CAPITOLO SECONDO

 

6. Autunno

 

Sono pochi giorni che spira il vento d'Occidente,

ma già le prime foglie si staccano dai rami.

Sul sentiero ancora asciutto cammino con scarpe leggere,

e per il freddo ho indossato la giubba imbottita.

 

Nei torrenti la piena poco a poco si ritira

e fra i radi bambù filtra una luce tremula.

Nel crepuscolo precoce, lungo il sentiero verde di muschio,

il guardiano dell'orto già porta a dormire le sue ochette.

 

7. Passeggiata sul monte Lu

 

I prati sono freddi, la pioggerella è cessata finalmente

e i colori sgargianti del maggio scoppiano in ogni dove.

Il laghetto brulica di pesci guizzanti,

i ramoscelli teneri si piegano sotto a tordi canterini.

 

I primi fiori si lavano le belle guance,

l'erba dei monti s'inchina al soffio della brezza.

Nel cielo di cobalto l'ultima frangia di nuvola

stracciata dal vento pigramente dissolve.

 

Oh, quanto è dolce ed incantevole

perdersi in questo splendore primaverile,

e come il mio dolore con l'ultimo biancore delle nubi

si dissolve nell'azzurro del mattino!

 

8. Ballata dei carri da guerra

 

I carri da guerra incedono scricchiolando

trascinati da cavalli che a lungo nitriscono.

I soldati recano archi e fasci di frecce

mentre spose, bimbi e vecchi li seguono ansiosi

 

Monte Huan-chan, fiume Tchirek:

ululate lamentandovi con me

per questa immensa sventura

che ha colpito la nostra terra!

 

Il ponte a Sien-yang è stato distrutto dai nemici,

i bambini si stringono alle gonne delle madri:

si lamentano singhiozzando senza fine,

salgono fino al cielo i loro pianti disperati.

 

Monte Huan-chan, fiume Tchirek:

ululate lamentandovi con me

per questa immensa sventura

che ha colpito la nostra terra!

 

Il vecchio viandante interroga i soldati:

"Troppo spesso, ahimè, si rinnova la chiamata alle armi.

Quindicenni son partiti a difendere il fiume del Nord,

quarantenni combattono sui campi dell'Ovest."

 

Monte Huan-chan, fiume Tchirek:

ululate lamentandovi con me

per questa immensa sventura

che ha colpito la nostra terra!

 

Ai fanciulli il generale mette in fronte una benda,

i vecchi appena tornati già si richiamano.

Sulla frontiera il sangue a fiumi ribolle,

rosseggiano i torrenti sotto un velo di nubi oscure.

 

Monte Huan-chan, fiume Tchirek:

ululate lamentandovi con me

per questa immensa sventura

che ha colpito la nostra terra!

 

La bramosia guerriera del Demone della Distruzione

non è ancora sazia dello spirito degli uccisi in battaglia,

s'ubriaca sogghignando Tchong a coppe rigurgitanti sangue

come a tazze festose di vino alle nozze.

 

Monte Huan-chan, fiume Tchirek:

ululate lamentandovi con me

per questa immensa sventura

che ha colpito la nostra terra!

 

Nozze di morte senza compianti,

pianto di vedove e di bimbi.

Nozze di morte senza sepoltura,

né fiori d'ibisco o funebre banchetto.

 

Monte Huan-chan, fiume Tchirek:

ululate lamentandovi con me

per questa immensa sventura

che ha colpito la nostra terra!

 

Non vedete a Sud le Provincie abbandonate,

invasi i cortili dai rovi, devastate le corti dagli sciacalli?

Sono forti le donne: lavorano i campi,

ma il grano spunta stentato e senza spighe.

 

Monte Huan-chan, fiume Tchirek:

ululate lamentandovi con me

per questa immensa sventura

che ha colpito la nostra terra!

 

Ormai avere dei figli è diventata sciagura!

Si è più contenti se nascono delle figlie:

cresciute almeno si sposano a un vicino,

ma i corpi dei figli si sfanno con l'erba dei campi.

 

Monte Huan-chan, fiume Tchirek:

ululate lamentandovi con me

per questa immensa sventura

che ha colpito la nostra terra!

 

Le ombre dei morti recenti

cantano per il buio i loro rimpianti,

le ombre degli antichi morti

si lamentano invano nei giorni piovosi e oscuri.

 

Monte Huan-chan, fiume Tchirek:

ululate lamentandovi con me

per questa immensa sventura

che ha colpito la nostra terra!

 

9. Ultimo poemetto

 

"Non cercatemi, e mi troverete.

Non ricordatemi, e mi cercherete.

Non nominatemi, e mi ricorderete.

Non pensatemi, e mi nominerete."

 

Queste parole le ho scritte io di mio pugno

il giorno prima di salire al Regno degli Immortali.

Sei dragoni aspettano fuori dall'uscio, legati a un cocchio,

colui che senza sforzo apparente ha varcato gli Otto Limiti del Compasso.

 

10. Salendo in un mattino d'estate

al Padiglione della Lucentezza Pura

 

Mi sono alzato presto stamattina

per godere la freschezza dell'alba:

indosso abiti ricamati di seta azzurra

e m'incammino per il viottolo dei bambù.

 

La luce del primo sole si diverte

coi fiori imperlati di rugiada,

e la mia tunica gioca a rimpiattino con la brezza

agitandosi come fiammella color di cielo.

 

Voglio salire in lieta solitudine

fino al Padiglione della Lucentezza Pura:

dalle sue ringhiere voglio gettare lo sguardo

sugli Otto orizzonti di questo paese ospitale.

 

Vette montane superano le nubi a Settentrione,

il fiume tortuoso scende lento a Meridione,

ad Oriente si stende variopinta la città di Lo-yang

e ad Occidente sconfinate distese d'arbusti e fiori.

 

Il mio cuore s'inebria e disperde

nell'incanto di questo paesaggio,

ma più delizioso ancora a contemplarsi

è un pigro calabrone che sosta sull'asfodelo in fiore.

 

Indice de "La Terrazza delle Fresche Rugiade"