La Caduta degli Angeli


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La Caduta degli Angeli
1989 - Olio su tela, cm. 56x162 - cm. 400x140


La casa di Dio era un tempio e in quello scrigno impenetrabile l'uomo non era ammesso. Chiuso nel Suo mistero, Dio era ovunque; il Suo potere era grande e le suppliche delle Sue creature non potevano raggiungerlo. Nell'universo si apre un vortice, come l'urlo che si spalanca sul volto di quella creatura terrorizzata dal mistero della propria natura ancora indefinita. E l'illusione della carne prende forma.
Una figurazione moderna, ma di antico retaggio, spinge il pittore a illividire di luce irreale quel corpi possenti che, nel loro volo verso il basso, assumono movenze quasi di danza. Tutto soggiace ad una forza che mira a stravolgere lo spazio illusivo, ma non prospettico, di un dinamismo elastico in cui il pieno ha più diritto del vuoto a creare il senso dell'incombenza fisica. Spazi irregolari, "triangolari", accolgono la coppia degli angeli e sono organizzati in modo da esaltare in senso monumentale le singole figure, attraverso l'abile e variata applicazione del contrapposto.
Alle figure michelangiolesche della volta della Sistina, alla loro drammatica inquietudine di eroi ideali, Mondazzi pone in antitesi una situazione di afflato contemporaneo.
Quel procedere rigido e secco di zone, valori, resecature di colore, condotte fin sul limite dell'abbreviazione cifrata, denuncia una volontà poetica in piena alienazione rispetto alla propria intimità e moralità.
Rifugiato al riparo di queste forme e di questi colori di iperborea saldezza, l'artista vuole chiudersi nella creazione di una purissima emblematica figuratività.
Un legame mai reciso con la memoria del passato, ma anche il gusto tutto moderno di scavalcare il passato prossimo, risale a remote immagini originarie.
Contemporaneamente l'artista non sfugge neanche a certe virtuali esperienze, impiegate da intermediari tecnologici, cinema o televisione, che gli suggeriscono alcune possibilità di usare dello spazio interno all'opera in senso non restrittivo.
La composizione è studiata e l'invenzione è superba.
All' "ortodossia laica" di Malevic oppone una lettura sostenuta da motivazioni più umane sul perchè una figurazione sia più autentica di altre, sostenuta com'è dal "diritto del divino". Così i suoi personaggi si trasformano in modelli universali e acquistano una rappresentatività storica, divenendo essi stessi portatori di un sistema estetico decorativo.
Siamo ben consapevoli del fatto che nell'arte le stagioni si susseguono con puntuale continuità.


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