Ietro, il suocero di Mosè


" Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian".

Inizia così il racconto del celebre episodio del roveto ardente in cui Dio si rivela alla futura guida del popolo ebraico nell'esodo dall'Egitto come: "Io sono colui che sono" (Esodo 3,14).
Il testo è proposto in questa terza domenica di Quaresima e noi vorremmo mettere sulla ribalta proprio questo personaggio, il suocero di Mosè, padre di sua moglie Zippora.
C'è, però, una sorta di enigma attorno a questa figura. In un'altra pagina dell'Esodo (2,18) è chiamato Reuel e in un altro passo della Bibbia appare col nome di Hobab (Numeri 10,29).

Questo strano individuo trino e uno, forse a causa delle diverse tradizioni antiche che hanno trasmesso la sua storia variandone il nome, appare a tutto tondo in particolare nel capitolo 18 del libro dell'Esodo. Mosè, che gli aveva dato due nipotini, Gershom ed Eliezer, su mandato divino deve lasciare la famiglia e porsi a capo delle tribù ebraiche che lasciano l'Egitto marciando verso la terra promessa. Sappiamo come si svolsero quei fatti gloriosi e drammatici. Ora, proprio durante la marcia dell'esodo, Ietro si fa incontro a Mosè con la figlia e i due nipotini.

La scena dell'abbraccio è solenne ed è segnata da un sacrificio che curiosamente è celebrato proprio da Ietro che era, sì, sacerdote ma di una tribù, quella dei Madianiti, tradizionalmente nemica di Israele. Anzi, le parole che il suocero pronunzia sono quasi una professione di fede nel Signore: "Benedetto sia il Signore, che vi ha liberato dalla mano del faraone... Ora io so che il Signore è più grande di tutti gli dèi" (18,10-11).

Poi il vecchio Ietro suggerisce a Mosè una sorta di riforma istituzionale per una più corretta gestione del potere in Israele, cioè la nomina di un collegio di giudici per le questioni minori, riservando a Mosè solo quelle di maggior calibro.

Gli studiosi pensano che alla base di questa notizia ci sia il desiderio di riferire in qualche modo a Mosè una struttura posteriore, quella della separazione delle funzioni sacre e fondamentali dalla normale giurisdizione civile. Sorprende, però, il fatto che tale struttura sia collegata al suggerimento di uno straniero, Ietro. Forse si ha un dato storico reale: l'antica prassi giudiziaria ebraica in realtà dipendeva da un adattamento di quella vigente presso i Madianiti.

"Mosè ascoltò la voce del suocero e fece quanto gli aveva suggerito. Scelse in tutto Israele uomini capaci e li costituì alla testa del popolo come capi di migliaia, capi di centinaia, capi di cinquantine, capi di decine" (18,24-25). È da notare che questa suddivisione non è, però, quella civile bensì lo scaglionamento militare.

Per concludere ricordiamo che i Drusi, una popolazione con una sua identità culturale e religiosa, distribuita tra il Libano, la Siria e Israele, considera come proprio profeta fondatore appunto Ietro, la cui tomba leggendaria è collocata in un villaggio della Galilea.