lettera aperta a Giampaolo Pansa                          

Il Suo ultimo libro “La grande bugia” è arrivato troppo tardi perchè accanto ai nostri Amici ritrovati ne “Il sangue dei vinti” e “Sconosciuto 1945”, c'era un esercito silenzioso, quello dei non morti, degli “involontari sopravvissuti” ai quali non era stato possibile farsi riconoscere: un esercito di ventenni sui quali si era scatenato un mondo di vincitori che voleva fossero anch’essi seppelliti per sempre: quasi una Tomba figurata, quella del Silenzio.

             Ho letto il Suo ultimo libro “La grande bugia”; ma oggi serve a qualcosa parlare di una altra verità, quella “nostra”?

             A chi parlare?  Alle generazioni dopo la mia? Quella dei “.. avevamo venti anni, forse meno..” descritta da un mio amico che i suoi 20 anni li ha consumati in un campo di concentramento americano? alle generazioni dei ventenni del 1960 e 1970 e ancora, ancora, sino ad oggi?

             Esse hanno ricevuto nelle scuole, nelle piazze, nei parlamenti, i paragrafi di una  Storia italiana che mascherava realtà, momenti, anni vissuti e stendeva su tutta la vera Repubblica Sociale Italiana il velo del Silenzio.

Tutta la mia giovinezza - sono nata nel 1926 - era aggredita da accuse in cui ogni tragico momento degli avvenimenti del 1943 - 45 riportava al nostro essere appartenuti alla Repubblica Sociale Italiana.                      

Certo, Lei, con i Suoi libri, ha riesumato i nostri Morti, ma noi li avevamo già raccolti con le nostre mani, in silenzio, negli anni, per adagiarli in tombe private superando pastoie burocratiche che mascheravano la volontà di Stato, aggrediti dalla potenza del “Resistenzialismo” che di Loro aveva fatto l'esercito dei Vinti.

Il 16 giugno del 2005, 65 Caduti sul fronte di Nettuno, marò del Battaglione Barbarigo della Decima Flottiglia Mas, che avevano osato dire NO ad un esercito straniero incalzante, sono stati inumati - trasferiti da una tomba privata - nel Campo della Memoria di Nettuno primo Sacrario militare dei Caduti della RSI.

            16 giugno 2005, e io avevo voglia di piangere: dopo 61 anni ho anche detto grazie a chi ci aveva aiutato a squarciare tanto Silenzio: ma quel SILENZIO non riesce ad essere ancora così forte da rompere il muro che copre ancora tanta verità.

 

            Ecco perchè Le dico che Lei è arrivato troppo tardi.

 

Roma 8 gennaio 2007

                                                                                                            Raffaella Duelli

                                                                                            Ausiliaria del Battaglione Barbarigo

                                                                                                  della Decima Flottiglia Mas