LE PROIEZIONI ECONOMICO - FINANZIARE

Un business per poter essere considerato "completo", deve obbligatoriamente contenere un’elaborazione dettagliata delle conseguenze economiche e finanziarie connesse alla scelte strategiche compiute nella messa a punto del progetto imprenditoriale.

Per questo motivo bisognerà rivolgere la nostra attenzione sul bilancio, analizzandolo però da una prospettiva non "ragionieristica", ma bensì imprenditoriale in modo da ottenere una visione il più possibile realistica ed utile dei risultati economici e delle conseguenze finanziarie, potendo così costruire rapidamente un preventivo economico-finanziario.

Nel valutare il ruolo e l’utilità delle previsioni economico-finanziarie è necessario distinguere due diverse prospettive e cioè una prospettiva esterna ed una interna.

In una prospettiva esterna le proiezioni, possono essere utili per presentare il progetto imprenditoriale a :

 

In questo caso per assolvere bene la loro funzione di comunicazione con l’esterno, le previsioni dovranno essere chiare, coerenti, sintetiche e complete.

Per quanto riguarda la prospettiva interna, l’errore che viene spesso commesso dagli imprenditori, è quello di affidare l’elaborazione del bilancio previsionale ad un professionista fornendogli indicazioni sintetiche e non collaborando con esso per l’esigenza di presentare in tempi brevi il progetto all’esterno.

In questo modo l’imprenditore perderà l’occasione di avere un proprio apprendimento e di affinare ulteriormente il progetto imprenditoriale.

Quindi, ciò che è importante nella stesura di un bilancio previsionale, è che il professionista predisposto alla sua compilazione, lavori a stretto contatto con l’imprenditore in modo che esso riesca a comprendere più a fondo la struttura economica del business che vuole lanciare, e sarà perciò in grado di apportare modifiche al progetto che serviranno ad aumentare le sue possibilità di successo.

Da ciò è facile comprendere che in una prospettiva interna, i bilanci previsionali, non debbano essere elaborati per prevedere ma per comprendere meglio le sfumature del progetto imprenditoriale, e quindi bisognerà:

 

 

 

 

LA VALUTAZIONE DELLA CONVENIENZA ECONOMICA

 

Un progetto imprenditoriale è fattibile dal punto di vista economico, se consente di raggiungere in tempi ragionevoli, che dipendono dal tipo di business e dall’importanza ad esso attribuita, un equilibrio reddituale e in seguito di conseguire un risultato reddituale positivo.

I fattori che determinano il risultato reddituale in un determinato periodo sono:

 

 

GLI ELEMENTI STRUTTURALI sono la capacità produttiva connessa alle economie di scala, il grado di diversificazione connesso alle economie di raggio d’azione, e l’esperienza acquisita dall’azienda connessa alle economie di esperienza.

Se si vorrà intervenire sulle economie di scala, potrà ad esempio, essere aumentata la produttività dell’impianto o potrà essere acquistato un mezzo di trasporto più capiente per la distribuzione dei prodotti.

L’ottenimento di maggiori economie di raggio d’azione, implicherà invece, la necessità di ampliare la gamma dei prodotti e dei servizi offerti.

Il conseguimento di economie di esperienza, implicherà infine, modifiche continue nell’operare dell’azienda ( ES: sistemi di produzione più efficienti)

 

I VOLUMI costituiscono la principale determinante dei costi di breve periodo; essi influenzano sia l’ammontare dei costi totali, sia i costi unitari effettivi dei beni prodotti, perché al variare dei volumi varierà la quota di costo da imputare alle singole unità prodotte.

Ovviamente i volumi influenzano, oltre al livello effettivo dei costi, anche il livello effettivo dei ricavi e quindi il reddito conseguito dall’impresa.

 

IL LIVELLO DEI PREZZI di vendita e acquisizione dei fattori produttivi, è la terza classe di elementi che determina il livello dei ricavi e dei costi in un dato periodo.

Il livello dei prezzi è influenzato da elementi interni all’impresa e da elementi esterni.

Il livello dei prezzi ricavo è legato a fattori interni come la politica economica portata avanti dall’impresa, o la differenziazione dei prodotti, ma anche fattori esterni come la concorrenza, l’andamento del mercato e così via.

