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La Puglia è l'estremo lembo dei
Balcani!!!:
Foto: un momento della Tavola Rotonda di "Raccontare i Balcani"
(Lecce, 1.11.2006). Dalla sinistra:
Fatos Lubonja, Nicole Janigro, Franco Ungaro.
La Puglia ed i suoi rapporti
da sempre vitali con i Paesi Balcanici: questo il tema delle
tavole rotonde organizzate dai "Cantieri Teatrali Koreja" a
conclusione del progetto <<AR.CO (Artistic Connections) Per una
rete adriatica dei teatri>>, che hanno preso il via il primo
novembre 2006 per concludersi il 4 novembre. Il progetto AR.CO.,
promosso da Regione Puglia -Assessorato al Mediterraneo-,
Regione Abruzzo- Assessorato alla Cultura- e da numerosi
partners pubblici e privati dei paesi che si affacciano
sull'Adriatico, si propone di costruire una rete culturale
europea nell'area adriatica fra amministrazioni, istituzioni
culturali e imprese che operano nella produzione e nella
promozione dello spettacolo dal vivo. Attraverso lo scambio di
esperienze, competenze e pratiche innovative di lavoro teatrale
e artistico, si propone di creare uno spazio culturale artistico
comune, rafforzando le relazioni tra il mondo della formazione e
il mercato del lavoro nel settore dello spettacolo dal vivo per
migliorare la qualità dei servizi nell'ambito della promozione
di attività culturali e artistiche. Nell'ambito del progetto
sono state organizzate delle visite di studio realizzate da
testimonials riconosciuti (registi, scrittori, intellettuali)
della vita culturale e artistica che hanno raccontato attraverso
testi, parole ed immagini il paesaggio culturale delle aree di
riferimento del progetto. Sono stati pubblicati nell'ambito di
questa attività sette reportages, raccolti nella collana
"Paesaggi e Culture".
Ad affiancare il seminario conclusivo al progetto AR.CO sono
stati allestiti i seguenti spettacoli: "Il calapranzi" di Harold
Pinter (prodotto da Koreja), "The story of Ronald, the clown
from McDonald's" di Rodrigo Garcia (prodotto dal Piccolo Teatro
"Dusko Radovic" di Belgrado), "Olah Vince and Earth Wheel Sky",
concerto di musiche rom con la Partecipazione di Opa Cupa, e "La
forza dell'abitudine" di T. Bernhard con la regia di Alessandro
Gassman. Dal 1 al 4 novembre 2006, presso Koreja a Lecce, è
anche possibile assistere alla video-installazione di Marina
Abramovic "Art must be beautiful, artist must be beautiful" (Yugoslavia,
1975).
Si tratta di una
delle performances più rappresentative della Abramovic. Come con
la serie "Freeing..." ("Freeing the Body", "Freeing the Voice",
e "Freeing the Memory", 1976), "Art must be beautiful, Artist
must be beautiful" non riguarda un dolore psicologico, ma
piuttosto uno stato mentale che può essere raggiunto attraverso
la via del dolore. Nella video performance si vede la Abramovic
che pettina i suoi lungi capelli energicamente. Con una spazzola
in una mano e un pettine nell'altra, agisce sul suo viso e sui
suoi capelli, mentre ripete la frase <<art must be beautiful,
artist must be beautiful>>.
vai al videoclip
La sua
voce tradisce il suo dolore, e anche dalla sua faccia risulta
chiarissimo che si sta facendo male. Da questo momento in poi,
la Abramovic sembra come caduta in trance. Quindi la sua voce è
più morbida e il modo in cui muove la sua spazzola e il
pettine tra i capelli è meno violento. Secondo la Abramovic, lo
scopo del suo dolore auto-inflitto è liberare corpo e anima
dalle costrizioni imposte dalla cultura occidentale e dalla
paura del dolore psicologico e della morte. Dal suo punto di
vista, la performance artistica può essere usata per sfidare e
violare i confini psicologici e mentali. Negli ultimi anni, la
Abramovic si è avvicinata alla cultura tibetana e a quella
aborigena e ai riti Sufi. Nei riti di queste culture il corpo è
guidato a limiti psicologici estremi, in modo da permettere un
salto mentale in un'altra dimensione in cui le limitazioni della
psiche e la paura non influenzino più la mente umana. Durante
un'intervista nel 1999, la Abramovic, riguardo le sue
performances del 1975, disse: <<Un po' di tempo fa ho realizzato
un'opera intitolata "Art must be beautiful, artist must be
beautiful". A quel tempo, pensavo che l'arte avrebbe dovuto
turbare piuttosto che essere bella. Ma ora, alla mia età, ho
iniziato a pensare che la bellezza non è poi così male>>.
Ritornando a
parlare delle tavole rotonde che si sono svolte nella giornata
del primo novembre, dopo quella della mattina dal titolo
"Raccontare i Balcani: quadro politico, economico e culturale
delle relazioni transadriatiche. Esperienze e prospettive", che
ha visto l'intervento di autorità istituzionali degli Enti
promotori il progetto, nel pomeriggio si è svolta la tavola
rotonda "Raccontare i Balcani: letteratura, arte, teatro nello
spazio culturale transadriatico" che è stata coordinata da
Nicole Janigro ed ha visto gli interventi di Nico Garrone, di
Pedrag Matvejevic, di Shpend Bengu, di Fatos Lubonja e di
Raffaele Gorgoni. In particolare, dell'intervento di Matvejevic,
dal titolo "I Balcani", diamo un resoconto sul sito web
affiliato di "Frenis Zero" (
http://web.tiscali.it/bibliopsi/frenisnews.htm ).
Foto: Pedrag Matvejevic in un momento del seminario "Raccontare
i Balcani" (Lecce, 1.11.2006)
Updated: Nov., 2, 2006
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