La testimonianza di Tony
Palermo, giugno
1992, atrio della biblioteca comunale, si parla di lotta alla mafia all'indomani
della strage di Capaci, Paolo Borsellino è tra i partecipanti al dibattito.
Non era la prima volta che lo incontravo, sempre
in occasioni pubbliche chiaramente o nell'esercizio della sua professione, ma
quella sera più che mai, sia per quello che disse, sia per il modo in cui parlò
del suo grande amico e collega Giovanni, provai nei suoi confronti dei
sentimenti di grande stima.
Seduto ai piedi del tavolo dal quale parlava, a
non più di un metro da lui, posai per terra la macchina fotografica, la stessa
che qualche mese prima lo aveva ritratto con "il suo grande
amico", e iniziai ad ascoltarlo. Più lui parlava, con quel suo tipico
accento palermitano che mostrava in maniera inequivocabile un immenso amore per
la sua terra, più si scatenava in me un grande desiderio di prendere carta e
penna per scrivergli qualcosa che manifestasse la mia stima nei suoi confronti
ed anche la mia solidarietà per le condizioni di vita cui era sottoposto.
Non ebbi il coraggio di farlo e di questa cosa
mi pento ancora, in un primo momento pensai che non gli sarebbe interessato
nulla di quello che pensava un fotografo, uno di quelli che di solito magari lo
disturbavano con i loro flash invadenti ed assillanti. Solo molto tempo dopo
pensai che forse invece lo avrebbe apprezzato ed a farmi cambiare idea fu il
calorosissimo abbraccio che volle darmi Rita quando, nella farmacia della
Magione, le regalai la foto e a le raccontai questo episodio.
Oggi dopo avere conosciuto Rita, la sua
famiglia, gli amici della famiglia e tutti quelli che, provenienti da qualsiasi
parte dell'Italia, si sono incontrati dopo il 19 luglio 1992 con lo stesso
desiderio di lottare e sconfiggere la mafia, mi rendo conto di quanto non sia
stata vano il sacrificio di Paolo e Giovanni che sono riusciti ad aggregare
tanta di quella gente, tanti di quei "Ragazzi di Paolo", come non era
mai accaduto prima.
Far parte dei ragazzi di Paolo per me è oggi un
grande onore e mi fa sentire sicuro del fatto che lui sappia quello che un
giorno avrei voluto scrivergli.
Tony Gentile