I Riassunti

Capitolo Diciannovesimo
Prigioniera di un ricordo



Yakumo e Pai sono finalmente in possesso della Sacra Pietra Magica e la ragazza si sente vicina come non mai al momento in cui sarà un essere umano. Raccomanda a Yakumo di non separarsi più da lei una volta che avranno acquistato l'umanità.

Gongolante per le parole di Pai, in quel momento addormentata, Yakumo riflette con Steve del suo avvenire come essere umano. In quel mentre in elicottero sopraggiunge Ling Ling, che fa trasportare gli Hyoma stremati dalla temporanea trasformazione in pietra in un ospedale.
Quindi con Steve e Yakumo si reca nella tenda ove è custodita la Sacra Pietra Magica. Yakumo rivela di aver intenzione di evocare il giorno successivo i ricordi di Gui Yang Wang alla presenza di tutti.
Ma durante la notte Yakumo sente un rumore e trova sveglia Parvati, che si dirige verso la Sacra Pietra Magica. La triclope si rivolge aspramente a Yakumo, accusandolo di aver agito mettendola a rischio della vita con troppa leggerezza e di averla profondamente delusa come wu. Si volge verso la pietra dichiarando di evocare Gui Yang Wang per scoprire se esista un metodo per sollevarlo dai suoi compiti di wu.

In un lampo di luce, appare la figura dell'essere che Yakumo conosce come Gui Yang Wang. Sordo alle sue domande, Gui Yang Wang chiama a sè Parvati che gli si avvicina commossa nel non vedere in lui alcuna traccia di malvagità e chiamandolo con il nome di Shiva.
Yakumo cerca di trattenerla, ma avvicinandosi all'immagine di Shiva, il suo corpo comincia a smembrarsi. Parvati raggiunge l'immagine che si china su di lei a baciarla.
Yakumo evoca Guan Ya contro l'immagine, ma la larva viene respinta dalla Sacra Pietra Magica.
Il lampo di luce che circonda Shiva in quel momento aumenta di intensità e Yakumo non riesce a distinguere quanto sta succedendo. Quando sopraggiunge Steve con la loro guida Hyoma, Pai giace addormentata accanto alla Sacra Pietra Magica, che però sembra non custodire più alcuna energia.

Tre giorni dopo Pai è ancora addormentata, assistita in ospedale da Ling Ling e dalla convalescente Gupta. Yakumo nel frattempo è nel deserto, ove Steve e gli Hyoma stanno sigillando con opportune esplosioni la Kun Lun del deserto egiziano.
Khan raggiunge Pai all'ospedale e, viste le sue condizioni, si precipita da Yakumo rimproverandolo per la sua miopia: a suo giudizio, Pai è addormentata perchè la sua mente è prigioniera di una volontà esterna. Senza fornire ulteriori altre spiegazioni a parte la necessità di intervenire al più presto, conduce Yakumo in un magazzino a Il Cairo ove si sottopone assieme al wu ad un incantesimo che li trasporta nella mente di Pai.

Ripresa conoscenza, Yakumo distingue attorno a sè un costruzione delle dimensioni di un castello sulle cui mura è disegnato il simbolo dei tre occhi. Yakumo è certo di avere di fronte il Santuario come doveva essere prima della distruzione del popolo dei triclopi.
La sua convinzione è confermata dal notare presso di lui le uova di un Takuhi.
Khan spiega a Yakumo che la mente di Pai in quel momento è imprigionata nel mondo in cui si trovano, generato dai ricordi suoi e di Gui Yang Wang.
In quel mentre sopraggiunge un carro, inseguito da un mostro che ha l'aspetto di un'enorme tartaruga (a me ricorda una tartaruga) e guidata da creture antropomorfe con la testa di elefante.
Gli inseguitori raggiungono il carro ed ingaggiano battaglia con i suoi occupanti. Tra questi Yakumo concentra la sua attenzione su una creatura dall'aspetto simile ad una donna sulla cui fronte spicca l'ideogramma del nulla che la qualifica come un wu.
L'essere invoca Zha Lie Chong, scarabeo esplosivo, nel nome di Madurai, ma in quel momento viene raggiunta dalle creature. Yakumo impulsivamente accorre in suo aiuto travolgendo i suoi assalitori, permettendole di completare l'evocazione, e fa schiudere un uovo di Takuhi tra le fauci della mostruosa tartaruga che ne viene travolta.
Sul carro, che può così allontanarsi, tra un essere dal volto di pesce dai molti occhi e una creatura con la testa di cavallo ed un occhio solo, Yakumo distingue una triclope adulta, estremamente simile a Pai.

