I Riassunti

Capitolo Ventisettesimo
Il Diva Raja



In un luogo presso una pagoda di architettura caratteristica del sud est asiatico, una voce invita con freddezza una figura avvolta in un mantello dal pesante cappuccio a non tentare una fuga, ma di collaborare al risveglio di Vishnu.
La voce, appartenente ad una donna, precisa che una dinività puo' tornare alla luce, una volta scopertone il suo sarcofago, e aggiunge che a trovarsi in pericolo di vita sarà anche un uomo grassoccio dai lunghi baffi e dagli spessi occhiali (le sembianze del sig.Aguri, per cui cfr. riassunto "La Statua dell'Umanità" - Vol.1 ep. 3-5.)
L'altro si rassegna ad acconsentire alla richiesta della donna, rivelando dietro al cappuccio il volto di Hasrath Khan.

Nei combattimenti virtuali disegnati da Madurai, Yakumo è sovente in difficoltà contro Benares: nessuna delle sue larve sembra essere sufficientemente veloce per sorprendere il suo avversario. Resta comunque deciso a raggiungere il livello richiesto dall'addestramento di Madurai, vincolo che il monaco ha posto perchè il programma possa rivelare a Yakumo la destinazione sua e di Pai.
Durante una pausa del suo allenamento, riceve la visita di Yoko. Yakumo le spiega la situazione e le dice di ritenere che Pai conosca la verità sul conto di Madurai e Benares e che per questo si sia fidata del sacerdote. Meravigliata della fiducia di Yakumo nel giudizio di Pai, indice del legame sentimentale tra i due, Yoko spiega di essere giunta a Londra anche per mostrargli una cartolina giunta in Giappone, cartolina che Ling Ling riteneva oltremodo insolita.
Da principio poco attento alle bizzarre frasi di saluto di Khan che la cartolina contiene, riflette attentamente riguardo ad un accenno alla stagione delle piogge e si avvede che alcuni caratteri sono scritti in maniera da non essere cancellati dall'acqua. Ciò che resta del messaggio è una richiesta di aiuto. Yakumo non esita a decidere di partire.

Giunto assieme a Yoko nella (immaginaria) Repubblica di Parjania e sfuggito alle guardie di frontiera, Yakumo si reca a casa di una sua conoscente, per chiedere l'aiuto di un certo Uraja.
La donna, moglie di Uraja, lo accoglie a male parole e lanciandogli alcuni oggetti, memore di un disastro di cui il giovane era stato responsabile quattro anni prima assieme a suo marito.
Lascia comunque il tempo di spiegare a Yakumo i motivi del suo viaggio e comprende la situazione. Il Paese è in quel momento sconvolto da una guerra civile: il crudele re Kushastari ed il suo esercito di mercenari stanno cercando di rovesciare il governo reppubblicano. Vista l'inferiorità delle forze monarchiche dal punto di vista militare il re sta tentando di ottenere nuovo consenso presentandosi come depositorio del potere divino, ossia come il Diva Raja.
Proprio in quel momento, Kushastari apprende le notizie della sconfitta di molte delle sue armate, notizie che non ritiene giustifichino una ritirata: contemplando il sarcofago che si ritiene appartenga a Vishnu, egli si proclama uno dei suoi invincibili avatara. Intanto Khan apprende dalla donna che lo ha costretto a collaborare con i monarchici che è sua intenzione tentare la fusione tra Vishnu ed il re, per dimostrarne la natura divina. Confessa che la vittoria dei monarchici le interessa meno del rito che riporterà alla vita l'essere.

Nel frattempo, Yakumo, Yoko e la donna che li aveva ospitati sono in una piccola barca. Yakumo apprende che il vecchio Uraja era stato assasinato all'inizio dell'anno e che alcuni maghi sono misteriosamente spariti, probabilmente costretti dai monarchici a lavorare al loro progetto.
Uraja si era già inimicato Kushastari quattro anni prima, quando lui e Yakumo avevano spezzato il circolo magico con cui il re stava cercando vanamente di resuscitare Shiva. Le forze magiche scatenate con tale atto avevano originato un terremoto che aveva semidistrutto il Paese.
Giunti alla pagoda ritratta nella cartolina di Khan, i tre vi si avvicinano cercando una traccia della presenza di Khan. In quel momento una creatura dall'aspetto di un gigantesco serpente dotato di una enorme dentatura si scaglia contro di loro.
Yakumo è lesto ad abbattere il mostro con Guan Ya, ma mentre i tre si chiedono di che natura possa essere la traccia lascita dal giovane mago, la creatura riappare.
In contatto con l'essere, la maga che tiene prigioniero Khan si dichiara felice di poter vendicarsi di Yakumo. Imprigionato da un tentacolo e ripetutamente colpito dalle zanne della creatura, Yakumo nota il coltello di Kahn. Mentre pensa a come liberarsi per raggiungerlo riesce a rendersi conto che, dato che i sui poteri Wu non funzionano e che Guan Ya non ha ucciso l'essere, la natura del suo avversario è illusoria.
Individuata la fonte dell'illusione il giovane Wu spezza l'incantesimo.

