Il Signore guarisce tutte le tue malattie


«Vi salutano Luca, il caro medico, e Dema». Così si legge nella fmale della Lettera di Paolo ai Colossesi. Ed è da questo brevissimo inciso che la figura del terzo evangelista è entrata nella tradizione anche come quella di un medico.

Un prologo greco premesso al suo Vangelo nel II secolo ci offre una specie di carta d’identità così concepita:
«Luca, siro-antiocheno, di arte medico, divenuto discepolo degli apostoli, seguì Paolo sino al suo martirio e il Signore senza distrazione.
Non fu sposato, non ebbe figli, morì in Beozia (Grecia) all’età di 84 anni, pieno di Spirito Santo».

Noi non vogliamo, però, parlare di Luca — di cui ricorre la festa liturgica il prossimo 18 ottobre e il cui Vangelo è stato spesso da noi evocato nelle sue pagine più belle —, bensì fermarci sulla sua prima professione, legata alla medicina. Questo ci porta a interessarci di una suggestiva pagina di un sapiente biblico del II secolo a.C., il Siracide, nella quale si ha un ritratto del medico (e un cenno anche al farmacista).
Poiché non possiamo qui citarla integralmente, ne suggeriamo la lettura nel capitolo 38 di quel libro biblico, ai versetti 1-14.

È, però, necessaria una premessa. Nell’Antico Testamento domina una tesi che vede un nesso intimo tra malattia e peccato. Se tu soffri, è perché stai espiando un peccato: anche i discepoli di Gesù condividono questa teoria quando, davanti al cieco nato, s’interrogano su chi mai abbia peccato perché quel misero sia venuto al mondo con quel terribile handicap (Giovanni 9, 1-2).

È naturale che in questa prospettiva il primo medico è Dio che deve perdonare il peccato. Ripetutamente nell’Antico Testamento si leggono frasi di questo genere:
«Il Signore perdona tutte le colpe, guarisce tutte le tue malattie» (Salmo 103,3).

Anche il Siracide nel suo profilo del medico tiene conto di questa tesi quando, ad esempio, scrive: «Figlio mio, nella tua malattia..., prega il Signore ed egli ti guarirà... Offri incenso e un sacrificio di fior di farina e vittime grasse secondo le tue possibilità» (38,9.11).

Ma c’è una svolta, che sicuramente è influenzata dalla cultura ellenistica respirata dal nostro autore. Egli, infatti, dichiara senza esitazioni che Dio ha creato anche il medico e le varie terapie farmacologiche.

Ecco le sue parole: «Onora il medico perché hai bisogno di lui, anche lui è stato creato da Dio, dal quale riceve sapienza... La scienza del medico lo fa stare a testa alta... Dio dalla terra produce medicamenti e l’uomo assennato non li disprezza... Con essi il medico lenisce il dolore e il farmacista prepara i suoi composti... (Dopo aver pregato) Fa’ posto al medico, non ti abbandoni, perché ti è necessario. Ci sono occasioni in cui il successo è nella sua mano: anch’egli infatti prega Dio perché la sua diagnosi abbia buon esito e la terapia possa salvare la vita».

La versione che abbiamo proposta, pur tenendo talora conto della traduzione greca — che conserva integralmente lo scritto dal Siracide —‘ si basa sull’originale ebraico scoperto nel secolo scorso. In esso è evidente come preziosa sia l’opera del medico, senza per questo dimenticare la visione religiosa globale della vita umana offerta in quella pagina.