PREFAZIONE

di Daniel Ch'iu-ming

Cinque anni or sono presentando "La Grande Pratica" - il compendio filosofico e poetico redatto in epoca imprecisata (seppur l'enigmatica epigrafe con cui il testo esordisce sembra porgere il destro per qualche congettura su cui vorremmo per ora soprassedere) da Tchi Ch'ong Tzu - dicevamo d'aver ricevuto dall'Abate Yung Ch'eng Tzu di Hui T'ang una copia del quarto volume delle opere dell'incomparabile maestro, "Cento Primavere", ove si trovano diversi detti, sentenze ed aneddoti apocrifi su Tchi Ch'ong Tzu e sui suoi primi discepoli.

La nostra conoscenza diretta della Scuola nata dalla tradizione che riconosce nel maestro Ch'ong il proprio fondatore, detta in Cina "Scuola della Preziosa Ghirlanda", ci consente oggi qualche precisazione utile per una miglior comprensione di questo e degli altri testi.

Anzitutto specifichiamo che la qualifica di "apocrifi" non sminuisce affatto il valore dottrinale né quello letterario di "Cento Primavere". Il libro contiene al suo interno, per esempio, due pregevoli fascicoli tuttora studiati con costanza e venerazione dagli allievi: "Il Piccolo Canto della Gioia Splendente" - redazione anonima d'un mai realizzato trattato musicale di maestro Ch'ong - e "Commentari agli Otto doppi Kua di Fu Hsi" del Terzo Patriarca della Preziosa Ghirlanda, il Venerabile Teng Hsi, discepolo del primo successore di Tchi Ch'ong Tzu.

Il quarto libro non è impiegato nelle cerimonie né proposto agli allievi per la loro formazione. La sua lettura e meditazione, sebbene non richieste esplicitamente dal cammino iniziatico, sono però vivamente raccomandate.

Neppure il grado d'autenticità storica degli episodi e dei testi raccolti in "Cento Primavere" può dirsi inferiore a quello degli altri libri. Insomma, la tradizione della Scuola della Preziosa Ghirlanda si limita a spiegare che "Il Giusto Comportamento", "La Grande Pratica" e "La Terrazza delle Fresche Rugiade" assolvono rispettivamente ad una di queste tre funzioni formative: il primo, a risvegliare l'animo del discepolo sviluppandone la ricettività; il secondo, a riedificarlo conferendogli robustezza; ed il terzo infine, ad addolcirlo e apportargli la qualità della tenerezza. Né per "Cento Primavere" si danno indicazioni riguardo ad una specifica finalità didattica.

Ci si è offerta un giorno l'opportunità di chiedere al Venerabile Yung Ch'eng Tzu se, a proposito della Scuola della Preziosa Ghirlanda, si sia autorizzati a parlare di sistema religioso. Con un sorriso amabile e socchiudendo un poco gli occhi vivacissimi, il Venerabile Abate ha risposto: "Sì, certamente! A condizione che voi occidentali siate disposti a considerare la fiaba Biancaneve e i sette nani come parte integrante dei vostri quattro Santi Evangeli!". La verve di questa risposta ci ha tra l'altro fornito un'ulteriore conferma della vitalità che l'insegnamento di Tchi Ch'ong Tzu ha conservato lungo i secoli.

Affidiamo quindi "Cento Primavere" ad una lettura intelligente, aperta di cuore, sensibile, e - perché no - ricca d'umorismo. Tanto il maestro Ch'ong quanto i suoi discepoli antichi ed attuali hanno dimostrato di non considerare l'humour come un semplice accessorio di realtà "più profonde". Anzi, forse la sintesi migliore del senso dell'insegnamento impartito nella Scuola è tratteggiata su un pannello affisso nella Sala piccola della Pace Celeste d'un minuscolo romitaggio della Preziosa Ghirlanda nei pressi di Seoul (sud Corea) che ci è capitato di visitare recentemente.

Su una tavola vermiglia, si stagliano netti ed elegantissimi alcuni ideogrammi cinesi tracciati con somma maestria. Ogni discepolo, accedendo alla Sala piccola della Pace Celeste per la meditazione quotidiana, prima di prendere posto sul suo cuscino s'inchina profondamente tre volte dinanzi a questa scritta:

 

Saper ridere con vera bontà

e lasciarsi innamorare dalla bontà delle cose

sono le prime qualità del saggio.

La Pace del Cielo, infatti,

non ha il muso lungo.

 

Torrita di Siena, 21 marzo 1998

Anno della Tigre

Indice di "Cento Primavere"