La
scala Mercalli e la scala Richter
Fino
a qualche decennio fa, i terremoti venivano classificati a seconda
degli effetti visibili che provocavano nell'ambiente. La scala
Mercalli, dallo scienziato italiano che le ha dato il nome,
proponeva una scala da 1 a 12 gradi, all'interno della quale si
poteva indicare il grado di potenza e di distruzione scatenato dal
sommovimento tellurico.
Essa,
in sintesi, prevede i seguenti stadi:
I
– Non percepito dalle persone;
II
– Percepito dalle persone in riposo nei piani alti degli edifici;
III
– Percepito nelle case. Oscillazione di oggetti appesi. Vibrazioni
simili al passaggio di autocarri leggeri. Stime della durata della
scossa. Talvolta non riconosciuto come terremoto;
IV
– Oscillazione di oggetti appesi. Vibrazioni simili al passaggio
di autocarri pesanti. Scossa assimilabile a una pesante palla che
percuote le pareti. Oscillazione di automezzi fermi. Movimento di
porte e finestre. Tintinnio di vetri. Vibrazione di vasellami. Nello
stadio superiore del IV scricchiolio di strutture in legno;
V
– Risentito all'esterno. Possibile stima della direzione di
provenienza. Sveglia di persone dormienti. Movimento della
superficie di liquidi e versamento dai recipienti. Spostamento o
rovesciamento di oggetti instabili. Oscillazione di porte che si
aprono o si chiudono. Movimento di imposte e quadri. Arresto, messa
in moto, cambiamento del passo di orologi a pendolo.
VI
– Sentito da tutti. Spavento e fuga all'esterno degli edifici.
Barcollare di persone in movimento. Rottura di vetrine, piatti,
vetrerie. Caduta dagli scaffali di ninnoli, libri ecc. e di quadri
dalle pareti. Spostamento o rotazione di mobili. Screpolature di
intonaci deboli e di murature realizzate con materiali deboli. Suono
di campanelli di chiese o di scuole. Stormire di alberi e cespugli.
VII
– Difficile stare in piedi. Risentito dai guidatori di automezzi.
Tremolio di oggetti sospesi. Rottura di mobili. Danni alle murature
deboli incluse fenditure. Rotture di comignoli deboli situati sul
colmo dei tetti. Caduta di intonaci, pietre, tegole, cornicioni
(anche di parapetti isolati e ornamenti aRCHITETTONICI). Qualche
lesione a murature. Formazione di onde sugli specchi d'acqua;
intorbidamento di acque. Piccoli smottamenti e scavernamenti in
depositi di sabbia e ghiaia. Forte suono di campane. Danni ai canali
d'irrigazione rivestiti.
VIII
– Risentito nella guida di automezzi. Danni a murature, crolli
parziali. Alcuni danni a murature più robuste. Caduta di stucchi e
di alcune pareti in muratura leggera. Rotazione e caduta di camini,
monumenti, torri, serbatoi elevati. Costruzioni con strutture in
legname smosse dalle fondazioni se non imbullonate; pannelli delle
pareti lanciati fuori. Rottura di palizzate deteriorate. Rottura di
rami di alberi. Variazioni di portata o di temperatura di sorgenti e
pozzi. Crepacci nel terreno e sui pendii ripidi.
IX
– Panico generale, distruzione di murature deboli, gravi danni
alle altre murature, talvolta con crollo completo; seri danni a
murature robuste (danni generali alle fondazioni). Gravi danni ai
serbatoi. Rottura di tubazioni sotterranee. Rilevanti crepacci nel
terreno. Nelle aree alluvionali, espulsione di sabbie e fango,
formazione di crateri di sabbia.
X
– Distruzione di gran parte delle murature e delle strutture in
legname, con le loro fondazioni. Distruzione di alcune robuste
strutture in legname e di ponti. Gravi danni a dighe, briglie,
argini. Grandi frane. Disalveamento delle acque di canali, fiumi,
laghi ecc. Traslazione orizzontale di sabbie e argille sulle spiagge
e su regioni piane. Rotaie debolmente deviate.
XI
– Rotaie fortemente deviate. Tubazioni sotterranee completamente
fuori servizio.
XII
– Distruzione pressoché totale. Spostamento di grandi masse
rocciose. Linee di riferimento deformate. Oggetti lanciati in aria.
Circa
trent'anni fa, la necessità di realizzare una scala più adeguata
di quella di Mercalli relativamente alla potenza liberata dai
terremoti, ha dato esito alla scala Richter, dal nome dello
scienziato che l'ha ideata. La scala Richter prevede un confronto
matematico tra i tracciati sismici rilevati in più stazioni nel
mondo e una campione posta a 100 Km. dall'epicentro. Con questo
sistema è stato possibile calcolare l'effettiva potenzialità
liberata dai vari terremoti.
La
scala Richter ha definito: “magnitudo”, il logaritmo
dell'ampiezza massima della scossa misurata.
La
scala Richter, a differenza di quella Mercalli parte dal valore di
zero, che equivale alla liberazione di un'energia pari a 1012
erg. Fino a oggi non sono stati registrati terremoti con una
magnitudo superiore di 8,6, pari a circa 1025 erg.
Per
avere un'idea dell'energia dei terremoti, basti pensare che un
terremoto di magnitudo 6, libera una potenza pari a quella della
bomba atomica esplosa su Hiroshima, valutata pari a 30 milioni di
kilowattora.
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