BARI: SPACCIAVA ECSTASY IN DISCOTECA
Pasticche di ecstasy per ravvivare la domenica pomeriggio dei ragazzini
della Bari bene. Droga sintetica, pericolosissima, spacciata all'ora del
the ai clienti de l'Arena Caliente, discoteca del capoluogo aperta, alla
domenica, di pomeriggio, proprio per favorire quei ragazzini che altrimenti
non potrebbero frequentare i locali dei grandi. Una brutta vicenda, nella
quale ovviamente non c'è alcuna responsabilità da parte dei gestori del
locale, venuta alla luce ieri quando i carabinieri hanno arrestato lo
spacciatore che garantiva, a quanti le richiedessero, le terribili pasticche.
Anche lui, purtroppo, giovanissimo, poco più che maggiorenne, incensurato
e di ottima famiglia, giunto da Cisternino, in provincia di Brindisi,
per vendere la droga. I carabinieri lo hanno bloccato all'esterno del
locale, mentre incassava 30 euro da un minorenne al quale aveva appena
ceduto due pasticche. In tasca ne aveva ancora quaranta, alle quali bisogna
aggiungere quelle già vendute in precedenza, come si può immaginare dai
150 euro trovati nel suo portafogli. Una vicenda che ripropone il problema
delle cosiddette droghe sintetiche, che continuano a circolare e ad essere
consumate - sempre più spesso in discoteca - nonostante gli esperti ne
abbiano abbondantemente evidenziato, anche attraverso i mass media, i
rischi spesso immediati per la salute. Un fenomeno contro il quale le
stesse discoteche, che inevitabilmente ne vengono danneggiate, hanno promosso
campagne di sensibilizzazione cadute, purtroppo, nel vuoto.
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BARI: TENTATO FURTO DECATLON
Miravano alla cassaforte, che doveva essere piuttosto piena se si considera
che nel week-end, durante il quale era rimasto aperto, di clienti ne erano
arrivati tanti a Decatlon, il grande centro commerciale sulla tangenziale
di Bari interamente dedicato allo sport e al tempo libero. Il colpo però
è sfumato per via di un sistema d'allarme che ha funzionato alla perfezione,
mettendo in fuga i ladri che la notte scorsa avevano sperato di portarsi
via un bel po' di soldini. Erano in sei, e il loro modus operandi fa pensare
che si tratti della solita banda che da tempo ormai imperversa nella zona.
Il piano, evidentemente studiato a tavolino, prevedeva di utilizzare il
potente caterpillar parcheggiato nel vicino cantiere come ariete per sfondare
una delle pareti esterne e prelevare la grossa e pesante cassaforte. I
banditi, volto coperto da passamontagna e armati di pistola, giunti sul
posto, hanno prima preso in ostaggio i due custodi del cantiere, che sono
stati legati e imbavagliati, e quindi hanno iniziato ad armeggiare con
il caterpillar. Un lavoro che hanno potuto soltanto iniziare, perché dopo
i primi potenti colpi della pala meccanica, il sistema d'allarme è entrato
in funzione, richiamando sul posto carabinieri, gli uomini della vigilanza
privata Ivri, finanzieri e poliziotti. Nessuna traccia, al loro arrivo,
dei ladri, andati via per tempo. I custodi del cantiere, una volta liberati,
non hanno saputo fornire indicazioni particolarmente utili, le indagini
dei carabinieri, quindi, si preannunciano tutt'altro che facili.
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MATER DEI ALLA CBH
Ancora qualche giorno, e la clinica Mater Dei, in gran parte occupata
dall'ospedale oncologico di Bari, potrebbe passare alla cbh,la societa'
che ha rilevato le ex cliniche di Cavallari tranne, appunto, la Mater
Dei. Nel giugno del 2000, quando la societa' romana si aggiudico' per
165 miliardi di ex lire le cliniche di Cavallari in amministrazione straordinaria,
la Mater Dei non aveva ancora, benche' operante da anni, il certificato
di abitabilita', e per questo non pote' essere ceduta. Rientro' nel prezzo,
ma le parti convennero di definire la cessione nel giro di pochi mesi,
non appena messe a posto le carte. Ci sono voluti piu' di due anni, ma
adesso pare che il certificato di abitabilita' sia arrivato e la clinica
si possa effettivamente vendere. Ma le sorprese, come in ogni passaggio
di questa vicenda, non mancano. In un primo momento, la Mater Dei era
stata valutata 66 miliardi. Adesso verra' venduta per 45 miliardi di ex
lire, e cioe' 23milioni e 240mila euro. Ancora uno sconto, insomma, e
non si capisce bene perche'. Formalmente, la riduzione e' il frutto di
una intricata trattativa fra Cbh e Ccr sul mancato rispetto da entrambe
le parti dell'accordo del giugno 2000, che ha fatto gia' risparmiare alla
Cbh, sui 165 miliardi iniziali, quasi la meta', per lo piu', peraltro,
quasi tutti ancora da pagare. Un vero affare per la societa' romana, alle
cui spalle c'e' banca intesa, maggiore creditrice di Cavallari, ma ormai
gia' ampiamente remunerata delle perdite che si sono trasformate in guadagni.
Tutti gli altri creditori, lavoratori in testa, fra cui i 1800 ancora
in mobilita', dovranno attendere, ma dovranno dividersi le briciole. E,
a proposito di lavoratori, non si capisce bene perche', ma nella trattativa
per il definitivo passaggio della Mater Dei alla Cbh, che dovra' concludersi
entro il 30 settembre, sono entrati anche i 133 dipendenti licenziati
a maggio da Cbh. La societa' romana, in cambio della Mater Dei, si e'
impegnata a riassumerli. Il fatto strano e' che gran parte di essi e'
gia' tornata sul libro paga della Cbh per ordine del giudice del lavoro,
e quindi l'impegno della Cbh sarebbe inutile. L'ultima fase di questa
vicenda potrebbe essere il tentativo da parte di cbh di vendere la Mater
Dei alla regione per 100 miliardi, con un guadagno netto di altri 55 miliardi
di ex lire.
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BARI: (UNIVERSITA') CONVEGNO SU
CULTURA E IMPRESA
Mondo accademico e mondo produttivo, cultura e impresa. Concetti e realtà
strettamente connessi tra loro, in uno scenario che punta al mercato internazionale.
Il messaggio è arrivato nel corso di un seminario organizzato a Bari dall'Università
degli Studi e che ha coinvolto esponenti del mondo accademico e produttivo.
L'incontro è stato promosso al termine dei corsi di lingua e cultura italiana
rivolti a 54 studenti e docenti provenienti dalla Bosnia - Erzegovina.
Al seminario ha preso parte anche l'ambasciatore in Italia del paese balcanico.
L'ateneo barese, ha detto il rettore Giovanni Girone, da tempo è impegnato
in proficui scambi scientifici e didattici con paesi dell'Europa Centro
e sud orientale contribuendo a processi di crescita culturale ed economica
in un vero e proprio piano di internazionalizzazione. Anche il mondo produttivo
barese, ha spiegato il presidente dell'assindustria Nicola De Bartolomeo,
sta collaborando con l'università ed altre istituzioni in questo processo
nella consapevolezza che non si può concepire un mercato internazionale
senza cultura ed impresa.
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