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Capitolo Quinto
Quattro anni dopo.
Pai Ayanokoji è una giovane ragazza iscritta al liceo di Koka a
Tokio, che ama passare il tempo in compagnia delle sue migliori amiche,
Don e Kenken, e sogna di trovare un ragazzo meraviglioso.
La sua vita cambia completamente nel momento in cui una rivista
pubblica una sua foto in uniforme scolastica, non per il fatto di
essere rimproverata del consigliere dell'istituto, ma perchè ha
la sensazione di attirare a sè inquietanti presenze.
Anche un vagabondo dai capelli piuttosto lunghi, vestito di un mantello
dall'aria pesante si interessa a lei, correndo ad abbracciarla.
Ayanokoji lo respinge e si allontana correndo.
Giunta infine con le amiche in una discoteca, vi entrano per scoprire
che al suo interno non vi sono persone, ma solo marionette (di
dimensioni umane, comunque). Kenken e Don fuggono ad avvertire la
polizia, mentre la terza rimane intrappolata ed una marionetta le
chiede di mostrare i suoi poteri di Triclope, quelli che consentono
di conferire l'immortalità e l'eterna giovinezza.
La ragazza dice di ignorare di possedere poteri di qualsiasi genere e
prega la creatura di lasciarla stare. Invece viene aggredita, ma in
quel momento dalla sua fronte si sprigiona un lampo di energia che
allontana le marionette e la trascina via da quel luogo, proprio fra le
braccia del vagabondo di poco prima.
Pai si risveglia nella casa ove vive con i nonni, nel letto della
propria stanza, convinta di avere sognato. Scopre invece che il
vagabondo l'aveva riaccompagnata a casa e vi era rimasto a trascorrere
la notte. In quel momento il ragazzo sta parlando con suo nonno che gli
spiega come Pai sia rimasta orfana dei genitori e del tutto priva della
memoria a seguito di un incidente.
Il ragazzo insiste per accompagnare Pai a scuola. Pai non ne è
entusiasta e per la strada gli chiede se non sia lui a manovrare quei
manichini. Il vagabondo racconta allora a Pai che egli è convinto
che lei non sia un essere umano, ma una superstite della stirpe del
Sacro Demone, i Triclopi, e che i segni di forma rombica che ha sulla
fronte non sono conseguenza di un incidente, ma un sigillo che
imprigiona le capacità della sua specie.
Pai ascolta la storia del tutto incredula, poi quando il ragazzo si
getta contro un manichino celato sotto le spoglie di un poliziotto e si
presenta come Yakumo Fujii (era abbastanza chiaro, no?), destinato a
restarle accanto per tutta la vita, scoppia a ridere convinta che il
ragazzo abbia orchestrato una messinscena per attirare la sua
attenzione e farle una dichiarazione.
Yakumo insiste nella sua versione di fronte ad una Pai che comincia ad
innervosirsi e per provare ciò che afferma consegna a Pai un
artefatto in grado di controllare in parte il potere dei Triclopi, gli
Artigli di Shiva.
Si tratta di una specie di guanto senza dita che si infila al dito
medio e calza sulla mano con due collane di pietre che si intrecciano
sul dorso.
Non ha modo di spiegarne il funzionamento, perchè la ragazza sale
spazientita sul suo autobus. Qui però ha la spiacevole sorpresa
di ritrovare la marionetta della sera avanti, circondata da altri
manichini. L'essere ha inoltre preso in ostaggio Don e Kenken.
La marionetta imprigiona Pai, ordinandole di concedere la vita eterna
al suo creatore, un uomo che è condotto su una sedia a rotelle.
Pai ripete le sue argomantazioni e l'essere trasferisce i volti e le
anime delle amiche di Pai in una marionetta a forma di ragno con due
teste umane (a me ricorda un ragno). Al successivo rifiuto della
ragazza, ordina alla marionetta-ragno di divorarla.
In quel mentre sopraggiunge Yakumo che affronta la marionetta
staccandole un braccio, quindi comincia ad affrontare tutti i pupazzi
rivelando una notevole padronanza delle arti marziali, il che
impressiona favolevolmente Pai.
Per concludere il combattimento, Yakumo evoca un Tu Zhao (il mostro con
l'artiglio già apparso più volte) che riduce a pezzi la
gran parte delle marionette.
Liberata Pai, i due vengono attaccati dalla marionetta-ragno dai volti
di Don e Kenken. Yakumo è squarciato da uno degli artigli del
ragno, Pai supplica la marionetta di smettere dicendo di essere
disposta a fare il possibile per accontentarla. Yakumo, che ovviamente
è ancora vivo, ammonisce Pai dal fare promesse avventate e le
insegna la formula "Baras Vidahi" che dovrà attivare gli Artigli
di Shiva.
Perplessa, Pai comincia a recitare la formula e sente il manifestarsi
in lei di un potere sconosciuto. Yakumo colpisce la marionetta-ragno e
guida Pai verso un'altra stanza. Conscia ormai di non essere un essere
umano, Pai rivela a Yakumo di voler continuare la sua vita di prima.
Yakumo allora le raccomanda di non usare la formula che ha appreso. Ma
quando la marionetta-ragno si avventa su Yakumo, Pai solleva la mano
recitando le parole magiche. La forza dell'incantesimo spezza il
sigillo impostile e un ondata di energia luminosa travolge la
marionetta distruggendone il corpo. Al centro della fronte di Pai,
sormontato da un unico segno romboidale, è apparso un Terzo
Occhio.
Restituiti a Don e Kenken i loro volti, Yakumo pone i resti del corpo
della marionetta accanto all'uomo cui essa avrebbe voluto donare
l'immortalità, il suo creatore, morto già da mesi e da essa
creduto ancora vivo.
Yakumo non sa spiegarsi perchè Pai non abbia ancora recuperato la
memoria, decide comunque di restarle accanto certo che tracce di essa
dovranno manifestarsi entro pochissimi giorni.
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