Sansone, forte come il sole
 

L'estate ci riporta davanti agli occhi i panorami assolati, la terra bruciata dal caldo, la sete ma anche lo splendore della luce.
È un po’ su questo fondale che si dovrebbe collocare una particolare trama biblica di straordinaria vivacità:
intendiamo parlarvi ora e forse anche la prossima settimana del cosiddetto "ciclo di Sansone", una serie di colpi di scena narrati nei capitoli 13-16
del libro dei Giudici, l’opera anticotestamentaria a cui abbiamo già attinto la scorsa settimana.
Il testo sacro sembra quasi una sceneggiatura stesa per una rappresentazione, tanto essa è fresca, densa di sorprese ma anche di drammaticità.
Al centro si erge la figura statuaria di questo eroe della piccola tribù di Dan, un uomo impetuoso, passionale, simile ai torrenti della sua regione, la Shefela, pianura meridionale della Palestina: a primavera sono gonfi d’acqua e dirompenti, d’estate s’essiccano.
Ma ritorniamo all’immagine del sole da cui siamo partiti. Nell’interno di questo racconto domina, infatti, il simbolismo solare:
il nome "Sansone" in ebraico evoca il termine che indica il sole; il suo villaggio d’origine, Bet-Shemesh significa "Casa del sole"; come il sole infuocato, egli incendia le messi (Giudici 15,1-8); i suoi famosi capelli assomigliano ai raggi della corona solare; la sua amica-nemica, Dalila, in ebraico ha un nome affine al vocabolo laj-lah, che vuol dire notte.
Siamo quindi in presenza di una narrazione popolare, piena di simpatia per questo personaggio celebrato accanto ai fuochi invernali o alle porte dei villaggi dagli anziani di Israele.
Una narrazione che non disdegna elementi fantasiosi, pittoreschi, folcloristici e persino mitici: le imprese mirabolanti di Sansone non richiamano forse le celebri "fatiche di Ercole", come il rapporto tra forza e amore o tra cecità e amore? La sostanza, però, della sua vicenda rimane profondamente biblica. Così, l’annunciazione della sua nascita alla madre ricalca un antico schema presente anche nella storia del re-Emmanuele, cantato da Isaia (capitolo 7): concezione, parto, nome del neonato, il suo futuro, la dieta simbolica e così via. Anche il voto di non tagliare i capelli rimanda al "nazireato", cioè a un atto di consacrazione al Signore attestato dal capitolo 6 del libro dei Numeri. Così, la donna straniera tentatrice è la ripresa della figura della "prostituta sacra", cioè della sacerdotessa dei culti pagani della fertilità in vigore presso gli indigeni cananei della Terrasanta e ripetutamente condannati dalla Bibbia. Noi ora ci fermiamo qui, ma invitiamo i nostri lettori a prendere in mano il testo del libro dei Giudici nei capitoli 13-16 e a lasciarsi conquistare da questo racconto colmo di sorprese e di tensione.
La settimana prossima riprenderemo il filo del discorso per illuminare il senso ultimo spirituale di questa storia.