1. ACQUADIZZETTO - 1685 Acquadizzetto. Dim. in -etto da Acquadizzo (v. al n. 3).





















2. ACQUADIZZI (bocchello) - FSB 1643 il Bocchettone degli Acquadizzi. Bocchello aperto nella roggia Archetta-Pallavicina per l'irrigazione dei fondi omonimi che, secondo Donati de' Conti (Archetta-Pallavicina, pp. 44-51) corrispon-derebbero ai terreni un tempo serviti dalla roggia Marazza o Babbiona (di Ripalta Vecchia) successivamente inglobata nell'attuale roggia Archetta.










3. ACQUADIZZO - 1051 Aquaditio; 1685 l'Acquadizzo; FSB 1759 la Valle degli Acquadizzi; 1815 Acquadizzo. Derivato in -iceus da aquatus (Forc.,s.v.) nel senso di "acquoso, acquidoso" riferito ad altro termine (ager,fundus o simile) rimasto sottinteso, per cui l'iniziale agg. Si è poi sostantivato.










4. ADA [l'àdal. E' il nome del fiume Adda che segna il confine di provincia verso occidente. Già nominato da Plinio (Nat. Hist, Il, 224; III, 118-131) come Adduaflumen ed ugualmente citato da diversi altri autori classici, vien detto ancora Adduafluvius da Paolo Diaco-no (Hist. Lang. Il, 14) nel secolo VIII. Nei successivi IX e X secolo il nome oscilla tra Addua, Abdua, Adua e Ada fluvius o Adda flumen (Falconi,I, 61, 63, 141, 211, 214) e quest'ultima forma finisce col prevalere nei secoli pieno-medievali. Si tratta di una vc. di origine verosimilmente prelatina che si ritiene composta da una radice ad-, con valore idronimico, e da un suff. -ua, che partecipa alla forma-zione di altri toponimi prelatini (Man tua, Padua, Genua) ed è considerato dalla gran parte degli studiosi di origine anaria (Costanzo Garancini 58; DTL 46; DT 8). Lo stesso nome risulta attribuito a diversi appezzamenti di terreno confinanti con il fiume omonimo da cui traggono l'appellativo.










5. AGNOLO - 1609 il chios di Casa alias Lagnolo; 1685 la Campagnola et Agnolo, il Chios di Casa alias l'A gnolo. Anche sulla base di analoghi toponimi esistenti in comune di Montodine (al Lagnòl, al Lagnulèt) sembrerebbe possibile derivare l'appellativo dalla vc. tardo-lat. latnna "terreno acquitrinoso" (Du Cange, s.v.; REW 4869) attraverso un suff. masch. -(i)olus con funzione attributiva ovvero diminutiva, molto frequente nella toponomastica romana ed altomediev. (v. oltre al n. 159).










6. AGRE [l'àgre] - 1051 Agro; 1609 all'Agre; 1685 l'Agro; 1815 Agro. Dal lat. ager "campo, campagna" (Forc., s.v.; REW 276), ma anche "terreno, terri-torio", forse attraverso una forma secondaria *agrum. Il toponimo, già documen-tato nel 1051 nella forma Agro, potrebbe rifarsi alla condizione di ager publicus delle terre così designate e riferirne la destinazione a pascolo ed il regime comu-nitario ancora vigente nei secoli medievali.










7. AGRE [i àgre] - FBS 1467 alle Agri; 1685 li Agri. Denominazione propria a diversi appezzamenti di terreno che si ritrova uguale nel contermine terr, di Montodine. Nella loro contiguità essi compongono un'area abbastanza estesa, a poca distanza dall'Adda, rafforzando l'ipotesi di una loro trascorsa destinazione a compascuo (v. sopra).










8. AIALALIA - 1051 Aialalia (CDCr. dà invece la trascrizione Valalia). Si tratta credibilmente di un *arealalia dal tardo lat. arealis (Du Cange, s.v. area; REW 627) con significato di "luogo incolto aperto, spiazzo. aia". In altre parole il termine indicherebbe spiazzi liberi ricavati all'interno o al margine del bosco e destinati a vari lavori fra cui certamente l'allestimento del legname dopo l'esbosco od anche alla produzione del carbone (cfr. REWS, Lorenzi, DTL sv. ajal; Gnaga s.v.aiale; Bottazzi s.vv. ial, ajal). Nel caso specifico il suff. -alla costituirebbe (Serra 32) una traccia relativa a preesistenti terre vicanali, vale a dire aree comuni.










9. AL [la àl] - 1609 la Valle; 1685 la Valle 1815 a Valle. Dal lat. vallis "valle, bassura, avvallamento del terreno" (Forc., s.v.; REW 9134). In questo caso, però, sembra più adeguato attribuire al termine la parallela acce-zione di "acquitrino, raccolta d'acqua stagnante", abbastanza diffusa nell'italia sett., forse anche in relazione a qualche pratica specifica, come l'allevamento del pesce.

10. ALBARE BENEDICTI PRESBITERI - 1051 l'Alba re Benedicti Presbitcri. Dal lat. tardo albarus (Du Cange, s.v.; REW 318) nel significato di "pioppo" e pro-babilmente allusivo soprattutto al pioppo bianco (Bosshard 60)ovvero al pioppo gatterino a quello assai rassomigliante e specie ancora ben rappresentata nei bo-schi ripariali della provincia. Il determinante fa riferimento a un prete Benedetto, forse proprietario del fondo.

11. ALBERA [l'àlbera] - 1685 l'Albera; 1815 Albera. Dal dial cr.sco àlbera "pioppo" a sua volta disceso dal lat. arbor (Forc., s.v.; REW 606) attraverso la forma basso lat. albarus (v. sopra) con dissimilazione l/r.

12. AMERICA [l'amèrica]. Toponimo di conio recente del cui senso genuino non è stato possibile accertarsi.

13. ARBUSCO - FSB 1584 l'Arbusco in Saragoza. Da un uguale cognome di cui si trova menzione in terr. cremasco fin dal XV seco-lo (Terni 209).

14. ARCHETTA roggia [l'archèta]. Nome di un'importante cavo irriguo decorrente insieme alla roggia Borromea in fianco alla strada che da Crema porta a Ripalta Arpina, giunto alla forma attuale attraverso una complicata evoluzione strutturale ed idrologica. La sua origine storica va ricercata in una precedente roggia Marazza, aperta nella sponda orientale del fiume Serio al di sopra del ponte di Crema nel 1463 (FSB, Cart. 74, parte V, fasc. 1) ad opera di alcuni proprietari di terreni posti in Ripalta Arpina e Montodine. Tale nuovo canale utilizzò per la seconda metà circa del suo percorso un altro cavo preesistente denominato roggia Babbiona che già sbocca-va nella roggia Pallavicina nei pressi del Marzale (FSB, cart. 74, parte VII, fasc. 1). Ma solo dal 1473 l'acqua della roggia Marazza - Babbiona poté confluire nella Pallavicina, a prezzo di speciali condizioni, per esserne nuovamente estratta a valle dell'abitato di Ripalta Arpina e giungere così ai fondi cui era destinata. Ma a causa di continue liti connesse alla dispensa di quelle acque i loro proprietari ne cedettero i diritti a Renato Triulzi junior: nel 1529 quelli relativi a Montodine e nel 1530 quelli relativi a Ripalta Arpina. Tale proprietà passò da Renato Triulzi alle sue figlie Lucia, maritata con il Conte Luigi Visconti Arconati, e Margherita mo-glie del Conte Cesare Borromeo e quindi al Marchese Giovanni Battista Archetti, da cui prese il nome (Donati dè Conti,Idrologia 11 - 24). Nel 1891 venne aperta una bocca di presa sul canale Marzano (ora Vacchelli), mentre dal 1960, dopo che una piena del Serio distrusse la sua traversa di invaso, la roggia Archetta esercita il suo diritto a derivare dal fiume attraverso la roggia Borromea (Loffi, Note, 53).

15. ARDANE [le ardàne] - FSB 1665 l'Arzana; 1685 l'Arzana; 1815 Arzane. La forma originaria della vc. lascerebbe pensare ad un toponimo fondiario roma-no dal pers. lat. Artius (De Vit, s.v.) od eventualm. Arcius (Schulze 126, 403) o Arsius (Schulze 127) con il suff. -anus da concordarsi con il sost. sott. colonia se considerato femm. sing. ovvero con praedia se neutro pl. Formalmente appare soddisfacente anche una connessione con l'agg. lat. artus "stretto, angusto" (Thll., sv.; Forc., s.v. arctus) che troverebbe un reale riscontro semantico nella forma stretta ed allungata degli appezzamenti di terreno così denominati. Per il passag-gio di -z- della forma originaria del toponimo a -d- della forma dial. si veda oltre al n. 123

16. ARGENE - 1685 l'Argene. DDal lat. tardo arger (Du Cange, s.v.; REW 277) a sua volta disceso dal lat. class. agger, deverb. di aggerare "ammucchiare, accumulare" (Forc., s.v.aggero), donde "argine, rialzo di terreno posto a riparo o per contenere una massa d'acqua".

17. ARSARIA - 1051 Arsaria. Collettivo in -aria dal lat. arsus "arso, bruciato", part. pass. di ardere (Forc., s.v. ardeo; REW 620). Nel caso di specie il valore semantico del toponimo potrebbe avere attinenza tanto con "terreni arsi, aridi" quanto con "terreni bruciati", ma-gari attraverso la pratica del debbio.

18. ARSEL [l'arsèl]-FSB 1497 il Roversello; 1685 il Roversello. Forma aferetica del dial. cr.sco (Ru)arsèl "piccola quercia", dal dial rùer "quercia, rovere" (Samarani 198; Bombelli 170), quantunque la definizione sia soprattutto applicata, da noi, alla farnia (Quercus robur) che rappresenta la quercia più co-mune e diffusa in pianura padana (v. al n. 170).

19. AULIANO - 1051 Auliano. Toponimo fondiario romano con il caratteristico suff. -anus dal pers. lat. Aulus o Aulius (Schulze 73; De Vit, s.v.).

20. AVERTO - 1051 in Averto; sec. XII seconda metà in Averto. Toponimo ascritto, ancora nel XII sec., alle terre appartenenti alla località detta "Ripa Scorticata", oggi identificabile con un tratto del terr. castelleonese. Dal lat. £?pL'rtus, part. pass. di aperire "aprire" (Forc., s.v. aperio; REW 515) ad indicare prohahilm. luoghi aperti nell'ambito di zone occupate dalla selva. E medesimo concetto è espresso anche dall'altra vc. lat. class. apertum "luogo aperto, pianura" (Forc., s.v.) che pare l'etimologia più convincente, senza con ciò scartare l'ipotesi dell'Olivieri (DTL 65) che vi intravede il senso di "terre aperte" ossia "terre comuni".

21. BABIONA - 1685 vaso vechio della roggia Babiona. Era questa una roggia derivata dal f. Serio, in terr. di Montodine, nel XV sec., a quanto risulta, per servire i fondi siti in Vinzasca, Gombito, Cornaleto, Formigara e Pizzighettone, la cui estrazione era stata concessa dai Rettori di Crema, facendo salvi i diritti dei Benvenuti che usufruivano anch'essi delle acque del Serio per l'irrigazione delle loro proprietà facenti capo alla Saragozza (cfr. Donati de' Con-ti, Idrologia, 11). Si tratta di un idronimo di problematica interpretazione che si ripete varie volte in terr. cremasco, come appare anche dalle fonti archivistiche (cfr. precedente n.1 4), e lo si direbbe derivato da un nome comune. Andrà probabilmente riconnesso con il lat. bajulus "portatore" (Forc. s.v.) nell'accezione più specifica di "canale portatore di acqua" (REW 886,*bajula aquae) con l'aggiunta del suff. accr. -OlIt'. L'evoluzione dell'esito attuale passa attraverso una forma contratta *baiona (di cui non mancano esempi in terr. lombardo, cfr. Gnaga 41; Boselli 24) con l'inseri-mento di -b- epentetica. (Cfr. Costanzo Garancini 140).

22. BALDIN MATINA [al baldìn matìna]- FSB 1646 il Baldino (...) alla Saragozza; 1685 il Baldino alias Santo Giovanni; 1815 Baldino. Agg. in -inus, con funzione derivativa e non diminutiva, dal nome pers. germ. Bald (Fòrstemann 235), ipocoristico di altro antroponimo germ. Una verosimile attinenza del nostro appellativo con il cognome Baldini sarebbe comunque da ri-condurre alla medesima origine (De Felice, DCI, 67; Bongioanni 38). La speci-ficazione discende dal fatto che l'appezzamento in capitolo si trova situato ad oriente - a mattina - rispetto ad un altro omonimo (v. seg.).

23. BALDIN SERA [al baldìn séra]. Come il preced. La specificazione nasce dalla posizione ad occidente - a sera - rispetto all'omonimo campo già considerato. Si noti in entrambi i toponimi l'in-flusso dial. crem., con la conservazione della consonante nasale finale, già presen-te nella parlata del contermine terr. di Gombito.

24. BALINARIA - 1051 Balinaria. Si direbbe un agg. in -arius, attribuito originariam. ad un nome femm. (forse terra) e in seguito sostantivato. Dal lat. balineum "bagno" (Forc., s.v.; REW 905), ma anche, certam., "luogo occupato dall'acqua, terra sommersa o acquitrinosa" (cfr. DT, s.vv. bagnara e bagnolo).

25. BARAI [al baràt] - 1685 il Baratto; 1815 Baratto. Appellativo proprio a due campi distinti e non contigui. Deverb. di baratare "ba-rattare, permutare" (Du Cange, s.v.) con chiaro significato.

26. BARENZAGA - 1051 Barenzaga; sec. XII seconda metà in Barenzaga. Toponimo assegnato ancora nel secolo XII alla località "Ripa Scorticata", oggi identificabile con un tratto del terr. castelleonese. Derivato con il suff. -acus, di tradizione gallica, dal gentilizio lat. Bellitius o Bellicius (Schulze 42, 292; CIL V, 2416, 3515) con valore di designazione di proprietà fondiaria. La forma toponomastica presenta l'inserimento di -n- epentetica e rotacismo di -1-. L'esito femm. sarà dovuto a concordanza con il sost. sott. colonia ovvero con il neutro pl. praedia, risultando in quest'ultimo caso solo apparentem. femm. L'Olivieri (DTL 80, s.v. Berenzi) ritiene invece di derivare lo stesso nostro toponimo da un nome pers. germ. Berinzo che, però, mi sembrerebbe mal adattarsi cronologicam. con il suff. -acus.