Le creature elefantine, persa la possibilità di raggiungere il carro, si lanciano verso Yakumo e Khan. Yakumo tenta senza successo di lanciare Guan Ya e Khan ha finalmente in tempo di spiegarli che nel mondo di cui sono ospiti essi sono puro spirito e non possono usare le capacità magiche che possiedono, a meno che la coscienza in cui si trovano non ne ricordi l'esistenza.
Yakumo non può quindi rigenerare le proprie ferite e rischia la morte, che equivarrebbe all'impossibilità di tornare nel proprio corpo.
Nel frattempo gli uomini elefante raggiungono Yakumo e Khan e li conducono da un individuo grasso e con il volto coperto. Gli esseri vogliono costringere Yakumo e Khan a rivelare dove si siano nasosti i fuggitivi e trascinano i due al castello dei triclopi per essere interrogati.
Al castello Yakumo e Khan sono condotti in un'arena dove il grasso individuo che li aveva catturati offre ai due come stimolo per parlare la minaccia di un Tu Zhao. Allo spettacolo assistono divertiti alcuni triclopi in cui Yakumo stenta a riconoscere esponenti del popolo pacifico descrittogli.
Yakumo comunque conosce abbastanza il punto debole di Tu Zhao da non farsi sorprendere: gli getta addosso una delle torce che illumina l'arena, scagliandosi contro il grassone che, rivelando il suo volto di elefante, si qualifica come Ganesha, il wu di Gui Yang Wang.
Khan riesce frattanto a colpire Ganesha fermandolo per pochi secondi, ciò gli permette di fuggire assieme a Yakumo. Il grassone sta per lanciare ai due un incantesimo, ma una donna dall'aspetto indiano, a cui Ghanesha si rivolge con il nome di Skaniya, lo trattiene facendogli notare che potrebbe colpire uno degli spettatori e recandogli l'ordine di Gui Yang Wang di recarsi immediatamente da lui.
Ganesha esegue l'ordine scortato da alcuni soldati, senza avvedersi che il posto di due di questi è stato preso da Yakumo e Khan, intenzionati a raggiungere Gui Yang Wang per trovare Pai. Per la strada Yakumo si chiede perplesso come mai il wu di Gui Yang Wang non sia Benares.
Ma la creatura che attende Ganesha ha tre occhi, ma anche l'aspetto di un nano con quattro braccia. Egli percepisce immediatamente la presenza di Khan e Yakumo, che appare palese quando quest'ultimo esprime la sua sorpresa di fronte all'aspetto di Gui Yang Wang.
Yakumo e Khan ricominciano a fuggire da Ganesha, decisi ad allontanarsi dal quel luogo ed in loro aiuto accorre una bambina alla quale Yakumo poco prima aveva restituito un giocattolo. La bimba li conduce attraverso uno stretto passaggio ad un volatile dalla testa di donna su cui li invita a salire.
Al sopraggiungere di Ganesha, Yakumo e Khan salgono sul mostro conducendo con loro anche la bimba. Il wu dal volto elefantino tenta di fermarli evocando Lei She, serpente del fulmine, che colpisce la loro cavalcatura e li costringe ad un atterraggio in una stretta radura.
Qui Khan nota che tra la vegetazione si nascondono creature che li spiano. Tra queste si fa avanti l'essere di nome Madurai, che chiede ai due perchè li abbiano aiutati in precedenza. Al sopraggiungere della triclope che aveva visto durante il suo scontro con gli uomini elefante, Yakumo si ostina a qualificarsi come il wu di Parvati Quarta, suscitando l'incredulità generale.
La triclope ignora questa sua dichiarazione e gli chiede notizie della bambina da lui condotta presso di loro. Ella, spiega, ne è la madre, Parvati Terza.
Solo allora Yakumo guarda con attenzione il volto della bimba riconoscendovi i tratti della sua Pai. Il dialogo è interrotto dal sopraggiungere del triclope che Yakumo conosce con il nome di Gui Yang Wang ed al quale Parvati si rivolge con il nome di Shiva, chiedendogli cosa lo spinga a cercare di sottoporre lei e se stesso al rituale di Umanificazione, di cui ben conosce il potere diabolico.
Shiva ignora tutti i presenti e si dirige deciso verso la bambina che Yakumo ha in braccio. Pai in quel momento riacquista i sensi e, riconosciuto Shiva, si libera dalla stretta di Yakumo per correre verso il triclope.
Khan la trattiene mostrandole il suo volto riflesso in una spada che aveva in precedenza sottratto ad un uomo elefante, per darle modo di riconoscere se stessa. La piccola triclope resta confusa.
In quel momento Shiva lancia attorno a sè un lampo di energia. Nel trambusto un essere piomba dal cielo avventandosi su Parvati Terza: è la donna indiana Skaniya, appartenente alla stirpe di Hyoma, che rapisce la triclope. Anche Shiva si allontana, conducendo con sè Pai.

Nonostante abbia condotto a lei tanto Shiva che Skaniya, Madurai non è ostile nei confronti di Yakumo e Khan, seppure non ne comprende le motivazioni.
Madurai si chiede come poter sottrarre la sua padrona dal rito di Umanificazione. A Yakumo è chiaro che l'unico modo per sottrarre Parvati e la stessa Pai a Gui Yang Wang ed a Shiva è attaccare il castello del sovrano dei triclopi mentre questi è occupato a celebrare il rito di Umanificazione.

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