Un mercenario constatata la distruzione di una trappola illusoria, chiede istruzioni via radio a colei che chiama Maestra Sarlama, informandola che alcuni intrusi si stanno avvicinando. In quel momento Yakumo lo aggredisce alle spalle.
Interrogando il mercenario e leggendo le parole incise da Khan sul suo coltello, Yakumo apprende dell'esistenza di un sacro sarcofago di Vishnu e si domanda se non debba affrontare qualche tremenda creatura soprannaturale.
In particolare i miti riguardo a Vishnu parlano di una creatura dalle molteplici forme, una delle quali, Kalkin, preposta alla distruzione del mondo. La parentela attestata dagli antichi tra Shiva e Vishnu terrorizza Yoko, che teme che con un terzo Sanzhiyan Hum Kara possa manifestarsi anche Benares.
Nel frattempo alcuni soldati monarchici scorgono ed attaccano il trio che cerca di fuggire. Ad aiutarli sopraggiunge un misterioso gruppo di individui vestiti in nero che, ricorrendo esclusivamente ad arti marziali, li sopraffae. Yakumo, che ha indossato anche egli la divisa dei mercenari, decide di evitarli.

Kushastari, stanco di aspettare che vengano rimossi i sigilli magici, decide di aprire il sarcofago distruggendone il coperchio. Nel frattempo Yakumo e gli uomini in nero si fanno sempre piu' vicini. Purtroppo appena il trio giunge in vista del palazzo ove è nascosto il re si attiva una trappola che cattura Yoko e la moglie di Uraja.
Il re ha così il tempo di ordinare l'apertura del sarcofago, nonstante tutti i maghi presenti temano il liberarsi delle energie contenutevi ed il corpulento compagno di Khan riconosca sull'artefatto il marchio di Vishnu assieme ai geroglifici dei Triclopi. Aperto a forza, il sarcofago inizia a manifestare una potenza ultraterrena.
Utilizzando la divisa che indossa, Yakumo riesce ad infiltrarsi, per scoprire che assieme a lui sono giunti anche gli uomini in nero che reclamano il possesso del sarcofago. Yakumo decide di affrontarli per non perdere tempo in trattative, ma, dopo il primo scontro con il più autorevole di essi, riconosce nell'uomo il monaco Naparba (cfr. riassunti "Il culto del Sacro Demone", "Kun Lun", "Il risveglio del Sacro Demone" - Vol.4 ep. 10-13. Vol.5). Il monaco spiega a Yakumo che il sarcofago non contiene affatto le spogli di Vishnu.

Mentre dall'artefatto si ergono lo scheletro e le interiora di una creatura, Sarlama si appresta a celebrare il rito che la unirà a Kushastari. Rivelata la mano mostruosa che celava sotto un guanto, applica alla fronte del re la larva Ping Gu, uno dei tesori della sua famiglia, protettrice delle larve magiche. Ping Gu dovrebbe permettere l'unione auspicata.
A questo punto della cerimonia Sarlama si avvede che i maghi hanno apprestato una barriera per arrestare la risurrezione della creatura ed ordina senza esitazione di fare fuoco su di essi.
Nonostante Yoko riveli il suo aspetto di Hua She ed ingaggi un combattimento con Sarlama, le raffiche di mitra dei soldati colpiscono Khan e gli altri maghi e la barriera crolla.
Solo in quel momento sopraggiungono Yakumo e Naparba.


COMMENTI

È legittimo per un Autore, specie per un Autore di successo come Yuzo Takada, attingere ed ispirarsi a miti di sua conoscenza trasponendo nomi e immagini nella sua Opera.
Questo non significa che tale Opera sia un tentativo di spiegare esaustivamente la teologia, l'etica e la filosofia dell'Induismo o anche solo del Vishnuismo.
Pur essendo Cattolico e non avendo una conoscenza sulla dottrina del Vishnuismo che mi consenta di trattarne, la mia esperienza mi suggerise alcune osservazioni.
L'uso fatto delle figure tradizionali è esclusivamente strumentale alla vicenda e non intende in alcun modo smentire il pensiero religioso di una discreta fetta dell'umanità. La tipologia del racconto non consentirebbe di esporre il credo Vishnuista, nella millenaria storia delle popolazione ad esso devote.
Quanto, come Cattolico, ravviso del tutto alieno ad un pensiero religioso il ricorso a figure appartenenti alla sfera religiosa del Cattolicesimo (come nel pur suggestivo "Neon Genesis Evangelion"), tanto suppongo lontano dal misticismo indocinese quanto da me riassunto.
È bene, talvolta, ricordare che una storia serve sempre per sognare e per far riflettere, ma non sempre è parte della Verità.

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