Arte
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G.L. Bernini nella rapresentazione della metamorfosi di Apollo e Dafne

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MITO

Tutto l'Olimpo festeggiava Apollo, appena ritornato dalla citta di Delfi, dove era riuscito a uccidere con le sue frecce il feroce serpente Pitòne, che aveva perseguitato sua madre Lèto.

Tutti gli dei esaltavano tranne Eros che si allenava con il suo piccolo arco, Apollo lo vide e gli

disse: - Eros cosa  pensi di poter fare con questa tua minuscola arma?

Eros gli rispose: - La mia gloria è maggiore della tua, Apollo, perche tu con il tuo arco pui uccidere solo esseri mortali, ma io posso colpire con il mio anche gli dei, e presto te ne accorgerai. Dette queste parole volò via e si apposto sulla cima del monte Parnàso. Prese due frecce, una d'oro e l'altra di piombo e attese il momento propizio. Quando Apollo passeggiava nel bosco dove Dafne stava cacciando, allora prese la freccia d'oro e colpi Apollo e con quella di piombo colpi Dafne. appena Apollo la vide scoppio per lui immediatamente un'amore e appena lo vide Dafne scoppio subito un'odio profondo. Cominciò a correre ma Apollo la stava per raggiungere quando la bella linfa chiese al padre di trasformarsi e quindi di non essere più amata da nessuno, aveva appena terminato di dire queste parole quando sentì mancargli le forze, i piedi si fissarono al terreno diventando radici, le braccia divennero rami in poco tempo si trasformo in un'albero di alloro. Il dio quindi potè solo stringere il tronco a se e dire: - Poichè non potrai piu essere mia sposa, Dafne, Diventerai la pianta a me sacra.   

Testo tratto da " DI MITO IN MITO " di Mario Grassi e Viola Basco 

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