27. BATAI [al batài]. Agg. in -alis da un deverb. di batuere (REW 996) contratto in batere "battere, pesta-re", originariam. riferito a locus o simile e poi sost. In Italia sett. tale suff. assume sovente valore locativo. Ritengo l'etimologia analoga a quella di batatorium o batenderius (Du Cange, s.vv., ma lo stesso Autore riporta anche la vc. batarium, con uguale significato, che risponderebbe altrettanto bene alla ricostruzione formale del nostro toponimo) indicante il luogo ove si battono i panni o, forse meglio, dove si macera e si batte la canapa (cfr. anche Grand-Delatouche 338).

28. BATISTINO - 1685 il Batistino alias Bredazzo; 1815 Battistini. Agg. in -ino da un nome pers. Battista o da un cognome Battisti (De Felice, DCI, 73) ovvero dim. in -ino dalla stessa matrice applicato con significato di apparte-nenza. Il microtoponimo pare essere sottentrato parzialm. ad altro preced., Bredazzo, che all'esame delle coerenze risulta essere sinonimo di Pradazzo (v. a questa vc.).

29. BEDOLO - 1685 il Bedolo; FSB 1775 il Bezzolo; 1815 Bedollo. Il dial. crem. bèdol sta per "pioppo bianco". Il termine è originato dalla somiglian-za dell'albero in parola con la betulla (lat. betula, vc. di origine gallica) che, tutta-via, non è specie arborea spontanea della pianura padana.

30. BELA ESTA [bèla ésta]. Dial. cr.sco con significato di "bella vista", per la posizione del terreno così deno-minato sull'orlo della scarpata morfologica a dominio dell'intera valle fluviale del Serio vivo.

31. BELINO - 1685 il Belino o chios de basso; FSB 1778 il Bellino in Saragozza. L'appellativo deriva con tutta verosimiglianza da un nome pers. Bellino che ricor-re anche nella famiglia Benvenuti.

32. BENVENUTO - 1685 il Benvenuto; FSB 1760 e 1815 Benvenuto. Dal cognome Benvenuti, proprio ad una delle casate più ricche ed influenti del Cremasco un cui ramo dimorò a Montodine (Benvenuti 14).

33. BIANCHER [al bianchér] - FSB 1555 il Bianchero (...) e il Boschetto; 1685 il Bo-schetto o il Biancher. Il termine lat. mediev. blancarius designava il "conciatore e imbiancatore di pel-li" (Sella, GLI, 71) e la vc. potrebbe stare alla base di un cognome (di mestiere) attribuito poi al campo in capitolo in segno di proprietà. Non sarà però da scar-tare nemmeno l'ipotesi che il microtoponimo designasse un luogo dove si pone-vano a sbiancare le pezze di tela appena tessute (Du Cange, s.v. biancheria) ovve-ro le pelli dopo la conciatura, rapportandosi il caso al senso espresso dal lat. mediev. blancharia (Sella, GLE, 41; Du Cange, s.v.), termine indicante la conceria, dove si purgano e si sbiancano le pelli. Per il sottentrante Boschetto si veda oltre al n. 37.

34. BIANCHETTO - 1685 il Bianchetto. Probabilm. da un cognome Bianchetti.

35. BOCCASERIO [bocasère] - 1815 Bocca di Serio. Il significato di "foce" del termine geografico bocca è ben noto e abbastanza diffuso nella toponomastica italiana (Top.It. 171): esso continua la vc. lat. bucca attra-verso una forma mediev. bucha "foce" (Du Cange, s.v.). Nel caso specifico la lo-calità in capitolo si trova a brevissima distanza dalla confluenza del Serio con l'Adda, fenomeno di cui la denominazione ripete il senso.

36. BORROMEA roggia [la buruméal. E' il nome di un'importante roggia derivata dal fiume Serio, in terr. di 5. Bernardino di Crema, per l'irrigazione di numerosi fondi siti in 5. Bassano e Pizzighettone. Oltre che dal fiume essa riceve acqua anche dalle rogge Morgola e Molinara attra-verso il cavo Fuga. La sua realizzazione, avviata nel XVI secolo dal conte Cesare Borromeo, previde l'utilizzo di due precedenti cavi estratti anch'essi dal fiume Serio - le rogge di Ripalta Vecchia e della Fiera - originariamente destinati all'ir-rigazione dei terr. di Castelnuovo e di Ripalta Vecchia. La proprietà di questo canale passò dai Borromeo agli Anguissola all'inizio del XIX secolo e da questi ultimi al Consorzio delle utenze dello stesso nel 1897.

37. BOSCHETTO - FSB 1555 il Bianchero (...) e il Boschetto; 1685 il Boschetto o il Biancher. Dim in -etto di bosco, vc. derivata da una base germ. bosk/busk (REW 1419b).

38. BRAYDA ODONI - 1225 Brayda Odoni. Deriva dal longob. braida (REW 1266) con significato originario di "pianura, distesa di terreni" che, passato poi nel lessico delle lingue romanze, ha assunto l'accezione più specifica di "contrada suburbana" (Sabatini 51) o "distesa di terreno piano pres-so la città" (Pellegrini, 273; Top.It. 273; Bosshard 92), fino ad arrivare a quello di semplice "podere" (Caprini 99). Rappresentando uno dei tipi toponimici di tradizio-ne germanica più diffusi in Italia, dato il suo valore di termine amministrativo, ha subito una conseguente ampia trasformazione semantica. Tuttavia se associato ad altri toponimi di origine longob. rappresenta uno straordinario segnale per il riconosci-mento del processo di germanizzazione dell'assetto territoriale. Il determinante è invece un nome pers. germ. Odone, di tradizione longobardica, che nella forma elementare Odo/Audo procede dal termine *audha - "potere, ric-chezza, patrimonio" (De Felice, DCI, 179; Bongioanni 169). Ipocoristico di altro nome di cui *audha- costituisce il primo elemento, secondo altri sarebbe nome di tradizione franca (Petracco Sicardi 27).

39. BRASALE - 1685 le Brasale.Agg. in -alis dal lat. mediev. brasia "spineto, pruneto" (Du Cange, s.v.) in seguito sost. e sentito come femm. pl.

40. BREDA [la bréda] - 1609 e 1685 la Breda; 1815 Breda. Dal long. braida (v. al n. 38).

41. BREDE [le bréde] - 1685 le Brede. Come il preced. al pl. (v. al n. 38).

42. BROGE [le bröge, le brüge] - 1685 le Bruggie: FSB 1801 le Bruggie; 1815 Brughe. Dal lat. mediev. bruga o brugga (Du Cange, s.vv.) per "terreno incolto, terra salda" (cfr. Bosshard 105).

43. BROILO - 1051 Broilo. Dal lat. mediev. broilus, brolium (Du Cange, s.vv.; REW 1324) con ampia fluttuazione semantica riconducibile alla definizione di "brolo, spazio coltivato ad alberi da frutta e vite" o anche "orto vicino alla casa" (Bosshard 101).

44. BROL [al bròl] - 1051 Broilo; 1685 il Brolo. E' la vc. dial cr.sca bròl "brolo, frutteto" (Samarani 39, Bombelli 31), dal lat. mediev. brolium "recinto arborato, orto presso l'abitato" (v. sopra).

45. BROLINO - 1685 sedume il Brolino alias in parte Gerrone in parte zerbio attaccato alle case o sia Piazza. Dim. in -mo da brolo (v.sopra).

46. BRÖSCH GRANT o BRÜSCHETU' [al brösch grànt o brüschetù.] Si veda la vc. seg. L'accr. Briìschetù interpone tra il tema ed il normale suff. -mie un ampliamento -et-

47 - BRÖSCH PICEN [al brösch picèn]. - 1815 Brusco. E' probabile che alla base dell'appellativo stia un cognome Bruschi. Una diversa ipotesi può rifarsi, invece, al lat. mediev. brauscus "spineto, pruneto" (Du Cange, s.v.) e quindi starebbe a designare una terra incolta, invasa da cespugli spinosi che costituiscono la caratteristica fase di ripresa della vegetazione legnosa a se-guito di un diboscamento, artificiale o naturale. La specificazione picèn "piccolo" segnala la contrapposizione di altro appezzamento omonimo di più vaste dimen-sioni (v. sopra).

48. BRUGGIA -FSB 1665 la Bruggia; 1685 la Bruggia. 1815 Bruga. Vedasi la voce di cui al n.42.

49. BRUGGIETTA - 1685 la Bruggietta; 1815 Brogetta. Dim. in -etto da bruggia (v. sopra).

50. BRÜZADE [le brüzàde] - 1685 le Brusade. Si tratta probabilm. di una derivazione dal verbo dial. brüsà "bruciare" (Samarani 40; Bombelli 21) di cui l'appellativo rappresenta il part. pass. riferito al sost. sott. tère con significato esplicito di "terre bruciate" evocante sia la pratica del debbio, particolarmente diffusa nei secoli medievali ed anche posteriori, sia una precisa condizione di aridità dei luoghi

51. BUNA [la bùna]. - 1685 la Bona; 1815 Bona. Dal lat. bonus (Forc., s.v.; REW 1208), probabilm. concordato con terra, con valore di fertilità o, comunque, indicante una qualità positiva dell'appezzamento così denominato. Non si può scartare a priori, però, nemmeno una qualche attinenza con un cognome similare.

52. BURDOLINO - 1051 Burdolino (CDCr dà invece la trascrizione Bardolìno). Si può congetturare una derivazione dalla vc. germ. di tradizione gotica *bridilo "tavoletta, predella" (REW 1294a bridila) attraverso metatesi di -r-, con senso tra-slato di carattere geomorfico, allusivo forse ad uno dei numerosi accidenti del terreno, come per esempio gli scaglioni in cui si articolano le scarpate geomorfologiche delle valli fluviali. La versione Bardolino data dall'Astegiano potrebbe discendere, invece, da un nome pers. germ. Bardilo (DTL 71; DI 62).

53. BURETA - 1051 Bureta. Si direbbe un collettivo fitonimico in -eta forse da arbor, che darebbe *(lrl)ort,t(? Bureta potrebbe quindi essere forma dovuta a deglutinazione della sillaba inizia-le, interpretata come preposlztone. Un'altra ipotesi formalmente accettabile lascerebbe pensare ad un collettivo in -eta dal lat. bura "fusto centrale dell'aratro" (Forc., sv.), ma per estensione proha-bilm. anche "fusto privato dei rami, tronco, pedale" ad indicare un insieme di alberi periodicam. ceduati. Del resto si confronti il termine dial cr.sco bern, di uguale significato (Samarani 36; Bombelli 25).

54. BURGISO - 1051 Burgiso. Derivato presumibilm. dal lat. mediev. burgensis attraverso una ipotetica forma sost. *burgisium, costruita su analoghe documentate (Du Cange, s.v. burgisia) con valore di "possedimento terriero appartenente al borgo", dove burgus (vc. deriv. dal germ. burgs, REW 1407) assume il significato di "abitato rurale indipendente da una fortificazione" (Settia 173).

55. BUZA [la bu,za]. Appellativo proprio a tre campi distinti e non adiacenti. Dal dial cr.sco bUza "buca, avvallamento del terreno", per il fatto di essere tali campi in parte o totalmente più depressi rispetto ai circostanti o per presentare avvallamenti provocati da passate escavazioni.

56. BUSCHINE [le buschìne]. Nome comune a diversi appezzamenti di terreno posti lungo l'Adda. Buschìna in dial. cr.sco indica propriamente una boscaglia cresciuta spontaneam., di solito in seguito a diboscamenti, come naturale ripresa vegetativa successiva all'evento di disturbo. Tuttavia il termine viene usato anche per indicare i pioppeti artificiali che qui sono generalm. di piccole dimensioni e sovente invasi da vegetazione legnosa infestante, non limitata da interventi colturali, tanto da apparire anch'essi come boscaglie.

57. BUTISINA - 1051 Butisina; sec.XII seconda metà in Bodesina, in Bodexina. Toponimo di problematica interpretazione. Formalmente è ipotizzabile un dim. in -inus dal lat. mediev. butica "botte, orcio" (Du Cange, s.v.) qui forse da inten-dere in senso idraulico o idrologico, ovvero con valore geomorfico. Uguale per-corso semantico potrebbe aversi partendo dall'analoga vc. buttis "botte" (Du Cange, s.v. butta 3; REW 1427). Altra possibilità discenderebbe da una derivazio-ne agg. di buttis nel significato di "confine, termine" (Du Cange, s.v, butum) quan-tunque questa sembri essere vc. esclusiva del lat. mediev. francese. Infine si può supporre un'attinenza con la base *buta "capanna di tipo pastorale" (REW 1422a) anch'essa di schietta tradizione franca, che, però, può offrire una soluzione sod-disfacente alla forma del toponimo in esame solo attraverso una qualche deriva-zione o deformazione, come sembra indicare, per es. un documento del sec. X (cfr. Codex Diplom. Langobardiae, a c. di G.Porro Lambertenghi, Torino 1873, col. DCCXXI) che nominando magistri ad murus et casas et butesfaciendum lascia sup-porre per il termine in esame una forma nominativa butis: plausibile base di Butisina. In ogni caso mi pare verosimile avvicinare il nostro toponimo a quello assai più noto di Botticino, la cui interpretazione etimologica rappresenta un problema ancora aperto (DTL 104; DI 94; Gnaga 91).

58. CAA [la càal. Dial. cr.sco. càa "cava", con evidente significato.

59. CAMPAGNA - 1051 Campanea; 1225 in Campagna su per Costam Sale; 1685 la Campagna. Dal lat. tardo campaneus (Forc., s.v.; REW 1557), agg. poi sost. con accezione estensiva di "zona a campi coltivati".

60. CAMPAGNA DEL MARZALE - FSB 1501 la Campagna del Marzalc. Per campagna si veda la vc. preced., quantunque spesso tale termine tenda verso un'accezione peggiorativa, allusiva di terreni ribelli ad ogni pratica agricola. Il determinante sembrerebbe invece un agg. in -alis dal lat. mercatus "mercato, fiera, luogo ove si contrattano le merci" (Forc. s.v.; REW 5516), originariamente applicato a locus. Alla forma attuale si perverrebbe attraverso riduzione per sincope di *,1lt,rc~?tt?lis > mercalis [come i paralleli merca(ta)nzia e merca(ta)n te] assimilazione della - e - pretonica alla tonica e assibilazione della velare sorda. Se un'evoluzione simile è riconoscibile nei toponimi lombardi Marcallo (MI) e Mt'rcallo (VA), (DTL 326 e 340; DI 376 e 390) un riscontro particolarmente eloquente risulta essere quello delle forme attestate in area francese di marsalla, marsallus (Du Cange s.vv.) aventi pari significato di "mercato, luogo ove si tiene mercato" che mostrano, oltretutto, una precisa corrispondenza fonica con la dizione vernacolare tutt'ora vi-vente del nostro toponimo (cfr. ATPCr, 11, Madignano, 52).

