Tutti i Cristiani sono discepoli


Questa volta nella nostra galleria di volti biblici proponiamo un profilo "anonimo", cioè senza un nome specifico: si tratta, infatti, di quella serie di figure che popolano il capitolo 10 di Luca letto nella liturgia di questa domenica. Esse, pur essendo dotate di un nome proprio, a noi ignoto, sono definite in modo unitario come "discepoli", un termine che al singolare in greco è mathetès e in ebraico talmid.

Il vocabolo, raro nell'Antico Testamento, è caro al Nuovo, ove è applicato non solo ai Dodici, ossia agli apostoli (con la formula "i suoi discepoli", cioè di Gesù), ma anche a un gruppo più numeroso di seguaci, chiamati solo "discepoli".

Ora, il brano citato di Luca 10 inizia proprio così: "Il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé...". Quel numero riceve, in alcuni codici antichi che ci trasmettono il testo dei Vangeli, una contrazione, divenendo "settanta".

Come si può intuire, ricordando il valore soprattutto simbolico dei numeri più significativi biblici, la componente "sette" che sta alla base attribuisce ai 72/70 discepoli un valore meno quantitativo e statistico e ben più qualitativo e allusivo.

Se i 12 apostoli erano stati scelti secondo quel numero esclusivo per ricalcare le tribù di Israele, 72/70 è, invece, il numero delle nazioni della terra presentate nel capitolo 10 della Genesi. Per la precisione erano 70 stando all'elenco ebraico originale, 72 secondo la lista offerta dall'antica traduzione greca della Bibbia, chiamata tra l'altro "dei Settanta", dal numero leggendario dei suoi traduttori.

Il titolo "discepolo" dopo la risurrezione di Cristo, verrà applicato a tutti i cristiani, come è attestato dagli Atti degli Apostoli ove, ad esempio, si legge: "In quei giorni aumentava il numero dei discepoli... A Damasco c'era un discepolo di nome Anania... AGiaffa c'era una discepola chiamata Tabità..." (6,1; 9,10.36). Nel Vangelo di Giovanni appare, poi, un innominato "discepolo amato" che la tradizione ha identificato nell'evangelista, ma i cui contorni precisi talora sfumano divenendo quasi emblematici per raffigurare il vero discepolo di Cristo.

Il brano di Luca traccia con nettezza alcuni lineamenti di questo discepolato, in cui si dovrebbero riconoscere tutti i cristiani, il discepolo dev'essere uomo di pace e di mitezza: "Come agnelli in mezzo a lupi... in qualunque casa entriate, dite: Pace a questa casa!". Dev'essere povero, distaccato dai beni, privo di borsa, bisaccia e sandali di scorta, sostenuto dalla carità fraterna.

Deve lui stesso impegnarsi per i sofferenti: "Curate i malati". Ma soprattutto deve proclamare il Vangelo, la "buona novella": "È vicino a voi il regno di Dio!". E anche se la sua missione registrerà insuccessi, rifiuti, persecuzioni, la sua fiducia deve rimanere intatta e serena. I demoni, infatti, sono votati alla sconfitta, il male arretrerà. Lo stesso Cristo, al termine della missione dei 72/70, esclamerà: "Vedevo Satana cadere dal cielo come la folgore".