Problemi su scala locale
LA QUALITà DELL' ARIA -- I principali inquinanti -- Biossido di azoto

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Caratteristiche chimicofisiche

Il biossido di azoto è un gas di colore rosso bruno, di odore pungente e altamente tossico. Pur essendo presenti in atmosfera diverse specie di ossidi di ozoto, per quanto riguarda l’inquinamento dell’aria si fa quasi esclusivamente riferimento al termine NOx che sta ad indicare la somma pesata del monossido di azoto (NO) e del biossido di azoto (NO2).

Fonti

Il biossido di azoto si forma in massima parte in atmosfera per ossidazione del monossido (NO), inquinante principale che si forma nei processi di combustione. Le emissioni da fonti antropiche derivano sia da processi di combustione (centrali termoelettriche, riscaldamento, traffico), che da processi produttivi senza combustione (produzione di acido nitrico, fertilizzanti azotati, ecc.Su scala globale si stima che le emissioni di ossidi di azoto naturali ed antropogeniche siano dello stesso ordine di grandezza (circa 200 milioni di tonnellate).Le sorgenti naturali sono costituite essenzialmente dalle decomposizioni organiche anaerobiche che riducono i nitrati a nitriti; i nitriti in ambiente acido formano acido nitroso che, essendo instabile, libera ossidi di azoto. Da segnalare anche l’azione dei fulmini, gli incendi e le emissioni vulcaniche.La principale fonte antropogenica di ossido di azoto è data dalle combustioni ad alta temperatura, come quelle che avvengono nei motori degli autoveicoli: l’elevata temperatura che si origina durante lo scoppio provoca la reazione fra l’azoto dell’aria e l’ossigeno formando monossido di azoto. La quantità prodotta è tanto più elevata quanto maggiore è la temperatura di combustione e quanto più veloce è il successivo raffreddamento dei gas prodotti, che impedisce la decomposizione in azoto ed ossigeno.
Si stima che in Italia vengano emesse in atmosfera circa 2 milioni di tonnellate all’anno di ossidi di azoto, di cui circa la metà è dovuta al traffico degli autoveicoli.
Altre importanti fonti di ossidi di azoto sono gli impianti termici e le centrali termoelettriche; le quantità emesse sono comunque relativamente minori dato che nel corso della combustione vengono raggiunte temperature di fiamma più basse. Sorgenti antropogeniche di ossidi di azoto sono inoltre la produzione dei fertilizzanti azotati, la produzione di acido nitrico per ossidazione dell’ammoniaca e la fabbricazione degli esplosivi, tutti i processi chimici che impiegano acido nitrico (come ad esempio la dissoluzione di metalli).

Effetti sull'ambiente e l'uomo

È un gas irritante per l’apparato respiratorio e per gli occhi, causando bronchiti fino anche a endemi polmonari e decesso.Il biossido di azoto è un gas irritante per le mucose e può contribuire all’insorgere di varie alterazioni delle funzioni polmonari, bronchiti croniche, asma ed enfisema polmonare. Lunghe esposizioni anche a basse concentrazioni provocano una drastica diminuzione delle difese polmonari con conseguente aumento di rischio di affezioni alle vie respiratorie. Contribuisce alla formazione dello smog fotochimico, come precursore dell’ozono troposferico, e contribuisce, trasformandosi in acido nitrico, al fenomeno delle "piogge acide". Il meccanismo principale di aggressione comunque è costituito dall’acidificazione del suolo (vedi fenomeno delle piogge acide); gli inquinanti acidi causano un impoverimento del terreno per la pedita di ioni calcio, magnesio, sodio e potassio e conducono alla liberazione di iono metallici tossici per le piante.
Da notare che l’abbassamento del pH compromette anche molti processi microbici del terreno, fra cui l’azotofissazione.Gli ossidi di azoto e i loro derivati danneggiano anche edifici e monumenti, provocando un invecchiamento accelerato in molti casi irreversibile.

 

Legislazioni

Il DPR n. 203 del 24 maggio 1988 fissa il valore limite per il biossido di azoto:
il 98° percentile delle concentrazioni medie di un’ora rilevate nell’arco di un anno ha il valore limite pari a 200 µg/mc. Il DPR n. 203 prevede anche dei valori guida per il biossido di azoto:
il 50° percentile delle concentrazioni medie di 1 ora rilevate durante l'anno ha il valore guida di 50 µg/mc;
il 98° percentile delle concentrazioni medie di 1 ora rilevate durante l'anno ha il valore guida di 135 µg/mc.Il Decreto Ministeriale 25/11/94 fissa inoltre il livello di attenzione ed il livello di allarme per quanto riguarda il biossido di azoto nelle aree urbane: considerando la media oraria (media delle misure effettuate nell'arco di 1 ora) il livello di attenzione è fissato in 200 µg/mc, mentre il livello di allarme è posto a 400 µg/mc.Il Decreto Ministeriale n.60 del 02-04-2002 va ad abrogare in parte le leggi precedenti. Emanato per ottemperare alle Direttive Europee, pone come valore limite orario 200 µg/mc (da raggiungere entro il 2010), come limite annuale 40 µg/mc (anche questo da raggiungere entro il 2010) e come limite annuale per la protezione della vegetazione 30 µg/mc. La soglia di allarme è di 400 µg/mc.Il limite di sicurezza per i lavoratori esposti al biossido di azoto, come TLV-TWA, è di 3 ppm, pari a 5,6 mg/mc; come TLV-STEL è di 5 ppm, pari a 9,4 mg/mc (limiti indicati dall’ACGIH, American Conference of Governmental Industrial Hygienists).Il limite di sicurezza per i lavoratori esposti all’ossido di azoto (ossido nitrico), come TLV-TWA, è di 25 ppm, pari a 31 mg/mc (indicato dall’ACGIH).