Problemi su scala planetaria
LA QUALITà DELL' ARIA --Problemi su scala planetaria -- Effetto serra   

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Cos'è l'effetto serra

Questo meccanismo, chiamato effetto serra, ha un effetto regolatore in grado di mantenere una temperatura media per tutto il globo di circa 15°C. L'atmosfera si comporta proprio come una serra, che lascia penetrare luce e trattiene calore. Questo processo consiste in un riscaldamento del pianeta per effetto dell’azione dei cosiddetti gas serra, composti presenti nell’aria a concentrazioni relativamente basse (anidride carbonica, vapor acqueo, metano, ecc.). I gas serra permettono alle radiazioni solari di passare attraverso l’atmosfera mentre ostacolano il passaggio verso lo spazio di parte delle radiazioni infrarosse provenienti dalla superficie della Terra e dalla bassa atmosfera (il calore riemesso); in pratica si comportano come i vetri di una serra e favoriscono la regolazione ed il mantenimento della temperatura terrestre ai valori odierni.La maggiore quantità di energia che arriva sulla Terra proviene dal Sole. Poiché l'atmosfera esercita una funzione di schermo, non tutte le radiazione che raggiungono il suo limite esterno riescono ad arrivare sulla superficie terrestre. In media, solo il 47% della radiazione globale viene assorbita dal suolo. Questo 47% costituisce la radiazione effettiva. Il restante 53% viene riflesso nello spazio, diffuso o assorbito nell'atmosfera o ancora restituito al suolo. La superficie terrestre emette nuovamente, a sua volta, una radiazione.Grazie alla presenza nell'atmosfera di anidride carbonica (CO2), la maggior parte di questa radiazione emessa nuovamente dalla Terra - il 90% - viene trattenuta e rimandata sulla superficie. Questo meccanismo, chiamato effetto serra, ha un effetto regolatore in grado di mantenere una temperatura media per tutto il globo di circa 15°C. L'atmosfera si comporta proprio come una serra, che lascia penetrare luce e trattiene calore. La quantità di insolazione ricevuta da una località dipende dall'angolo con cui viene colpita dai raggi solari, cioè dalla latitudine. Sulla Terra ci sono zone che ricevono un surplus di radiazione, mediamente quelle che si trovano nella zona climatica compresa fra l'equatore e i paralleli tropici (latitudine 23° 27' Nord e Sud). Le altre zone ne ricevono meno della media. Si può dire che l'atmosfera ha la capacità di trasferire energia da un punto all'altro del globo cercando di mantenere in modo dinamico le condizioni di equilibrio sulla Terra. L'anidride carbonica riveste un ruolo di grande importanza per il funzionamento dell'effetto serra.

Cause dell'aumento

La presenza dell'anidride carbonica nell'atmosfera, fino a una certa concentrazione, consente il mantenimento del clima attuale, mentre un suo eccessivo aumento porta a un progressivo aumento anche della temperatura sul pianeta.Sono principalmente due le attività umane che contribuiscono drammaticamente all'aumento dell'anidride carbonica atmosferica. Da una parte l'ossidazione dei composti di carbonio che formano i combustibili fossili (carbone, petrolio e gas bruciati per ottenere calore ed energia: scarichi delle automobili, degli impianti di riscaldamento e delle industrie a carbone che producono energia elettrica, ecc.) a cui si aggiungono anche gli effetti degli incendi di boschi e foreste. Dall'altra parte il disboscamento massiccio che determina una drastica riduzione del processo di assorbimento del carbonio e di immissione dell'ossigeno da parte delle piante attraverso la fotosintesi. Dall’inizio della Rivoluzione Industriale, la concentrazione atmosferica dell’anidride carbonica è aumentata del 30% circa, la concentrazione del gas metano è più che raddoppiata e la concentrazione dell’ossido nitroso (N2O) è cresciuta del 15%. Inoltre dati recenti indicano che le velocità di crescita delle concentrazioni di questi gas, anche se erano basse durante i primi anni ’90, ora sono comparabili a quelle particolarmente alte registrate negli anni ’80.Nei Paesi più sviluppati, i combustibili fossili utilizzati per le auto e i camion, per il riscaldamento negli edifici e per l’alimentazione delle numerose centrali energetiche sono responsabili in misura del 95% delle emissioni dell’anidride carbonica, del 20% di quelle del metano e del 15% per quanto riguarda l’ossido nitroso (o protossido di azoto).L’aumento dello sfruttamento agricolo, le varie produzioni industriali e le attività minerarie contribuiscono ulteriormente per una buona fetta alle emissioni in atmosfera. Anche la deforestazione contribuisce ad aumentare la concentrazione di anidride carbonica nell’aria, infatti le piante sono in grado di ridurre la presenza della CO2 nell’aria attraverso l’organicazione mediante il processo fotosintetico. Il danno è ancora più evidente se si pensa che nel corso degli incendi intenzionali che colpiscono ogni anno le foreste tropicali viene emessa una quantità totale di anidride carbonica paragonabile a quella delle emissioni dell’intera Europa. Da notare che la respirazione dei vegetali e la decomposizione della materia organica rilasciano una quantità di CO2 nell’aria 10 volte superiore a quella rilasciata dalle attività umane; queste emissioni sono state comunque bilanciate nel corso dei secoli fino alla Rivoluzione Industriale tramite la fotosintesi e l’assorbimento operato dagli oceani.Se le emissioni globali di CO2 fossero mantenute come in questi ultimi anni, le concentrazioni atmosferiche raggiungerebbero i 500 ppm per la fine di questo secolo, un valore che è quasi il doppio di quello pre-industriale (280 ppm). Il problema viene ulteriormente complicato dal fatto che molti gas serra possono rimanere nell’atmosfera anche per decine o centinaia di anni, così il loro effetto può protrarsi anche per lungo tempo