Allo stesso modo i prezzi costo sono influenzati esternamente dalla competitività, dai settori di approvvigionamento dell’impresa, ed internamente dai volumi acquistati, dal potere contrattuale…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA CLASSIFICAZIONE DEI COSTI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA CLASSIFICAZIONE DEI COSTI

 

 

 

 

Quando si parla dei costi da un punto di vista revisionale è importante distinguere:

 

 

I costi di affitto dei locali o di acquisto dei materiali, sono dei costi derivanti dalla gestione caratteristica dell’impresa.

Eventuali oneri finanziari pagati su un prestito possono essere legati all’indebitamento dell’impresa, o il totale delle imposte pagate, può derivare dall’imposizione fiscale che caratterizza l’area nella quale opera l’impresa.

I costi di gestione caratteristica in particolare, possono essere classificati in due grandi categorie:

 

  1. COSTI VARIABILI
  2. COSTI FISSI

 

I COSTI VARIABILI, sono quei costi direttamente e strettamente correlati al volume della produzione e delle vendite, rientrano in questa categoria le provvigioni di vendita, i consumi di materie prime, e le lavorazioni esterne.

I COSTI FISSI, sono invece tutti quei costi che non sono direttamente e strettamente collegati al volume della produzione e delle vendite, rientrano in questa categoria la manodopera diretta ed indiretta, gli affitti, le pubblicità …

I costi fissi di gestione, possono a loro volta dividersi in due tipologie:

 

 

I costi fissi di struttura, sono quei costi connessi alla capacità produttiva, e cioè il costo del lavoro, le consulenze…

I costi fissi di sviluppo, sono invece quei costi che variano direttamente al variare dei volumi di produzione e vendita che sono destinati a sostenere lo sviluppo futuro dell’azienda.

Questi costi possono variare molto più facilmente di quelli di struttura, ad esempio una campagna pubblicitaria può essere facilmente ridotta o interrotta.

Sommando i costi fissi con i costi variabili, si otterranno i costi totali di gestione, mentre dividendo i costi totali per il volume dei beni prodotti e venduti si otterranno i costi totali unitari.

 

 

IL PUNTO DI PAREGGIO OPERATIVO

 

 

A questo punto saremo in grado di calcolare il punto di pareggio operativo, e cioè l’ammontare delle vendite che consente di coprire i costi aziendali.

Il punto di pareggio può essere in VOLUMI , e cioè riguardante il numero dei pezzi che devono essere pezzi che devono essere prodotti e venduti per andare in pareggio, o in FATTURATO, cioè riguardante l’ammontare del fatturato che deve essere realizzato per andare a pareggio.

 

IL PUNTO DI PAREGGIO IN VOLUMI

Per poter determinare i volumi da produrre e vendere per coprire i costi di gestione, bisogna effettuare alcuni calcoli matematici. Il punto di pareggio, in questo caso sarà costituito dal volume (Q) per il quale i ricavi totali sono pari ai costi totali.

Perciò se:

RICAVI TOTALI = COSTI TOTALI

RICAVI TOTALI = COSTI VARIABILI + COSTI FISSI

 

I l punto di pareggio Q = COSTI FISSI


RICAVI UNITARI – COSTI VARIABILI UNITARI

La differenza tra i ricavi unitari e i costi variabili unitari rappresenterà il margine di contribuzione unitario e quindi la formula del punto di pareggio in volumi potrà essere semplificata scrivendo:


Q = COSTI FISSI


 

MARGINE DI CONTRIBUZIONE UNITARIO

 

 

 

 

IL PUNTO DI PAREGGIO IN FATTURATO

Il punto di pareggio in fatturato può essere determinato cercando di quantificare il fatturato necessario alla copertura dei costi.

Dal punto di vista matematico, il punto di pareggio in fatturato può essere calcolato scrivendo:

 

FATTURATO = COSTI FISSI

 


MARGINE DI CONTRIBUZIONE IN %

 

 

 

La conoscenza del punto di pareggio in fatturato, può risultare utile in quelle situazioni in cui è necessario avere una piena visione del numero dei pezzi venduti, in modo di venire preventivamente a conoscenza dell’entità del fatturato che dovrà essere realizzato per la copertura dei costi.

