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I NOSTRI CONCERTI

 

Pennellate

Milonga for three

Il ritmo inesorabile del pizzicato del violoncello non si lascia turbare dalle esplosioni raggelanti e dai lamentosi glissandi del violino. L’atmosfera cupa cambia quasi subito quando è il secondo violino a pizzicare: un profumo si spande all’improvviso portando un caldo ricordo che subito svanisce. Imperterrito nel suo incedere il violoncello conduce con una profonda scivolata in un nuovo paesaggio ricco di sensazioni malinconiche maledettamente presenti.
Il dialogo fra primo e secondo violino finalmente rompe il soliloquio calmo e intenso che fino a qui prevaleva. Ma, come spesso accade, è solo un gioco di specchi: inevitabilmente, nei pozzi profondi vi sono echi effimeri.
Si disperdono le illusioni e anche la voce del violino, nel suo lento esaurirsi, sembra trovare pace.

Fugo 9

Il significato della parola fuga in senso strettamente musicale indica un tipo di composizione in cui tutte le parti enunciano la stessa melodia in sequenza, e forse si usa questo termine per il fatto che a qualcuno che fugge si presuppone corrispondere qualcuno che lo segua a ruota usando più o meno gli stessi mezzi. Come in una corsa allo stadio olimpico, chi fugge (chi parte "prima", dal giro più esterno) sembra avvantaggiato rispetto all’inseguitore (chi parte "dopo", dal giro più interno); così in questo brano il violoncello può esibirsi in un pieno assolo, mentre la viola, per poter far sentire la sua voce, deve lottare contro tre agguerriti avversari, all’apice della loro potenza. Ma, come accade nelle corse, appena il vantaggio della posizione di partenza si esaurisce, la vittoria si decide sul filo di lana, nello spazio di pochi centesimi di secondo. Qui addirittura si arriva col fiatone perfettamente insieme al traguardo: per fortuna non era una gara!
Poi ogni strumento può tornare al ruolo che più gli si confà. Il violoncello prende le redini del tempo, il primo violino cattura ed espande la melodia, il secondo violino e la viola rendono più interessante e articolato il tutto, inserendosi in contrattempo tra i due estremi.
Alla fine c’è ancora tempo per dire tutti insieme l’ultima parola.

Milonga del angel

Sibilano i pianeti dell’anima quando le loro traiettorie si sfiorano: la voce aspra dei suoni flautati del violino si interseca con il glissando sinuoso della viola; il ritmo caldo e ben delineato del basso fa da contraltare al confuso tremolo del secondo violino che sfrega le corde vicinissimo al freddo suono del ponticello. Inutile dire che gli opposti si attraggono, sprigionando subito una forma di energia la cui natura è difficilmente esplicabile.
L’intervento teso e appassionato del violoncello, che a prima vista sembra togliere la parola al primo violino, gli offre la possibilità di inserirsi quasi senza spezzare il filo del discorso per svilupparne tutte le potenzialità.
Ora infatti la melanconia con un po’ di coraggio diventa determinazione: ritornano i flautati, che, consapevolmente sostenuti dal vigore della arcate del violoncello, possono ora librarsi in volo e, piano piano, senza nemmeno accorgersene, gli angeli, da qualche parte, hanno fatto capolino.

Meditango

Lapilli di un fuoco d’artificio interiore scoppiettano inafferrabili nell’aria: echi bartòkiani?
Poco a poco il crepitio delle scintille si trasforma in focosa melodia che il primo violino offre gentilmente al violoncello, senza che per questo il ritmo ne risenta, sostenuto dai tintinnanti pizzicati: il secondo violino fa da controcanto per poi prendere la parola e guidare tutti in un accelerando turbinoso che sfocia in un nuovo tema che il primo violino propone, per una volta, sostenuto all'unisono dal caldo timbro della viola.
Ancora un momento di riflessione viene proposto dal violoncello, che dopo un assolo dal carattere quasi bachiano, riavvolge il filo del discorso perduto forse per il troppo impeto: di nuovo rifluisce semplice e suadente la melodia che dal violoncello risale al secondo violino, poi alla viola, per tornare ad adagiarsi sulle dita sempre pronte del primo violino che la conduce a giusta conclusione.


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