La testimonianza di Rosalba

 

“PIANTIAMO L’ALBERO DELLA PACE IN VIA D’AMELIO”

 

Caro Paolo,

quante volte ho pensato di scrivere qualcosa per te. Non so, una poesia, un canto, un libro, scrivere ciò che sentivo dentro di me per far uscire il fiume di pensieri che, come cavalli liberi, galoppavano nella mia mente. Ho sentito in questi lunghi, brevissimi mesi, è già passato un anno!, il bisogno di buttare giù le parole che affioravano leggere come ninfee dal profondo del mio cuore, che mi cullavano con la loro infinita dolcezza o con impetuosa violenza travolgevano in una rabbia terribile i momenti della mia giornata.

In questo trascorrere di tempo il mio animo ha vissuto un amore disperato verso Dio. Ho rivisto la creazione del Mondo, le prime creature, gli alberi secolari su questa terra, le verdi colline di primavera, i primi fiori di campo, i ghiacciai e le alte montagne dove nasconde il nido la superba aquila. Ho gustato la dolcezza dei frutti maturi, ho sentito sulla mia pelle il tepore del sole, ho guardato la forza del mare in tempesta, l’infinità del cielo e davanti all’immensità del Creato ho pregato.

Ho rivisto la creazione dell’Uomo, le prime gioie, le prime dolcezze, il primo amore, la prima felicità. Davanti alla Sua perfezione mi sono fermata nello stupore di essere anch’io creatura di Dio e ho pianto lacrime di riconoscenza.

In un sogno doloroso sono affiorati, come dal nulla, Caino, Erode, Hitler, Riina, uomini, creature nate dall’Amore a immagine e somiglianza di Dio, diventate belve sanguinarie pronte a sbranare e distruggere i propri simili. Davanti alla loro malvagità ho visto tutta la sofferenza delle creature innocenti, ho urlato di rabbia perché mi sono sentita piccola inutile impotente.

Paolo, non so scrivere, non so tramutare in parole i pensieri più belli per te, ciò che sento dentro al cuore. Non so scrivere una poesia, né un canto, né scrivere un libro. Ti ho voluto bene per la tua semplicità perché sapevi essere uomo tra gli uomini, perché sapevi dare l’amore a piene mani,  perché traspariva dai tuoi occhi la tua immensa umanità. Da te mi sono sentita amata come creatura speciale, perché sapevi far sentire tutti speciali. Semplicemente.

Mi è stato chiesto di raccogliere firme per “Un’adesione morale per l’Albero della Pace”, la risposta della gente, la gente comune che tu amavi, è stata per me,  la certezza dell’amore che, come una scia luminosa, hai lasciato dietro di te.

Sono fogli un po’ sciupati, imbrattati, ma in ogni firma c’è un grazie per te, dal bimbo delle elementari con la manina incerta all’operaio della strada che stentava a mettere la firma e poi, correndo col foglio in mano, gridava ai compagni: “picciotti, firmati pi Paolo Borsellino!”. È il loro grazie. Il loro modo di dirti che tu sei ancora con noi per portare avanti il messaggio di Pace e di Amore, il dono che Dio Ti aveva affidato. È questo il libro che ti dedico: tutte le firme che mi è stato possibile raccogliere. È scritto da tutti noi.

Grazie Paolo. Ti voglio bene.

                                                Rosalba