L’unico elemento che può risultare più complesso nella formula del fatturato di pareggio, è rappresentato dalla determinazione del margine di contribuzione percentuale, a cui è possibile arrivare attraverso molte strade:

 

 

ANALISI DEL GRADO DI RIGIDITA’ DELLA STRUTTURA DI COSTO

Il rischio maggiore di un’azienda nella sua operatività, è nella probabilità di subire risultati reddituali particolarmente negativi o positivi, in relazione ai volumi di produzione e vendita.

Il rischio operativo, è essenzialmente legato a due elementi della struttura economica delle imprese e cioè, il punto di pareggio e il grado di elasticità, ossia l’ampiezza dei ricavi e dei costi dopo il punto di pareggio.

Il grado di elasticità, può essere determinato calcolando il seguente indice:

 

 

 

INDICE DI FLESSIBILITA’= COSTI VARIABILI TOTALI




COSTI FISSI TOTALI

 

 

Le aziende che hanno una struttura dei costi molto rigida, reagiranno male ad eventuali diminuzioni dei volumi perché avranno limitate possibilità di comprimere i costi.

Le aziende che invece, avranno una struttura dei costi più flessibile non risentiranno in modo pesante di eventuali riduzioni dei volumi, perché avranno maggiori possibilità di comprimere i costi.

Il grado di rischio operativo di un’impresa, è quindi legato essenzialmente alla sua struttura ed in particolare alla scelte legate al dimensionamento, alla meccanizzazione, e soprattutto alle decisioni riguardanti le strategie da adottare all’estero.

 

 

IL PUNTO DI PROFITTO

 

La formula del punto di pareggio può essere adottata per ottenere il volume di vendite, o fatturato, che consente di capire i costi di gestione caratteristica e i costi finanziari e fiscali.

E’ anche possibile determinare il volume delle vendite che permettono di coprire tutti i costi e ricavare un utile netto ritenuto soddisfacente.

Per fare ciò, bisogna però aggiungere alla formula, oltre ai costi fissi, anche il reddito operativo desiderato, che deve essere calcolato in modo da coprire i costi extra gestione tipica e ottenere l’utile netto desiderato.

 

 

LA VALUTAZIONE DELLA FATTIBILITA’ FINANZIARIA

Quando si vuole iniziare un’attività economica non bisogna valutare solo la sua convenienza economica, ma anche la sua fattibilità finanziaria.

Anziché preoccuparsi solo del fabbisogno finanziario iniziale, come gli imprenditori spesso fanno, bisognerebbe verificare l’andamento del fabbisogno finanziario nel tempo e gli elementi che lo determinano; la mancata verifica da parte degli imprenditori, può sfociare in un grave problema, quale quello di far nascere un’impresa economicamente sana, ma vederla poi fallire o di doverla cedere ad altri.

Non a caso le proiezioni economico – finanziarie servono a prevedere il fabbisogno finanziario di una nascente impresa.

Le principali determinanti del fabbisogno finanziario sono:

 

  1. LE IMMOBILIZZAZIONI
  2. IL CAPITALE CIRCOLANTE NETTO OPERATIVO
  3. LA CAPACITA’ DI AUTOFINANZIAMENTO

 

LE IMMOBILIZZAZIONI, rappresentano una determinante molto importante del fabbisogno finanziario, e al fine di determinarlo con maggiore precisione, occorre stendere una lista completa di tutto ciò che può servire per avviare la nostra nuova attività e chiedere ai possibili fornitori un preventivo di spesa.

Nella lista possono apparire voci quali:

 

 

 

Bisogna valutare attentamente il costo di ciascuna immobilizzazione, e considerare le opportunità di risparmio, come una buona regola che ogni imprenditore dovrebbe seguire, che dice "non acquistare quello che puoi affittare, non affittare quello che puoi prendere in prestito".

Solo se non si riesce a prendere a prestito le immobilizzazioni, si deve valutare l’alternativa di affittarle, possibilità che negli ultimi anni sono aumentate notevolmente.

Oltre agli immobili oggi, è possibile esternalizzare la proprietà e la gestione di importanti cespiti aziendali, quali il sistema informativo, automezzi e magazzini, attraverso operazioni che vengono chiamate "outsourcing".

