MUORE IN ATTESA DI AMBULANZA

Morire aspettando per un'ora un'ambulanza che non arriva. La storia si ripete a bari, capoluogo di una regione che, unica in italia, continua a non avere il 118, il numero d'emergenza sanitaria. L'ultima tragedia risale a lunedi' mattina. Sono le 4 e 30 quando Nicola Gernone, 77 anni, si sente male. Inizia la disperata quanto vana ricerca di un'ambulanza: ne' gli ospedali ne' le associazioni di volontariato della citta' hanno ambulanze disponibili. Polizia e carabinieri consigliano alla figlia dell'anziano di rivolgersi ai vigili del fuoco, gli unici a rispondere sempre alle chiamate, a qualsiasi ora, pur non essendo attrezzati per le emergenze sanitarie. i pompieri arrivano in via nitto de rossi alle 5 e 20 e in dieci minuti trasportano il malato al Policlinico. Ma per Nicola Gernone non c'è più niente da fare. morirà alle 6 e 40 per problemi polmonari. Lasciando l'ospedale, sua figlia nota quattro ambulanze parcheggiate davanti al pronto soccorso; chiede perché non fossero disponibili e si sente rispondere che non ci sono autisti. Forse suo padre sarebbe morto comunque, ma quell'ora di ritardo rappresenta comunque uno scandalo.

PUTIGNANO: ASSALTO ALL'UFFICIO POSTALE

Assaltano l'ufficio postale ma l'intervento dei carabinieri manda all'aria i loro piani e sono così costretti a fuggire con un magro bottino. E' successo alle 8 di questa mattina a Putignano, nel barese. I banditi, quattro persone armate di pistole e mitra e con il volto coperto da passamontagna, hanno fatto irruzione nell'ufficio postale di via Cappuccini sfondando una porta a vetri posteriore con la loro Jeep Suzuki. Quindi hanno iniziato a far razzia di banconote, ma all'arrivo di una pattuglia dei carabinieri hanno preferito fuggire con i soldi che erano riusciti a prendere, piuttosto che ingaggiare un conflitto a fuoco. C'è da dire che in quel momento l'ufficio postale era pieno di gente, ma in pochi si sono accorti di quanto stava succedendo nel retro.

MINERVINO MURGE: AL MINIMO STORICO IL LIVELLO DELLA DIGA DEL LOCONE

Se la cosiddetta "diga volano", perfettamente a metà del corso del fiume Ofanto, non fosse solo un progetto ora, in periodi di forte emergenza idrica, gli agricoltori di Minervino potrebbero avere acqua a sufficienza e non sperare esclusivamente nelle grazie di Giove pluvio, inteso come il Dio che manda la pioggia. Invece la situazione è qualcosa di più che drammatica. E quel poco del prezioso liquido per i campi che c'è si perde direttamente in mare. L'allarme fu lanciato dai diretti interessati, costretti a razionalizzare le risorse e, come ultima spiaggia, a richiedere lo stato di calamità. Questa è la diga del Locone, nel territorio di Minervino Murge, ai confini con la Basilicata. Siamo al di sotto della soglia minima di prelievo, dicono quelli del consorzio "Terre d'Apulia". Nell'invaso la profondità è meno di sette metri, l'acqua per il potabile è solo fango successivamente depurato. Per i campi invece non ce n'è più. Guardate bene questa struttura, si chiama "Torre di presa": quando il livello dell'acqua nell'invaso arriva all'altezza della prima finestra siamo in stato di crisi, in questo momento è addirittura qualche metro al di sotto. Realizzata nel 1986, la seconda diga più grande in Europa, potrebbe contenere 115 milioni di metri cubi d'acqua. Nel suo stato per così dire "di grazia" è arrivata fino a 30 milioni. Adesso, come potete vedere, le pompe idrauliche sono ferme. Bacino principale della diga è quello dell'Ofanto che nasce in Campania, all'altezza di Conza. L'acqua che scorre proviene proprio da qui, dal primo sbarramento che è la cosiddetta traversa Santa Venere. Poi c'è la diramazione, da un lato la diga di Marana Capacciotti che porta l'acqua in alcuni comuni della capitanata, dall'altra quella del Locone appunto che serve i centri di Minervino Murge e per un po' anche quelli di Andria e Canosa. Manca la diga volano e l'acqua finisce la sua corsa nell'Adriatico. Un'opera maestosa, realizzata in meno di quattro anni, doveva essere la soluzione di tutti i mali per l'agricoltura e l'economa della zona, ma ora manca la sua protagonista principale, l'acqua. E forse anche i progetti per non parlare di grande incompiuta.

ARRESTI DROGA

Un grosso giro di droga, in particolare di cocaina, tra la provincia di Taranto, Napoli e Bari. 24 le persone arrestate in un blitz dei carabinieri della compagnia di Castellaneta. 6 a Bari, 5 a Napoli, 13 nella provincia occidentale ionica. 3 sono ancora latitanti. Sgominata un'organizzazione che traeva proventi dalle rapine - per lo piu' compiute a Napoli - e che reinvestiva il denaro nell'acquisto di stupefacenti da spacciare nelle discoteche tarantine. A capo della banda il napoletano Riccardo Papa, 25enne, residente in una villa alla marina di Castellaneta. Suo braccio destro un ex assessore comunale di Castellaneta, il diessino Stefano Ignazzi: era lui a smistare la droga in un bar ed in un negozio di ceramiche di sua proprieta'. In una occasione - nel giugno scorso - prima di un concerto a Bari del celebre cantautore Vasco Rossi, l'organizzazione avrebbe ceduto allo staff dell'artista ben due chili di cocaina. Vasco rossi, in qualita' di persona informata sui fatti, verra' ascoltato dal pm Matteo Di Giorgio titolare dell'inchiesta.

BISCEGLIE: DISTRUTTA LA VETRINA DELLA BIGLIETTERIA ALLA STAZIONE FERROVIARIA

A Bisceglie pare ormai che ci abbiano preso gusto. Non è la prima volta, infatti, che la vetrata antisfondamento della biglietteria della stazione ferroviaria viene presa di mira da una banda di ragazzi che, armati di grossi cacciavite e strumenti da scasso, rubano soldi e biglietti per il treno. Oltre 600, dicono, quelli che sono stati portati via, tutti di fascia chilometrica, non nominativi e dunque utilizzabili in qualsiasi momento dopo la vidimazione. E' accaduto nella notte, se ne sono accorti questa mattina gli operai delle pulizie e il personale delle ferrovie in servizio allo sportello. Mancavano anche qualcosa come 2 milioni di lire e una sessantina di euro, gli spiccioli cioè che erano stati lasciati alla chiusura della cassa. Hanno forzato, come dimostrano queste immagini, la base della vetrata fino a distruggerla. Qualcuno è entrato, ha portato via quanto poteva e poi è scappato. Mancano i controlli, ci dicono alla stazione, non è la prima volta e di questo passo non sarà neanche l'ultima.

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