La tragica fine del Re Saul


La prima lettura della liturgia di questa domenica vede come protagonisti due personaggi capitali della storia biblica, Saul, il primo re di Israele, e Davide, suo collaboratore e poi suo avversario e successore.

Noi fisseremo la nostra attenzione sul volto di Saul, tentandone solo uno schizzo in pochi tratti: egli, infatti, occupa la maggior parte del primo Libro di Samuele ed è solo attraverso la lettura integrale di quelle pagine che sarà possibile ricomporre in modo compiuto il suo profilo.

Saul (in ebraico, "domandato" a Dio) apparteneva alla piccola ma battagliera tribù di Beniamino ed era stato scelto e consacrato dal profeta Samuele quale primo sovrano di un popolo che usciva da un regime federativo tribale durato un paio di secoli circa, dopo l'esodo dall'Egitto e l'ingresso nella terra promessa. Eravamo attorno al 1030 a.C. Samuele era poco entusiasta di questa svolta istituzionale ed è curioso notare che nel testo biblico si miscelano fonti storiche antitetiche, alcune filomonarchiche, altre ostili al mutamento di regime. Certo è che il regno unito dette inizialmente frutti positivi, soprattutto nei confronti dei tradizionali nemici degli Ebrei, i potenti Filistei.

Ben presto, però, si acuì lo scontro tra il re e il potere religioso incarnato da Samuele, mentre il regno all'interno si lacerava con l'entrata in scena cli Davide, rappresentante della forte e numerosa tribù di Giuda, figura capace di coalizzare su cli sé sia il favore popolare sia l'adesione dello stesso figlio di Saul, il principe Gionata.

Si era, così, aperto un fronte interno, con una sorta di guerra civile, condotta da Davide che viveva come un partigia
no nel deserto: a questa vicenda fa riferimento l'episodio narrato nella lettura dell'odierna liturgia.

Saul, figura complessa e tragica (si ricordila famosa tragedia che Alfieri scrisse nel 1782), si avviava così inesorabilmente al tramonto. Travolto dalla follia e dalla gelosia per l'emergere dell'amagonista Davide, respinto da Samuele che lo incontra per l'ultima volta nella scena spettrale della maga di Endor per lanciargli dall'oltretomba l'estremo oracolo di condanna (si legga il tenebroso e affascinante capitolo 28 del primo Libro di Samuele), Saul muore durante un'ultima, disperata battaglia contro i Filistei sulle alture di Gelboe, nella regione settentrionale della Terra santa. "Saul disse allo scudiero: sfodera la spada e trafigginti!... Ma lo scudiero si rifiutò perché era atterrito. Allora Saul prese la spada e vi si abbandonò sopra" (31,4).

Davide in quell'occasione dedicherà al suo avversario, che era però anche suo suocero, e al figlio Gionata una stupenda elegia, un gioiello letterario conservato nel secondo Libro di Samuele (1, 19-27):

«La tua gloria, Israele, sulle tue alture giace trafitto! / Perché sono caduti gli eroi? /... / O monti di Gelboe, / non più rugiada né pioggia scenda su di voi... / perché lì fu avvilito lo scudo degli eroi, / lo scudo di Saul, non unto di olio / ma del sangue dei trafitti...!».