TRANI: INCHIESTA VIGILI URBANI,
IN "SIBERIA" GLI AGENTI NON GRADITI
Sodalizio criminale lo descrive il gip del tribunale di Trani Antonio
Lovecchio. Il fine era quello di operare trasversalmente alla pubblica
amministrazione e condizionare la scelta del pubblico interesse facendo
in modo che ogni iniziativa fosse sfruttata a proprio interesse personale.
I concorsi per entrare a far parte del corpo dei vigili urbani di Andria
non si vincevano certo per bravura, hanno accertato gli inquirenti, molto
di più facevano le segnalazioni, soprattutto quelle che arrivavano da
un maresciallo dei carabinieri o dal figlio di un assessore che con la
candidata aveva avuto una relazione sentimentale diventata poi semplice
amicizia. Ma al di là delle denunce anonime, secondo il sostituto procuratore
del tribunale di Trani Giuseppe Maralfa all'origine dell'inchiesta che
ha portato all'arresto di sette persone tra amministratori comunali e
operatori della polizia municipale, c'è l'atto monocratico del 3 luglio
del 2000 quando il sindaco di Andria Vincenzo Caldarone nomina come nuovo
comandante della polizia municipale il maggiore Francesco Paccione, "istigato"
dice il gip nell'ordinanza di custodia cautelare dall'ex assessore Vito
Malcangi, sospeso intanto dalle liste del partito comunista. A leggere
i verbali si sarebbe dato atto falsamente di una situazione che rendeva
necessaria la rotazione degli incarichi revocando la nomina dell'ex comandante
Raffaele Ruggiero, trasferito in altro ufficio, motivando la scelta con
i risultati negativi raggiunti da lui in materia di sicurezza. Tanto che,
il primo cittadino riferì al magistrato, la notte delle elezioni era stato
aggredito e i vigili urbani non erano intervenuti. Francesco Paccione
però, stando a quanto dice il gip nell'ordinanza, non era in possesso
di laurea e sulla sua testa pesava una condanna del tribunale di Foggia
anche se per fatti di non grave entità. Dal suo insediamento in poi la
nuova gestione, l'ordine di servizio numero 1, la scelta dei collaboratori
più fidati, l'inserimento nel regolamento di un nuovo articolo senza consultarsi
con le organizzazioni sindacali. Un clima di terrore quello instaurato
dal nuovo comandante. Molti vigili per così dire non schierati furono
emarginati, anche maltrattati. Sentiti dal magistrato alcuni riferirono
di essere stati trasferiti senza motivo, sistemazioni punitive come quelle
al mercato della frutta di Andria soprannominato in gergo la Siberia.
Stessa sistemazione a cui dovevano essere destinate due vigilasse che
stando a quanto scrive il gip confortato dalle loro dichiarazioni, rifiutarono
delle avances del comandante nel corso di un convegno a Rimini. Tutto
da verificare, domani i primi interrogatori.
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COMUNE BARI: COSA SUCCEDE DOPO
IL CONSIGLIO?
Questa mattina è partita una raccomandata con ricevuta di ritorno indirizzata
all'ATI, l'associazione temporanea d'impresa, con capofila la Cascina.
Il mittente è il Comune di Bari, che ha comunicato l'avvio del procedimento
amministrativo "in autotutela", dopo aver accertato irregolarità contributive
e fiscali dell'ATI, alla data del 12 settembre 2002. Questo è il primo
atto dell'amministrazione comunale per arrivare all'annullamento del contratto.
A poche ore dalla seduta del consiglio - caratterizzato da polemiche,
prese di posizione e richiesta di dimissioni- la strada sembra ormai segnata.
Non risoluzione del contratto, bensì annullamento. La differenza è sia
formale sia sostanziale, a cominciare dai tempi che con l'annullamento,
si restringerebbero e consentirebbero iniziative d'urgenza per garantire
la refezione scolastica per il mese di maggio. Inoltre, il Comune sarebbe
maggiormente garantito e tutelato. Ora bisogna attendere che l'ATI riceva
la comunicazione ufficiale ed, eventualmente, risponda. Solo allora sarà
possibile - secondo l'Ass. Vito Ferrara - passare alla seconda fase, ossia
quella della ricerca di una soluzione immediata che risponda alle esigenze
delle famiglie degli alunni e dei lavoratori che sono rimasti senza lavoro.
Anche questo è un punto delicato: si vuole evitare che la vicenda della
Cascina si ripercuota sull'assetto lavorativo e sociale della città. Questa
sera, il consiglio comunale torna a riunirsi, ma all'ordine del giorno
c'è il dibattito sull'istituzione del registro delle unioni civili e la
scissione dell'Amgas.
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ALBERI DI ABETE DI P.ZZA RISORGIMENTO
Come sono suggestivi gli alberi di Natale, quale magica atmosfera riescono
a creare - addobbati e luccicanti- nelle strade delle città durante le
feste più belle dell'anno. Ma come possono diventare tristi e deprimenti
- quegli stessi alberi- lasciati abbandonati su una piazza, spogli e rinsecchiti.
Testimonianza morente di una scarsa attenzione al tempo che passa e alle
stagioni che, inesorabilmente, cambiano. Siamo a Pasqua ma, a meno di
non voler appendere uova di cioccolato e bianche colombe di pasta di mandorle
a quel che resta dei rami, cosa ci fanno due alberi di abete nella bella
e recuperata Piazza Risorgimento, al quartiere Libertà di Bari? Se lo
chiede Michele Cipriani, consigliere dell'VIII Circoscrizione che gira
la domanda agli amministratori comunali. I due abeti (il più grande è
alto 13 metri) sono stati posti nella piazza a dicembre, ma fino ad oggi
nessuno si è incaricato di toglierli, neanche i responsabili del consorzio
"AL Manzoni", promotore dell'iniziativa. Cipriani domanda anche se qualcuno
ha pagato e sta pagando le tasse di occupazione del suolo pubblico. Il
direttore del consorzio "Al Manzoni", Domenico Ricci, ammette l'errore
e la dimenticanza, ma precisa di aver già fatto richiesta all'AMIU e alla
ditta che ha posizionato gli alberi, per spostare e smaltire i "ruderi"
vegetali. Il problema - dice- è trovare un argano che sopporti il peso
degli alberi e del basamento, costituito da terreno e malta. Entro fine
aprile.
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AQP/IRAQ
C'e' anche l'Acquedotto Pugliese (AQP) tra le aziende contattate per concorrere
alla ricostruzione dell'Iraq. La notizia viene dall'amministratore unico
di AQP, Francesco Divella, dopo i contatti che il direttore generale della
societa', Gioacchino Gabbuti, ha avuto nei giorni scorsi a New York e
Washington con le maggiori imprese internazionali incaricate dall'amministrazione
americana di predisporre i piani e a Roma con il dipartimento per la cooperazione
allo sviluppo del ministero degli affari esteri.
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