61. CAMPAGNOL [al campagnòl] - 1685 il Campagnolo; 1815 Campagnolo. Dim. in -ole da campagna (v. n. 59).

62. CAMPAGNOLA [la campagnéla] - 1685 la Campagnola; FSB 1775 la Campagno-la (...) in Saragozza; 1815 Campagnola. Come il preced. al femm.

63 CAMPANEA - 1051 Campanea. Dal lat. tardo campaneus, agg. in seguito sost.(v. n. 59).

64. CAMPAS [al campàs] - 1685 il Campazzo; 1815 Campazzo. Accr. in -aceus da campus "campo" (REW 1563) ma con presumibile valore annes-so di "vecchio, antico", attestante la (65. CAMPASET [al campasèt] - 1815 Campazzetto. Dim. in -etto da cam pazzo (v. sopra).

66. CAMP BAS [i càmp bàs, le bàse]. "Campi bassi", per la loro particolare collocazione nella valle dell'Adda. Nel caso precipuo l'agg. dial. bàs indica terreni facilmente inondabili ovvero contraddistinti da una natura acquitrinosa.

67. CAMP CASINA [al càmp casìna]. Campo così detto perché adiacente alla cascina Ca' Nova. Casìna è vc. del lat. volg. (Du Cange, s.v.) indicante una "casa rustica con annesso ricovero per gli animali" che viene comunem. derivata dal lat. parlato *capsia < lat. class. capsa "cassa, recipiente" (DELI, I, 213; Devoto 69). Probabilmente, però, l'etimologia del termine va ricercata nell'articolata evolu-zione storica e strutturale di questo edificio rustico che durante tutto il Medioevo conservò una tipologia costruttiva precipua e rappresentò, originariamente, la parte soprastante la stalla, deputata al deposito di paglia, fieno e strame. In tale suo assetto primitivo l'edificio risultava costituito da un tetto, spesso di paglia (cassina paleata), sostenuto da pali o pilastri e chiuso da pareti formate da graticciate di vimini. Al di là del fatto che lo spazio tra un pilastro e l'altro fosse definito cassus, il che potrebbe già costituire uno spunto etimologico (lat. cassus "vuoto" e quindi anche "vano, locale, stanza"), mi pare opportuno concentrare l'attenzione sull'originario tipo di chiusura della cassina, costituito da graticciate di vimini. Tale fatto mi induce a sospettare una qualche attinenza del termine in argomento con il lat. cassis "rete" e, dunque, anche "maglia di elementi intrecciati, graticcio", attraverso una forma aggettivale come, per es. *(casa) cassina o simile. L'ipotesi può essere corroborata dal fatto che altri attrezzi di uso agricolo fatti di rami intrecciati sembrano indicare una uguale base etimologica, come casòl "spe-cie di gabbia di vimini fatta a campana e usata per l'allevamento dei pulcini", vc. che in dial. cr.sco definisce anche altri oggetti usualm. fatti di vimini: "cestino, guardinfante, trabiccolo" (Samarani 53), così come succede nel dial. crem. (DDCr. 53) ed in altri dial. lombardi. Si segnala, inoltre, la ricorrenza della vc. cassolum, cassollum con significato alterno di "gerla" e di "gabbia" in alcuni statuti lombardi dei sec. XIII e XIV (Bosshard 130).

68. CAMP DA LA CESA [al càmp da la césa] - FSB 1769 il Campo di Chiesa. Così detto perché proprietà della chiesa.

69. CAMP DA LA CUNTESA [al càmp da la cuntèsa]. "Campo della contessa", evidentemente così denominato dal titolo della proprie-taria.

70. CAMPET [al campèt] - 1609 il Campetto. Dim. in -etto da campo.

71. CAMP LUNCH [al càmp lùnch] "Campo lungo", per la forma stretta ed allungata.

72. CAMPO DEL ADDA - 1685 Campo del Adda. Così definito perché confinante con il fiume Adda. Si può presumere che il toponimo corrisponda parzialmente al n.4.

73. CAMPO DEL CORNACCHIO - FSB 1504 due pezzi di terra detti li Cornacchi (...) in corte di Montodine al di là del Serio; 1685 il campo del Cornacchie. Dal lat. campus "campo" (Forc., s.v.). Il determinante potrebbe discendere dal bas-so lat. cornacula forma secondaria di cornicula "cornacchia" (REW 2238), dim. di cern ix, sentita come sing. masch. (cfr. dial. crem. curnàc "corvo, cornacchia"; Sa-marani 64; Bombelli 54). Tuttavia si segnala anche la voce lat. mediev. cornagium con cui veniva definita una prestazione d'opera di carattere agricolo attuata con l'ausilio di animali (animalia aratoria) provvisti di corna, in altre parole di buoi (Du Cange, s.v.).

74. CAMPO DEL LUPO IL GIROLETTO - 1609 Campo del lupo il Giroletto. Denominazione assai diffusa nella microtoponomastica dei comuni del Cremasco e di tutta l'area provinciale in genere, campo del lupo allude certamente a fatti attinenti alla presenza di questo canide un tempo piuttosto comune anche da noi (cfr. V. Ferrari, Sulle tracce del lupo in un ambiente in trasformazione in "Natura e ambiente nella provincia di Cremona dall'VIII al XIX ("secolo", Cremona 1988, pp.l 13-129), quali la cattura o l'uccisione di qualche esemplare. Il secondo appellativo, Giroletto, sem-bra avere origine da un cognome Giroletti, ben conosciuto nel Cremasco. Non esclu-derei però anche una possibilità di derivazione da un lat. *gyrolus alterazione di gyrus 'giro" (Forc., s.v.), con significato geomorfico applicato alle circonvoluzioni del Serio morto (Top.It. 185). Del resto una C.na Girlo è presente nel territorio di Castelleone a poca distanza da questo stesso corso d'acqua, il cui nome mi sembra dipendere da tale motivo, più che originare da altre improbabili cause come vorreb-bero l'Olivieri (DTL 260) o il Boselli (151).

75. CAMPO DEL MOLINO - 1685 il Campo del Molino. Di ovvio significato. Il determinante deriva dalla vc. lat. mediev. tuoli,zuu, "muli-no" (Du Cange, sv. melma; REW 5644) discesa a sua volta dal lat. tardo mnolinus, agg. derivato dal verbo molere "macinare" (Forc., s.v. molo).

76. CAMPO DI MONTODINE - 1685 il Campo di Montodine. La specificazione potrebbe alludere al fatto che tale campo fosse di ragione del Comune di Montodine.

77. CAMPO NOVO - 1361 in Campo Nove. Lat. campus "campo" e novus "nuovo". Si tratta di uno dei numerosi toponimi attestanti il processo di conquista in senso agricolo del territorio, vivacissimo durante i secoli del pieno Medioevo, attuato nei confronti dell'incolto che si era andato consolidando nel periodo delle invasioni barbariche (si vedano anche i nn.188 e 221).

78. CAMP QUADRE [i càmp quàdre]. "Campi quadrati" per la forma squadrata e regolare. Dial. cr.sco quadre "quadra-to, quadrangolare" (Samarani 183; Bombelli 158).

79. CAMPO ROTONDO - 1609 il Campo Rotondo; 1685 il campo rotondo. Appellativo derivato verosimilmente dalla forma arrotondata, per lo meno su di un lato, del campo così denominato.

80. CAMPO SANCTI PETRI - 1051 Campo Sancti Petri. La specificazione indica una dipendenza non altrimenti precisabile dell'appezzamento di terreno da una chiesa dedicata a 5. Pietro, ora scomparsa e di difficile ubicazione, di cui lo Zavaglio (286) suppone sia rimasta una possibile memoria nell'intitolazione di un altare esistente nella parrocchiale.

81. CA' NOA [la ca' nóa]. E' la cascina Ca' nova, il cui nome rispecchia l'ovvio significato di "casa nuova". Non si può comunque escludere totalmente una derivazione dal lat. canaba "ba-racca, deposito, bottega" (Forc., s.v.), ma anche "dispensa di viveri e di vino" (Du Cange, s.v. canava), "cantina" (REW 1566) o "osteria" (REWS 1566), che la posi-zione rivierasca nei confronti dell'Adda potrebbe anche giustificare in relazione a commerci connessi alla via d'acqua. Tale ipotesi comporterebbe però una diversa accentazione, proparossitona, del termine, che non è possibile documentare.

82. CANTUNADE [le cantunàde] - 1685 alle Cantonade. Part. pass. femm. pl. da un verbo *cantonare "dividere in cantoni" (DELl, I, 729), con senso approssimativo di "tracciare un profilo spezzato", denom. dal tardo lat. canthus "angolo, spigolo" (REW 1616) già documentato in questa forma nel lat. mediev. (Du Cange, s.v.). Quindi dapprima probabilm. attributo: "(terre o rive) cantonate", a causa dei confini ad andamento spezzato e spigoloso, poi sostanti-vato.

83. CARBONARIA - 1051 Carbonaria; sec.XII seconda metà in Carbonaria. Toponimo ascritto ancora nel XII secolo alle terre di Manzano, identificabili con l'ambito territoriale posto tra Castelleone e S. Latino. Dal tardo lat. carbonaria "carbonaia" (REW 1675; Du Cange, s.v. carbo), agg. con suff. in -aria da lat. carbone(m) applicato originariam. ad un nome femm. sott. (silva, terra o simile) e poi sost. designante un sito destinato all'industria del carbone.

84. CARPENETA - 1051 Carpeneta. Collettivo fitonimico in -eta, pl., da carpinus "carpino" (Forc., s.v.; REW 1715) in-dicante un bosco formato prevalentem. da tale essenza arborea.

85. CASELE [a le casèle] - 1051 Caselle; 1685 Caselle; 1815 Caselle. Dal lat. tardo casella, dim. di casa "capanna, casupola" (Du Cange, s.v.), usato forse a designare "casupole pastorali" (DTL 152) e qui, come per l'altra diffusa base toponimica "casello", la definizione potrebbe non disgiungersi da un'attivi-tà casearia connessa con la pratica pastorale (cfr. Gnaga 152; Lorenzi 126).

86. CASTELAR [al castelàr] - 1685 il Castellaro e Pianone insieme; 1815 Castellaro. Dal lat. mediev. castellarium < castellum, dim. di castrum, con un suff. -arium pro-prio di sostantivi denominativi. E' un termine cui viene attribuito il significato di "castello rovinato"; tuttavia non si deve escludere che la designazione potesse indicare una fortezza ancora in efficienza (cfr. Settia 49; Pellegrini 422). Più inte-ressante sembra la proposta di riconoscervi una dipendenza dal castello princi-pale (cfr. Du Cange, s.v. castellum), giudicata anche la posizione del toponimo, forse propugnacolo d'avamposto, che anche il suffisso -arium potrebbe denotare, sottintendendovi l'attribuzione ad un locus.

87. CASTENETO - 1051 Casteneto; sec.XII seconda metà sul Castagneto de Ripa Scor-ticata. Collettivo fitonimico in -etum da castanea "castagno" (Forc., s.v.; REW 1742) di-stintivo di una formazione boschiva composta prevalentemente da questa essen-za arborea, la cui particolare diffusione in epoca mediev. ne dichiara il valore detenuto sia come albero forestale sia come pianta agraria.

88. CAUSARIO - 1051 Causano (l'edizione del CDCr. dà invece Carzsario). Sarà forse un *caput Sano, sintagma che, pur scorretto, trova esatto riscontro in una carta del 960 (Falconi, I, 161), attraverso l'evoluzione per contrazione del primo termine con dileguo della -p- intervocalica e caduta della dentale sorda davanti a sibilante. In tal caso indicherebbe un'antica foce del fiume Serio nell'Adda (v. sopra alla vc. Boccaserio e cfr. Top.It. 173). Nella lezione dell'Astegiano il toponimo potrebbe avere invece origine da un *campo Sario, allusivo alla vicinan-za dello stesso fiume.

89. CAVALLINA roggia [la caalìna]. Agg. in -ino dal lat. caballus (Forc., s.v.; REW 1440) designante propriamente un "cavallo da soma", concordato con roggia, voce ritenuta di origine preromana (ar)rugia (REW 678) assai diffusa nei documenti medievali (Bosshard 246). Vedasi oltre a questa voce. Anche qui, come altrove in provincia, si può presumere al-l'origine della denominazione della roggia in capitolo un cognome Cavalli o una sua alterazione.

90. CAVESTILINO - 1051 Cavestilino. Probabilm. dal lat. capisterium "vassoio per mondare il grano" (Forc., s.v.; REW 1629) passato a significati più estesi nel lat. mediev.: "strumento per tritare il grano, truogoletto" (REWS 1629), "vaschetta per il bucato" (Du Cange,s.v. 3) qui usato nel senso traslato verosimilm. di carattere geomorfico. Va considerato attentam. anche il valore di "granaio" e di "luogo ove si pesta il grano" segnalato dal Du Cange (s.v. 2) che giustificherebbe forse anche meglio il toponimo in esa-me. La forma toponimica si presenta come un diminutivo con il suffisso -inus.

91. CERCHIERA - 1051 Carclarea; 1685 la Cerchiera; 1815 Cerchiera. Dalla vc. lat. mediev. circlaria "campo chiuso da muri o siepi" (Du Cange, s.v.). Alcuni autori (DTL 169; Pellegrini 464; Top.It. 349; DEI, IV, 3177)) ammettono invece una derivazione da una base ricostruita *quercularia, da considerarsi dun-que un collettivo da quercula, dim. di quercus "quercia", ma l'ipotesi sembra meno probabile (DT., 191) considerata anche la diffusione del tipo toponimico in terr. cremasco.

92. CERVELLINO - 1685 il Cervellino alias detto il Roversello et Arzana; FSB 1775 il Cervellino. Sembrerebbe un'alterazione di Roversellino, dim. di Roversello (vedi ai nn.18 e 170), al quale il nostro toponimo pare essere sottentrato. La forma registrata potrebbe aver subito dunque l'elisione della sillaba iniziale e metatesi di -v/s-, mediata dal dialetto parlato: ruerselì > servelì, poi ipercorretta in Cervellino nella trascrizione italianizzata.

93. CHIOS DEL PIR - 1685 il Chios del pir. Chioso deriva dal lat. clausum "chiudenda, podere chiuso" (Forc., s.v. claudo; REW 1973) ed è da considerarsi definizione comune designante un terreno racchiuso tra siepi o tra muri (Du Cange, s.v.; Top.It. 216), il cui esito dial. ciòs, ben vivo nella lingua parlata, indica un terreno coltivato prevalentem. a vite ed alberi da frutta, il più delle volte recintato. La specificazione è la vc. dial. pir "pero", dal lat. pirus (Forc., s.v.; REW 6525).

