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ATTENTATO PIZZERIA BARI
Un messaggio al tritolo. Lo ha ricevuto stanotte la pizzeria "Europizza"
di Bari, situata in via Petrera, nei pressi del policlinico. Una bomba
e' esplosa poco dopo la mezzanotte provocando un boato che e' stato avvertito
in piu' parti della citta'. Per fortuna ieri era il giorno di chiusura
per la pizzeria e non ci sono state conseguenze per le persone, ma solo
seri danni alla saracinesca e ad alcune auto in sosta, mentre i rivestimenti
dell'edificio sono andati distrutti. Si e' trattato quindi di un avvertimento,
forse da parte del racket delle estorsioni.
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MOLFETTA: SEQUESTRATI DALLA GDF
GIOCATTOLI VIETATI
Centocinquantamila giocattoli vietati sono stati sequestrati dalla guardia
di finanza all'interno del deposito sotterraneo di un negozio di pelletteria
di Modugno, in provincia di Bari. I finanzieri della tenenza di Molfetta
hanno anche denunciato alcuni cinesi che gestivano l'esercizio commerciale.
I giocattoli, raffiguranti personaggi dei cartoni animati più in voga
del momento, erano privi del marchio CE ed erano destinati ad essere venduti
presso fiere di paese e in occasione di feste patronali. I militari hanno
inoltre sequestrato numerosi articoli di pelletteria recanti targhette,
contraffatte, di note marche italiane e straniere.
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DISCARICA GIOIA DEL COLLE
Una discarica nel cimitero di Gioia del Colle, nel barese, per di piu'
con rifiuti di riti funebri. La denuncia e' di Tommaso Venere, responsabile
delle comunita' islamiche che aveva appreso che proprio il cimitero di
Gioia del Colle si era dotato, primo al sud, di una sezione cimiteriale
multietnica. Il 14 gennaio scorso Tommaso Venere fa un sopralluogo e scopre
che l'area viene utilizzata come inceneritore di rifiuti delle funzioni
funebri. Non solo, ma vengono incenerite anche casse da morto rivenienti
dalle periodiche dissepolture, a cielo aperto, a dispetto di ogni norma
igienica, all'interno dell'area cimiteriale, frequentata da centinaia
di persone.
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MOLFETTA: TRAGEDIA IN MARE, IL
FIGLIO DELL'ARMATORE
"ABBIAMO PERSO TUTTO"
Il Cunegonda, imbarcazione della marineria di Molfetta non rimangono che
le foto, il certificato di stazza e per fortuna l'intero equipaggio che
è riuscito a mettersi in salvo quando la loro unica fonte di sostentamento
colava a picco nelle acque al largo delle coste del Montenegro. Cinque
persone aspettano di tornare a casa, non si sa se in serata o nella giornata
di domani, dipenderà dalle condizioni del tempo, il mare non si è ancora
calmato. Lui è Michele D'Ercole, il figlio di Giovanni, l'armatore del
Cunegonda, hanno perso tutto. Una tragedia che solo per fortuna è stata
evitata, l'ultima di una lunga serie che ha visto protagonisti e in alcuni
casi vittime i marinai di Molfetta. Era il 4 novembre del 1994 quando
si inabissò, forse a causa di una mina scoppiata a poppa, il "Francesco
Padre", la verità è ancora in fondo all'Adriatico. Un'altra testimonianza
dall'armatore del "Carmela Madre", colò a picco il 2 settembre del 1999,
i tre membri dell'equipaggio riuscirono a salvarsi, la barca è stata ricostruita.
Una tragedia che si poteva evitare, ora la Marineria di Molfetta chiede
più attenzione, il direttore dell'Assopesca Cosimo Farinola si rivolge
al Governo.
