Abbigliamento maschile 

L'abbigliamento maschile in Firenze è descritto con grande precisione dallo storico Varchi nel 1527.Il peso delle stoffe più che la foggia dell'abito determina gli indumenti estivi e quelli invernali. In estate si indossa il lucco, generalmente di colore nero, chiuso al collo da un gancio, lungo fino ai talloni, aperto davanti ed aperto ai fianchi per lasciare uscire le braccia. Nobili e ricchi possono portarlo anche in inverno, foderato di stoffe ricche e pesanti o di pelliccia.

Sotto il lucco si porta il saio, sopravveste elegante, adottata da gentiluomini e ricchi mercanti, dotata di maniche, abbottonata davanti, che copre il busto ed arriva a metà coscia, di seta e non foderata.

Quando è confezionato in panno pesante ed è foderato, viene indossato anche d'inverno.

Quando è più abbondante in ampiezza e lungo fino ai piedi prende il nome di saione.

Sotto il saio s'indossa il giuppone o farsetto, che modella il busto ed ha maniche imbottite e strette al polso. Talvolta vengono imbottite anche le spalle e la parte anteriore. All'inizio del secolo sono documentati farsetti con ampie scollature quadrate da cui si affaccia la camicia; in genere però i farsetti, abbottonati davanti, arrivano fino al collo, sono rifiniti da un collaretto verticale dello stesso tessuto da cui spuntano le lattughine della camicia, ben insaldate, dapprima basse, poi sempre più alte ed ornate di merletti.

È ancora usato il "colletto" (bustino) di origine militaresca, che, all'inizio di cuoio e molto semplice, è con il tempo diventato molto elegante e ricco.

Già durante il Quattrocento le calze attaccate con lacci al farsetto erano state sostituite dalle braghe che durante il Cinquecento assumono una linea gonfia e sono praticamente staccate dalla calza vera e propria che arriva al ginocchio o poco sopra.

La moda italiana presenta tuttavia numerosi modelli di calzoni aderenti alla coscia e legati sotto il ginocchio da sciarpe di stoffa dette poste.

Nella versione invernale tutti questi indumenti vengono confezionati in tessuto più pesante.

Tipicamente invernale per l'uomo elegante dovrebbe essere il mantello.

"Nè si porta da chi ha il modo a farsi il lucco se non il verno" dice il Varchi. In realtà il mantello cittadino è molto usato da tutti in tutte le stagioni. È scuro (in prevalenza nero), "ancoraché i ricchi e nobili lo portino, e massimamente i medici, di rosato o di pagonazzo", lungo fino a terra; ha ruota ampia; è spesso foderato di colori chiari e vivaci.

A Venezia il Doge indossa il manto d'oro che, in tempo di guerra, viene indossato anche dal capitano generale delle forze armate, che lo porta allacciato sulla spalla destra come ai tempi antichi.

Se i nobili e notabili fiorentini indossano il lucco, nelle altre città italiane s'indossa per uscire la veste o toga, indumento lungo e piuttosto ampio, che ha un colletto verticale. Le maniche sono in genere aderenti al braccio, ma a Venezia sono ampie ed aperte (maniche alla dogalina).

Anche gli uomini portano la zimarra, foderata o no, secondo la versione estiva o invernale.

Scompare la giornea, ma si portano ancora la cappa ed il tabarro e, verso la fine del secolo, una giacca elegante, senza maniche, nota come "capoto".

Accessori

La camicia da giorno prosegue il suo cammino per affermarsi come uno degli elementi di maggiore spicco nell'abbigliamento sia maschile che femminile, destinato ad assumere un'importanza sempre maggiore. Una sua caratteristica notevole è l'arricciatura sia al collo che ai polsi, che dapprima viene fermata con una ribattitura liscia, poi con un collettino verticale, spesso ricamato, poi con una striscia pieghettata che forma le lattughe e le lattughine insaldate e che, con il tempo, diventa il collare a lattughe e poi la gorgiera, formata da parecchi strati sovrapposti di bianco lino o di pizzo.

Anche gli uomini portano in mano un fazzoletto bianco, liscio o ornato da nappine, ed i guanti che sono ricamati in oro ed argento, profumati, ornati da tagli.

La cintura, semplice e poco appariscente, è di seta o di velluto o di altro tessuto leggero ed è chiusa da una fibbia in genere d'argento. Vi si appende la borsa o scarsella, che serve a contenere i denari ed è quindi, oltre che un lusso, una necessità per chi ha bisogno di denaro per i suoi affari.

Gioielli.

Medaglie e cammei sono appuntati oltre che sul cappello anche sulle vesti e sul mantello e pendono dalle grosse collane d'oro a catena. Gli anelli, belli e frequenti, sono usati con moderazione.

Una legge suntuaria del 154O, a Bergamo, proibisce l'uso degli orecchini agli uomini e ciò fa pensare che essi fossero stati adottati anche dai gentiluomini, benché l'uso non sia documentato.