Nel campo del sistema informativo, le società possono ad esempio rivolgersi a società come le EDS.

Nell’attuare l’outsourcing bisogna tuttavia valutare preventivamente se l’operazione è conveniente.

Se non si può ne prendere a prestito ne affittare, allora si valuterà la possibilità di acquistare, ma attenzione: prima di acquistare l’immobilizzazione nuova bisogna valutare la possibilità di acquistarla usata, come le buone occasioni, ad esempio.

 

IL CAPITALE CIRCOLANTE NETTO OPERATIVO, è rappresentato da tutti gli impieghi e da tutte le fonti che nascono e si sviluppano in modo quasi automatico con la gestione tipica dell’impresa.

Tra le voci più importanti sul fronte degli impieghi, compare il conto CREDITI V/CLIENTI con relativo ERARIO C/IVA ATTIVO.

Sul fronte delle fonti, troviamo invece, come principale voce il conto DEBITI V/FORNITORI con relativo ERARIO C/IVA PASSIVO.

Ad integrare il primo seguono poi gli anticipi ai fornitori, il fondo minimo di cassa, mentre si aggiungono al secondo gli anticipi da clienti, i debiti verso gli istituti fiscali e previdenziali, il fondo di fine rapporto e i debiti verso i dipendenti.

Il più grande problema che si presenta ai giovani imprenditori è rappresentato dall’IVA. A causa dell’acquisto delle immobilizzazioni su cui grava l’aliquota di questa imposta, la nuova impresa matura un abbondante credito nei confronti dello stato, che sarà assorbito solo dopo molto tempo, poiché le giovani imprese hanno vendite piuttosto ridotte, maturano un piccolo debito nei confronti dello stato e la differenza tra i due importi rappresenta una forte spesa per la nuova azienda, anche perché i rimborsi da parte dello stato arrivano in genere dopo molto tempo.

E’ inoltre molto importante, non confondere il CCN operativo con il CCN tradizionale. Il primo infatti, comprende anche voci non correnti, come il TFR, e non include importanti attività e passività correnti. Per quanto riguarda il secondo invece, dal punto di vista della previsione del fabbisogno finanziario, questo non è di nessun aiuto, poiché può includere voci che sono destinate a coprire tale fabbisogno.

Quindi a differenza del capitale circolante netto tradizionale, il CCN operativo non distingue le sue voci per scadenza, ma in base alla loro pertinenza gestionale includendo solo le voci circolanti di gestione tipica, ed escludendo quelle della gestione finanziaria.

Certo, si preferisce che quello tradizionale sia elevato in quanto in questo caso l’azienda è liquida, mentre per l’altro al contrario si preferisce sia basso in modo tale da non far investire all’azienda preziose risorse finanziarie nella gestione corrente.

L’ammontare del CCN operativo è determinato da:

-IL GIRO D’AFFARI

-LA DURATA DEL CICLO FINANZIARIO

 

IL GIRO D’AFFARI, contiene le principali voci del CCN operativo. In particolare, fra CREDITI V/CLIENTI e le vendite esiste una relazione diretta e matematica.

La stessa cosa si può dire dei DEBITI V/FORNITORI, i quali sono legati agli acquisti, questi ultimi legati a loro volta alle vendite.

LA DURATA DEL CICLO FINANZIARIO, è il secondo elemento da considerare per determinare il fabbisogno finanziario vale a dire il tempo che intercorre tra il pagamento dei costi e l’incasso dei ricavi

Giorni permanenza scorte Ciclo finanziario



 

 



Acquisto Vendita Pagamento Fornitori Incasso da clienti

 

 

 

 

 

 

Giorni medi pagamento fornitori Giorni medi pagamento clienti

Soprattutto in fase di crescita, è importante prestare grande attenzione al ciclo finanziario cercando di renderlo al minimo, o di renderlo addirittura positivo, selezionando la clientela utilizzando tutto il potere contrattuale, e prestando molta attenzione alla gestione delle scorte.

A volte può essere molto importante anche scegliere il mercato, o vendere i propri prodotti ai consumatori finali, che in genere consente di incassare immediatamente di annullare il ciclo finanziario.

