SCHEDATURA VILLA VIMERCATI GRIFFONI ALBERGONI

· Denominazione dell'edificio: Villa Vimercati Griffoni Albergoni
· Ubicazione: Moscazzano
· Tipologia: Villa
· Utilizzo: Seconda Casa
· Proprietà: Francesco Albergoni
· Notizie storiche:
1. Secolo: fine XV - inizio XVI
2. Riferimenti a vecchie schede: decr. Min. di vincolo cartella d'archivio
· Elementi decorativi:
1. Esterni: Fregio, decorazioni a grottesche, marcapiano
2. Interni: Affreschi di Aurelio Brusso, altri Ottocenteschi
3. Lapidi: no
4. Stemmi: no
5. Riferimenti geo-topografici: no
· Pianta: Corpo cubico a quattro spioventi e due torri posteriori. Dal 1853 pianta a L.
· Autore
Ladina, Campedel, Moriggi Raffaelli
· Fotografie:

Esterni facciata frontale


La villa Vimercati Griffoni Albergoni


La splendida villa Albergoni di Moscazzano, costruita sulle rovine di un antico castello di precedenti feudatari, è posta su un pianalto verso l'Adda, in una zona paludosa di difficile controllo politico.

DAI VIMERCATI AI GRIFFONI

Il feudo di Moscazzano venne affidato alla potente famiglia milanese dei Vimercati nel 1499. Nella città di Crema abitavano un palazzo nell'attuale via XX settembre.
Nel 1520, con il matrimonio di Sermone ed Ippolita Sanseverino, i Vimercati danno inizio ad un nuovo ramo familiare, al quale rimane in mano la villa. Questa passa, di padre in figlio, da Sermone, a Marcantonio, a Orazio. In seguito, anche il casato Vimercati Sanseverino si divise ulteriormente con i figli di Orazio: Lodovico III diede inizio a quello di Palazzo Pignano, Francesco a quello di Azzano e Pandolfo a quello di Moscazzano. Questi ebbe due mogli, dalle quali nacquero Ippolita, Costanza, Carlo, Leonora, Orazio, Barbara, Margherita, Ottaviano, Ferdinando e un'altra Ippolita. Orazio, che risulta abitare nel palazzo di famiglia a Crema, non ebbe figli, e la villa passò quindi al nipote di Pandolfo, figlio di Carlo, che si era sposato con Tadea Griffoni nel 1680. Di padre in figlio, la villa passò a Giovani e a Ferdinando, che sposò Bianca Sanseverino ed ebbe Antonio, Angela e Tadea. Angela si invaghì di Girolamo Griffoni Sant'Angelo. Ebbero tre figli: Angelo, Ernesto e Matteo. Tadea invece portò all'altare Maurizio Frecavalli. Dal catasto del 1805 risulta che le proprietarie della villa fossero Angela e Tadea. Nel 1813 avvenne la divisione tra le due sorelle, e nel 1823 il tutto restò ad Angelo Griffoni, figlio di Angela. La villa passò così definitivamente ad un altro casato.

DAI GRIFFONI AGLI ALBERGONI

Insediatisi a Crema nel 1459 con Matteo Sant'Angelo, i Griffoni possedevano due dimore, una nell'attuale piazza Premoli e una nella via XX Settembre. Giunsero a Moscazzano con Angelo, figlio di Angela Sanseverino, ma il loro casato si estinse poco dopo, con la morte di Ernesto, suo fratello. La pretura di Crema affidò con un sorteggio la villa ed i fondi a Moscazzano alla contessa Ortensia Premoli (ancora minorenne), al primo nascituro maschio e al conte Alfonso Vimercati Sanseverino. L'usufrutto invece fu aggiudicato al conte Carlo Premoli e Faustino Vimercati Sanseverino Fadini, figlio di Marcantonio. Non ci fu mai un figlio maschio, così la villa rimase a Ortensia Premoli e al figlio di Faustino, Alfonso. Pochi anni dopo il catasto registra il passaggio alle sorelle Rosaglio Ortensia, Giuseppina ed Emilia, figlie di Orazio. Nel 1865 l'acquistò un ricco imprenditore, Giuseppe Perletti, cognato di Pietro Stramezzi e zio di Zaverio. Questi, sposandosi con Giulia Pesadori ed avendo alcuni figli tra i quali Azzolina, ereditò la villa, che rimarrà poi alla moglie e ai figli. Azzolina cedette la sua parte, quindi la proprietà rimase divisa tra suo marito, Giuseppe Vailati, e Giulia Pesadori. Nel 1929 l'acquistò Carolina Bonzi, la moglie del fratello di Azzolina Stramezz, Adolfo. La madre Giulia Pesadori rimase usufruttuaria ancora per qualche mese. La villa rimase in mano agli Stramezzi fino al 1958, anno in cui ne divenne proprietario Pirro Albergoni. Oggi la villa è abitata dal figlio prof. Francesco Albergoni.

MOSCAZZANO

Situato a sud di Rovereto, prende il suo nome dalla posizione, sulle rive meridionali più alte dell'Insula Fulcheria, e ancora oggi presenta rilievi morfologici notevoli. Fu temporaneamente la sede dei notai cittadini dalla distruzione di Crema (1160) alla sua ricostruzione (1185). Nei secoli XVII e XVIII la località fu appannaggio di alcune delle famiglie nobiliari di Crema.

Ladina Campedel Moriggi Raffaelli


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