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-I MINERALI-

ROCCE

Gneiss e Migmatiti

 


 

Rocce

Migmatiti 

 Gneiss occhiadini

 

Tipo: roccia metamorfica regionale.

Chimismo: Sialico (da arenaceo a pelitico-arenaceo).

Componenti essenziali: feldspato (microclino, microclino pertitico, albite o plagioclasi di varia composizione), mica (muscovite e biotite).

Componenti accessori: apatite, tormalina, ortite, magnetite, pirite, zircone.

Componenti accidentali: quarzo, clorite, sillimanite, andalusite, granato (spessartina), calcopirite, malachite, siderite, berthierina, jarosite, natrojarosite, goethite, tetradimite, ecc.

Aspetto: colore in genere chiaro nei litotipi derivati da graniti o da rocce arenacee feldspatiche piuttosto pure, passante a più o meno scuro in quelli contenenti una notevole frazione pelitica, cioè derivati da arenarie impure. Tessitura prevalentemente granoblastica a grana media o grossa, con passaggi a porfiroblastica e peciloblastica (gneiss occhiadino), oppure nematoblastica (gneiss listato o lineato). Ciò che distingue un micascisto da uno gneiss non è la composizione mineralogica, benché lo gneiss sia più ricco di feldspati, ma il tipo di fratturazione: molto più grossolano e difficile negli gneiss, sottile e facile nei micascisti.

La presenza di rocce scistose nell'Isola di Caprera è più volte ricordata dal Lovisato nelle sue note intorno alla presenza in esso del granato e della tormalina. Queste rocce sono a Caprera limitate alla penisola di Punta Rossa, e affiorano lungo la costa N-E di Cala Portese.

La granitite grigio chiara, o rossiccia, povera di biotite, passa insensibilmente, in questa località, ad una roccia gneissica grossolana, assai ricca in tormalina nera, la quale in campioni isolati si potrebbe ritenere una facies pegmatitica della granitite, mentre nell'insieme questa formazione presenta una netta struttura scistosa, resa bene palese dalla disposizione in strati paralleli delle lamine micacee.

La composizione complessiva di questo gneiss a tormalina è la seguente: quarzo, ortoclasio, miscele acide oligoclasiche, biotite, muscovite, tormalina, granato, e in piccolissima quantità andalusite, zircone e apatite.

Il quarzo e l'oligoclasio si trovano in quantità all'incirca equivalente; 8il primo in larghe plaghe irregolari e in aggregati granulari è sovente incluso nel feldspato, e contiene talvolta finissimi aghetti probabilmente di rutilo. L'ortoclasio e l'oligoclasio (miscele acide) si presentano in cristalli tabulari talora di più millimetri (fino a mezzo centimetro e più); essi non formano individui arrotondati a guisa di lenti, come s'osserva sovente nel tipico gneiss, ma piuttosto costituiscono cristalli idiomorfi, come nelle facies pegmatitiche delle rocce granitoidi. L'oligoclasio è sovente circondato da un largo mantello di feldspato assai torbido, probabilmente ortoclasio. La mica bianca, in pile di lamine, è generalmente sparsa nelle plaghe quarzoso-feldspatiche; la biotite invece forma zone tra loro parallele e stabilisce i piani di scistosità.

La tormalina, talora abbondantissima, si presenta in cristalli prismatici, di frequente nettamente terminati da faccette di piramide trigonale. Comunemente i prismi misurano circa un centimetro. Questa tormalina è descritta dal Lovisato, il quale riporta di essa anche un'analisi eseguita dal Prof. Fasolo di Cagliari. Il granato, leggermente roseo, si trova costantemente ma sempre in piccola quantità, ed esso è pure descritto dal Lovisato. Possiamo denominare queste rocce: gneiss tormaliniferi a due miche a facies pegmatitica.

Dove la costa di Punta Rossa volge a sud, di contro all'isoletta della Pecora si passa a rocce a deciso carattere gneissico, le quali specialmente verso sud, a contatto con la granitite della sottile lingua sud di Punta Rossa, acquistano deciso carattere metamorfico. Si hanno da prima, tra il granito della costa sud di Cala Portese e gli gneiss ad andalusite della costa est, dirimpetto all'isola Pecora, delle facies gneissiche a netta struttura parallela, le quali in certi punti hanno l'aspetto quasi di granititi compresse a grana minuta.

