LA MODA NEL CINQUECENTO

I detentori del potere e della ricchezza vivono in un'atmosfera così raffinata ed elegante che l'Italia viene proposta all'estero come modello di cultura, la lingua italiana viene comunemente usata alle corti e dai dotti e l'eleganza del costume viene ammirata e copiata. La Moda italiana detta legge in Europa. Le stoffe sono magnifiche e spesso arricchite da trine. 

Gli abiti femminili sono concepiti in modo da dare volume alla figura senza però alterare la linea naturale o le proporzioni. La scollatura quadra e l'attaccatura bassa delle spalle sottolineano la larghezza del busto, le sottane sono tonde e la vita è segnata nella sua posizione naturale. 

La femminilità è messa in evidenza dalle chiome spesso raccolte in reti e dalla floridezza del seno, offerto agli sguardi dalle ampie scollature e sottolineato dai busti aderenti. Dalla vita le vesti si allargano quasi a cerchio sulla gonna.

La situazione cambia per ovvi motivi nella seconda metà del secolo e, tra le altre cose, l'Italia perde la sua supremazia nel campo della moda.

La maestosa, classica compostezza che il Quattrocento aveva regalato alla sua linea s'irrigidisce in una artificiosità che parla di gusto spagnolo e di rigore controriformistico.

La veste si alza a coprire il collo, ornato dal collare e da lattughe inamidate; il corpetto a punta scende a triangolo sotto la vita, le maniche sono importanti, imbottite, con spallini rigonfi, illeggiadrite da alti polsini da cui escono le lattughine delle camicie o pizzi vari.

Le gonne a campana sono aperte sulla sottana interna, allargata dalla faldiglia.

Sono le donne che ci regala l'abbondante ritrattistica del Cinquecento, ma che ora, per la prima volta, possiamo conoscere anche tramite veri e propri storici del costume. Il primo di cui abbiamo notizia in Italia è Enea Vico, autore tra il 1547 ed il 1567 di novantotto incisioni su rame che si proponevano di presentare le vesti di tutti i popoli della terra.

Nel 1563 vengono riprodotte a Venezia da Ferdinando Bertelli alcune xilografie che erano state pubblicate a Parigi l'anno precedente; altre pubblicazioni si hanno nel 1577 in Germania e nel 1581 nei Paesi Bassi, poi di nuovo in Italia nel 1589 ad opera di Pietro Bertelli.

La raccolta sicuramente più valida, perché ricca di chiarimenti e commenti, è quella pubblicata a Venezia nel 159O da Cesare Vecellio, sotto il titolo "De gli habiti antichi et moderni di diverse parti del mondo".