IL “NUMERO”

Erano circa cinquemila uomini... Riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo. (Giovanni 6,10.13)



Il numero in tutte le culture non è mai stato un mero strumento di computazione della realtà. Esso ha sempre cercato di esprimere la struttura segreta e simbolica delle cose ed è per questo che ha acquistato significati e valori che vanno oltre il calcolo e diventano “metafisici”. Similmente, attraverso quella che è detta la gematria, si sono attribuiti valori numerici alle lettere dell’alfabeto o ai segni della scrittura così da ottenere un intreccio tra computo e parola, sempre con la finalità di scavare e scovare il senso ultimo dell’essere. In questa operazione si distinguerà la tradizione giudaica posteriore col movimento mistico-esoterico della Kabbalà e le sue speculazioni.

Già la Bibbia, però, aveva usato in modo simbolico i numeri attribuendo ad alcuni di essi valori espressivi particolari. Così è facile riconoscere nel quattro un rimando ai punti cardinali e quindi alla totalità dell’essere creato, o nel sette un riferimento alla pienezza, anche perché in ebraico questo numero ha la stessa radice di “giuramento”, “promessa” divina. Di conseguenza il sei è segno di imperfezione: non per nulla il numero della Bestia satanica è nell’Apocalisse 666 (in greco 600+60+6) che è multiplo di 6 e somma di multipli di 6. Il 6 è anche la metà di 12.

Ora, il dodici è significativo nella Bibbia, probabilmente a causa del sistema sessagesimale: così 12 sono le tribù di Israele, 12 gli apostoli, 12 sono i mesi e 144.000 (12x12x1.000) gli eletti dell’Apocalisse. In quest’ultimo numero emerge il valore del mille che è segno di immensità: 1.000 erano i soldati di ogni unità militare dell’antico esercito israelitico. Inoltre non bisogna dimenticare che il termine ebraico per indicare “mille” significa anche “bue”: forse si vuol designare un gruppo di persone che si possono alimentare con le carni di questo animale. In tale caso i 5.000 uomini che si saziano nella moltiplicazione dei pani operata da Gesù (Giovanni 6,10) sarebbero da ridimensionare.

E ancora: dieci è un altro emblema di pienezza perché evoca le dita delle mani (il decalogo). Facile è, allora, ritenere rilevante anche il settanta che moltiplica tra loro due numeri “pieni”, il 7 e il 10, e che diventa l’espressione compiuta degli anni della vita di un uomo. Il libro biblico che più esalta la simbologia numerica — accanto a una sequenza, molto variopinta, di altre simbologie
— è, come si è già suggerito, l’Apocalisse: si pensi che tra i numeri cardinali, ordinali e frazionali si contano nelle sue pagine ben 283 numeri! I più significativi sono il 7 e il 12.

Il 7 è per eccellenza la cifra di Cristo e di Dio: Cristo invia 7 lettere ad altrettante Chiese, apre 7 sigilli; Dio ordina a 7 angeli di far squillare 7 trombe e ad altri 7 angeli di versare 7 coppe, dando origine ai famosi settenari che fanno da ossatura alla parte centrale del libro.

Il 12, invece, è presente nelle stelle della donna del capitolo 12, come 12 sono le porte della Gerusalemme nuova, 12 le fondamenta, 144.000 i segnati in fronte col sigillo dell’Agnello e 144 cubi- ti misurano le mura di Gerusalemme e 12.000 stadi i suoi lati. Naturalmente, tutte le frazioni di questi numeri “perfetti” sono segno di imperfezione: oltre al citato 666 della Bestia, lo sono il 3 e mezzo, i “3 tempi e mezzo” (3 anni e mezzo), i 42 mesi (3 anni e mezzo), i 1.260 giorni (sempre 3 anni e mezzo)...



LE PAROLE PER CAPIRE

TIPOLOGIA - Si tratta di una modalità interpretativa delle Scritture, secondo la quale figure, eventi e simboli dell’Antico Testamento sono considerati “tipi”, cioè prefigurazione di eventi neotestamentari. Già san Paolo parla di Adamo come “tipo’, cioè figura di “colui che doveva venire”, Cristo, nuovo capostipite dell’umanità redenta (Romani 5,14).

BESTIA - Mostri, fiere e bestie sono spesso usati per evocare il male e la negatività del mondo e della storia. Nel libro dell’Apocalisse la Bestia per eccellenza è interpretata come il diavolo (20,10), o come la morte e gli inferi (20,14) e riceve un numero specifico, simbolo di imperfezione, il 666 (13,18).