Fiori e Colori  

La Psichedelia Italiana dal 1966 al 1972  

 

Parlare di psichedelia italiana, intesa come tutto ciò che è sperimentazione e rottura con gli schemi tradizionali sia dal punto musicale che testuale, è alquanto difficile. Nel nostro paese questo genere musicale, che storicamente si colloca tra Beat e Progressive, non ebbe lo stesso sviluppo degli altri paesi europei, soprattutto per lo scarso valore commerciale attribuitogli dai nostri discografici:solo nel 1971 arriverà la stampa italiana di The Piper At The Gates of Dawn (1967) dei Pink Floyd. Alla metà dei 60 i gruppi italiani guardavano ancora con reverenza alle più famose bands beat inglesi, che, in alcuni casi, approfittando, giustamente, di questo senso di devozione e della forte domanda del mercato, vennero in Italia in cerca di fortuna e successo: su tutti Rokes, Sorrows , Primitives e Bad Boys . La musica prodotta, comunque, pur risentendo di una evidente influenza anglofona riuscì sempre a mantenere una sua originalità; un esempio illuminante è lo splendido album del 1966 de I Ragazzi del Sole dove al fianco di covers in inglese come Satisfaction e Gloria troviamo i notevoli pezzi cantati in italiano Non Ridere di Me e Se mi Chiamerai. Rimarchevole è anche la loro famosissima Atto di Forza N° 10 .Non volendomi avventurare in una analisi degli anni del Beat, anche perché ciò richiederebbe moltissimo tempo ed una competenza che non mi riconosco, cercherò di concentrare l'attenzione solo su ciò che, nonostante tutto, germogliò dai semi psichedelici sparsi anche in Italia nella seconda metà dei sessanta. .

 

Indubbiamente non si può iniziare che con coloro che in ogni conversazione o articolo sull’argomento vengono indicati come i responsabili, volontari o involontari, dell’introduzione dei nuovi suoni psichedelici nella musica italiana. In ordine temporale uno dei primi gruppi italiani ad usare il distorsore della chitarra ed a portare al successo due classici della psichedelia d’oltre oceano furonoi Corvi con Sono Un Ragazzo di Strada ( I Ain't no a Miracle Worker dei Brouges)e Sospesa ad un Filo ( I Had Too Much to Dream degli Electric Prunes).

Sul finire del 1966 realizzarono un album che conteneva i già citati pezzi(ambedue delle autrici Annette Tucker e Nancie Mantz) ed altre canzoni originali in stile beat, ma altrettanto belle come Luce o Datemi una lacrima per Piangere. Il successo, che durò sino al 1969, fu determinato anche dal loro aspetto bohemien enfatizzato dall'effetto scenico di un corvo appollaiato sul basso durante le esibizioni. Molto piu vicini alla psichedelia inglese furono Le Orme,

che esordirono nel 1967 con un bellissimo pezzo in stile Beatles Fiori E Colori e si confermarono con il famoso album AD Gloriam del 1968.

Quest'album è sicuramente una delle migliori produzioni psichedeliche italiane per l'originalità con cui sono miscelate le melodie mediterranee e le nuove sonorità provenienti dall'Inghilterra ben metabolizzate dal gruppo: Ad Gloriam, Senti L'estate che Torna , Milano 68 sono pezzi memorabili. La chitarra solista di Smeraldi e l’organo di Pagliuca sono i compagni di viaggio ideali per la voce di Tagliapietre; Fumo con un inizio degno dei Pink Floyd rappresenta la migliore esemplificazione di ciò, mentre l’unico episodio da cui traspare una certa inesperienza e un’ ingenuità nei testi è indubbiamente Fiori di Giglio. Lo scarso successo ottenuto spinse poi la band ad una rifondazione ed ad indirizzarsi verso il "progressive " con cui ottenne negli anni 70 un notevole successo.

