"Il Satana", l'antico tentatore


La figura incombente nella liturgia di questa prima domenica di Quaresima non appartiene alla serie di personaggi che si è soliti far emergere dalla Bibbia. Anzi, nella cultura contemporanea essa è da molti anni considerata quasi come il reperto di un paleolitico religioso ormai polveroso. Il suo nome in ebraico appare sempre (tranne in un caso) con l'articolo "il Satana": è, quindi, concepito inizialmente come una funzione, in ebraico l"Accusatore", una sorta di pubblico ministero nel consiglio della corona di Dio. Si pensi, ad esempio, alla pagina di apertura del libro di Giobbe ove tra "i figli di Dio", cioè gli angeli, appare anche "il Satana" che getta sul tappeto tutti i suoi dubbi sulla fedeltà di Giobbe (1,6-12). E sarà lui a provare quel giusto per vagliarne l'onestà, la costanza e la lealtà nei confronti di Dio.

Nell'antica versione greca della Bibbia e nel Nuovo Testamento, accanto alla parola "Satana" s'incontra anche didbolos, donde il nostro "diavolo", letteralmente "colui che divide", seminando discordia. È lui l'attore principale delle tentazioni di Gesù, presentate in tre atti da Matteo (4,1-11) e Luca (4,1-13), corrispondenti all'illusione di un messianismo materialistico, spettacolare e politico. Quella figura generica si trasforma, cosi, in un personaggio preciso, con un programma meditato e coerente, orientato a opporsi al progetto divino che Cristo è venuto ad annunziare e ad attuare e che ha denominato come "il Regno di Dio".

Per questo, spesso, il confronto tra Gesù e Satana diventa un vero e proprio duello. Nei cosiddetti "esorcismi" compiutida Cristo sugli indemoniati lo scontro è aspro. Vediamone un esempio. C'è un uomo assiso nella sinagoga: in lui all'improvviso si rivela e opera Satana, che si mette a urlare: "Che hai a che fare con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto arolymarCi? io so chi tu sei: il Santo di Dio! Gesù, allora, lo sgridò: Taci! Esci da quest'uomo!" E Satana, che è chiamato anche "spirito immondo", "urlando e straziando quell'uomo, uscì da lui" (Marco 1,21-26). Al centro del racconto domina, comunque, la figura di Cristo che libera da ogni male con la sua parola efficace e che, perciò, si oppone all'oppressione che il demonio (altro tenni-ne per definire Satana) esercita sulle creature.

Certo, è noto che talvolta nella Bibbia alcune sindromi, come l'epilessia, sono ricondotte alla possessione diabolica secondo una concezione popolare diffusa. Ma è indubbio che tra Satana, "principe di questo mondo" (altra definizione neotestamentaria del diavolo), e Cristo è ingaggiata una lotta o, come suggerisce l'evangelista Giovanni, un processo, il cui esito è raffigurato da Gesù stesso con un'immagine potente: "Vedevo Satana cadere come la folgore" (Luca 10,18). Un'immagine che sarà trionfalmente sviluppata nelle pagine dell'Apocalisse che hanno per protagonista "il drago, il serpente antico, cioè il diavolo, Satana" (20,2). Infatti. "il Dio della pace stritolerà Satana sotto i vostri piedi!" (Rotnani 16,20).