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BAMBINI ALBANESI
13 bambini albanesi, fra i due mesi e i 14 anni, tutti leucemici o con
altre forme tumorali, sono arrivati ieri a Bari da Tirana. Fanno parte
di un primo gruppo. Che sara' curato al policlinico e in altri ospedali,
grazie all'interessamento della Regione Puglia. L'iniziativa - ha precisato
Fitto - e' nata alla fine di ottobre scorso quando il console albanese
parlo' di questo problema. L'iniziativa umanitaria prevede anche corsi
di specializzazione a Bari per due medici albanesi.
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BARI: RIPRENDONO LEZIONI MARGHERITA
Il Margherita torna alla normalità, ma sarà difficile dimenticare quel
piccolo angelo che non c'è più. Sulla vetrata del portone d'ingresso dell'istituto,
in bella mostra, c'è il comunicato, rassicurante, del servizio igiene
e sanità pubblica della Asl Bari 4: non sussistono motivi ostativi per
il prosieguo dell'attività scolastica, vi si legge. I bambini della scuola
elementare, rimasti a casa per due giorni, arrivano alla spicciolata,
accompagnati dai loro genitori. Le suore, oggi, preferiscono non parlare.
Dopo il dramma della morte della bambina, e le preoccupazioni dei genitori
dei suoi compagni, dovute in larga parte al passaparola incontrollato
che ha distorto la notizia, ora c'è voglia di archiviare la vicenda. Nel
pomeriggio i funerali della piccola Maria, come l'abbiamo chiamata, uccisa
ad appena sei anni da un'encefalite virale. La conferma ai primi verdetti
dei medici del Giovanni XXIII, era arrivata ieri sera dall'autopsia durata
quattro ore. Resta un piccolo margine di dubbio, che sarà sciolto nei
prossimi giorni dagli esami di laboratorio sui campioni prelevati. Ma
nulla potrà attenuare il dolore di due giovani genitori, puniti da un
destino maledettamente crudele.
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TRANI: INDULTINO, I SINDACATI
DELLA POLIZIA PENITENZIARIA DICONO NO
Il cosiddetto indultino, il provvedimento di clemenza approvato dalla
Camera che prevede la sospensione condizionata degli ultimi tre anni della
pena per chi ha già scontato un quarto della condanna, ora passa al Senato.
Se diventasse legge sarebbe applicabile anche ai reati di Tangentopoli.
Una decisione che non va giù ai sindacati della polizia penitenziaria,
l'Osapp su tutti. Da Trani parte una protesta che potrebbe allargarsi
a macchia d'olio. "Non è attraverso questi provvedimenti che trova soluzione
la questione del sovraffollamento delle carceri italiane", dice il segretario
generale ispettore Domenico Mastrulli. Questi i numeri: una popolazione
detenuta di quasi 57 mila persone a fronte di una capienza di 41mila unità
in 205 istituti di pena. L'Osapp parla di problemi in tutte le strutture
pugliesi, ancora una volta il dito è puntato sul supercarcere di Trani
e sul carcere femminile della stessa città dove carenze di organico e
turni massacranti, dice Mastrulli, la fanno da padroni.
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BARI: TRAFFICO E POLEMICHE
Se ne parla ormai da tempo, ma il 2003 dovrebbe essere davvero l'anno
buono per vedere entrare in funzione a Bari il Poma, il sistema di centraline
chiamato a regolare l'accesso delle auto in centro e a mettere finalmente
ordine nel sempre più caotico traffico che assedia il quartiere murattiano.
Ma il mondo del commercio, o almeno parte di questo, è già sul piede di
guerra. I favorevoli, va detto, non mancano, ma sono numerosi anche quelli
che contestano non tanto il sistema, quanto le sue modalità di utilizzo
ipotizzate dall'assessore Roca.Di concreto, a dire il vero, non c'è ancora
nulla. E il Poma resta un contenitore tutto ancora da riempire. Certo
è che oltre a ticket e fasce orarie, bisognerebbe pensare anche al problema
principale del centro murattiano: i parcheggi. Anche perché, prima di
vedere realizzati quelli sotterranei, ci vorrà ancora un bel po' di tempo.
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