Come si può vedere dai grafici in basso, la concentrazione dei principali gas serra è aumentata in maniera esponenziale a partire dall'avvento della Rivoluzione Industriale.



Dati che fanno riferimento al periodo in cui non erano ancora disponibili degli strumenti adatti al rilevamento delle concentrazioni dei gas serra sono stati ottenuti analizzando l'aria intrappolata nel ghiaccio risalente agli anni in esame

Effetti sul clima e sull'ambiente

Poiché, a causa dell'inquinamento, la quantità di anidride carbonica presente nell'atmosfera sta aumentando, aumenta di conseguenza anche la quantità di calore trattenuto. Questo continuo surriscaldamento, nel lungo periodo, determinerebbe un innalzamento della temperatura sulla superficie del nostro pianeta con conseguenze gravissime per l'equilibrio della Terra. L'innalzamento degli ottimali 15° C di media porterebbe per esempio al progressivo scioglimento dei ghiacci dei poli, con un conseguente innalzamento del livello dei mari che ricoprirebbero la terraferma. Inoltre, il drastico mutamento climatico e meteorologico sarebbe probabilmente letale per la maggior parte delle specie di piante e animali oggi viventi.

Legislazione

Il Protocollo di Kyoto impegna i Paesi industrializzati e quelli ad economia in transizione (i Paesi dell’est europeo) a ridurre complessivamente del 5% nel periodo 2008–2012 le principali emissioni antropogeniche dei gas capaci di alterare il naturale effetto serra (questi Stati sono attualmente responsabili di oltre il 70% delle emissioni). I sei gas serra presi in considerazione sono: l’anidride carbonica, il metano, il protossido di azoto (N2O), gli idrofluorocarburi (HFC), i perfluorocarburi (PFC) e l’esafluoruro di zolfo (SF6). Il vapor d’acqua non è stato considerato in quanto le emissioni di origine antropogenica sono estremamente piccole se paragonate a quelle enormi di origine naturale.Per i Paesi in via di sviluppo il Protocollo di Kyoto non prevede alcun obiettivo di riduzione. In queste regioni la crescita delle emissioni di anidride carbonica e degli altri gas serra sta avvenendo ad un ritmo che è circa triplo (+25% nel periodo 1990-1995) di quello dei Paesi sviluppati (+8% nello stesso periodo).La stima delle future emissioni diventa così estremamente difficile perché dipende dai vari trend demografici, economici, tecnologici e dagli sviluppi politici ed istituzionali di tutti i paesi del pianeta. In ogni caso, senza delle misure più restrittive volte alla limitazione delle emissioni, la concentrazione atmosferica dei gas serra continuerà ad aumentare fino a provocare dei danni climatici impensabiliosfera anche per decine o centinaia di anni, così il loro effetto può protrarsi anche per lungo tempo.

Il Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (Intergovernmental Panel on Climate Change, IPCC) ritiene che la temperatura media del pianeta sia aumentata di circa 0,6°C dal 1861. Inoltre, sulla base delle tendenze attuali di emissione dei gas serra, vi è la stima di un ulteriore aumento della temperatura terrestre tra 1,4 e 5,8°C nel periodo fra il 1990 e il 2100. Il conseguente cambiamento climatico comporterà delle implicazioni estremamente significative a carico della salute dell’uomo e dell’integrità dell’ambiente. Il clima infatti influenza fortemente l’agricoltura, la disponibilità delle acque, la biodiversità, la richiesta dell’energia (ad esempio per il riscaldamento o il raffreddamento) e la stessa economia