94. CHIOS DEL PRETE O SERRAGLIO - 1685 il Chios del Prete o Serraglio; 1815 Seraglio. La specificazione è dal lat. tardo prebyter o previter per lenizione totale di -b-(-v-) intervocalico e monottongazione di -ei-. Serraglio deriva dal lat. mediev. seraglium/ serralium "chiusura, steccato" (Sella, GLE, 322; GLI, 528) dal lat. parl. *serraculum (REW 7862), dipendente dal verbo *serrare "chiudere" (REW 7867). Terreno chiu-so da un riparo, qui forse equivale a chioso (si veda anche al n.263).

95. CHIOS DI CASA - 1609 il Chios di Casa alias Lagnolo; 1685 il Ponchione alias Chios di Casa, il Chios di Casa detto la Saragozza. L'appellativo deve essere considerato un nome comune ad appezzamenti di ter-reno pertinenti ad una vicina abitazione ed aventi le caratteristiche del chioso (v. n. 93). Sovente il chios di casa era un angolo di altro campo con un proprio nome specifico, recintato e destinato alla coltura orticola, viticola e frutticola.

96. CHIOSETTO - FSB 1652 il Chiosetto; 1685 il Chiosetto. Dim. in -etto da chioso (v. n. 93).

97. CHIOSETTO DI CASA - 1609 il Chisetto di Casa. Come il n. 95 di cui è il dim.

98. CHIOSINO - 1815 Chiosino. Dim. in -ino di chioso.

99. CIAEGA [la ciàega]. Dial. cr.sco ciàiga, ciàega "punto di incastro di una chiusa per la regolazione del-l'acqua", a sua volta dal lat. mediev. claviga "chiusa, cateratta", con funzione idrau-lica (Du Cange, s.v.).

100. CIAPI' GRANT [al ciapì grànt] - 1685 il Chiapino; 1815 Chiapino. Il dial. cr.sco ha ciàpa che, tra i vari significati, annovera anche quello di "coccio, scheggia" (Samarani 56, Bombelli 45), da cui ciapèl, che vale "pezzetto, piccola parte di qualche cosa". Forse, dunque, chiapino, trascrizione ipercorretta di ciapì, potrebbe avere uguale significato ed indicare, qui, un piccolo appezzamento di terreno. L'ipotesi è avvalorata da un confronto con il dialetto cremonese, già par-lato nel vicino territorio di Gombito, che alla voce ciàpa annette anche il significato di "campo coltivabile" (cfr. DDCr. 58) ed equivale grosso modo al locale termine piàna (vedi al n.206). Campi così denominati sono diffusi un po' in tutto il Cremonese. Può concorrere, però, con questa ipotesi anche una verosimile deri-vazione da un soprannome di persona alla quale fa piede la vc. dial. cr.sca ciapì con significato di "demonio, folletto" (Samarani 56).

101. CIAPI' PICEN [al ciapì picèn] - 1685 il Chiapino. Si veda il toponimo precedente dal quale il presente è distinto dalla specificazio-ne picèn "piccolo".

102. CIMITERE [al cimitérel. Denominazione dovuta all'attiguità del campo così chiamato al cimitero di Ripalta Arpina. Dal lat. mediev. cimiterium (Du Cange, s.v.), alterazione del lat. di tradi-zione greca coemeterium (REW 2023).

103. CIOREDUNT [al cioredùnt; al ciòs dal redùn] - 1685 il Chios Rottondo; 1815 Chioso rotondo. Dial. cr.sco redùnt "rotondo" dal lat. tardo retundus (REW 7400) forma seconda-ria di rotundus (Forc., s.v.), per la forma arrotondata dell'appezzamento, quantomeno su un lato.

104. CIOS [al ci6s]. Dial. cr.sco ciós "frutteto, brolo" (Samarani 58, Bombelli 47) dal lat. clausum "chiu-so" (REW 1975) ad indicare un terreno chiuso da muri o da siepi e coltivato pre-valentemente a viti ed alberi da frutta (v. n. 93).

105. CIOS DAL LUF [al ciós dal lùf ]- 1685 il Chios del lupo; 1815 Cios del lupo. La specificazione lùf "lupo" deriva da una qualche attinenza con questo canide, un tempo comune anche da noi (v. n. 74 Campo del lupo).

106. CIOS LUNCH [al ciós lùnch ] - FSB 1640 il Chios lungo (in corte di Montodine); 1685 il Chios longo. La specificazione lùnch "lungo" < lat. longus (Forc., s.v.), deriva dalla forma dell'appezzamento.

107. CIUSETT [al ciusèt.] Dim. in -etto da ciós (v. n. 104).

108. COATA - 1225 Coata. Alterazione aferetica da aquatus (Forc., s.v.) concordato con un sostantivo sottin-teso, femm. (terra) o neutro plur. (praedia o analogo).

109. COGUZO - 1051 Coguzo; sec.XII seconda metà in Cogozo. Toponimo appartenente nel XII secolo alle terre di Manzano, identificabili con i dintorni dell'attuale S. Latino. Dal lat. tardo cucutium "cappuccio" (REW 2370) designante, in senso traslato, una qualunque sommità o altura del terreno.

110. COMUNE - 1609 il Comune; 1685 il Comune; 1815 Comune. Lat. mediev. commune, neutro di communis (Forc., s.v.), probabilm. sottintenden-do ager, designante un bene di diritto comune (Top.It. 242).

111. COMUNI - 1685 li Comuni. Come il precedente, al plur.

112. COSTA - 1685 la Costa; 1815 Costa. Il significato di "pendio, fianco di un monte, china, declivio, scarpata" del termine geografico costa è ben noto e diffuso nella toponomastica italiana (Top.It. 178): esso continua la vc. lat. class. costae, -arum (Forc., s.v.) attraverso una forma tarda costa (Du Cange, s.v.; REW 2279). Nel caso specifico indica i ripidi pendii detti, appunto, in dial. cr.sco coste, propri delle scarpate morfologiche che in questo settore terri-toriale definiscono per lunghi tratti le valli fluviali circostanti l'abitato.

113. COSTA DAL POSS [la còsta dal pós]. Come il precedente. La specificazione allude alla presenza di un pozzo: dial. cr.sco pós "pozzo".

114. COSTA LUNGA [la còsta lùngal. Denominazione tratta dalla forma dell'appezzamento di terreno, sviluppato nel senso della lunghezza. V. vcc. precedenti.

115. COSTASALA BASA [la costasàla bàsa; la custasàla bàsa] - 1225 in Campagnam super Costam Sala; 1685 la Costa Sala, la Costa Sale, la Costa de Sala. Il determinante è la vc. di origine germ. sala, diffusasi in epoca longob. con il significato di "casa padronale con magazzino" e poi semplicem. "casa di campa-gna" (Pellegrini 427; Top.It. 272), quantunque sia passata nel lessico delle lingue romanze per lo più nell'accezione franca di "grande stanza" (Bezzola 200). Si veda oltre alla voce Sala. La specificazione basa ne indica la posizione originaria ai piedi della scarpata morfologica ora scomparsa poiché smantellata da una cava di sabbia ivi operante da alcuni decenni.

116. COSTASALE [le costasàle, le custasàle] - 1685 le Coste Sale; 1815 Coste Sale. Come il preced., al pl.

117. COSTAZZALE bocchello. Alterazione del toponimo preced.

118. CREMASCA - 1685 la Cremasca; FSB 1694 la Cremasca; 1815 Cremasca. Considerata la contiguità dell'appezzamento con il territorio cremonese, come indicato dalle coerenze, la denominazione sembra nascere da una necessità di distinzione rispetto alla giurisdizione territoriale.

119. CREMASCHINA [la cremaschìna]. Dim. in -mo del toponimo preced. ed il solo sopravvissuto.

120. CUMIGNA - 1051 Cumigna. Mi pare ipotizzabile porre all'origine del toponimo il nome personale latino Cominius (Schulze 108) in forma asuffissata. Il passaggio al femm. sarebbe dovu-to, in tal caso, alla concordanza con villa o colonia, anziché con fundus, come avvie-ne solitam. nei prediali romani. Un'ulteriore possibilità formalm. accettabile presupporrebbe una derivazione dall'agg. *culmineum "sommitale, culminante" (REW 2377), al plur., dal lat. culmen "colmo o sommità di qualche cosa", concordato con un termine sottinteso (praedia o simile), esprimendo in tal caso anche un concetto di ordine geografico che bene si addirebbe all'assetto geomorfologico del terr. in esame.

121.CÜMÜNAI [ai cùmùnài]. Agg. in -alis dal lat. mediev. commune (Forc., s.v. communis), con passaggio al pl. indicante un bene della comunità. Dial. cr.sco cümü "comune" (Bombelli 52).

122. DEVE - 1051 Deve. Propongo, per questo toponimo di problematica interpretazione, una derivazio-ne da un ablativo pl. con funzione di locativo *in dibis, dal lat. mediev. di influsso francone diba "debbio, (REW 2627), indicante terreni sottoposti a periodico abbruciamento a scopo di bonifica, per migliorarne la qualità, o di semplice diboscamento (cfr. però anche Serra 134 e Top.It. 102).

123. DIDE' [al didé] - 1685 il Zudé alias Morandino, il campo del Zudé; 1815 Zudeo. Dal lat. judaeus "giudeo" (REW 4598) attraverso l'assibilazione di tipo sett. di -g- > -z-. Il successivo passaggio dalla sibilante sonora alla dentale sonora -z- > -d- è caratteristico del dial. cr.sco rustico, sul modello del cr.sco zò > dò "giù"; zént > dét "gente"; ròza > ròda "roggia", ecc. e nel caso di specie tale fenomeno diviene a sua volta responsabile dell'ulteriore passaggio della vocale turbata -ü-, presente nella dizione dial. inalterata del termine, züdé, a -i- della forma riscontrata didé.

124. DUSEL [al dusèl] - 1685 il Dossello; 1815 Dossello. Dim. in -ellus dal lat. tardo dossum dal class. dorsum "dorso, schiena" (Forc., s.v.; REW 2755), designante una groppa di terreno percepibilm. più elevata delle aree latistanti (Top.It. 180). Il termine è assai diffuso in tutta la provincia come to-ponimo.

125. EGNA [la égna]. Denominazione comune a due campi distinti e non contigui. Dial. cr.sco égna "vi-gna" (Bombelli 67), dal lat. vinea (Forc., s.v.; REW 9350).

126. FILIPU' [al filipù] - 1815 Filippone. Dal cognome Filipponi, ben rappresentato in tutto il settentrione d'Italia. Campi omonimi si trovano, per esempio, in terr. di Volongo (Cr).

127. FONTANA - 1685 la Fontana. Dal lat. tardo (aqua) fontana (Forc., s.v.; REW 3426). Termine diffusissimo in tutta la provincia, anche come toponimo, indica qualunque risorgenza libera di acque freatiche.

128. FONTANELLA - 1609 e 1685 la Fontanella. Dim. in -ellus da fontana (v. sopra).

129. FOPPAZZA . 1685 la Foppazza. Accr. in -aceus da fovea "fossa, cava, buca" (Forc., sv.; REW 3463). Il termine appa-re diffuso in svariati testi mediev. (Bosshard 159) tanto nella forma dial. fòpa,fòppa, quanto in quella dotta fovea e costituisce un tipo toponimico assai diffuso in molte regioni italiane (Top.It. 182).

130. FORNACE - 1685 la Fornace. Dal lat. fornace(m) accusat. di fornax "fornace" (Forc., s.v.; REW 3451), con la stessa radice di furnus "forno" (REW 3602). E' vc. assai diffusa nella toponomastica locale, tanto da poter affermare che ogni paese della provincia annoveri tra i suoi nomi di luogo uno o più microtoponomi costruiti su tale termine. Ciò dipende dal fatto che in passato ogni comunità possedeva sue fornaci per la produzione di laterizi da impiegarsi in loco, ovvero per la fabbricazione di ceramiche od altro. Nel 1361 è registrata, nel terr. in esame, una "fornace di Rivoltella" a breve distanza dalla stra-da che da questo centro (cioè Ripalta Arpina) conduceva a Montodine.

131. FORNASELLA - 1685 la Fornasella. Dim. in -ello da fornace, con assibilazione di -c- intervocalica di influsso dialettale.

132. FRASTAGNO - 1051 Frastagno. Si tratta con ogni probabilità del riflesso di un sintagma *infra stagnum, indicante la posizione del fondo tra acque stagnanti (REW 8217a). Il toponimo è forma do-vuta a deglutinazione della sillaba iniziale interpretata come preposizione. E' plau-sibile una sua corrispondenza con l'attuale località Fustagno di Castelleone.

133. FÜGA [la füga]. Deverbale di fugare "disperdere, allontanare, scacciare" (Forc. s.v. fugo; REW 3549), qui usato nel senso di "dare sfogo alle acque in esubero". Il dial. cr.sco füga desi-gna propriamente un cavo idrico destinato a raccogliere e smaltire velocemente le acque eccedenti (Bombelli 81). Poichè nel terr. cr.sco la totalità di queste füghe è diretta verso i fiumi, che vengo-no raggiunti solo dopo il superamento delle alte scarpate morfologiche che sepa-rano il livello fondamentale della pianura dalla valle fluviale, il termine è passato a designare anche le profonde e strette forre che l'acqua scava per erosione regressiva incidendo i terrazzi morfologici.

134. FUNTANA [al funtàna, al càmp funtàna]. Come il n. 127, al masch. poiché specificativo di campo.

135. FUNTANE [le funtàne] - 1685 le Fontane. Come il preced. al pl. Tutte le risorgenze d'acqua che determinano il nome degli appezzamenti di terreno omonimi si trovano al piede delle scarpate morfologiche delle valli del Serio morto e dell'Adda.

136. FUNTANEI [ai funtanèi]. Dim. in -ello al pl. di fontana.

137. FUNTANEL [al funtanèl] - 1685 il Fontanello. Come il preced., al sing. In questi casi il dim. non è attribuito alla risorgenza d'ac-qua in sé, ma all'appezzamento di terreno, prendendo spunto dalle sue piccole dimensioni.

138. FUNTANU' [al funtanù] -FSB 1478 il Fontanone; 1685 il Fontanone; 1815 Fontanone. Accr. in -one di fontana (v. n. 127): denominazione propria a due campi posti sotto la "costa" della valle dell'Adda.

139. FURNAZETA [la furnazèta] - 1685 la Fornasetta. Dim. in -etto di fornace, con assibilazione di -c- intervocalica di influsso dialettale.

140. FURNAZETE [le furnazète]. Come il preced. al pl.

141. GALUNA [la galùna]. Di questo appellativo (di cui esiste un omonimo in quel di Montodine, a non molta distanza dal nostro) non risultano, finora, altre attestazioni di carattere di-plomatico. Anche per questo motivo la sua interpretazione etimologica appare piuttosto incerta. Insieme al corrispettivo del terr. montodinese potrebbe rappre-sentare il riflesso di un nome pers. lat. Galonius (Schulze 171), da considerarsi, in tal caso, come un prediale senza suff., concordato con un nome femm. sott. (v. n. 120), ma è ipotesi del tutto discutibile. Più semplicem. si potrà cercare l'origine della denominazione in un cognome Galloni (De Felice, DCI, 130).

