Gli Etruschi, scrisse T. Livio, sono una nazione attaccata più d'ogni altra alle pratiche religiose; l'influsso della loro religione su quella romana fu notevole; si crede che la parola latina "cerimonia" derivi dalla città di Cere. 
Furono essi a trasmettere a Roma la pratica aruspicina o divinatoria attraverso il volo degli uccelli o l'analisi del fegato di animali sacrificati. La loro era una religione rivelata, la leggenda racconta che fu un fanciullo di nome Tages, saltato su da un solco tracciato con l'aratro a rivelare le loro norme religiose, raccolte nei libri tagenitici. rappresentazione metallica di un fegato con varie indicazioni

 Gli Etruschi avevano un pantheon di divinità antropomorfe, di esseri a cui venivano attribuite forme e facoltà umane, la loro triade Tinia,  Uni, Mnerva fu poi quella capitolina di Giove, Giunone e Mnerva. Il culto degli dei e la credenza dell'oltretomba è noto soprattutto dalla documentazione costituita dalle famose necropoli di Tarquinia, Vulci, Cerveteri, Populonia, Arezzo e Volterra, ricche di arredi funerari ed esse stesse finemente affrescate con grande varietà di motivi mitologici, naturalistici o relativi a scene di vita come gare sportive, conviti, battute di caccia o di pesca. Inizialmente gli Etruschi usavano la cremazione dei corpi dei defunti le cui ceneri venivano poi custodite in urne cinerarie e biconiche poi interrate. Una particolare urna era il canopo che presentava nella parte superiore la riproduzione della testa del morto. 
Più tardi fu introdotta l'inumazione ed i cadaveri venivano disposti in sarcofagi di vario materiale,  i più antichi erano di terracotta o in nenfro, più tardi furono in marmo. A Volterra si trovano urne in alabastro di epoca più tarda.  

Essi riproducevano nel coperchio la figura del morto in una posizione sdraiata ma con il busto eretto. A volte  troviamo riprodotta la figura di coniugi come nel celebre  sarcofago degli sposi; la posizione era quella che gli Etruschi e poi i Romani usavano nel triclinio nei loro banchetti.

I sarcofagi erano riposti in tombe che presentavano forme diverse: a tholos, a camera, a pozzo, a dado, o addirittura scavate, come quelle rupestri, sulle pareti tufacee.

Queste si trovano soprattutto a Sovana e nella zona fra il lago di Bolsena e di Bracciano; saccheggiate dai cosiddetti "tombaroli" vennero e vengono utilizzate dai contadini come magazzini. 

Le tombe rupestri possono essere a dado, a mezzo dado, a finto dado; o con facciata a tempio come le tombe doriche di Norchia, o la tomba della sirena a Sovana, preceduta da un portico con frontone decorato.  

I tholos sono a forma circolare con la volta a cupola; quelle a pozzo sono così dette perché per accedervi bisogna scendere per una scala sotterranea, quelle a camera sono così chiamate perché la pianta è quadrangolare. Tutte nel loro interno riproducono la struttura dell'abitazione con uno o più ambienti dove su speciali ripiani venivano deposti i sarcofagi.  

Tombe a Tholos, a pozzo , a camera le ritroviamo nelle necropoli di Cerveteri, dove non vi sono affreschi ad abbellire gli interni ma bassorilievi incisi nel tufo. 

A Tarquinia le tombe sono soprattutto a camera e a pozzo, le pareti presentano bellissimi affreschi.  

Una tomba del tutto particolare ed originale è stata scoperta a Tuscania; vi si accede mediante una scala sotterranea che introduce in un vasto ambiente circolare da cui si dipartono numerosi cunicoli molti dei quali non si sa ancora dove conducono. Oggi tutti i sarcofagi e gli arredi che vi erano al momento della scoperta non ci sono più perché portati nei vari musei, ma certamente l'impressione suscitata nei suoi scopritori fu magnifica se ad essa è stato attribuito il nome di tomba della regina.