QUIRINIO E IL CENSIMENTO DI AUGUSTO


«In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio» (Luca 2,1-2).

Così si apre il Vangelo della Messa della notte di Natale. Pieter Brueghel il Vecchio, in una tela custodita al Museo delle belle arti di Bruxelles (1566), ha rappresentato l’accorrere a Betlemme, immersa nella neve, di un fitto stuolo di mercanti, contadini, straccioni per farsi registrare secondo un censimento condotto sulla base delle origini delle famiglie, una prassi attestata nell’Egitto romano, anche se predominante era il censimento residenziale.

A ordinare quest’operazione censuale sarebbe stato il governatore di Siria, Publio Sulpicio Quirinio che, secondo lo storico romano Tacito (nei suoi Annali), era nato a Lanuvio, uno dei Castelli romani. Un altro documento, il Monumen tum Ancyranum, il testamento politico che Augusto imperatore aveva fatto incidere sul tempio a lui dedicato ad Ancyra (l’attuale Ankara), riferisce che nel 12 a.C. Quirinio divenne persino console.

Ora per quel censimento, che ci permetterebbe di collocare la nascita di Cristo in una data precisa, c’è una difficoltà grave. L’unico censimento documentato di Quirinio in Palestina fu eseguito nel 6-7 d.C., quando Gesù doveva avere almeno dodici anni. Come è noto, i Vangeli affermano che Gesù nacque sotto Erode il Grande, il quale morì nel 4 a.C. Si ritiene, perciò, che la data del Natale di Cristo sia da assegnare all’incirca al 6 a.C.

E il censimento di Quirinio di cui parla Luca? Due sono le soluzioni proposte. Per alcuni l’evangelista, che pure altre volte si era rivelato attento alla storia, o ha confuso le date oppure ha voluto raccordare la nascita di Cristo a quell’evento censuale rilevante per mettere in collegamento Gesù con l’Impero romano, affermando il rilievo universale di quella nascita. Si tratterebbe, quindi, di una rilettura teologica, aliena da rigorose preoccupazioni storiografiche. C’è, però, un’altra proposta che è stata sostenuta da alcuni studiosi attenti a marcare quella nota particolare di Luca: era il «primo censimento» di Quirinio. Augusto, infatti, avrebbe progettato un piano globale censuale destinato a coinvolgere tutto l’Impero.

Nel 7-6 a.C. quel piano avrebbe toccato anche il regno di Erode: sarebbe stato un censimento di tipo amministrativo più che fiscale (essendo Erode rex socius et amicus di Augusto), connesso a un giuramento di fedeltà all’inperatore e condotto secondo il metodo tribale e non residenziale per ragioni di rispetto alle tradizioni locali. A gestirlo sarebbe stato appunto Quirinio che in quel momento reggeva con incarico speciale la legislazione di Siria, essendo il governatore di allora, Sanzio Saturnino, impegnato in una dura guerra contro gli Armeni.

Quando diverrà lui responsabile a pieno titolo della Siria, da cui dipendeva la Palestina, Quirinio ordinerà un secondo censimento, quello più noto e documentato del 6-7 d.C. Certo è che, al di là delle questioni storiche, Luca vede nella nascita di Gesù un evento dagli echi universali e dall’incidenza nella vicenda storica dell’umanità.