JEU INSORGE CONTRO I RE D’ISRAELE


Dopo la straordinaria esperienza di incontro con il Signore sulla vetta dell’Horeb-Sinai, descritta nella prima lettura di questa domenica, il profeta Elia riceve questo ordine dal Signore:

«Su, ritorna sui tuoi passi verso il deserto di Damasco; giunto là, ungerai Hazael, come re di Aram. Poi ungerai Ieu, figlio di Nimsi, come re di Israele, e ungerai Eliseo... come profeta al tuo posto» (iRe 19,15-16).

Elia deve, dunque, avallare il mutamento degli assetti politici dell’area settentrionale: in Siria dovrà investire un nuovo re, Hazael, un ufficiale che aveva eliminato il suo sovrano Ben Hadad; nel regno ebraico del Nord, detto di Israele, quello in cui viveva il profeta, un altro ufficiale, il generale dei carristi Ieu, avrebbe eliminato la dinastia al potere ed Elia lo avrebbe consacrato re.

È proprio su questo personaggio che ci fermiamo perché, attraverso di lui, riusciamo a vedere come la Bibbia rifletta non solo la parola di Dio ma anche la storia umana, con tutto il suo peso di vittime e il suo tributo di sangue. Il re allora al potere, Acab, della dinastia di Oinri (il fondatore della città di Samaria), su influsso dell’abilissima consorte Gezabele, una principessa fenicia, aveva introdotto nel suo Stato una religiosità di stampo pagano. Anche se formalmente il Signore era quello adorato da sempre, il suo profilo e il suo culto erano diventati di impronta cananea e fenicia, ossia legati al dio della fertilità Baal.

Elia si era opposto con fermezza a questa operazione ed era stato costretto alla fuga, inseguito dall’odio di Gezabele. È lui, perciò, a patrocinare un colpo di Stato, in un tempo in cui religione e politica spesso s’intrecciavano tra loro. Ecco spiegato l’appoggio all’insurrezione del generale Ieu, anche se a consacrarlo re non sarà Elia, bensì un delegato del suo discepolo Eliseo.
Siamo attorno all’843 a.C. L’evento è narrato nel capitolo 9 del Secondo Libro dei Re e si risolve in un impressionante bagno di sangue. Prima, Ieu elimina il successore di Acab, Ioram (9,24); poi, fa assassinare anche il re di Giuda, il regno ebraico meridionale, Acazia (9,27), e l’implacabile nemica di Elia, la regina Gezabele, moglie di Acab (9,30-37). È la volta, poi, di ben 70 principi della famiglia di Acab (9,11.17), di altri 42 giovani principi del regno di Acazia (9,13-14) e, alla fine, egli ordina una strage di tutti i più noti sostenitori del culto di Baal, estirpandone la religione attraverso la demolizione dei suoi vari santuari.

È evidente che tutto questo avviene perché Ieu ha il sostegno non solo dell’esercito e della base popolare, rimasta fedele alle tradizioni israelitiche antiche, ma anche dell’ambito profetico, a partire da Elia ed Eliseo.

Si ha, così, un segno netto dell’incarnazione” della parola di Dio che spesso si fa strada pure in mezzo alle infamie e alle crudeltà umane e che, perciò, dev’essere opportunamente interpretata e non letta letteralisticamente e materialmente. Ieu, che è ricordato anche in un obelisco di basalto nero del re di Assiria Salmanassar III come suo vassallo (841 a.C.), regnerà per 28 anni, fino all’816 a.C. e la sua dinastia durerà per novant’anni. Ancora un secolo dopo, il profeta Osea (1,4) rievocherà con impressione il terribile colpo di Stato sanguinario di questo sovrano.