142. GAMBAZOT [al gambazòtl - 1685 il Gambazocco; 1815 Gambazono. Dal cognome Gambazocco, proprio ad una famiglia patrizia cremasca già attestata a Crema nel XII sec. (Benvenuti 146). Il termine rappresenta la nobilitazione di un soprannome, gambazoppo, con evidente allusione ad una menomazione fisica.

143. GASPERO - 1685 il Gaspero; 1815 Gasparo. Dal nome pers. Gaspare o da un cognome di pari derivazione, con dissimilazione di -a- postonica in -e- ed ipercorrezione di -e finale in -o di desinenza masch.

144. GAZZINO - 1685 il Gazzino. Dim. in -ino di gazzo disceso, attraverso la forma lat. mediev. gagium, dalla ve. longob. gahagi "terreno riservato", con probabile riferimento ad un "bosco bandi-to" (Sabatini 184; Top.It. 274). Tale tipo toponimico è ben rappresentato in tutta la provincia e risulta sovente associato ad altri toponimi a base germ., verosimilm. continuatori di termini longob. entrati nelle parlate romanze locali, insieme ai quali assume, perciò, un valore storicam. significativo.

145. GERAI [i gerài]. Dial cr.sco geràl "greto fluviale, ghiaieto" (Samarani 101; Bombelli 86) al pl. (v. n. 148).

146. GERI' [al gerì] - 1685 il Gerrino; 1815 Gerino. Dim. del dial cr.sco gèra "ghiaia" a sua volta disceso dal lat. glarea (Forc., sv.; REW 3779).

147. GEROLI -1685 li Geroli. Dim. in -(e)olus di glarea attraverso il dial. gèra "ghiaia". Si tratta di una denomina-zione molto comune nella toponomastica locale indicante terreni ghiaiosi, il più delle volte associati alla presenza di un fiume dalla cui azione dinamica dipende la loro origine. Va tuttavia notato che nel lessico mediev., come attestato da più di un documento, il termine glarea, terra glareata non sembra avere attinenza esclusivam. con alluvioni nude, bensì con superfici boscate od erbose destinate al pascolo, tanto da essere messe normalmente all'incanto o assegnate a qualcuno per-ché ne possa trarre un reddito. Nella sua accezione lat. mediev. tale definizione finì, infatti, per indicare qualunque tipo di alluvione fluviale, tanto ghiaiosa quanto sab-biosa, sia nuda sia in fase di colonizzazione da parte della vegetazione.

148. GERRALE - 1685 il Gerrale; 1815 Gerale. Agg. in -alis di glarea, poi sost., applicato originariam. ad un nome sott. come locus o simile.

149. GERU' [al gerù] - 1685 il Gerrone di presente l'Agro; 1815 Gerone. Accr. in -one di gèra (v. n. 147).

150. GIARDI' [al giardì] - 1685 il Giardino paludoso, il Zardino. Giardino è vc. derivata dal franco *gard "orto, terreno recintato" (REW 3684) attra-verso il gallo-romanzo che spiegherebbe la palatalizzazione della vocale iniziale (Bezzola 195). E' verosimile che si tratti di una forma agg. in -inus, con funzione derivativa, applicata in origine ad un sost., poi rimasto sott., come *hortum gardinum "giardino chiuso" (DELI, II, 493; DEI, III, 1805). Nell'accezione mediev. il termine indica propriam. terreni chiusi da recinti e coltivati per lo più ad alberi da frutta e a vite, ma anche a prato alberato ed in tal senso risulta affine alla definizione di "brolo", od anche sinonimo di quest'ultimo termine (Jacopetti 126, 157), mentre si distingue inequivocabilm. dal significato di "orto".

151. GIARDINI - 1685 alli Giardini. Come il preced. al pl.

152. GISSO - FSB 1778 il Gisso. Dal lat. tardo gliceus "cretaceo, di terra tenace" (Du Cange, s.v. glitt'us). Attual-mente campi così denominati (i Giss) si trovano in territorio di Gombito, lungo l'Adda, nei pressi della Vinzasca.

153. GIUNTE o CAMP DA COSTA [le giùnte] Part. pass. femm. plur. dal lat. adjungere "unire, aggiungere" (Forc., sv.), così det-ti forse dal fatto che, essendo terreni scoscesi, ubicati sulla scarpata morfologica della valle dell'Adda (da cui il secondo appellativo Càmp da còsta) e dunque con-siderati come appezzamenti di risulta, venivano aggiunti a campi di più elevato valore nei contratti di vendita.

154. GOLARINO cavo. E' senza dubbio l'esito moderno del toponimo medievale Vualarino ( Walarmo se-condo la trascrizione dell'Astegiano) o Gualarino, per cui si veda oltre, al n.288.

155. GRUMO - 1051 Grumo. Dal lat. tardo grumus o grummus "mucchio, cumulo, monticello" (REW 3889) allusivo ad una caratteristica morfologica del terreno. Il tipo toponimico appare ancora oggi ben rappresentato in molte regioni italiane (Top.lt. 184).

156. GUDE - 1051 Gude. L'etimologia del toponimo appare alquanto incerta e di difficile interpretazione. Formalmente potrebbe trovare spiegazione attraverso ipotesi diverse. Su ne può prospettare infatti l'origine da un nome pers. germ. Gauta- (Caprini 88; Sabatini 208) o anche dall'etnico Gothus < *Gauta.. (Trauzzi 20; Caprini 88) che nell'Italia sett. forma la base di svariati toponimi (Top.It. 266). Un'altra supposizione è quella di una derivazione dalla vc. mediev. gudum per guadum "guado" (Du Gange, sv.) attraver-so una forma originaria declinata *in gudis con funzione di locativo, che potrebbe forse spiegare l'esito in -e finale del toponimo. Un'ulteriore possibilità chiamerebbe in causa il termine lat. mediev. gauda o wauda "guada" (Du Cange, sv.), pianta tinto-ria assai apprezzata durante tutto il Medioevo (Grand-Delatouche 346), ma torne-rebbe più difficile, in tal caso, risalire ad una forma ricostruita con senso compiuto.

157. HOVERNEGARIA -1051 Hovernegaria. Toponimo d'etimologia oscura. Sembra opportuno, però, un accostamento del nostro ad un altro toponimo Hovernago registrato dal Mor per il territorio bresciano (cfr. C.A. Mor, Le origini e le tradizioni storiche di Orzinuovi, Città di Castello 1926, p.66) ed identificabile con Lovernato, frazione di Ospitaletto bresciano (per cui cfr. DTL 311; Gnaga 333).

158. ISOLANA - 1051 Isolana. Nonostante l'affinità formale del toponimo con i prediali derivati da gentilizi ro-mani, si direbbe, qui, una formazione aggettivale da insula (Forc., sv.; REW 4475) nel suo significato più comune di "terreno tra due corsi d'acqua o bagnato da più parti", concordato con un sostantivo sottinteso del tipo praedia o simile, anche femm. sing. Segnalo, tuttavia, per scrupolo, anche l'attestazione del cognome romano Insulana (CIL X, 7678) e Insulanus (De Vit, s.v.) che presupporrebbero quindi un nome pers. *Insulius non documentato, mentre appare registrato un nome pers. Isuleius (Schulze 176), che potrebbero essere indicati come ulteriore possibilità di origine del nostro toponimo.

159. LACH [al làch] - 1685 il lago; 1815 Lago. Dal lat. lacus "lago" o, più in generale, "raccolta d'acqua perenne" (Forc., s.v.; REW 4836) anche di modeste dimensioni, come deve essere inteso il termine nel-l'accezione latino-volgare, così come compare nei documenti medievali dove generalm. designa gli specchi d'acqua residui propri dei rami fluviali confinati dalla corrente viva.

160. LAME RISARE - 1685 le Lame risare; 1815 Risaie. Dal lat. lama "acquitrino, ristagno d'acqua" (Forc., s.v.; REW 4862) che forma la base di toponimi assai diffusi in tutta Italia (Top.It. 187). Tuttavia nel lessico loca-le il termine indica, più precisam., un prato umido per sua natura, in quanto spes-so derivato da particolari terreni sortumosi popolati da una vegetazione erbacea del tutto peculiare, mantenuto in tale condizione attraverso interventi di periodico sfalcio, atti a favorire il predominio di alcune specie pascolabili. Ancora nei secoli del pieno Medioevo, però, la designazione di lama, lamina risulta attribuita a vere e proprie raccolte d'acqua dalla fisionomia difficilmente definibile o distinguibile da altre consimili, mentre nei documenti tardo-medievali sembra prevalere l'accezione attuale. Risara è agg. in -arius dal basso lat. risium (Du Gange, s.v.) 161. LAMETTO - 1685 il Lametto; 1815 Lametto. Dim. in -etto di lama, per cui vedasi la voce preced.

162. LAMETTO roggia. Come il precedente.

164. LASUA - 1051 Lasua. Toponimo di etimologia oscura.

165. LEGOR e RIZZO - 1685 la Legor e Rizzo; 1815 Legora. Dial. cr.sco légor "lepre" dall'accusat. lat. lepore(m) (Forc., s.v.) che funge da base a diversi toponimi in terr. provinciale come, del resto, in tutta Italia (Top.lt. 361). Il secondo termine se non verrà da un cognome Rizzi o Ricci oppure da un sopran-nome similare, come è assai probabile, potrebbe derivare dal lat. mediev. rjcius < class. ericius "riccio, porcospino" (Forc., sv.; REW 2897), con raddoppio della palatale postonica e assibilazione settentrionale della stessa per ipercorrettismo.

166. LENTANETA - 1051 Lentanata; sec.XII seconda metà in Antanata. Toponimo ascritto ancora nel XII secolo alle terre di Manzano. Collettivo fitonimico in -eta, plur., da lantana "lantana" (REW 4895a), arbusto della famiglia delle Caprifoliaceae, ancor oggi diffuso ai margini dei boschi padani, soprattutto nelle pertinenze fluviali (Viburnum lantana), detto nel vernacolo locale antàna.

167. LESTE [le léste]. Dial. cr.sco lésta "lista, striscia" (Samarani 124; Bombelli 107) da una vc. germ. lista (REW 5083; Zaccaria 286; Bertoni 149), indicante, in questo caso, appezzamenti di terreno lunghi e stretti (Du Gange, lista terrae s.v. lista). Secondo Serra (30) il termine indicherebbe il processo di suddivisione parcellare delle terre comuni.

168. LOCH [al lòch] - 1685 il Lucco; 1815 Luco. Poco convincente sembra una derivazione dal dial. cr.sco lòch "allocco" (Samarani 126; Bombelli 109) come potrebbe lasciar intendere soprattutto la trascrizione seicentesca del toponimo: termine connesso al lat. volg. uluccus (REW 9038a) con uguale significato. Non si può nemmeno ignorare che la stessa voce dialettale vale anche "sito, podere" (Samarani 127; Bombelli 109) che si addirebbe forse meglio al nostro caso. Tuttavia, anche sulla scorta della dizione ottocentesca del toponimo, Luco, e soprattutto dell'idronimo Lughetto (vedi al n.171) che insiste nel medesimo ambito topografico, pare di dover preferire senz'altro una dipendenza del termine dal lat. lucus "bosco" o anche "bosco sacro" (Forc., s.v.; REW 5152) che produce numerosi toponimi in varie regioni italiane ed europee (Top.lt. 159).

169. LONGÜRE [le longhüre] - 1815 Longure. Dal lat. tardo longaria/longoria "striscia lunga di terreno" (Pellegrini 472; Top.lt. 188), vc. assai diffusa nel lessico mediev. (Sella, CEE, 199). Secondo il Serra (31) tale defini-zione - che egli ritiene una misura di superficie agraria - insieme a molte altre del genere, tradirebbe il processo di suddivisione delle terre vicanali (communia o vicanum) e di assegnazione a vario titolo delle parcelle così ottenute ai privati.

170. LUARSEI [ai luarsèil - FSB 1465 alli Roverselli; 1685 li Roverselli; 1815 Roverselle. Dim. in -ellus, al pl. da robur "quercia" (Forc., s.v.; REW 7534) con ampliamento di -s- tra il tema e il suff. La versione dial. del toponimo presenta dissimilazione di r-r/l-r, tipica dei dial. lombardi, dileguo di -v- intervocalica e apertura di -e- protonica.

171. LUGHETTO fosso. Dim. in -etto, attraverso una forma intermedia probabilm. dial., dal lat. lucus "bo-sco, bosco sacro", usato in contrapposizione a nemus e a silva, che designano il bosco selvatico (DT, sv. Lugo).

172. LÜNA [la lüna] - 1685 la Luna; 1815 Luna. Dal lat. luna (Forc., s.v.; REW 5163) con riferimento ad un elemento geografico di forma arcuata (Top.It. 188). Nel caso di specie, confinando il campo così denomi-nato con il Serio morto nel lato di monte, si potrebbe spiegare l'origine del toponimo con la forma lunata dello stesso conferitagli dalla sua passata adiacenza ad un'an-tica ansa fluviale abbandonata, che in questa zona rappresenta un elemento piut-tosto ricorrente. Campi così denominati sono comuni un po' in tutto il terr.

173. LUNGU' [al lungù] Accr. in -one dal dial. lùnch < lat. longus (Forc., s.v.) per la forma allungata dell'appezzamento così denominato.

174. MAGNA' [al magnà] 1685 il Magnano; 1815 Magna no. Dall'ergonimico magnano (dial. magnà) che da noi vale "calderaio, stagnino" (Samarani 131; Bombelli 114), ovvero dal cognome derivato Magnani, ben rappre-sentato in terr. cr.sco.

175. MAIRANO - 1051 Mairano. Toponimo fondiario romano dal gentilizio Marius con il suff. prediale -anus e con anticipazione di -i- nel gruppo -ri-.

176. MARSENTA [la marsénta]. E' voce dialettale più propriam. cremonese (DDCr 186) e vale il locale marsìda "marcita" (Samarani 136; Bombelli 117). Si è soliti far discendere tale termine dal lat. marcidum (Forc., s.v.; REW 5346), sottintendendo pro! uni, poiché si dice che l'ultimo taglio di erba attuato in questi terreni venisse lasciato marcire sul terre-no, in sostituzione del concime. La marcita è una coltura prativa caratteristica della Lombardia, grazie alla quale, sfruttando le tiepide acque di risorgiva la-sciate scorrere su un appezzamento di terreno costruito con particolari accorgi-menti, si consente la crescita dell'erba anche durante l'inverno, permettendo sette e più sfalci l'anno.

