Simone, noto come il "Cireneo"


Nella lettura della passione di Cristo secondo Luca che la liturgia della domenica delle Palme ci propone c'è un personaggio minore, divenuto popolare nella storia della cristianità per il suo gesto nei confronti di Gesù, al punto tale da avere una "stazione" della Via crucis dedicata a lui. Si tratta di « un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna: gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù » (23,26).

Proprio il linguaggio usato dall'evangelista trasforma questa figura, marginale e poco convinta del suo gesto (Marco dice esplicitamente che i soldati romani lo "angariarono", cioè lo costrinsero forzosamente a offrire questo servizio), in una sorta di modello e di incarnazione di quanto lo stesso Gesù aveva proposto ai suoi discepoli: "Chi non porta la propria croce e non viene dietro a me non può essere mio discepolo" (Luca 14,27; 9,23).

L'evangelista Marco ci dà un'altra indicazione interessante riguardante questo ebreo originario della "diaspora" (Cirene in Libia) e trasferitosi a Gerusalemme: egli era "padre di Alessandro e Rufo" (15,21). Quel suo gesto, perciò, non l'aveva lasciato indifferente, tant'è vero che due suoi figli avevano aderito alla nuova religione e ne erano diventati membri noti.
Infatti - anche se non si è certi dell'identificazione - un certo Rufo "eletto nel Signore" è salutato da Paolo nella sua Lettera ai Romani (16,13). Di Simone di Cirene non possiamo aggiungere altro. Ma con quello stesso nome si affaccia nelle pagine bibliche una pattuglia di almeno dodici personaggi diversi.

In futuro abbozzeremo forse il ritratto di qualcuno di essi, mentre per ora ci accontentiamo di elencarli.

Tutti sanno che Simone (che è grecizzazione dell'ebraico Simeone) era il primo nome di Pietro, nome citato 27 volte nel Nuovo Testamento. Ma ci sono altri personaggi biblici rilevanti. Pensiamo a Simone, secondo dei fratelli Maccabei, le cui vicende sono ampiamente narrate soprattutto nei capitoli 13-16 del primo Libro dei Maccabei; egli divenne sommo sacerdote ed "etnarca" degli Ebrei (143-134 a.C.). C'è anche un beniaminita, sovrintendente del tempio ancora durantela rivoluzione dei Maccabei, personaggio tutt'altro che limpido (2 Maccabei 3-4).

Persino tra i Dodici c'è un altro Simone soprannominato "lo zelota", forse per la sua precedente appartenenza politica. Anche uno dei cosiddetti "fratelli di Gesù" portava lo stesso nome (Marco 6,3), come il padre di Giuda Iscariota, il discepolo traditore (Giovanni 6,71; 12,4; 13,2.26).

Simone il lebbroso è, invece, l'ospite che accoglie a mensa Gesù e che assisterà al gesto sorprendente dell'unzione di balsamo compiuto da una donna nei confronti di Gesù (Matteo 26,6-13). Una scena parallela è evocata da Luca ma là si parla di un "Simone fariseo". Negli Atti degli Apostoli ci imbattiamo, poi, in un Simone conciatore di pelli, un cristiano di Giaffa che ospitava Pietro nella sua città. Infine è da menzionare il famoso Simon mago di Samaria, chiamato dai suoi seguaci: "Grande potenza di Dio" (8,9-24).