 

 

LA CAPACITA’ DI AUTOFINANZIAMENTO, è l’ultima delle determinanti del fabbisogno finanziario.

A volte una fonte di autofinanziamento può essere rappresentata dagli utili conseguiti non distribuiti, fonte che contribuisce a coprire gli impieghi, riducendo la necessità di ricorrere a finanziamenti di terzi o immissioni di capitale sociale.

Se la società consegue perdite queste diminuiranno di conseguenza il capitale netto, accrescendo il fabbisogno finanziario.

 

 

 

 

I BILANCI PREVISIONALI

 

 

Una volta elaborati i principi che influiscono sulla convenienza economica e le determinanti del fabbisogno finanziario, siamo finalmente in grado di inserire dati nel modello unitario del bilancio.

Nell’elaborare i bilanci revisionali, bisogna sempre tener conto dell’obbiettivo che ci si è prefissati, ossia prevedere quanto accadrà e costruire modelli di simulazione nei quali i valori siano legati gli uni agli altri da formule matematiche.

Questa impostazione permette di creare simulazioni con le quali si può vedere "cosa succede" al variare dell’ambiente esterno o delle decisioni inerenti al progetto imprenditoriale.

Al fine di elaborare correttamente e rapidamente i bilanci preventivi, è importante distinguere i dati della gestione tipica da tutti gli altri e procedere all’elaborazione del CONTO ECONOMICO, e dello STATO PATRIMONIALE.

 

 

 

 

 

DECISIONI DI GESTIONE TIPICA

 

 

 

 

 

 

COSTI / RICAVI IMPIEGHI E FONTI

DI GESTIONE TIPICA DI GESTIONE TIPICA

 








 

 

 


CONTO ECONOMICO STATO PATRIMONIALE



Costi Ricavi Attività / Impieghi Passività / Fonti



-Acquisti -Vendite -Scorte -Fornitori

-Lavoro -Fondo TFR

-Altro -Crediti vs. - -Perdita

clienti - +Utile

 

-Interessi -Immobiliz-

passivi zazioni

UTILI / PERDITE

 


 

Necessità di copertura del fabbisogno finanziario

 

MEZZI PROPRI

Decisioni

di gestione finanziaria

MEZZI DI TERZI

 

 

Tale schema può essere così spiegato:

 

-Le decisioni della gestione tipica comportano il sorgere di costi e ricavi della gestione tipica (C.E.), e di impieghi e di fonti di gestione tipica (S.P.).

-In genere conviene partire dalla stima dei ricavi della gestione tipica in base alla capacità produttiva e al volume delle vendite previsto, per passare poi ai costi fissi e variabili della gestione tipica.

-Vengono inseriti i dati relativi alle immobilizzazioni nello S.P..

-Tenendo conto delle vendite e degli acquisti, si stimano le voci del CCN operativo.

-Dopo aver inserito tutte le voci della gestione tipica, si calcola il risultato reddituale provvisorio e si inserisce tra le fonti con segno negativo se si tratta di una perdita o con segno positivo se è un utile. Si definisce provvisorio in quanto non comprende i costi extra gestione tipica.

-Se si ritiene il fabbisogno eccessivo o il risultato economico provvisorio non soddisfacente, occorre riconsiderare i dati legati alla gestione tipica fino ad arrivare ad una situazione considerata accettabile.

-Una volta giunti a tale situazione, dalla gestione tipica, si passa alla gestione finanziaria per indicare le modalità di copertura del fabbisogno finanziario, o con mezzi propri o di terzi (finanziamenti).

-Se parte del fabbisogno è coperta con mezzi di terzi, bisogna indicare i relativi oneri finanziari.

-Si aggiungono anche eventuali costi per oneri fiscali.

-A questo punto il risultato reddituale peggiora, a causa dell’inserimento di altri costi, e il fabbisogno aumenta.

-Occorre quindi aumentare le fonti di finanziamento finché non si raggiunge un equilibrio tra le fonti e gli impieghi attraverso un processo circolare.





(MAGGIORI FINANZIAMENTI MAGGIORI ONERI FINANZIARI MINORE REDDITO


MAGGIORE FABBISOGNO FINANZIARIO MAGGIORI FINANZIAMENTI) .