177. MEDIA CAMPORA - 1051 Media Campora. Dal lat. medium "mezzo" e campus "campo" attraverso un tardo lat. plur. campora (Sella, GLE, 66; GLI, 109) con desinenza dei sost. neutri di 3" declinazione. Il signi-ficato potrebbe essere, quindi, quello di "campi di mezzo". La voce, di origine tardo romana (Serra 37) secondo lo stesso autore indica un iniziale regime di pro-prietà comune.

178. MIGNOLO - FSB 1640 il Mignolo; 1685 il Mignolo. Toponimo di etimologia incerta, ma da riconnettersi con ogni probabilità al tema migno- indicativo di "piccole dimensioni" (REW 5581/2) e verosimilm. derivato dal lat. volg. *minjus con pari senso (Battaglia, s.v.).

179. MOLINO - 1685 il Molino. Dal lat. mediev. molinum (Du Cange, sv. molina; REW 5644) a sua volta disceso dal lat. tardo molinus, agg. derivato dal verbo molere "macinare" (Forc., s.v.niolo).

180. MORTA - 1685 la Morta. Dal lat. mediev. (a qua) morta, agg. poi sostantivato, dal lat. class. nortuus, con significato di "stagno, raccolta d'acqua ferma di origine fluviale" (Du Cange, s.v.) di larga diffusione geografica (Top.It. 249).

181. MOTA [la mòtal - 1685 la Motto; la Motto alias Pradazzo; il ponte di pietra o sia la Motto; 1815 Motto. E' la voce lat. mediev. motto, forse di influsso germ. (Zaccaria 339; Bertoni 159; REW 5702) nelle cui lingue derivate sussiste frequente la radice niot- in voci con significati tra loro analoghi e tutti afferenti a "mucchio di terra, rialzo, collina". Secondo altri (DEI IV, 2521; Devoto, s.v.) il termine sarebbe invece di origine preromana senza tuttavia che se ne modifichi il significato, producendo toponimi anche nell'Italia meridionale (Top.It. 192). A questo primitivo valore (cfr. Du Cange, s.vv. Moto i e Motto; REW e REWS 5702; Sella, GLI, 375) - cui corrispondono assai sovente caratteri fisiografici e geomorfologici ben evidenti e pienamente concordanti con il senso del termine, anche in relazione alla maggior parte dei numerosi analoghi toponimi diffusi in tutta la provincia - se ne è aggiunto, forse più tardi, uno secondario indicante un'opera di difesa di varia natura: militare (DTL 365; Pellegrini 446; Sella, GLE, 230), idraulica (Du Cange, s.v. Moto 4) o con entrambe le funzioni, costituita prin-cipalmente da rialzi di terreno a guisa di argine o bastione. Nel caso in esame si direbbe preferibile il significato primo, quantunque l'originaria prominenza morfologica, motivo del toponimo, sia stata spianata negli ultimi decenni dalla cava operante in loco e il fronte della primitiva scarpata abbia subito un arretramento di qualche centinaio di metri.

182. MULINET [al mùlinèt] - 1685 il Mulinetto alias la Raggio; 1815 Mulinetto. Dim. in -etto da Mulino (v. n. 179).

183. MUNTENAREA - l05lMuntenarea. Derivato agg. con doppio suff. -aneus e -arius dal lat. mons "monte" (Forc., sv.; REW 5664) ovvero agg. in -aria dal lat. tardo *lllolltanea (REW 5666): forma collet-tiva a sua volta derivata dal lat. montanus (Forc., s.v.; REW 5667). Qui probabilm. con significato di "luoghi rilevati rispetto alle aree circostanti" distintivo di un'am-pia zona di territorio.

184. MURANDI' [al murandì] - 1685 il Morandino, il Zudé alias Morondino; 1815 Morandino. Il toponimo si ripete a brevissima distanza in terr. di Ripalta Vecchia (ATPCr, Il, Madignano, 56) lasciando intendere che la denominazione fosse propria ad un'ori-ginaria zona di più vaste dimensioni, in seguito frammentata da sovrapposizioni toponomastiche seriori. L'etimologia va ricondotta ad un nome pers. mediev. Morandts, documentato in area crem. ancora nel XII sec. (Akty Kr, I, 202), o ad un cognome derivato de Mora~do (Akty Kr, I, 243) o de Morandis (CDCr, Il, 57) da cui gli attuali Morandi e Morandini (De Felice, DCI, 172; Bongioanni 162). Un campo omonimo è documentato per il terr. di Montodine in FSB all'anno 1782.

185. MURUNER [al murunér]. Dal lat. morus "moro, gelso nero" (Forc., sv.; REW 5696) attraverso una forma costruita con il doppio suff. -one e -arius, con valore collettivo, indicante un terre-no piantato a gelsi. Il lat. mediev. ha, però, già una vc. moronus con lo stesso si-gnificato (Bosshard 198), da cui deriva il dial. cr.sco murù (Samarani 146) che si può proporre altrettanto bene come diretto ascendente del nostro toponimo.

186. NAASOLE [le naasòle] - 1685 la Novazzola (probabilm. per Navazzola). E' il dial cr.sco naasòla "grondaia, piccolo tino" (Samarani 149; Bombelli 129), ma anche "gora di mulino", "botte per il trasporto del liquame" e, per estensione, "canarola, condotto o canale costruito a scavalco di altro fosso". Si tratta verosi-milm. di una derivazione del lat. mediev. *~f1~ o nauca "truogolo" (REW e REWS 5859) con l'aggiunta dal suff. dim. -iolus, ovvero, ma con maggiori difficoltà, dalla base prelatina ~ "conca (tra i monti)" (REW 5858) usata in senso traslato con doppio suff. -aceus e -olus.

187. NEMBRE -1685 il Nembre. Si tratta probabilm. di un riflesso del lat. nemus, -oris "bosco" (Forc., sv.) attraver-so un ablativo ~ nemore (cfr. DTL 373; Gnaga 410) con epentesi di -b-.

188. NOVELLA - 1685 la Novella. Dim. in -ellus riferito ad un termine femm. sott. (forse terra o campagna) dal lat. novus "nuovo" (Forc., s.v.). L'agg., poi sost., indicava nel Medioevo un terreno messo a coltura di recente ed è da considerarsi termine parallelo a navale "terreno dissodato" (REW e REWS 5966).

189. NOVELLQ cavo. Cavo irriguo la cui denominazione dipende da quella di un omonimo fondo (v. seg.).

190. NUEL [al nuèl] - 1609 il Novella; 1815 Novella. Dial. cr.sco nuèl "novello, giovane" (Bombelli 131). Come il n. 188, al masch., poi-ché probabilm. concordato con campo.

191. NUELE [le nuèle]. Come il n. 188, al pl.

192. NUELU' [al nuelù e i nuelù]. Accr. in -one da novella (v. sopra).

193. ORIOLA/O roggia [l'uriòla, l'uriòl]. E' il nome di una roggia derivata dal Serio morto presso la cascina Corfù di Madignano, e continuazione virtuale dell'omonimo colatore influente nello stes-so Serio morto in sponda opposta. Si tratta di un idronimo assai diffuso in area cremasca sotto diverse varianti, e piuttosto frequente anche come toponimo nell'intera regione lombarda (DTL 391; Gnaga 423; Boselli 208) ed in altre regioni italiane (Polloni 214; Lorenzi 501; l'cIle-grini 1990, 238; DT 457), ma con evidenti etimologie diverse a seconda dei luoghi. Per quanto ci riguarda l'interpretazione etimologica appare piuttosto complessa e probabilmente non è da considerarsi nemmeno univoca, tanto che le svariati proposte finora formulate e normalmente accettate non paiono sempre soddisfa-centi o convincenti. Mentre l'Olivieri (DTL, 391) proponeva una connessione con il n. pers. lat. Aun'olus per i toponimi ed un dim. dell'agg. lat. aureus "d'oro" per gli idronimi, con signi-ficato "forse allusivo a fecondità di terreno", che mi pare un'idea un po' banale, quantunque formalmente possibile, resta da considerare l'ipotesi di una deriva-zione dal lat. *orium > orum "orlo, bordo, margine" (REW e REWS 6080, ora) disce-sa dal lat. class. ora, con uguale significato (Forc. s.v.) che, tuttavia, non offre una risposta pienamente soddisfacente circa il valore semantico dell'idronimo, spe-cialmente se applicato alla situazione territoriale dei vari omonimi di area padana. Come già ho avuto modo di discutere a proposito dell'altro tratto di colatore omonimo defluente in terr. di Madignano (ATPCr, Il, Madigna no) mi pare che l'alternativa etimologica più plausibile relativa al nostro idronimo vada ricercata in un'alterazione popolare del termine comune dial. riòl "riolo, piccolo rivo", già registrato dalle carte medievali come riolus (Du Cange sv. rio), dim. di rzz'us > rtus "rio, torrentello" (Forc. sv.; REW 7341; Du Cange s.v. rio), ben rappresentato in tale precisa forma in terr. cremonese. In tal caso alla variante grafica attestata l'uriòl, che risulta prevalente in area cremasca, si arriverebbe attraverso metatesi e parziale agglutinazione dell'articolo con succes-sivo passaggio -a- > -u-, secondo il seguente percorso: al riòl > l'uric5l, fatto che trova altri illuminanti riscontri nel dial. cr.sco: al lòch > l'urlòcìi "l'allocco" (Bomhelli 134); òle da rìcen (Bombelli 168) > éle d'urìgen "olio di ricino", e così via.

194. ORT [i òrt]. Dal lat. hortus "orto, ortaglia" (REW e REWS 4194). Tale denominazione è propria di piccoli appezzamenti ancor oggi ortivi, posti a nord dell'abitato e contigui alle case, affacciati alla valle del Serio morto.

195. PABIUNA [la pabiùna]. Sospetto che il toponimo rappresenti un'errata grafia di Babiùna, con riferimento esplicito a quella roggia Babbiona che si estraeva dal fiume Serio nel XV secolo per irrigare i fondi posti nella valle dell'Adda pertinenti ai terr. di Vinzasca, Gombito, Cornaleto, Formigara e Pizzighettone (cfr. n. 21). In alternativa, ma con minore convinzione, si può pensare ad un accr. in -o~:e, al femm., dal lat. pabulum "pascolo, foraggio" (Forc., s.v.; REW 6131), oppure ad un riflesso del dial. pàbe "panico". In tal caso la parte suffissale annetterebbe al toponimo un riferimento di abbondanza.

196. PAIARON - 1625 il Paiaron. Accr. in -one dal lat. palearium "pagliaio" (Forc., s.v.; REW 6163). Si noti l'influsso dial. cremonese dato dalla conservazione della consonante nasale finale.

197. PAIRO - FSB 1608 il Pairo, 1760 il Peirum, 1761 il Pairum. Forse si tratta di un'alterazione del toponimo precedente, Paiaron, ricostruito sul-la forma dialettale paér "pagliaio". Poco credibile sarebbe una derivazione da pt'iron "piuolo, zaffo" (REW e REWS 6366) il cui nesso etimologico rimarrebbe comunque oscuro. Un'ultima possibilità sarebbe quella di una dipendenza dal lat. mediev. peironus "poggiolo, balconata" (Du Cange, s.v.) forse riferibile ad una possibile caratteristica morfologica del territorio (si v.il n.30). La stessa voce medievale var-rebbe anche "mucchio di pietre" (Du Cange, s.v.), ma ci si muove comunque nel campo delle ipotesi.

198. PALAVISINA [la palavi~ìna, la palvi~ìna] - 1685 la Pallavicina. Dal nome della roggia Pallavicina a sua volta dipendente dal cognome Pallavicini, proprio di una nobile casata cremonese, che altro non è se non una correzione eufemistica di un soprannome o nome medievale Pelavicino (De Felice 186). La roggia Pallavicina prende origine dal naviglio Civico di Cremona nel comune di Fontanella (BG) ed è una delle più antiche derivazioni di questo importante corpo idrico. Sul finire del XV secolo la sua portata venne ulteriormente arricchita tramite l'apertura di una seconda bocca, ottenuta da Renato Triulzi e da lui deno-minata bocca Renata. Nel cavo così formato venne immessa, a partire dal 1473, acqua derivata dal Serio, al di sopra del ponte di Crema, che dal 1463 costituiva la roggia Marazza (FSB, cart.74, parte V, fasc.1) e ancora acqua derivata dal Serio a Ripalta Vecchia che formava la roggia Babbiona (FSB, cart.74, parte VII, fasci). Queste due ultime riunite presero successivamente il nome di roggia Archetta, dal nome del marchese G.B. Archetti che ne divenne proprietario. Il punto di confluenza fu sempre, come è ora, nei pressi della chiesetta del Marzale.

199. PALONGNA - 1051 Palongna. Si tratta forse di un derivato aggettivale in -oneus dal lat. palus "palo" (REW 6182) concordato con il sost. sott. silva e, dunque, riferito ad una selva produttrice di pali: *silva palonea, altra possibile forma di silva palaria. Non si può escludere co-munque la possibilità di una discendenza del toponimo da un nome pers. la cui forma rimane però incerta: potrebbe trattarsi di un *Palonius supponibile da altro nome attestato Palius (Schulze 206, 364), oppure da Balonius (Schulze 349). In tal caso sarebbe da considerarsi un prediale romano assuffissato (v. anche i nn.120 e 275).

200. PALUDE - 1685 il Palude. Dal lat. palude(m) "ristagno d'acqua, palude" (REW 6183; Forc., s.v.palus) qui sentita come voce di genere maschile per la probabile sottintesa precessione di campo.

201. PANTANUGO - 1051 Pantanugo. Toponimo di etimologia incerta. Potrebbe riflettere un nome pers. ~ derivato mediante il suff. -ucus, di presunta origine celtica (cfr. DTL 25), da una possibile base attestata Panto (Schulze 39).

202. PASCOLIO - 1815 Pascolio. Evidente derivazione dal lat. pascuum "pascolo" (Forc., s.v.; REW 5265) a sua vol-ta disceso da .pascum "pastura".

203. PASQUI' [i pasquì]. Da un cognome Pasquini (De Felice 190).

204. PENER [al penér] - 1609 il Penero; 1685 il Penero, il Pener; FSB 1754 il l't'iu'ro; 1815 Penero. Toponimo di etimologia alquanto incerta, ha un omonimo corrispettivo in territo-rio di Montodine. Se ne può prospettare una derivazione dal lat. peuarius "relati-vo a provviste di viveri" (Forc., sv.; REW 6394b penus) concordato con un sost. sott. di difficile individuazione. In questo caso può avere valore simile a quello di canaba (cfr. n.81), dal momento che il Du Cange (s.vv. penu e penus) registra signi-ficati di analoga natura, concordando con la citazione del lat. class. cella pena rio "dispensa" (cfr. Forc., sv. penarius).