Constano di quarzo, di ortoclasio e oligoclasio, raramente miscele acide dell'andesina, mica bianca e nera, quest'ultima prevalente, con piccole quantità di magnetite, zircone ed apatite. Tra le larghe plaghe di quarzo e di feldspato è quasi sempre interposto un finissimo miscuglio di piccolissimi individui di feldspato striato, mescolati a qualche raro granulo quarzoso e squamettine micacee. Il feldspato di tali zone appartiene generalmente a miscele acide di oligoclasio-albite. Queste zone minute tra i maggiori cristalli non hanno l'aspetto delle zone di frantumazione per azioni dinamiche, che si osservano in molti graniti compressi e negli gneiss, ma ricordano piuttosto fenomeni di iniezione di un magma granitico nelle rocce scistose circostanti, come si osservano frequentemente nelle aree di contatto. Anche macroscopicamente queste rocce hanno l'aspetto di scisti iniettati dal granito.

A queste forme susseguono i gneiss di contatto ad andalusite, minuti, quarzosi, a fine disposizione parallela e lenticolare dei feldspati (ortoclasio e oligoclasio), a due miche, con tormalina, zircone e apatite. L'andalusite è frequente, e si presenta in sottili prismi rosei, associata alla biotite e alla muscovite. A queste rocce sono collegati altri gneiss a marcatissima struttura di contatto: essenzialmente formati da un impasto minutissimo di squamettine di biotite rosso-bruna, da muscovite e da granuletti di quarzo frammisto a poco feldspato, a cui sovente si aggiunge l'andalusite. Questi aggregati circondano i cristalli lentiformi dei feldspati (ortoclasio e oligoclasio), le plaghe quarzose e le lamelle maggiori di mica.

Fra gli elementi  accessori si nota zircone, apatite e tormalina. La biotite di nuova formazione non solo in squamette ma sotto forma di sferuline, a guisa di gocciolette, è sovente inclusa nel quarzo e nel feldspato. Frequenti vene quarzose attraversano questi gneiss.

Nel loro insieme queste rocce lasciano ben riconoscere il loro originario carattere gneissico; in alcuni punti della loro massa però sono quasi del tutto ricristallizzate e passano a hornfels scistosi, con andalusite e biotite.

I fenomeni di metamorfismo di contatto, esercitati dalla granitite sulle rocce scistose gneissiche di Punta Rossa, se non molto intensi, sono tuttavia ben palesi; ed i loro prodotti sono rappresentati da gneiss di contatto ad andalusite, tormalina e granato; i quali passano, in una zona assai limitata, a rocce metamorfiche, che, pur conservando il carattere scistoso, sono in gran parte ricristallizzate. Inoltre, lungo la costa sud di Cala Portese, tra il granito e gli gneiss ad andalusite, si osservano fenomeni di iniezione del granito negli gneiss.

Così scriveva G. De Lorenzo nella Memoria Postuma di Carlo Riva. 

Napoli, 24 Aprile 1904.

Oggi sappiamo, che dalle ricerche effettuate da noi sugli gneiss nella zona arcaica di Caprera, e da analisi effettuate da varie Università, sono venuti alla luce nuovi minerali insospettati per il luogo di ritrovamento quali: adularia, albite, anatasio, berthierina, brookite, calcite, calcopirite, clorite, epidoto, fluorite, goethite, jarosite, limonite, malachite, siderite,  tetradimite, verdelite ed altri ancora da determinare.

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Migmatiti arteritiche

Le Migmatiti, come originariamente definite dal geologo finlandese J. J. Sederholm, sono rocce ibride, composte da due termini petrografici, in genere ben distinguibili macroscopicamente ma strettamente interpenetrati: una roccia metamorfica, a tessitura scistosa più o meno pronunciata, e una roccia ignea intrusiva, con struttura granulare, talvolta pegmatitica, e composizione per lo più granitica. Questo gruppo di rocce è quindi caratterizzato dalle particolari tessiture determinate dai diversi modi secondo cui i due tipi litologici sono associati (tessiture migmatitiche), ma non dalla composizione chimica o mineralogica complessiva, che possono essere ampiamente variabili. Il significato del termine migmatite (roccia mista) è stato in seguito esteso, e diversamente interpretato da vari studiosi; ancora oggi le opinioni sull'origine delle migmatiti sono divise, anche perché la questione si riallaccia strettamente al problema della genesi delle rocce granitiche. Questo tipo di roccia è particolarmente evidente quando essa si diparte da un filone granitico, a struttura pegmatitica, aplitica o normale, che taglia obliquamente la tessitura orientata della migmatite, con la formazione di livelletti quarzoso-feldspatici per processi magmatici. Queste rocce sono comunemente chiamate Arteriti, ad indicare il flusso della sostanza magmatica entro la roccia metamorfica. Le venette di roccia granitica sono prevalentemente concordanti con la scistosità definita dall'orientazione della biotite e degli anfiboli, ma non di rado alcune sono trasversali.

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Cartine geologiche

   

  
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