-Arrivati a questo punto il bilancio revisionale mostra un risultato reddituale che tiene conto di tutti gli elementi di ricavo e di costo, e tale risultato è lo stesso sia nello STATO PATRIMONIALE che nel CONTO ECONOMICO, e le fonti sono di pari importo degli impieghi.

-In alcuni casi il totale delle fonti può superare il totale degli impieghi della gestione tipica. In questo caso bisogna indicare i mezzi propri, poiché l’azienda possiede una liquidità eccedente, che occorre stabilire come impiegare. Una delle possibilità in caso di liquidità eccedente, è ad esempio indicare eventuali ulteriori investimenti che rafforzano la struttura aziendale.

 

 

I passaggi precedentemente descritti vanno ripetuti per tutti gli anni per i quali è stato stabilito di predisporre un bilancio revisionale, periodo che in genere va dai 3 ai 5 anni.

Non è assolutamente detto però, che una volta determinato un certo fabbisogno, questo vada senz’altro coperto. Prima di passare alla sua copertura, è opportuno esplorare tutte le strade percorribili per diminuire tale fabbisogno.

Una previsione accurata del fabbisogno finanziario è il primo passo per una gestione finanziaria non improvvisata è consente di aumentare la possibilità di successo dell’iniziativa imprenditoriale.

Reperire le risorse finanziarie è la fase critica dell’avvio di una nuova impresa; l’incapacità di finanziarla adeguatamente può trasformare in un insuccesso anche i progetti imprenditoriali più brillanti.

Quindi per valutare la copertura del fabbisogno finanziario, bisogna sempre tenere a mente l’evoluzione di tale fabbisogno, che è fornita da un certo numero di bilanci previsionali, ( in genere come gia detto, da 3 a 5).

In alcuni grafici tracciati dai nuovi imprenditori il flusso di cassa ha un andamento oscillante; tale flusso, in genere, rimane negativo sia durante la fase di messa a punto, sia durante le fasi di avvio delle vendite e di sviluppo.

Solo quando diminuiscono i tassi di crescita delle vendite, l’autofinanziamento riesce a coprire i finanziamenti necessari e gli aumenti del CCN operativo, il flusso di cassa diventa positivo; il fabbisogno finanziario continuerà poi ad aumentare fino al superamento della fase di rapido sviluppo, per poi assestarsi o ridursi.

Arrivati a questo punto bisogna decidere se coprire tale fabbisogno con mezzi propri o di terzi.

Mezzi propri.In Italia finanziarsi con mezzi propri, significa finanziarsi con i mezzi personali dell’imprenditore o dei soci in quanto a differenza degli altri paesi, nel nostro è più difficile reperire il capitale attraverso le quotazioni in borsa o con i finanziamenti di società di venture capitale.

E’ importante per un paese possedere un efficiente mercato borsistico, cosa di cui l’Italia non gode come anche della carenza di società di venture capitale, che puntano ad entrare nel capitale di aziende con forti potenzialità di crescita nella fase dello sviluppo, per aiutarle a quotarsi in Borsa, realizzando l’investimento fatto smobilizzando la partecipazione.

Mezzi di terzi.Proprio per queste carenze molte imprese italiane hanno tassi di indebitamento molto elevati. Ma anche su questo fronte l’Italia ottiene un insufficienza per via di un sistema bancario poco competente, a causa di una forte differenza tra tassi attivi e tassi passivi.

Per quanto concerne questo tipo di finanziamento, bisogna decidere se avviare un indebitamento a breve termine(vantaggio della flessibilità) o l’indebitamento a medio – lungo termine(vantaggio della stabilità, che comporta costi inferiori).

Altra fonte di finanziamento può essere rappresentata dai finanziamenti agevolati; le possibilità per questi cambiano continuamente e su Internet è molto facile trovare una descrizione di tutte le opportunità che sono a disposizione.

Qualsiasi sia la scelta effettuata bisogna però sempre tenere sotto controllo i tassi di indebitamento.

 

 

 

 

A questo punto i dati del bilancio revisionale vanno inseriti in uno schema di bilancio revisionato. Non tutti sono adatti per una lettura chiara dei dati revisionali.

