BARLETTA: STRAGE DI CANI IN UNA VILLA ALLA PERIFERIA DELLA CITTA'

14 i cani senza vita trovati all'interno di un rifugio messo su non senza difficoltà dai volontari dell'Enpa alla periferia di Barletta. Una specie di canile lontano dal centro abitato, un terreno dove le bestie non davano fastidio a nessuno, neanche ai confinanti che, anzi, spesso e volentieri si occupavano di accudire i cuccioli se mancavano i volontari. Ebbene qualcuno ha deciso, non si sa bene perché, che questi cani dovevano fare una brutta fine. Avvelenati nella notte, senza pietà. Solo due animali si sono salvati per miracolo. Probabilmente una vendetta, dicono questi signori, se la sono presa con i cani quando è noi che vogliono colpire. Non avanzano ipotesi, hanno già denunciato l'accaduto alla polizia, non hanno certezze sui presunti responsabili. Si parla di una querela, in tema di maltrattamento di animali, nei confronti di qualcuno fatta proprio dalla proprietaria del fondo. Non sarebbe mai stata ritirata, forse l'elemento scatenante per decidere di vendicarsi. Non hanno affrontato la persona, hanno preferito regolare i conti con chi non ne sapeva nulla. La rabbia è del presidente dell'Enpa di Barletta, Domenico Francone.

BARI: ORDINANZA DI CARCERAZIONE PER UN BOSS DEI CAPRIATI

Torna in carcere Francesco Capriati, nipote del più noto Tonino, boss storico della Città Vecchia di Bari da tempo ormai detenuto. Francesco Capriati, che ha 37 anni, è stato arrestato questa mattina nella sua abitazione di piazza San Pietro dagli agenti della squadra mobile che gli hanno notificato l'ordinanza di carcerazione emessa dalla procura generale della Repubblica presso la corte d'Appello di Bari. Deve scontare 20 anni per l'omicidio di Donato Genchi, avvenuto il 31 maggio del 1992 nell'ambito della faida Capriati-Manzari. L'ordinanza di carcerazione scaturisce dalla sentenza della Corte di Cassazione che aveva rigettato il ricorso presentato dai legali di Capriati contro la sentenza della Corte d'Appello.

BARI: SI PRESENTA IL NUOVO QUESTORE

Cinquantassette anni, casertano, 30 anni di polizia giudiziaria alle spalle, dalla squadra Mobile di Napoli alle questure di Trapani e Messina, passando per lo Sco, l'Interpol e il servizio centrale Antidroga di Roma; Giuseppe Zannini Quirini, neo questore di Bari, si presenta con un curriculum di tutto rispetto e mostra già di gradire la nuova destinazione.Dopo camorra, 'ndrangheta e mafia, gli toccherà ora fare i conti con la malavita organizzata barese e fronteggiare un fenomeno, il traffico di sostanze stupefacenti con i Balcani, che ha avuto modo di conoscere durante la sua esperienza nello Sco di Roma. Ma la priorità assoluta, per il neo questore di Bari, rimane la prevenzione, e avvicinare sempre più la Questura al cittadino.

ANDRIA: SENTENZA PER OMICIDIO GRAZIELLA, IL GIORNO DOPO

Ad Andria è il giorno dei commenti. La sentenza del processo per l'omicidio di Graziella Mansi, ha lasciato il segno in città. Sono in molti a pensare che l'ergastolo per i quattro presunti assassini della bambina è la pena più adeguata, la condanna più giusta per chi si macchia di crimini così efferati. Il giudizio è unanime. Quei ragazzi, dice la gente, andavano puniti per quello che hanno fatto. Nessun commento, come era naturale, da parte dei parenti della bambina, nessuna voce neanche da parte dei genitori dei ragazzi condannati. Nessun commento, da parte del vescovo di Andria monsignor Raffaele Calabro, invitato a dare parole di conforto alle famiglie. Andria è come se facesse fronte comune, qualcuno però lascia la porta aperta al dubbio.

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