Terzo gruppo fondamentale della psichedelia italiana fuLe Stelle Di Mario Schifano che nel 1967 realizzò l’album di culto Dedicato A…. con la copertina disegnata dal famoso artista pop. Il gruppo nato dall’incontro di Schifano con Marini, Orlandi, Crescentini e Cerra, forse ad imitazione dell’identico progetto di Wharol e i Velvet Underground, decise di incidere a Torino alcune sessions da cui uscì il disco. La prima facciata è interamente occupata dalla suite “Le ultime parole di Bradimante, dall’Orlando Furioso, ospite Peter Hartman e fine (da ascoltare con Tv accesa senza volume)” che unica nel panorama italiano di allora si sviluppa per 17 minuti, amalgamando in modo geniale la musica cinquecentesca a quella sperimentale contemporanea con sprazzi di pura psichedelia onirica. Il secondo lato rientra nei canoni tradizionali con pezzi di 3 minuti l’uno che comunque rivelano la capacità delle “Stelle” nel comporre ottime canzoni di pop-psych con testi a volte poetici come Susan Song o visionari come Molto Lontano(a colori). Veniamo ora a quei gruppi meno conosciuti, ma non per questo meno importanti per comprendere il fenomeno psichedelico nella musica italiana. Tra il 1970 e 1972 I Circus 2000, quattro ragazzi di Genova, realizzarono due dischi splendidi in lingua inglese: Circus 2000 e An Escape From a Box (fuga dall'involucro). La loro musica deve molto ai gruppi psichedelici americani come i Jefferson Airplane e ricorda, per le atmosfere psichedeliche folk rock , album come quello degli Hymarket Square.

Il primo album omonimo è composto da 10 magnifici pezzi, cominciando da I Can't Believe e I Am the Witch ( nelle versioni in italiano rispettivamente Pioggia Sottile e Io la Strega) dove risplende l’incantevole voce della cantante Silvana Aliotta che non sfigurerebbe accostata a Grace Slick o Dorothy Moskowitz degli U.S.A.. Try to live e The Lord , He Has No Hands si distinguono per l'ottimo lavoro di chitarra di "Spooky" Quartarone mentre in Magic Bean si apprezza l’eastern sound tipico invece di certe produzioni inglesi tardo sixties . Il secondo album uscito nel 1972 e con alla batteria Lo Previte al posto di Betti, risente un po’ del progressive ormai imperante in quel periodo in Italia, ma non si lascia comunque sopraffare completamente dalla moda. L’album si apre con Hey Man che segna una certa continuità con il precedente lavoro. You Aren’t Listening, invece, è la porta attraverso la quale si accede a Our Father e alle stupefacenti Need e When the Sun Refuses to Shine che raccontano in uno stile personale (a metà strada fra i Pink Floyd di A Saucerful of Secrets e i King Krimson di Court of …) le loro psychedeliche visioni e rivelazioni : "Quando il sole si rifiuterà di splendere noi saremo come mostri di cristallo e come cellule di un cervello universale , noi diventeremo il pensiero di un'altra dimensione."

I singoli pubblicati dal gruppo sono poi raccolti nell'ep Boxin Circus con due inediti Dove va la mia Gente e L'ultimo Paese, oltre alle fantastiche Ho regalato i Capelli e Regalami un Sabato Sera sigla della trasmissione televisiva Teatro 10. Parliamo ora de I Califfi, un gruppo che non può essere pienamente inserito nel genere che viene qui affrontato, ma che tuttavia ha realizzato alcune canzoni pop psych come Milady (inclusa nella ristampa dell'album)che contengono luminosi sprazzi di chitarre psichedeliche e soprattutto uno fra i migliori suoni d'organo dei sixties italiani. Originari di Firenze esordirono con il nome i 4 Califfi nel 66 con una cover dei Kinks Ti giuro che è così (You really got me) , ma è con i pezzi dal 68 in poi che strabiliano per intensità, cominciando dal freakbeat Parlano di Te sino al loro capolavoro Ma Dove Vai con il magnifico organo di Giacomo Romoli e la chitarra fuzz di Tofani .

I Califfi pubblicarono l’album Così Ti Amo che contiene, oltre ai commerciali, ma non scontati, La Fiera del Perdono (Scarborough Fair) di Simon & Garfunkel , Pensieri (I pensieri di Davjack) dei Nice e Così ti Amo (To Love Somebody) dei fratelli Gibbs, canzoni avvincenti per ritmo e freschezza come Non Serve a Niente(non presente nell'originale del 1969), Tutto Quello per finire con Vorrei Scordar(vedi nota precedente), dove emergono le capacità chitarristiche di Tofani, futuro membro degli Area. A conclusione di questo breve discorso su I Califfi, che indubbiamente erano preparati musicisti, bisogna citare L'Appuntamento,(traduzione di Lauzi di Santadò a Beira do Camino) dove dimostrano la loro abilità nell’uso dei distorsori.