Ad esempio gli schemi di riclassificazione secondo la 4^ Direttiva CEE, sono troppo sintetici per rappresentare la sruttura economica del business.

La struttura dei bilanci previsionali è molto più agevole se si inseriscono dati distinti per gestioni e si classificano le voci in 5 categorie:

 

  1. Voci legate alla gestione tipica
  2. Voci legate alla gestione finanziaria
  3. Voci legate alla gestione patrimoniale (voci legate alla presenza di una liquidità eccedente)
  4. Voci legate ad eventi straordinari
  5. Voci legate alla gestione fiscale

 

Per rappresentare al meglio i legami tra le voci del CONTO ECONOMICO e le voci dello STATO PATRIMONIALE nello schema che seguirà il conto economico è stato messo al centro mentre lo stato patrimoniale è stato separato in due parti ponendo gli impieghi alla sinistra del conto economica e le fonti alla sua destra, cosa che nella realtà non succede.

Alcune voci di tale schema possono essere variate da alcune eccezioni.

Tali voci possono essere:

 

 

 

 

 

 

TAVOLA DEI FLUSSI

 

 

+REDDITO OPERATIVO DELLA GESTIONE TIPICA

+AMMORTAMENTI


=FLUSSO DI CIRCOLANTE

-AUMENTO DEI CREDITI CIRCOLANTI

-AUMENTO DELLE SCORTE

-AUMENTO ALTRE ATTIVITA’ CIRCOLANTI

+DIMINUZIONE DEI CREDITI CIRCOLANTI

+DIMINUZIONE DELLE SCORTE

+DIMINUZIONE ALTRE ATTIVITA’ CIRCOLANTI

+AUMENTO DEI DEBITI CIRCOLANTI

-DIMINUZIONE DEI DEBITI CIRCOLANTI

+ACCANTONAMENTO TFR

-PAGAMENTI TFR


=FLUSSO DI CASSA DELLA GESTIONE CORRENTE

-INVESTIMENTO IMMOBILIZZAZIONE DI GESTIONE TIPICA

+DISINVESTIMENTO IMMOB.NI DI GESTIONE TIPICA(COMPRENSIVO

DI PLUS/MINUS)


=FLUSSO DI CASSA DELLA GESTIONE TIPICA

+PROVENTI PATRIMONIALI (AL NETTO DEGLI ONERI RELATIVI)

-INVESTIMENTI IMMOBILIZZAZIONI DI GESTIONE PATRIMONIALE

+DISINVESTIMENTO IMMOBILIZZAZIONI DI GESTIONE PATRIMONIALE

(COMPRENSIVO DI PLUS/MINUS)

-IMPOSTE E TASSE

+SOPRAVVENIENZE ATTIVE

-SOPRAVVENIENZE PASSIVE

 


=VARIAZIONE DEL FABBISOGNO FINANZIARIO

+OTTENIMENTO PRESTITI

-RIMBORSO PRESTITI

-ONERI FINANZIARI

+AUMENTI DI CAPITALE

-DISTRIBUZIONE UTILI


 

=FLUSSO DI CASSA DELLA GESTIONE COMPLESSIVA

 

 

 

Tale prospetto illustra quali sono i fattori che in un dato periodo di tempo determinano la variazione del fabbisogno finanziario e la sua copertura.

Il risultato di tale schema ossia il flusso di cassa della gestione complessiva, può essere definito anche liquidità netta del periodo considerato, liquidità che a sua volta può essere calcolata con la seguente somma algebrica:

 

CASSA + BANCA C/C ATTIVI – BANCA C/C PASSIVI = LIQUIDITA’ NETTA

 

 

ANALISI E VALUTAZIONE DEI BILANCI PREVISIONALI

Dopo aver compilato i bilanci revisionali, è opportuno analizzarli e integrare l’analisi con qualche indice di bilancio.

Sarà opportuno poi calcolare i principali indicatori di redditività e indebitamento, e i tassi di sviluppo, per evidenziare la crescita prevista.

I principali indici di bilancio sono:

 

-INDICI DI REDDITIVITA’:

 

-INDICI DI INDEBITAMENTO E COSTO DELL’INDEBITAMENTO:

 

-INDICI DI SVILUPPO: