La Deposizione


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La Deposizione
1989 - Olio su tela, cm. 99x150

"Cristo è deposto ormai". E' quasi un annuncio il suo. Mi accorgo che Marcello è ancora molto giovane e lontani dalla vecchiaia sono anche i suoi personaggi. Lui però è già tutto imbiancato.
La Pietà non è un gruppo serrato ma si scioglie nel movimento pittorico per il quale grandeggia il Deposto. Solo il volto è lontano da quella vita che al contrario ancora parla nelle membra allungate.
Senza contatto con Lui, perchè‚ chiusa nel suo tragico bozzolo di dolore, una creatura, in cui, potremmo interpretare l'intera umanità, ha contemplato la tragedia del Suo Eroe più grande e adesso, con le braccia al seno , sembra voler cullare quel figlio che non le appartiene più.
Dietro di loro i segni si fanno arcani per il mistero che avvolge, in un turbinio di pennellate., forme mutanti, che si sottraggono alla spiegazione umana.
La luce confonde le apparenze di questi corpi, e non fuga completamente il buio che era nel cielo.
L'espressionismo vitale della composizione si amplia dalla comunicazione dell'evento all'emergere inconscio di una precisa iconografia religiosa, ma il peso del passato non lo imprigiona in un processo imitativo. L'autenticità della visione si manifesta libera in sintonia con il profondo bisogno di verità dei nostri anni.
L'elemento umano in Cristo è colto nel pigmento insieme brillante e oscuro, come l'ombra della sua mortalità. Malinconia o disperazione ? Nient'altro che un'incredibile fusione tra pathos di martirio, di lotta, di speranza, misura di forma ed equilibrio di architettura.
Il colore è dato con una parsimonia estrema e i colori stessi, nei loro toni, sono, oltretutto, molto attenuati. Le ombre non hanno trasparenza e l'atmosfera unica, non tonale, si risolve in un basso continuo cromatico.


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