mature e invecchiate (definitive) - popolamenti da seme (naturali o di
impianto) caratterizzati da stadio di sviluppo avanzato, con accrescimenti
longitudinali ormai ridotti e diametri notevoli (oltre 50 cm).
Fustaie
disetanee, irregolari
(definitive) - popolamenti da seme (naturali o
di impianto) caratterizzati da struttura disetaneiforme o irregolare con
marcate differenziazioni diametriche, anche in assenza di regolari
pratiche colturali. (In Emilia Romagna praticamente non esistono fustaie
disetanee sottoposte a regolari periodi di curazione).
La macchia mediterranea ,
caratterizzata dalla presenza di uno strato arboreo molto rado , dopo il
bosco mesoigrofilo , rappresenta l’elemento più consistente della
vegetazione del biotopo ed
è situato
tra i litorali
sabbiosi
e i boschi.
Oltre alla macchia si riscontrano delle formazioni igrofile tipiche dei
suoli che sono umidi per gran parte dell’ anno e asciutti durante
l’estate e lungo i canali , elementi tipici della vegetazione riparia.
La zona compresa tra il litorale sabbioso ed il bosco , rappresenta
l’area a macchia mediterranea più estesa e, nella sua composizione
floristica , dominano decisamente il lentisco ed il ginepro coccolone.
Lo strato arboreo , piuttosto rado ed avente un altezza non superiore ai
10 m , è rappresentato da individui isolati o riuniti in piccoli gruppi.
Esso è costituito generalmente da frassino ossifillo , pioppi , roverella
ed dal pino d’aleppo.
Zone umide:
caratterizzate dalla presenza di ristagno d’acqua, hanno una vegetazione
tipica: troviamo l’equiseto o coda cavallina (Equisetum arvestum),
pianta antichissima che si riproduce attraverso la liberazione di spore da
parte dei fusti a forma di clava che compaiono all’inizio della
primavera. Successivamente si sviluppano i fusti sterili a forma di coda
cavallina. Quando la stagione è più avanzata vaste aree vengono
colonizzate dalla Canapa acquatica (Eupatorrnium cannabinum) e dalla menta
(Mentha spp).
Vegetazione di ripa:
è quella vicina ai corsi d’acqua dove troviamo la farfara (Tussilago
farfara) con I fiori gialli all’inizio della primavera e poi le grandi
foglie e il farfaraccio (Petasites farfara). Sono presenti anche equiseto
(Equisetum arvestum) e la canapa acquatica (Eupatornium cannabinum)..
Vegetazione ad arbusti:
numerose le specie presenti che stanno espandendosi sempre di più
colonizzando vari tratti di pascolo non più coltivato. Sono destinati ad
aumentare e preparano il terreno ad un ritorno del bosco. Troviamo il
nocciolo (Corylus avellana) ben conosciuto per il suo frutto (le nocciole)
e per le capacità allergizzanti del suo polline, il prugnolo (Prunus
spinosa) dai fiori bianchi primaverili e dalle spine, il cui frutto viene
utilizzato per la produzione di una deliziosa grappa, il biancospino (Crataegus
monogyna) I cui fiori sono usati da secoli dalla medicina popolare per le
proprietà calmanti sul sistema cardiaco, il viburrno (Viburnum lantana)
dalle foglie biancastre sulla pagina inferiore, il sanguinello (Cornus
sanguinea) dai rami rossi, il ligustro (Ligustrum vulgare) dalle belle
foglie lucide.
Pecceta:
la presenza esclusiva dell’abete rosso (Picea excelsa) determina
l’assenza quasi totale di vegetazione sosttostante per l’azione
acidificante svolta dai sui aghi che cadono sul terreno. Se queste piante
non sono presenti in modo esclusivo il terreno sottostante resta ancora
fertile e permetterà la crescita di specie che prediligono un ambiente
acido, quale l’acetosella (Oxalis acetosella) dalle belle foglie a forma
di cuore con il loro sapore acidulo, tradizionalmente masticate come
rinfrescante durante le salite lungo I sentieri. Frequente anche il
lampone (Rubus idaeus) e le fragole (Fragaria vesca) nelle zone di
transizione con il bosco di latifoglie.
Faggeta e boschi di latifoglia mista:
caratterizzata dalla prevalenza di piante di faggio (Fagus sylvatica) che
con le belle foglie lucide in primavera e giallo-rosse in autunno danno il
bellissimo colore ai nostri boschi. è la latifoglia più diffusa nel
nostro territorio colonizzando intere pendici . è accompagnata dal
frassino (Fraxinus excelsior), dal ciliegio (Prunus avium), dal carpino
nero (Ostrya carpinifolia). I boschi di latifoglie miste sono quelli più
ricchi come specie arboree ed erbacee presenti. Sotto le latifoglie
presenti in grande quantità l’anemone (Haepatica nobilis) che annuncia
l’arrivo della primavera, l’anemone trifoliata (Anemone trifolia) dal
fiore bianco carattereristico, il ciclamino (Cyclamen purpurescens).
Vegetazione dei prati:
Nella spledida conca della "Vara granda" dove le specie di fiori
si susseguono in un continuum dall’inizio della primavera all’autunno.
Dai non-ti-scordar-di me (Myosotis sylvatica), al botton d’oro (Trollius
europaeus), al giglio di S. Giovanni (Lilium bulbiferum), al geranio dei
prati (Geranium sylvaticum), all’aquilegia (Aquilegia vulgaris),alle
classiche graminacee il cui polline è responsabile di una buona parte di
disturbi allergici .
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