205. PEVERADA - 1685 la Peverada; la Bravada (?); 1815 Peveralla. Si tratta probabilm. di un riflesso del lat. piper "pepe" (Forc., sv.; REW 6521) at-traverso una forma aggettivata *piperata attribuito a terra, e riferito ad un ltiogo popolato da erbe dal sapore piccante, come ad esempio, il pepe d'acqua (Poly-gonum hydropiper) o altra simile.

206. PIANASA [la pianàsal- 1685 la Pianazza; FSB 1772 la Pianazza (...) in Saragozza; 1815 Pianazza. Accr. in -acea, al femm., dal lat. planum "piano" (REW 6581). Si noti, però, che qui il toponimo va riferito all'accezione dial. tuttora vitale del termine piana che indi-ca un "appezzamento di terreno coltivabile" ed è spesso sinonimo di "campo" (v. anche Samarani 171).

207. PIANE [le piànel - 1685 le Piane; 1815 Piane. Come il preced., nella forma primitiva pl.

208. PIANONE - 1685 il Gas tellaro e Pianone insieme. Accr. in -one dal lat. planum "piano" (v. n.206).

209. PIASA [la piàsa] - 1685 il Piazza; FSB 1787 la Piazza. Dal lat. platea "piazza, cortile, strada larga" (Forc. s.v.), ma anche con significato di "radura, spiazzo" (REW e REWS 6583). Secondo Du Cange (sv. platea tcrrat') sarebbe sinonimo di "campo, pezza di terra".

210. PIAZZETTA -FSB 1686 la Piazzetta in Saragozza. Dim. in -etto, al femm., da piazza (v. sopra).

211. PLATEN [al plàten] Dial. cr.sco plàten "platano", per l'evidente presenza di un albero di questa specie che particolari caratteristiche o condizioni hanno portato a distinguere con preci-sione.

212. POLINE - 1685 una sabbia azocada il Palme. Con ogni probabilità riflette il termine lat. pullus "(terreno) molle" (Battaglia, s.v. pallina) con significato di "terreno acquitrinoso, sabbia mobile" ed è vc. vicina a quella lat. mediev. pollicinus con valore analogo.

213. PONTE DI MONTODINE - 1685 il Ponte di Montodine in tre quadri. Dal lat. pons "ponte" (Forc., sv.; REW 6649). Denominazione derivata verosimilm. dall'esistenza di un passaggio diretto per comunicazioni con l'abitato di Montodine.

214. PONTE DI PIETRA - 1685 il Ponte di Pietra o sia Motto. Come il precedente, con la specificazione del materiale usato nella costruzione del ponte: fatto abbastanza straordinario poiché, di norma, tali passaggi erano in legno, soprattutto se di importanza secondaria.

215. PORTECH [al pòrtech]. Dial. cr.sco pòrtech "portico", spesso costruito in aperta campagna per il ricovero di attrezzi e macchinari agricoli. Lat. particus (REW 6675)

216. PRADELLO - 1685 il Pradello; FSB 1782 il Pradello (Montodine). Dim. in -ellus dal lat. pratum "prato" (Forc., sv.; REW 6732) indicante un terreno destinato alla coltivazione di erba da sfalcio e non di rado chiuso da siepi.

217. FRA EC [al pra èc']. Dial. cr.sco prot "prato" e èc' "vecchio". Con questo termine si intende designare solitamente un prato stabile che, non venendo mai arato, risulta "vecchio" nei confronti di altre coltivazioni prative che rientrano nell'avvicendamento colturale della rotazione agraria.

218. FRA MAGRE [al pra màgrej - 1685 il Prato Magro, il Fontana Prato Magro; 1815 Prato magra. La specificazione è il dial. cr.sco màgre "magro" 'dat. nzacru in, accusat. di inacer, con lenizione di -cr- in -gr-, ed indica specificatamente la qualità del foraggio. L'ulteriore denominazione Fontana è l'agg. lat. fontanus (Forc., s.v.) sostantivato, attestante una caratteristica del sito in rapporto a evidenti risorgenze freatiche.

219. PRATO - 1051 Prato. Dal. lat. pratum "prato" (vedi il n.216).

220. PRATO DE SALA - 1051 Prato de Sala. Il determinante è la vc. di tradizione longob. sala "casa per la residenza padronale nella curtis e per la raccolta delle derrate dovute al padrone" (Pellegrini 427). ripetu-ta in altri toponimi dello stesso territorio di Ripalta Arpina (v. nn.115 e 249).

221. PRATONOVO - 1051 Pro tanovo. Lat. protum "prato" e navum "nuovo", che indica con ogni probabilità un altro aspetto di quel processo di conquista agricola, vivissimo nei secoli del pieno Me-dioevo, attuato a scapito dell'ambiente selvatico, così come si era prodotto nel periodo delle invasioni barbariche.

222. PRAVECCHIO bocchello. Come il toponimo n.217, al servizio della cui superficie catastale il bocchello è deputato.

223. PREBENDA [la prebénda, la preménda] Denominazione di due parcelle agrarie distinte e non contigue. Dal lat. tardo praebenda "beneficio ecclesiastico" (REW 6708), indicante solitamente una pro-prietà fondiaria cui è annesso il diritto di godimento dei frutti da parte di un ecclesiastico che ne è titolare.

224. PREDAS [al predàs] -1685 il Pradazzo, la Matta alias Pradazzo; il Bredazzo; 1815 Predazzo. Accr. in -aceus dal lat. pratum (v. n.216). Anche in questo caso, come per il già esaminato Campazzo (v. n. 64), rispetto al valore accrescitivo del suff.-aceus/-aciuni potrebbe prevalere un significato di antichità di formazione o forse anche di incu-ria e di abbandono. Il toponimo resta comunque come testimonianza di una stratificazione territoriale successiva ad elementi territoriali preesistenti e rimasti immutati che la specifica denominazione suggella nella loro vetustà.

225. PRIMO - 1685 il Prima. Dal lat. primus "primo" (Forc., sv.), forse per la posizione del campo così nomina-to rispetto ad altri di un certo sito o di una medesima proprietà. Vi si può sempre vedere anche il riflesso di un nome pers. Prima.

226. PULLARIOLO - 1051 Pullarialo; 1361 ad Poliralum. Dal lat. pullus non tanto nel significato di "piccolo di animale" e quindi anche di "pollo", quanto invece di "germoglio, pollone, rampollo" (REW 6828; Forc., sv.) con doppio suff. in -arius con significato collettivo e -olus diminutivale. E' ve-rosimile che il toponimo abbia preso origine da un'area in fase di colonizzazione da parte di vegetazione legnosa, come un greto fluviale, oppure da un'area go-vernata a ceduo per la produzione di pertiche e pali.

227. PUNCIU' [al punciù] - 1685 il Ponchione; 1815 Pancliiane. Accr. in -ane dal dial. cr.sco puncia "punta, spigolo": altra forma di punta (cfr. Bombelli 154), di cui Panchione è trascrizione ipercorretta. Indica comunemente appezzamenti di terreno a forma di cuneo o spigoli di campi.

228. QUADRE [al quàdrel - 1685 il Quadra; il Quadro detta il Prato vecchio; 1815 Quadro. Dial. cr.sco quàdre "quadro, quadrato", dal lat. quadrus "quadrato, provvisto di quattro lati" (Forc., s.v.; REW 6921) dalla forma stessa dell'appezzamento. Per Prato vecchio v. il n. 217.

229. QUADRONE - 1685 il Quadrone; il Fontanone alias Quadrone; il Quadra,w àbasso in Regona; FSB 1774 il Quadrane (...) in Saragozza; 1815 Quadrane. Accr. di quadro (v. sopra). Per Fantanone v. al n.138. Régona è vc. della bassa Lombardia indicante "un terreno soggetto alle inondazioni dei fiumi (cfr. DTL 462; Bosshard 225); si tratta forse del riflesso di una base preromana *rt,ca "solco" (Battisti 152) per cui cfr. ATPCr, I, Gabbioneta, 60.

230. QUARANTA [al quarànta] - 1815 Quaranta. Dal dial. cr.sco quarànto (pertighe), promuovendo a denominazione la misura del-la superficie della parcella catastale. La pertica cremasca vale m2 762,7364. Non si può escludere, però, la concorrenza di un omofono cognome, ben rappresentato in terr. cremasco.

231. QUATTORDICI - 1815 Quattordici. Come il precedente, con riferimento alla misura della superficie catastale pari a quattordici pertiche. In realtà in entrambi i due casi ultimi l'area degli appezzamenti, secondo la registrazione del 1815, appare inferiore al dato toponomastico ed il fatto è con ogni probabilità dovuto a successive frammen-tazioni della parcella catastale originaria.

232. RAMBACOLE - 1051 in Rambacole. Potrebbe trattarsi della contrazione di una forma declinata del tipo ~i,z ramis a,n bis aquolis che giustificherebbe la presenza di -b- , oppure, semplicemente *in ramnis aquolis se si volesse considerare -b- un'aggiunta non etimologica. Il significato potrebbe dunque essere quello di un terreno posto tra i rami distinti di un corso d'acqua.

233. RAMELLE - 1051 Ramelle. Si tratterà anche in questo caso di un'originaria forma declinata *in ramt'llis, con riferimento ad un sito posto tra i rami secondari forse del Serio, ora Serio morto. Dim. in -ellus da ramus "ramo" (REW 7035) nella sua accezione traslata di "canale fluviale secondario" (Top.It. 198)..

234. RAMIDEI [i ramidèi] - 1815 Ramidelli. Dim. in -ellus da ramus "ramo" (v. sopra) con un ampliamento -id- tra il tema e il suffisso. In questo caso il riferimento è pertinenete al corso del Serio morto attua-le, residuo del tracciato fluviale che il fiume Serio occupava ancora nel Medioe-vo.

235. RAMIDEL [al ramidèlj] 1609 e 1685 il Ramidello Come il preced., al singolare. E' probabile che questi due ultimi toponimi rappre-sentino la continuazione del medievale Ramelle.

236. RAMMOLE - 1051 Rammale. Dim. in -ulus da ramus "ramo" (REW 7035) attraverso una forma originaria decli-nata e preceduta da preposizione: *in ramulis, con significato analogo ai prece-denti.

237. RIULTELA [riultèlaj. E' il nome dial. dell'abitato di Ripalta Arpina, che riflette la dizione medievale del sito: Rivoltella, dim. in -ellus dal lat. riva "riva, riviera" (Forc., s.v.; REW e REWS 7328), con chiaro riferimento alla posizione in riva al fiume Serio, e altus "alto" (Forc., sv.; REW 387) che specifica l'evidente caratteristica delle scarpate morfologiche che definiscono le valli del Serio morto e del Serio attuale.

238. RISET [i risèt] Dim. del dial. cr.sco ris "riso" (v. al n.160). In questo caso il toponimo indica la destinazione consueta degli appezzamenti così denominati, coltivati a risaia.

239. ROCOL [al ròcol]. Dial. ròcal "roccolo" (Samarani 197, Bombelli 169) voce settentrionale designante un sistema di reti fisse poste in circolo e nascoste tra pareti alberate atte a favorire la sosta degli uccelli di passo, attrattivi da richiami, in modo da poterli facilmente catturare (cfr. Bottazzi 92). E' probabilm. una derivazione dal lat. rotulus "cilin-dro, rullo" (REW 7397), dim. di rata "ruota" (Forc., s.v.; REW 7387) passata attra-verso l'evoluzione rot'lus > rac'lus > rocchio da cui può essere stato tratto un ulte-riore dim. Forse non è da escludere un influsso di rocca (Du Gange, sv.; REW 7357) alla cui figura il roccolo allude per la forma e per la posizione solitam. eminente.

240. ROGGIA - 1685 la Raggio; il Molinetto alias la Raggio. Dal lat. mediev. rugia/rogio (Du Cange, sv.; Sella, GLI, 487) "gora, canale per l'ir-rigazione o per il funzionamento di mulini" (Bosshard 246), nel caso specifico dedotto da unflumen, che è invece la designazione riservata dai documenti me-dievali ad un corso d'acqua di origine naturale, mentre la roggia è un canale arti-ficiale. Il termine sembra discendere da una voce (ar)rugia che secondo alcuni Autori sarebbe di origine preromana (Pellegrini 452, che cita REW 678), secondo altri voce latina di ambiente minerario con significato primitivo di "galleria" (REWS 678) o, meglio, "galleria per lo scarico di miniere", ma di origine mediterranea occidentale (Devoto 364; DELL, IV, 1102).

241. ROVERETO - 1051 Rovereto. Dal lat. robur "quercia" (REW 7354; Forc., sv.) con il suff. collettivo fitonimico in -etum.

242. SABBIA - 1685 la Sabbia. Dal lat. mediev. sabia 243. SABBIAZZA - FSB 1773 la Sabbiazza (...) lungo il Serio. Accr. in -aceus, reso al femm., da sabia (v. preced.).

244. SABBIE - 1685 le Sabbie; FSB 1699 le Sabbie; 1815 Sabbie. Come il n.242, al PI.

245. SABBIETTA - 1615 Sabbi etto. Dim. in -etto, al femm. da sabbia.

246. SABBIETTI - 1685 li Sabbietti. Come sopra, al masch pl.

247. SABIET [al sabièt] - 1685 il Sabbietta. Come il precedente, al singolare.

248. SABIU' [al sabiù]. Accr. in -ane da sabbia.

249. SALA - 1051 Sala; 1208 ubi dicitur in Sala. Vc. germ. di tradizione longob., con significati diversi, dipendenti da una stratificazione cronologica specifica, quantunque affini. Se nell'accezione origi-naria il termine designava "la residenza padronale nella curtis per la raccolta del-le derrate dovute al padrone" finì poi per indicare la "casa di campagna" (Pelle-grini 427). L'espressione è passata nel lessico di alcune lingue romanze solamente con il valore di "grande stanza" attraverso la mediazione franca (Bezzola 200). E' comunque da considerarsi un toponimo da insediamento, indicando esso uno stanziamento di genti longobarde, tra i più genuini e diffusi sul territorio italiano (Sabatini 146, 153; Top.It. 272).

250. SAN BENEDET [al san benedèt] - 1051 Sancta Benedicta; FSB 1555 il 5. Bene-detta; 1609 il S.to Benedetto; 1685 il Sancta Benedetta; 1815 Santa Benedetta. Il toponimo prende forse origine dall'esistenza di una cappella o di una chiesa sul luogo così denominato, quantunque il fatto non risulti attestato da nessun docu-mento noto. Altra ipotesi può ricondurre il toponimo ad una proprietà di cui era titolare un monastero benedettino.

