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Capitolo Quindicesimo
Passeggiando per le strade di Hong Kong, Pai si imbatte in un giovane biondo stremato
dalla fatica e dalla fame e lo soccorre.
All'Agenzia degli Incantesimi Yakumo sta lavorando con Ling Ling alla poco stimata
rivista che pubblicano, quando Pai giunge conducendo il ragazzo da lei soccorso.
Yakumo mostra immediatamente di conoscerlo ed anche il nuovo venuto rivela presto di
avere un ricordo di Yakumo. Tale ricordo non è tuttavia piacevole: il ragazzo
infatti attacca immediatamente Yakumo servendosi di alcune elementari arti magiche che
il Wu schiva. Yakumo tuttavia non ha intenzione di replicare ai colpi dell'avversario,
tenta anzi di immobilizzarlo. È in quel momento che il giovane mago sorprende
Yakumo sottraendogli con una siringa un campione del suo sangue.
Il sangue di Yakumo, spiega, darà vita a due creature che lo perseguiteranno, se
egli non adempirà ad una promessa che aveva fatto tre anni prima. Presentatosi
come Hasrath Khan, il ragazzo racconta la sua storia.
Mercante di incantesimi in Pakistan, Khan aveva incontrato Yakumo tre anni prima.
All'epoca Yakumo era alla ricerca di un metodo per acquisire maggiore potenza
distruttiva e Khan gli aveva proposto di acquistare due larve magiche.
Le larve magiche, aveva spiegato, sono creature le cui uova si schiudono al contatto con
il sangue e dal momento della loro nascita attingono energia dalla creatura a cui
apparteneva quel sangue.
Le larve possono nutrirsi esclusivamente delle energie di chi ne schiuda le uova col
sangue, per cui esse cercano ripetutamente di sottrarne. Tuttavia è possibile
addomesticarle ed in tal caso offrono i loro poteri in cambio delle energie che
sottraggono. Controllare molte larve richiede un considerevole logorio fisico, pertanto
solo creature di straordinaria vitalità, come i Wu, possono farlo senza temere
conseguenze.
Khan aveva mostrato a Yakumo le uova di Tu Zhao e Jing Gu ed aveva detto che le avrebbe
cedute a Yakumo solo se lui gli avesse presentato una ragazza giapponese.
Yakumo aveva assicurato Khan di potergli presentare una certa Kimie Shingyoji e
così aveva ottenuto le larve magiche e l'aiuto di Khan per sconfiggerle in
combattimento e domarle magicamente alla sua volontà.
Yakumo giustifica il fatto di non aver adempiuto alla sua promessa, spiegando che doveva
affrontare al più presto un pericoloso demone. Ling Ling lo esorta a mentenere
immediatamente la sua promessa. Yakumo però sembra incerto e propone a Khan di
accettare che lui gli presenti un'altra ragazza in luogo di Kimie.
Mentre Pai visita la casa degli specchi, Yakumo tenta invano di abbordare una ragazza
per Khan che assiste ai tentativi dell'altro ripetendogli le sue minacce.
A sera Yakumo desiste e consegna a Khan un indirizzo di Tokio ed una lettera di
presentazione per Kimie Shingyoji.
Mentre Khan esulta dalla gioia, la provetta che conteneva il sangue di Yakumo gli
scivola proprio sulle uova delle larve che cominciano a schiudersi.
Yakumo esorta Khan a bloccare le creature, ma il mago spiega di non conoscere la natura
delle larve e non sapere quali delle sue arti magiche possano fermarle.
La prima delle due è un mostro piatto, con alcune zampe, un occhio in fondo alla
gola, che riesce a volare a pochi centimetri da terra e che è in grado di
mimetizzarsi. Khan lo riconosce per un esemplare di Zou Lin (squama che corre).
Yakumo deve fare ricorso a tutte le sue forze per afferrare Zou Lin e trattenerlo.
Mentre crede di avere la meglio, solleva lo sguardo verso il secondo uovo e scopre che
la larva che nasce da esso è un esemplare di Guan Ya, il mostro di luce che aveva
visto usare da Benares.
Guan Ya si avventa su Yakumo e lo stende, fuggendo con parte delle energie del
ragazzo.
Nel trambusto la coscienza di Parvati si risveglia, ordina a Yakumo di sottomettere Zou
Lin, anche esso travolto da Guan Ya e lo esorta a non cercare di sfuggire a Guan Ya,
sperando che lui muoia privo di energie, ma di cercare di catturarlo, per poter
difendere Pai.
Yakumo si dichiara non interessato ad acquisire il mostro al suo servizio, Parvati
ribatte ponendo in evidenza ancora una volta la scarsezza delle capacità del Wu.
La replica di Yakumo è interrotta dal ritorno di Guan Ya che questa volta devasta
completamente l'Agenzia degli Incantesimi e gli appartamenti adiacenti.
Yakumo si allontana con Khan e Parvati a bordo di un sidecar cercando di sfuggire alla
furia della larva. La triclope decide di stuzzicare l'orgoglio di Yakumo ed il suo
desiderio di proteggere Pai e cela il suo Terzo Occhio. Il suo atteggiamento infatti
rende Yakumo determinato a risolvere al meglio la questione.
Schiva abilmente Guan Ya solo per scoprire che il mostro ha il potere di riflettersi
sugli specchi: la larva torna immediatamente alle spalle del terzetto e travolge il
sidecar tornando a cibarsi delle forze di Yakumo.
Yakumo intuisce però che questo potere di Guan Ya può rivelarsi la chiave
per rinchiuderlo e comincia a chiedersi dove possa intrappolarlo.
Dopo un breve battibecco, Khan accetta di aiutarlo ed i tre, sulla groppa di Fei E,
raggiungono la casa degli specchi che Khan indica come il luogo per bloccare Guan Ya. La
larva torna a scagliarsi contro Yakumo all'interno della casa degli specchi,
riflettendosi contro Yakumo da tutte le pareti. Il Wu si dirige verso l'uscita che
tuttavia Khan ha sigillato magicamente creandogli un ostacolo insormontabile.
Il mago si augura che Yakumo non esca impedendo così a Guan Ya di fare ulteriori
danni. Invece il wu evoca Tu Zhao e si precipita fuori dalla casa degli specchi. Strappa
però un oggetto ad un visitatore e lo rivolge contro la larva. Guan Ya resta
intrappolato: Yakumo lo ha introdotto in un thermos e può con tutta
tranquillità invocare lo Spirito della Terra recitando la formula che addomestica
la creatura.
Khan, a corto di denaro, riesce ad ottenere da Yakumo una ricompensa per l'aiuto
prestatogli e con quei soldi si reca in Giappone.
Yakumo è comunque soddisfatto di avere acquisito due nuovi utili mostri. Khan
resta invece attonito quando conosce Kimie Shingyoji, sotto il cui nome si cela il poco
femminile ma molto effemminato gestore del Culture Shock.
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