251. SANCTO VICENCIO - 1051 Sancto Vicencio. Toponimo di origine agionimica dipendente dall'esistenza di una cappella o dall'apparteneza delle terre così denominate ad una chiesa o cappella intitolata a 5. Vincenzo. E' assai probabile la persistenza di un nesso tra il toponimo medie-vale e la designazione del sito dove ancor oggi sorge un oratorio dedicato ai SS. Vincenzo ed Anastasio alla cascina Vallolta di sopra, in quel di Castelleone.

252. SAN GIUANI' DA LA DISCESA [al sangiuanì da la discé~a]. Dial. cr.sco sangiuanì "san Giovannino", ma il diminutivo dell'agionimo è qui dovuto alle piccole dimensioni degli appezzamenti così denominati. Il determi-nante spiega una caratteristica morfologica del campo, distinto da una evidente pendenza (dial. discésa), trovandosi esso lungo la scarpata morfologica della valle dell'Adda.

253. SAN GIUANI' DA L'ULME [al sangiuanì da l'ùlme]. Il determinante nasce dalla presenza nel campo o al suo margine di un albero di olmo.

254. SAN GIUANI' GRANT [al sangiuanì grànt]. La specificazione si riferisce alle dimensioni del campo, più grande rispetto agli altri tre omonimi attigui. Per questo è anche detto al songiuàn grant.

255. SAN GIUANI' QUATORDES PERTIGHE [al sangiuanì quatòrdes pèrtighe]. Il determinante specifica le dimensioni della superficie dell'appezzamento, este-so per quattordici pertiche. La pertica cremasca corrisponde a m2 762,7364.

256. SANT EUSEBE [al sant'eùsébe, al santùsébe, al santisòbe] 1609 il S.to Eusebio; 1685 il Santo Eusebio; 1815 5. Eusebio. Agiotoponimo riconducibile all'esistenza di una chiesa campestre dedicata a 5. Eusebio, oggi scomparsa, alla quale il campo così denominato risultava adiacen-te. L'oratorio venne abbattuto nel 1727 (Zavaglio 292). Nel marzo 1958 vi furono riscoperte le fondamenta, di tipologia paleocristiana, cui apparvero appoggiate anche alcune tombe ritenute romane o tardo-antiche (Insula Fulcl,eria, Il, Crema 1967, p. 72) che di riflesso documentano l'antichità del sito.

257. SANTO GIOVANNI- FSB 147511 San GiavanniAga9ana; 1646 il 5. Giovanni (...) alla Saragozza; 1685 il Santa Giovanni di presente Pianazza; di presente Baldina olias Santo Giovanni; 1815 St. Giovannz. Si tratta di un agiotoponimo probabilmente comune a più appezzamenti distinti, come indicano le citazioni documentarie, che potrebbero in parte corrispondere agli attuali campi detti sangiuanì (v. ai nn.252-255). Si può congetturare che il nome derivi da un beneficio della chiesa di 5. Giovan-ni in Ripalta Arpina. L'intitolazione a questo santo compare già nel 1051 ab-binata a quella di 5. Maria, cui era consacrata la locale capello prope ipsa castra ed~fficata. Qui vale anche la pena di ricordare che un altro oratorio dedicato a 5. Giovanni, costruito tra la fine del XVI secolo e l'inizio del successivo, esiste tuttora nel nu-cleo rurale di Boccaserio, al quale saranno però forse da correlare più verosimilmente altri terreni posti in comune di Montodine detti anch'essi i sangiuàn.

258. SARAGOSA [la saragòsa] - 1685 la Saragoza; il Chias detto lo Saragoza; FSB 1713 la Saragozza (...) in Saragozza; 1815 Sarragozza. E' toponimo di etimologia incerta. L'Olivieri (DTL 488) sulla scorta degli studi di G.D. Serra, ne ammette la derivazione da un nome pers. femm., "uno dei non pochi dedotti da nomi di paesi e città famose nel Medioevo". Quindi anche il nostro sarebbe un lontano riflesso del nome dell'importante città spagnola. A so-stegno ditale possibilità si può aggiungere che lo stesso nome pers. femm., Saregoza, risulta attestato anche da noi in un documento del 1177 (cfr. E. Falconi, III, dcc. n.542, pp.24l-243). Tuttavia la pronuncia dialettale saragòo, con -s- postonica sonora, che ne può far presupporre anche una derivazione da -d- o da -g-, lascia aperto il problema eti-mologico.

259. SCANDI' [al scandì] - 1685 il Scandina; il Scandile. Dal lat. scandilis deverbale di scandere "salire" (Forc., sv. scanda), termine indotto dall'andamento a scaglione dell'appezzamento così chiamato, sito nella valle del Serio morto.

260. SCANDI' [ai scandì] - 1685 alli Scandini; alli Scandili; 1815 Scondini. Come il precedente, al pl. In questo caso l'andamento a gradoni, o comunque saliente, degli appezzamenti posti tra la valle del Serio vivo e il livello fonda men-tale della pianura, è assai evidente.

261. SCANIDO - 1685 il Scanido al piede dello Costo delli pezzi di terra detti li Scouzidi. Dal lat. scamnilis, aggettivazione da scomnum, che oltre alla comune accezione di "sedile, gradino, predella" (Forc., s.v.; REW 7649) assunse particolari significati relativi all'ambiente agrario che vanno dalla definizione di "una grande zolla salda, non frantumata" a quella di "spazio di terra soda, non rotta dalla vanga, tra due alterne fosse o solchi" o, ancora, a quella di "terreno esteso maggiormente nel verso della larghezza" (cfr. Forc., sv. scamnum).

262. SCANILETTO - 1685 il Sconiletto zerbio; Marta detto del Scaniletto à zerbio. Come il precedente, del quale è un dim. in -etto. Dalla condizione di incolto di questo terreno (zerbia) parrebbe più probabile, tra le varie possibilità semantiche offerte dal toponimo, quella riconducibile alla natura di terreno saldo, non lavorato.

263. SERAI [i serài]. Dial. cr.sco serai "serraglio", dal lat mediev. seragliunz/serroliunt "chiusura, stecca-to" (Sella, GLE, 322; GLI, 528) dal lat. parl. *serracL~Iufll (REW 7862) dipendente dal verbo *serrare "chiudere" (REW 7867) indicante, per estensione, un "terreno chiuso da riparo", con lo stesso valore di chiaso, quantunque l'ubicazione dei campi così denominati, lungo il Serio morto, possa far pensare anche a particolari opere di sbarramento idraulico (cfr. DTL 503). Meno probabile mi parrebbe, qui, un riferimento a strutture fortificate. Pur insistendo il toponimo sul territorio di Castelleone se n'è tenuto conto per una possibile attinenza con il n.94.

264. SERE MORI [al sère mòrt]. L'appezzamento prende il nome dal vicino canale del Serio morto che, diramato-si dall'asta principale in quel di Castelleone e convogliato in galleria per sottopassare l'area delle Vallolte, sfocia in Adda a Gombito.

265. SIDOM [al sidòm] - 1685 il Sedume; 1815 Sedumi. Dal lat. mediev. sedimen (REW .7784), deverbale di sedere "star seduti" (Forc., s.v.), ma anche "aver sede", per cui sedimen passa anche al valore di "suolo" (REW 7784) ed a riflessi semantici diversi, anche se affini, quali: "podere; area destinata a costruzione; casa rurale" (Bosshard 270).

266. SILVA DE SALA - 1051 Silva de Sola. Dal lat. silva "selva, bosco" (REW 7920). Per il determinante si veda il n.249.

267. SIRCERE [le sircére] - 1685 le Cerchiere; 1815 Cerchiere. Dalla vc. mediev. circlaria "campo chiuso da muri o siepi" (Du Gange, s.v.) che mi pare l'etimologia più plausibile, benché diversi autori (DTL 169; Pellegrini 464; DEI IV, 3177 e altri ancora) vi vedano una dipendenza da un *q1i(~rc1flriO o *quercularia, ovvero una derivazione da un'antica forma cerqua per "quercia". Il Fieri (231 e 249) oscilla tra un'interpretazione analoga, in connessione con la voce quercus e una spiegazione fondata sull'indipendenza del termine cui attribuisce il significato di "luogo piantato a castagnuoli da far cerchi". Si veda anche il n.91.

268. SPELTINO -1609 il Speltino; 1685 il Speltina; FSB 1709 Io Speltino; 1815 Speltino. Agg. in -mo dal lat. mediev. spelto "spelta, farro" (REW e REWS 8139; Du Gange, sv.) una specie di frumento vestito, adatto ai terreni poveri e resistente al freddo, largamente coltivato in epoca medievale. Questa mi pare la spiegazione più pro-babile (cfr. Fieri 235) anche se non si può escludere una possibile dipendenza del toponimo dal cognome Spelta, tuttora presente in area cremasca e cremonese.

269. SPELTONE - 1685 il Speltane. Accr. in -ane dal lat. spelta "spelta, farro" (si veda il toponimo precedente).

270. STRADELLE - 1815 Stradelle. Dim. in -ella da strada, al pl.

271. STRADONE DE MORARI - 1685 il Stradone de Moro ri; FSB 1775 la Stradone de' Morari. Stradone è accr. in -one da strada, con evidente allusione alle non comuni dimen-sioni. Il determinante riflette una vc. mediev. mororius "moro, gelso" (Du Gange, sv.) già documentata in tale forma nel Capitulare de Villis, di epoca carolingia.

272. STRADONE DELLA CANOVA - FSB 1652 Io Strodone dello Conaz'a. Per il determinante si veda il n.81.

273. STRATA - 1051 la Strato (l'Astegiano nella sua trascrizione dà, invece, Lafrata). Dal tardo lat. (via) strato "strada" (REW 8291) o, più precisamente "via lastricata; via selciata a strati" (Pellegrini 465), con probabile riferiemento alla via romana Mediolanum-C remano, di cui un tratto ricadeva in territorio di Rivoltella (cfr. P.L. Tozzi, Una nuovo via romana fra Milano e Cremona, estr. da "Athenaeum", voI. LII, fasc.3-4, Pavia 1974, pp.32O-325). Nella versione dell'Astegiano si potrebbe vedere una derivazione dafracto "luo-go diboscato; bosco tagliato a raso" o anche "siepe, boscaglia" (DI., sv.), ovvero dafrata "luogo incolto nei pressi di una fortificazione" (Pellegrini 447).

274. SUPASE [le supàse; le sopàse] - 1815 Foppazze. Dial. cr.sco sòpa "buca, fossa", alterazione del più consueto}òpa, derivato dafin't'o (Forc., s.v.; REW 3463). Nel caso di specie si tratta di un accr. in -aceus, al femm. pl. (v. al n. 129).

275. SUSSILLA - 1051 Sussilla. Il termine suggerisce un accostamento al pers. lat. Sacilius o Socellius (Schulze 233, 444) e rappresenterebbe pertanto un toponimo fondiario romano assuffissato ri-ferito a villa o colonia.

276. TENTUR [al tentùr] - 1815 Tentare. Forse dal lat. mediev. tentorium "luogo in cui vengono stesi i panni" (Du Gange, sv.), probabilmente dopo essere stati sottoposti a tintura. Non si può escludere però una derivazione dal cognome Tintori.

277. TREERSI' [al treersì] - 1815 Traversino. Denominazione propria a due campi non contigui. Dim. in -inus dal lat. transversus "trasversale, posto a traverso, obliquo" (Forc., sv.), probabilm. per una qualche particolarità del campo rispetto all'orientamento, ovvero perché attraversato da strade, sentieri o corsi d'acqua (cfr. DTL 544).

278. TRENTACINCH PERTIGHE [al trentacìnch pèrtighel. Così detto in base all'estensione superficiale del campo, pari a trentacinque perti-che (v. ai nn. 230-231).

279. TRENTADO' PERTIGHE [al trentadò pèrtighel. Analogo al precedente.

280. TURCHET [al tùrchètl - 1685 il Turchetta; 1815 Turchetto. Da un cognome Turchetti.

281. UNGURA [l'ùngùra] - 1685 la Longura. Dal lat. mediev. longoria/longoria "striscia lunga di terreno" (Pellegrini 472). Come il n. 169 al sing.

282. VALLETTA - 1685 la Valletta. Dim. di valle (v. seg.).

283. VALLI -1609 le Valli; 1685 le Volli in due quadri. Dal lat. vallis "valle" (Forc., sv.; REW 9134) qui riferito ad aree poste in basso rispetto ad altre e presumibilm. ubicate nel solco del Serio morto, il che si connet-te facilmente con un secondo significato di "valle" allusivo a raccolte d'acqua stagnante, qui certam. appropriato alla situazione geografica.

284. VALLOTTI - 1609 e 1685 alli Vallotti. Dim. in -atta da valle.

285. VALOLTA -1685 la Valalta. Dial. cr.sco vàl "valle" e òlta "alta", certo per la posizione più elevata rispetto a qualche altro riferimento. Qui, forse ancor più chiaramente, il termine valli' deve essere considerato nell'accezione di "ristagno d'acqua".

286. VALSANO - 1051 Valsana. Parrebbe una derivazione aggettivale da vallis "valle" (Forc., s.v.; REW 9134) at-traverso un *vallicianus concordato con un sost. sott., qualejiuidus, soltzts o altro equivalente. Dato, però, il suff. agg. -anus, caratteristico indicatore di proprietà fondiaria, si potrebbe anche presupporre una derivazione da un nome pers. lat. *Valcius o *Valtius che, tuttavia, non risulta noto dalle iscrizioni.

287. VEDRENOLDO - 1051 Vedrenoldo. Potrebbe trattarsi di un riflesso della vc. lat. veteretum, con significato di "maggese", designante un terreno già coltivato e lasciato a riposo, quantunque al termine specifico risulti annessa un'accezione di trascuratezza (Forc., sv.), e dall'agg. altus "alto" (Forc., s.v.; REW 387), presumibilm. dalla posizione geografica elevata.

288. VUALARINO - 1051 Vualarino (secondo CDCr, Walarino) sec. XII seconda metà strato de Gualarino. Toponimo ascritto ancora nel XII sec. al terr. di Manzano. Agg. in -bus dal nome pers. germ. Wallari (Fòrstemann 1518) proprio anche di un duca longob. che go-vernò a Bergamo durante l'interregno (Paolo Diacono, Hist. Lan g., Il, 32). Un lacus qui dicitur Wallaringo è ricordato nell'anno 998 a Grotta d'Adda (cfr. Falconi, I, pp. 273-76).

289. ZANINELLO - 1685 il Zaninello. Da un cognome Zaninelli.

290. ZENEVREGO -1051 Zenevrega; 1073 locus qui dicitur Zenevredo; sec XII secon-da metà Val de Zenevrego; in Genevreda. Toponimo ascritto ancora nel XII sec. al terr. di Manzano. Riflette un lat. junipt'rt'tulu "ginepreto", collettivo fitonimico in -etum da juniperus/jeniperus "ginepro" (REW 4624).